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29 febbraio 2024 4 29 /02 /febbraio /2024 12:58
Nel Blu

Luna navigante nel blu

Nuvolette bianco-candide
in campo azzurro

Torri di cumuli
che coronano le montagne lontane
creando quinte torreggianti

E sempre quella casetta a due piani,
tetto spiovente di coppi
e quell’esile ciminiera
da cui non esce mai
un filo di fumo

Maurizio Crispi

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28 febbraio 2024 3 28 /02 /febbraio /2024 13:15
Cielo di mattino (foto di Maurizio Crispi)

Giornata uggiosa
Freddo-ino e pioggia
Fulmini e schianti di tuono
Ma è durato poco
Poi il meteo s’e assestato
in un’atmosfera grigiastra e piatta

Ho fatto i compiti del giorno
Passaggio dal gommista
Pagamento di tributi in scadenza
(Allegria!)
Casa silente
Letture
Un pizzico di Netflix
Una spruzzata di Spotify
Una sniffata di Abilify
(e questo ce l’ho messo per la rima)
Black freme e scalpita,
in accordo con la sua natura di cavadduni,
ma aspetta paziente il mio comodo
per la sua seconda passeggiata
Ogni viene a ricordarmi
a colpi di muso tartufato
che è giunto il momento d’uscire
Ma ho freddo
e me ne sto spaparanzato
sul divano, imbacuccato
come un vecchio bacucco

Via, alziamoci,
é tempo di uscire dal guscio
ed andare ad affrontare il mondo

 

A sera,
il cielo si è aperto
e sono riapparse le stelle

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27 febbraio 2024 2 27 /02 /febbraio /2024 10:12
Magnolia (foto di Maurizio Crispi)

Cammino a notte tarda
lungo il Viale delle Magnolie

Tutt’attorno a me,
sopra la mia testa,
sotto i miei piedi 
stanno a schiera i giganti buoni,
con barbe lunghe e pendenti
che scendono a toccare il suolo
I loro corpi sono enormi e contorti
provati dalle intemperie
e resi saggi dal tempo
che scopre nelle loro vene

Sono silenziosi,
eppure, pur senza parola, mi parlano
Avverto un effetto rasserenante
dentro di me,
ascoltando le loro voci solenni

Sono solo io,
con il cagnone Black
Ambedue procediamo con cauti passi
per non spezzare l’equilibrio del momento
e per non dare fastidio ai giganti
forse dormienti
forse anche sognanti il sogno del mondo
non individui isolati, ma connessi
l’un l’altro da una rete di collegamenti
sotterranei
Nel mio incedere,
c’è la stessa reverenza 
lo stesso timore 
che si provano
procedendo a passi sommessi
lunga la navata centrale
d’una chiesa gotica millenaria

Il mio pensiero 
va con nostalgia e rimpianto
al gigante scomparso 
poco più d'un anno fa
Al suo posto 
è rimasto un marciapiedi squallido,
incatramato

Vuoto incolmabile 
che i giganti barbuti 
piangono di continuo
ancora adesso,
inconsolabili

Viale dei Giganti
Viale dei Giganti
Viale dei Giganti
Viale dei Giganti
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25 febbraio 2024 7 25 /02 /febbraio /2024 10:34
Autoscatto (foto si Maurizio Crispi)

Ho sognato che arrivavano a casa,
come ospiti, la regina Elisabetta
e il principe consorte Filippo 
Si trattava di una visita non formale
C’era anche la mamma 
Io ero ero coinvolto in prima persona 
e mi davo da fare
per rendere confortevole 
la permanenza della regina 
intrattenendola in conversazione 
offrendole qualcosa da mangiare 
e da bere
Insomma, facevo tutto ciò 
che s’ha da fare 
quando ci sono ospiti di riguardo 
Ricordo, in particolare,
che dovevo selezionare una tovaglietta elegante
da collocare sul desco 
davanti al quale la regina 
s’era accomodata 
Cercavo e scartabellavo nei cassetti 
alla ricerca di quella più bella
E qui chiedevo il parere della mamma 
alla quale però non piacevano 
le soluzioni da me trovate 
Provavo anche a fare conversazione 
in inglese con la regina
e con il principe consorte 
Quest’ultimo lo blandivo
dicendogli che appariva molto giovanile 
e in ottima forma 
E provavo a spiegargli un posto 
non distante da casa 
dove avrebbe potuto montare a cavallo,
sapendo - o supponendo -
che lui fosse appassionato di equitazione 

