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19 novembre 2019 2 19 /11 /novembre /2019 04:52
Musica per Lampedusa, 23novembre 2019, a palermo

Sabato 23 novembre 2019 alle ore 20.30 nella suggestiva cornice della Chiesa Valdese Palermo in Via dello Spezio 43, avrà un concerto di beneficenza per Lampedusa.
Luigi Bonafede al piano e Massimo Baldioli al sax si esibiranno in un concerto jazz con musiche originali che non mancherà di coinvolgere il pubblico in una grande tensione emotiva.

Lo scopo di questo concerto vuole esserequello di dare un piccolo contributo per aiutare chi cerca di garantire un'accoglienza dignitosa alle migliaia di migranti che arrivano sulle nostre coste.

L'evento nasce dalla collaborazione tra il Centro Diaconale "La Noce" - Istituto Valdese e la Comunità di Sant'Egidio Sicilia, con il prezioso sostegno dell'Otto per Mille Valdese.

Le offerte raccolte andranno al progetto Mediterranean Hope a Lampedusa, della Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia.

Gli enti organizzatori confidano in un'ampia partecipazione  di pubblico.

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31 marzo 2017 5 31 /03 /marzo /2017 14:51
O Bombolaro e l'arte di arrangiarsi e di sopravvivere

(Maurizio Crispi) Ieri, essendo finita la bombola del gas, ho chiamato per avere la pronta consegna di una nuova bombola del gas direttamente a domicilio...
Ogni volta che mi ritrovo in questo frangente non posso non pensare alla canzone del palermitano gruppo "Le Cozze" (attivo particolarmente negli anni Settanta), un vero e proprio inno dedicato alla figura del "bombolaro", spesso un giovane senza grande futuro lavorativo che un tempo girava su di un vespino appositamente attrezzato con rastrelliera di ferro per il trasporto delle bombole (anche se oggi il vespino d'antan non si vede più e il servizio viene espletato su mezzi più moderni e di più ampie possibilità), e disponibile H24 (pensiamo ad esempio alla necessità improrogabile di cucinare un piatto di "midnight spaghetti").
Ma la canzone è anche un peana sull'arte di arrangiarsi e sulla mancanza di futuro delle più giovani generazioni. Per questo, per quanto datata, è sempre attuale e assolutamente godibile. Un piccolo capolavoro della sicilianità.

Un classico sull'arte di arrangiarsi e sulla mancanza di prospettivo, con l'aggiunta del fatalismo e dell'inettitudine tipicamente sicule

Si futterono u vespino cu bombole e supporto
mi c'ero affezionato puru s'era della ditta
sugnu tuttu surato,vagnatu, stanco morto
ma fici puru a peri, un pozzo stari addritta

Folla o collocamento mi ruole puru a testa
sugnu disoccupato, vulissi travagghiare
ma cà ri bombolari, u sai, un c'è richiesta
ma solo u bombolaro u sottoscritto sape fare

chi sa fari chi sa fari sape fare sape fare
Bombolaro, o, o bombola, bombola

Staiu cercanno travagghio, da quattro misi
caro lei sinni po gghire, semo in crisi
me mugghieri talia rintra u portafogghio
arristammo senza un goccio r'ogghiu

u salumiere don Ciccio, stu deficienti
a cririenza a tia un ti rugnu nienti
a stu puntu me mugghieri pigghia e sfasa
quann'è chi porti i sordi a casa

Un ci a fazzu cchiu, Un ci a fazzu cchiu, Un ci a fazzu cchiu, schifio

A i quattru meno un quarto u patruni ra casa
accumincia a vuciare ma in maniera vastasa
è perlomeno un anno che non mi ha pagato
ci sto mettendo tutte cose in mano all'avvocato

tri miliuni e quattrocento mila lire
unni schifiu i vaiu a piscari
facissi cariri stu muru a corpi 'i testa
a ttia sti picciuli cu ti impresta

Bombolaro (rit)

 

Me frati Giovanni, ddu nullafacente
si'nnio a travagghiari 'nu continente
mi scrisse 'na lettera "Caro Edoardo,
'cca c'é travagghio, un fare u rifardo