 

Ero lusingato di avere a casa 
ospiti così importanti 
C’erano anche altre persone presenti
- non dignitari, bensì gente comune -
che sembravano essere un po’ inibite 
dal rango delle Loro Maestà 

 

Io invece non provavo soggezione alcuna,
come se fosse del tutto normale 
trovarsi per casa una coppia di regnanti

 

(Dissolvenza)

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24 febbraio 2024 6 24 /02 /febbraio /2024 11:05

Un sogno complesso
Non avendolo trascritto subito 
ne ricordo solo pochi dettagli 

Riflesso di albero spoglio in pozza d'acqua piovana (foto di Maurizio Crispi)

Sono da qualche parte 
(nei sogni si è sempre da qualche parte!) 
Forse devo partecipare ad un evento sportivo di corsa 
Vado in giro, 
cercando altri compagni della mia squadra
Ma sul momento non ne trovo nessuno 
e mi sento piuttosto isolato
Per poter correre mi manca tutto,
inclusa la maglia di società 
e financo il pettorale
Mi aggiro, a lungo, senza nulla trovare
Poi vedo un chiosco 
simile ad un’edicola del giornalaio
e capisco che quella è la sede 
della mia società sportiva
Non so come, 
riesco ad introdurmi al suo interno 
E comincio a rovistare,
aprendo cassetti e stipetti 
che rivelano spazi vuoti 
Non c’è niente che possa servirmi 
Mentre m’accingo ad uscire, 
ecco che arriva qualcuno 
È uno della società sportiva,
Il suo tesoriere, per la precisione 
È un po’ risentito che io mi sia introdotto 
all’interno del piccolo chiosco 
Quando cerco di giustificarmi 
le mie scuse vengono accolte,
ma vale il principio secondo cui
Excusatio non petita, 
accusatio manifesta

Poi da una capiente borsona
quel tesorier che già mi sta sui maroni
tira fuori la maglia che mi spetta,
e lo fa con il gesto teatrale e consumato
d’un abile prestidigitatore
Fa anche comparire,
come d’incanto,
il numero di pettorale, 
oltre a tutto ciò che mi occorre 
per partecipare alla corsa 
Ma lo fa di mala grazia
Ok! Okay! Okey! Okinawa!

Di poi, in robusta e vociante compagnia
mi ritrovo in un altro posto
(nella grammatica del sogno
dovrebbe esserci sempre 
un riparo,
un luogo
o un non luogo
oppure un metaluogo)
forse é un piccolo ristorante,
una trattorietta alla buona
di quelle con aspetto rustico
e le tovaglie a quadri
e qui ci accingiamo 
a consumare un piccolo fiero pasto 
Io spiego agli altri  
che da tanti anni ormai 
non ho partecipato a gare di corsa 
Aggiungo che oggi 
voglio tornare a cimentarmi
Certo, la mia è adesso una corsa lenta,
(anche in passato lo era, lenta,
ma di meno),
da tapascione, come suol dirsi
ma i miei cinque chilometri di seguito
riesco a farli
Poi, l’importante è partecipare 
come disse Seneca 
No, ho sbagliato, 
non fu quel pazzo di Seneca a dirlo
Lo disse Bert
No, no! Che dici?
No, no, no! Fu Hubert!
Vabbè! Mi manca la parola
Cupertino?
Ma noooooo!
De Cubertino? 
Fuochino, fuochino, fuocherello
Grandicello, piccolo monello!

Nel sogno succedevano 
anche tante altre cose 
ma di queste 
non ricordo più una mazza

(Dissolvenza d’un sogno abortito)
 
(Abortion)

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12 febbraio 2024 1 12 /02 /febbraio /2024 07:04
L'uomo con l'ombrello in un giorno di pioggia: accura agli spruzzi! (foto di Maurizio Crispi)

L'uomo con l'ombrello in un giorno di pioggia: accura agli spruzzi! (foto di Maurizio Crispi)

L'anziano signore, traballante su gambe incerte, vedendo sopraggiungere a velocità un auto che già da lontano solleva spruzzi di acqua sporca, dice, protendendosi in avanti: "Accura!".
Ma poi la macchina in avvicinamento a velocità sostenuta, è passata egualmente, senza prendere nessuna cautela e sollevando scuri baffi liquidi fanghigliosi
Al che, per consolare il vecchio, mentre ancora santiava e brontolava, prendendo in esame i danni subiti, gli ho detto: "M****a, non guardano in faccia a nessuno, 'sti stronzi!" e ho proseguito la mia corsa, stando attento - a mia volta - di non essere inondato dagli insensibili automobilisti in transito

Maurizio Crispi (9 febbraio 2012)

Venditore di ombrelli in un giorno di pioggia (foto di Maurizio Crispi)

Qui di seguito, brevemente annotate, le circostanze di questa foto.
Il 9 febbraio 2012, dovendo sbrigare alcune commissioni in parti diverse della città, mi sono deciso ad andare di corsa, assieme alla mia cagnetta e con il mio ombrello (visto che il tempo era molto incerto). 
Decisione saggia quella di prendere l'ombrello, poiché - appena messo il naso fuori casa - ha cominciato a piovere stizzosamente - e non vi dico il freddo.
Le montagne attorno tutte innevate
Eppure, di tanto in tanto, quasi per incanto  le nuvole pesanti si diradavano e venivano fuori scampoli di cielo azzurro, allietati da raggi di sole sbarazzini - e allora si stava bene e io potevo chiudere l'ombrello che, peraltro, durante la corsa è utile come energico dissuasore per gli automobilisti non rispettosi delle strisce pedonali, quando ti trovi ad attraversare (la tecnica è quella di sollevare imperiosamente l'ombrello chiuso, quasi fosse uno scettro o il bastone da pellegrino di Mosè, quando impone alle acque del Mar Rosso di aprirsi per consentire il passaggio alle schiere del popolo eletto.
Il mio giro è stato da casa mia all'estremità di corso Leonardo da Vinci, passando poi per Viale della Regione Siciliana, Via Pitrè, Piazza Indipendenza, Corso Alberto Amedeo, e quindi, dopo l'attraversamento di via Dante e Via Notarbartolo sino a casa. 
 

Il venditore di ombrelli, approfittando della giornata, è già in azione
Oggi, si vendono solo ombrelli
Pare soddisfatto: ha la consapevolezza che oggi riuscirà a fare buoni affari

Maurizio Crispi (9 febbraio 2012)

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9 febbraio 2024 5 09 /02 /febbraio /2024 08:17
Il naufragio del Titanic

Siamo sulla stessa barca
naviganti assieme,
alla deriva,
verso la catastrofe, 
verso il naufragio certo,
anche se ancora non sappiamo quando
Ci sono quelli che giocano 
e si divertono,
ingannano il tempo e l'attesa
si fanno ludici,
amano l'intrattenimento,
vogliono l'anestetico
per cancellare l'ansia, 
oppure si mettono un sacco di tela sulla testa,
si coprono gli occhi
per non dover vedere i flutti minacciosi
per non dover pensare

 

Ci sono altri che, sino all'ultimo,
perennemente saldi,
non distolgono lo sguardo
scrivono e annotano tutto,
fotografano
(scatti digitali, ma anche scatti mentali),
cercando di fissare nella memoria 
ogni singolo dettaglio
di ciò che vedono
per poterne trasmetterne il ricordo, 
sia a favore di quelli 
che si salveranno dalla catastrofe imminente
sia a favore di quelli che non ci sono
per poter dare una testimonianza
e ai posteri l'ardua sentenza

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5 febbraio 2024 1 05 /02 /febbraio /2024 06:35
selfie sfocato e pensoso (foto di Maurizio Crispi)

Andare
Stare

 

Movimento
Immobilità 

 

C’è una deriva inarrestabile
C’è un fremito nell’aria
Tutto è diverso
Tutto è eguale

 

Ho camminato
Ho percorso strade e cammini erti
Sono passato in mezzo a strettoie
Ho superato tempeste
Mi sono ritrovato nel bel mezzo
di vaste pianure
e poi davanti all’infinito oceano
e oltre non si poteva andare
E il tempo del viaggio era finito,
FINITO

 