'cca c'é anticchiedda friddo, ma manciamo perlomeno
vatinne a stazione, pigghiati u primo treno"
Ci rico a me mugghieri: "tutto risolto"
e vasa u picciriddo chiddo cull'occhio torto

Un cia fazzo cchiu (rit)

Arrivo a stazione, acchiano supra u trenu
sugnu nirbusu, è megghio ca mi freno
finalmente trovo u me scompartimento
é chino como un uovo, e cchi c'è un reggimento ?

assittato c'è un parrino, accanto un chierichetto
mi tocco verso il basso, parlando con rispetto
una vecchia pacchiuna si leva i scarpe
mi mette i peri supra e finalmente u treno parte

Bombolaro (rit)

Stazione i Ficarazzi - mi staio rumpenno i cazzi
Poi c'è Ficarazzelli - lanzavo tre panelli
arrivati all'Aspra - c'è un cristiano chi s'arraspa
arrivamo a Bagheria - m'acchiana a malincunia
arrivamo a SantaFlavia - una cristiana pigghia e sgrava
arrivati a Casteldaccia - unu mi passa supra a faccia
Altavilla Milicia - qui rima non ce n'é
arrivati a Trabia c'è una forte caloria
a Termini Imerese - una fermata a tre riprese
Agglomerato Industriale - ci travagghia u zu Pasquale
Campofelice di Roccella - lanzavi l'ultima panella
a Lascari e allascati, e allascati e allascati
Arrivamo a Cefalù - scinnu e un ci penso cchiu.

Schifio

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26 giugno 2015 5 26 /06 /giugno /2015 05:34
"Dylan, Cash and the Nashville Cats: a new Music City" esplora con 35 tracce le relazionI tra pop, folk e country nel loro punto di incontro focale a Nashville

Il doppio album Dylan, Cash, and the Nashville Cats: A New Music City (Legacy Recordings, 2015), che contiene una versione inedita di Bob Dylan di "If Not For You" e altre 35 tracce essenziali, é disponibile per gli appassionati da Martedì 16 Giugno 2015.
Nello stesso tempo, la mostra attualmente esposta al Country Music Hall of Fame & Museum, Dylan, Cash, and the Nashville Cats: A New Music City, è stata inaugurata lo scorso 27 Marzo e sarà visitabile fino al 31 dicembre 2016.

Il museo celebrerà il lancio dell'album con un concerto che si terrà sulla mitica 5th Avenue tra Demonbreun Street e Korean Veterans Boulevard il 7 luglio 2015 alle 18:00. La line-up per il concerto sarà annunciata a breve.
A partire dall’11 maggio 2015, i fan hanno potuto seguire una playlist speciale su Spotify contenente dieci assaggi del prossimo album. Fino all'uscita dell'album una nuova canzone verrà aggiunta alla playlist ogni settimana, accompagnata da un commento speciale da Charlie Daniels, un autentico Nashville Cat.
"Bob Dylan surprised many when he came to Nashville and began working with the city's unmatched session musicians the Nashville Cats," dice lo storico Michael Gray del Country Music Hall of Fame and Museum. "Around this same time, Johnny Cash was recruiting folk and rock musicians—including Dylan—to appear on his groundbreaking network television show. This album and Spotify playlist, with commentary from Nashville Cat Charlie Daniels, explore this magical time in 'a new Music City".