Poi, ho girato le spalle 
a tutto questo
e mi sono chiuso in una piccola stanza
(una grossa scatola di cartone
sarebbe lo stesso)
e da lì guardo il mondo
attraverso una stretta feritoia 
fino a quando un demiurgo
cieco e demente
non verrà a chiuderla,
per sempre
Ogni giorno mangio la pietanza
che mi viene presentata
attraverso un'altra stretta fessura
e mi dicono che quello sia
l'ultimo pasto del condannato a morte
Ma la condanna non viene mai eseguita

 

È tempo di andare, ora,
di sognare,
perché nel tempo del sogno
tutto può accadere,
ancora e ancora

 

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1 febbraio 2024 4 01 /02 /febbraio /2024 07:39

Mr Arancino. Buona la prima! 

Mr Arancino (foto di Maurizio Crispi)

Ecco cos’ho avvistato questa mattina! 
C’era questo tipo enorme obeso, 
proprio un pacchione, 
un ciccione di grossa stazza, 
tutto proteso in avanti 
Ho pensato, in prima battuta, 
che tenesse questa postura 
per via del peso immane della panza
che lo sbilanciava in avanti
In realtà, 
come ho potuto constatare,
proseguendo nella mia passeggiata 
e superandolo,
il suo corpaccione era 
tutto proteso su un tavolino a piantana 
- di quelli che si adoperano 
nei locali per la ristorazione 
per consumare direttamente in piedi
oppure assisi su scranni più alti 
delle normali sedie -
e vi s'appoggiava 
con tutto il suo peso 
puntellandosi su entrambi i gomiti 
In questo senso, 
egli era anaclitico 
(si badi bene, non Anacleto)
e teneva stretto 
tra le due mani a coppa
un’arancina ancora fumante,
con atteggiamento quasi di preghiera 
e di sacrale comunione
(eravamo davanti alla vetrina 
della rinomatissima rosticceria 
che a Palermo opera da forse 40 o 50 anni
sempre in questa location)
Il Nostro era con il viso proteso 
verso l’arancina 
e ne mangiava a piccoli bocconi
tenendola tra la mani
con religioso afflato
o forse per evitare 
che ne cadesse per terra 
anche soltanto una briciola
La teneva all’altezza della bocca
e ne staccava piccoli morsi,
senza fretta e avidità, 
quindi con lentezza 
per goderne in pieno, 
assaporandola
con voluttà 
e con fare protettivo
Erano le 7:30 del mattino, 
forse le 7:40 
e, quindi. il signore senza nome,
questo mangiatore cortese d’arancina
era ala sua prima della giornata
Considerando la stazza di Mr Arancino
c’è da chiedersi quante arancine,
o genericamente quanti altri "pezzi",  
avrebbe mangiato successivamente
nell’arco della giornata
Insomma questo è stato 
un incontro davvero memorabile
che mi ha colpito 
e che ho ritenuto di immortalare 
con una fotografia,
ovviamente non frontale 
ma di spalle
Non voglio urtare la sensibilità d'alcuno,
io!

 

(25 gennaio 2024)

Mr Arancino (foto di Maurizio Crispi)
Mr Arancino (foto di Maurizio Crispi)
Mr Arancino (foto di Maurizio Crispi)

Mr Arancino (foto di Maurizio Crispi)

Il custode della statua di Santo Pio

ll custode della statua di Santo Pio (foto di Maurizio Crispi)

Abita lì in un riparo improvvisato
Tiene lì tutte le sue masserizie
Tiene pulito
Accudisce amorevolmente 
la statua di Santo Pio
collocata a pochi metri di distanza
Per auto-elezione ne è divenuto
l’instancabile custode
È un derelitto
oppure sarà uno 
che ha trovato un senso
nel suo vivere da emarginato 
e che, a suo modo, è felice?
Sono le piccole cose
quelle che fanno un Uomo grande,
quelle che rendono perfetti i giorni

 

Vorrei che la nostra città distratta
si accorgesse
di questo piccolo, grande, uomo
e traesse insegnamento
dalla sua umiltà devozionale
che è piena di tesori e di cose belle

 

(8 gennaio 2024)

Il Custode della statua di Santo Pio (foto di Maurizio Crispi
Il Custode della statua di Santo Pio (foto di Maurizio Crispi
Il Custode della statua di Santo Pio (foto di Maurizio Crispi
Il Custode della statua di Santo Pio (foto di Maurizio Crispi
Il Custode della statua di Santo Pio (foto di Maurizio Crispi

Il Custode della statua di Santo Pio (foto di Maurizio Crispi

La vecchina con il deambulatore

La vecchina con il deambulatore (foto di Maurizio Crispi)

L’anziana donna 
cammina faticosamente
appoggiata al deambulatore
La testa bassa,
piegata in avanti 
Lo sguardo orientato a terra
L’andatura incerta
La traiettoria pure,
perché ci sono mille ostacoli da superare
Si ferma di frequente,
ogni pochi passi,
a riposare e rifiatare
Nelle soste risistema gli oggetti
Poggiati sul piano di seduta
del suo dispositivo
Non è barbonesca oppure homeless
camminante o viandante
Indossa abiti puliti e di buona fattura
Ha la voce gentile ed educata
quando si scusa 
perché è venuta a sbattermi addosso
Lo stare con la testa piegata in avanti 
non la aiuta a seguire una rotta precisa
e a evitare gli ostacoli
e le insidie della nostra città caotica
Ai piedi indossa delle semplici infradito
senza calze
Da dove viene?
Dove va?
Forse a fare la spesa quotidiana,
non so
È un’immagine iconica
di solitudine vagante,
ma anche di coraggio
Una piccola cometa fulgida
di dolore gentile e composto,
e di grande, umanissima, dignità

(2 dicembre 2023)

La vecchina con il demabulatore (foto di Maurizio Crispi)
La vecchina con il demabulatore (foto di Maurizio Crispi)
La vecchina con il demabulatore (foto di Maurizio Crispi)
La vecchina con il demabulatore (foto di Maurizio Crispi)
La vecchina con il demabulatore (foto di Maurizio Crispi)

La vecchina con il demabulatore (foto di Maurizio Crispi)

L'uomo che prega in solitudine

L'uomo che prega in solitudine

Cosa fa quest’uomo,
accomodato
- o si potrebbe dire appanchinato -
su una sedia addossata al muro
lungo una via cittadina,
immobile
con il cappuccio calato sulla testa?

Mi ispira tristezza,
malinconia,
senso di solitudine,
Se ne sta immobile
Non batte ciglio
Non scuote la testa
Non leva mai le braccia
che tiene appoggiate alle cosce
Non chiede l’elemosina ai passanti
Forse è semplicemente
in attesa di ingaggio
e che qualcuno venga
a offrirgli un lavoretto,
una caviglia, come si dice
Un derelitto postmoderno
Uno che aspetta Godot
scrollando e meditando
Per me che l’ho osservato a lungo
é un autentico mistero

Uno dei tanti misteri
delle umane miserie

Alcuni dicono, prosaicamente,
che sia intento a compulsare il telefono,
ma io non credo,
penso che c'è dell'altro

Maurizio Crispi (16 marzo 2024)

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27 gennaio 2024 6 27 /01 /gennaio /2024 08:17

Un piccolo racconto onirico ancora non lanciato qui sul mio blog

Maurizio Crispi (12 marzo 2023)