Dylan, Cash, and the Nashville Cats: A New Music City esplora la relazione tra pop, rock, folk e musica country attraverso una serie di registrazioni che definiscono una sensibilità e tutta un'epoca americana che continuano a plasmare e influenzare la cultura contemporanea in tutto il mondo.
La decisione di Bob Dylan di registrare il suo (doppio) album della svolta, Blonde On Blonde a Nashville nel 1966 funse da catalizzatore per molti musicisti sia dell’establishment che facenti parte della contro-cultura, che iniziarono a riunirsi in una destinazione apparentemente improbabile negli anni Sessanta, tra l’altro politicamente molto polarizzati. Nonostante la sua fama di città conservatrice, lontana dalle principali tendenze della musica popolare, Nashville ospitò musicisti che ebbero una grande influenza su altre scene musicali dell'epoca.
Bob Dylan, Leonard Cohen, The Byrds, Simon & Garfunkel, Neil Young, Paul McCartney, George Harrison, Linda Ronstadt e The Monkees sono fra i tanti artisti pop, rock e folk che si recarono a Nashville tra la fine degli anni ’60 e i primi anni ’70 per registrare con musicisti di sessione estremamente versatili della Music City, noti agli addetti ai lavori come "Nashville Cats", in gergo.
Dylan, Cash, and the Nashville Cats: A New Music City rende omaggio a questi musicisti di sessione spesso sconosciuti, attraverso 36 brani fondamentali registrati a Nashville tra il 1960 e il 1970 da molti dei più grandi nomi e degli artisti più popolari della musica contemporanea. Dylan, Cash, and the Nashville Cats: A New Music City incarna lo spirito universale della musica che sfida i confini e le categorie, trovando e soprattutto celebrando il legame comune tra rock, pop e musica country, attraverso registrazioni inossidabili.
Bob Dylan e Johnny Cash sono gli artisti che per primi hanno indagato e sfruttato il potenziale crossover del sound di Nashville.
La mostra del museo si apre con una breve sezione biografica sulla carriera di Dylan prima del suo arrivo a Nashville nel 1966 e gli eventi che lo hanno attratto verso la Music City.
Durante la registrazione di Highway 61 Revisited nel 1965, Dylan era a New York a lavorare con il produttore Bob Johnston, ex residente di Nashville. Johnston chiese al polistrumentista Charlie McCoy di suonare la chitarra su "Desolation Row" di Dylan ed esortò quest’ultimo a registrare il suo prossimo album a Nashville. Il risultato fu Blonde On Blonde.
L’album, del 1966, è considerato uno dei maggiori successi della carriera di Dylan e un punto di riferimento della musica popolare americana.
I successivi album di Dylan degli anni '60 e dell'inizio degli anni '70 - John Wesley Harding, Nashville Skyline, e parti di Self Portrait - incarnavano proprio il sound e l'anima di Nashville.
Dylan, Cash, and the Nashville Cats: A New Music City prosegue alla scoperta della relazione tutta musicale di Dylan con la leggenda del country Johnny Cash. I due consolidarono la loro amicizia al Newport Folk Festival 1964 e si riunirono a Nashville, nel febbraio 1969. Dylan aveva registrato la maggior parte di Nashville Skyline quando entrò in studio con Cash, dove la coppia incise più di una decina di duetti in un paio di giorni. Uno di questi fu una nuova interpretazione di "Girl from North Country" di Dylan, contenuta in Nashville Skyline, l'album di Dylan vincitore di un Grammy, per il quale proprio Johnny Cash aveva scritto le note di copertina.
Johnny Cash colmò ulteriormente il divario culturale tra musica country della vecchia guardia di Nashville e i nuovi giovani musicisti pop che dominavano le onde radio attraverso il suo mitico programma televisivo "The Johnny Cash Show". Trasmesso da Nashville dal Ryman Auditorium, "The Johnny Cash Show" unì country, pop e musicisti rock portando nuovo pubblico a ciascuno dei generi. Dylan e Joni Mitchell furono ospiti della prima puntata, e negli episodi successivi apparirono Linda Ronstadt, Neil Young, Gordon Lightfoot e Derek & the Dominos di Eric Clapton.

Sulla scia di Bob Dylan e Johnny Cash, Nashville diventò una nuova specie di Mecca musicale, dando inizio a un afflusso incredibile di musicisti, scrittori e artisti. Il clima musicale liberatorio e il nascente movimento controculturale diedero vita a una vera e propria fucina di creatività.