Foto di William Eugene Smith

Camminavo con Gabriel lungo una via
contornata da una fitta e alta siepe di Bouganvillea
Questa siepe era stata potata di fresco
e aveva un aspetto curato
Ma doveva essere di una vitalità prorompente
Infatti, dal marciapiede e dall’asfalto
per tutta la sua lunghezza
- che era di almeno cinquanta metri - 
erano spuntati a centinaia
dei vigorosi polloni 
dritti e turgidi
che arrivavano alla mia vita e oltre 
Per andare avanti 
bisognava passare 
attraverso la selva di polloni
E non era cosa facile
perché erano dotati di grosse spine acuminate
In più, avevano l’estremità pulsante,
sicché assumevano l’aspetto pericoloso
di tentacoli senzienti, pronti a ghermirci
Dicevo a Gabriel di non preoccuparsi
e di tirare dritto
tenendomi per mano,
senza mai lasciare la presa
Non guardarli - lo esortavo -
Se non li guardi 
non ci faranno del male
Intanto, ricevevo una telefonata 
da un mio antico collega
che mi parlava d'un mio ex-paziente
ora suo paziente
Il quale, a sua volta,
doveva comunicare o per lettera 
o per telefono
con un altro mio paziente storico,
molto anziano,
ora ricoverato in ospedale
Io dicevo al collega
che avrei avuto bisogno 
di una copia della lettera
o della trascrizione della conversazione intercorsa
in modo da potere monitorare gli effetti
che questo contatto
avrebbe potuto avere sul mio paziente
- molto fragile - 
partendo da un dato di realtà 
Mi sembrava,
così su due piedi,
un buon escamotage
Nel mentre mi ritrovavo a camminare
nel bel mezzo della foresta di polloni,
con molto impaccio
perché dovevo di continuo
divincolarmi, 
sempre tenendo Gabriel per mano
Con la coda dell’occhio 
- anche io evitavo di guardarli
direttamente -
mi sembrava di cogliere dei movimenti e dei guizzi
da parte dei polloni-tentacoli
Per via d’un movimento brusco
il telefono mi cadeva di mano
e dovevo piegarmi a terra
per raccattarlo,
frugando e ravanando alla cieca
e a mano nuda tra quei polloni turgidi e pulsanti
Lo ritrovavo, Deo Gratias!,
e riprendevo il cammino periglioso

 

Un vecchio e un bambino 
che si tengono per mano

(Dissolvenza)

William Eugene Smith

(da "Le foto che hanno fatto la storia") Forse, all'occhio moderno, l'immagine di due bambini nel bosco appare sentimentale, ma assume una risonanza del tutto diversa se si scopre di più sul suo autore.
William Eugene Smith operò come reporter di guerra durante la seconda guerra mondiale e, durante il suo servizio, venne ferito in modo grave da una granata che lo costrinse ad oltre 32 interventi prima di poter riprendere il suo lavoro per la rivista Life.
Ma la guerra non lo aveva ferito solo nel corpo, ma anche e soprattutto nello spirito. Smith era rimasto talmente sconvolto da quel conflitto da pensare di non poter più fotografare.
Fu proprio questo scatto che lo condusse sul sentiero della guarigione.
La fotografia venne scattata durante una passeggiata con i figli ed è lo stesso Smith che ce ne parla: "Mentre osservavo i miei bambini lungo il sentiero tra gli alberi maestosi e vedevo il loro stupore di fronte a ogni piccola scoperta, mi accorsi all'improvviso che nonostante tutto, nonostante le guerre e le vicissitudini passate, in quel momento avrei voluto cantare un inno alla vita!"

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DSC04695.jpegQuesta pagina è la nuova casa di due blog che alimentavo separatamente. E che erano rispettivamente: Frammenti. Appunti e pensieri sparsi da un diario di bordo e Pensieri sparsi. Riflessioni su temi vari, racconti e piccoli testi senza pretese.

Era diventato davvero troppo dispendioso in termini di tempi richiesti alimentarli entrambi, anche perchè nati per caso, mentre armeggiavo - ancora alle prime armi - per creare un blog, me li ero ritrovati ambedue, benchè la mia idea originaria fosse stata quella di averne uno solo. Infatti, non a caso, le loro intestazioni erano abbastanza simili: creatone uno - non ricordo quale dei due per primo - lo ho "perso" (per quanto strano ciò possa sembrare) e mi diedi alacremente da fare per ricrearne uno nuovo. Qualche tempo - nel frattempo ero divenuto più bravino - il blog perso me lo ritrovai).

Ohibò! - dissi a me stesso - E ora cosa ne faccio?

La risposta più logica sarebbe stata: Disattiviamolo!. E invece...

Mi dissi: li tengo tutti e due. E così feci. E' stato bello finchè è durato...

Ma giocare su due tavoli - e sempre con la stessa effcienza - è molto complicato, ancora di più quando i tavoli diventano tre e poi quattro e via discorrendo....

Con overblog ho trovato una "casa" che mi sembra sicuramente più soddisfacente e così, dopo molte esitazioni, mi sono deciso a fare il grande passo del trasloco, non senza un certo dispiacere, perchè il cambiamento induce sempre un po' di malinconia e qualche nostalgia.

E quindi ora eccomi qua.

E quello che ho fatto - ciò mi consola molto - rimane là e chiunque se ha la curiosità può andare a dargli un'occhiata.

 

Seguendo il link potete leggere il mio curriculum.

 

 


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