Gli artisti che seguirono Dylan a Nashville per registrare o comparire nello show di Cash registrarono poi con musicisti di fama mondiale e passarono alla storia come i Nashville Cats. In molti casi, grandi artisti venuti in visita alla città registrarono, col supporto di questi abili e quasi anonimi musicisti di sessione, album considerati delle vere e proprie svolte nelle loro carriere.
Dylan, Cash, and the Nashville Cats: A New Music City vede la partecipazione di David Briggs, Kenny Buttrey, Fred Carter Jr., Charlie Daniels, Pete Drake, Mac Gayden, Lloyd Green, Ben Keith, Grady Martin, Charlie McCoy, Wayne Moss, Weldon Myrick, Norbert Putnam, Jerry Reed, Pig Robbins and Buddy Spicher – e contiene alcuni tra i capolavori intramontabuili che hanno contribuito a creare.
Dalla sua inaugurazione nel mese di marzo, la mostra al Country Music Hall of Fame & Museum "Dylan, Cash, and the Nashville Cats: A New Music City" continua a collezionare elogi per l’acume critico e la rilevanza dal punto di vista storico.
Il New York Times (29 marzo 2015) ha osservato, “Alla fine degli anni ’60 e all’inizio delgli anni ’70, dozzine di artisti rock e folk si recarono in Tennessee e, in una serie di alleanze improbabili, diedero vita ad un numero strabiliante di grandi hits e di classici. Quest’epoca è documentata in ‘Dylan, Cash and the Nashville Cats: A New Music City’, una mostra amiziosa che (…) pone l’attenzione su tre forze primarie che stanno dietro questa migrazione negli studi Music Row: il viaggio di Bob Dylan per registrare l’album ‘Blonde on Blonde’ nel 1966; la serie TV di ABC ‘The Johnny Cash Show,’ che fu filmata al Ryman Auditorium dal 1969 al 1971; ed uno straordinario gruppo di musicisti di sessione conosciuti informalmente come i ‘Nashville Cats,’ che suonarono in una forma o l’altra virtualmente in tutte queste registrazioni, inclusi album di Neil Young, Leonard Cohen, Linda Ronstadt, Simon and Garfunkel, e di tre dei quattro Beatles.

"Dylan, Cash and the Nashville Cats: a new Music City" esplora con 35 tracce le relazionI tra pop, folk e country nel loro punto di incontro focale a Nashville
"Dylan, Cash and the Nashville Cats: a new Music City" esplora con 35 tracce le relazionI tra pop, folk e country nel loro punto di incontro focale a Nashville
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13 marzo 2015 5 13 /03 /marzo /2015 20:36
The Lion King. Una fantastica messa in scena che tiene banco con il tutto esaurito da quasi vent'anni

L'11 marzo siamo andati a vedere The Lion King in musical, a Londra.
The Lion King l'ho visto nella versione in cartoni animati (uscita nel 1994) miriadi di volte.
Ho ascoltato altrettante volte la colonna sonora del film di animazione.
Quela di Simba é una storia che mi è sempre piaciuta, sin da quando la vidi la prima volta al cinema: una storia che pur indirizzata ai piccini (nel film in versione animata) parla le lingue di tutte le età della vita e veicola messaggi profondi, da quello ecologico del rispetto degli equilibri naturali e dell'armonia naturale delle cose (il cerchio della vita, simbolicamente ricorrente di continuo nelle scelte scenografiche e nei dispositivi di scena, come è - ad esempio, la scala mobile semicircolare che appare e scompare e che serve a rappresentare la Rupe dei Re da cui Simba, appena nato, è esposto alla totalità degli animali della Savana), alla creazione della Savana stessa - come insieme vivente -  per mezzo di un geniale costume predisposto per alcuni corifei, a quello della legacy di valori morali che si trasmettono di padre in figlio, attraverso le generazioni, a quello dell'assunzione della rsponsabilità e del farsi timoniere della propria nave dopo un periodo di sbandamento nei luoghi oscuri e dopo essere stato traviato, con l'inevitabilmente confronto con il senso di colpa per presunti danni causati ad altri, per non parlare poi della intensità drammatica della messa in scena d'una tragedia dal sapore shakespeariano.
Il Musical messo in scena a Londra dal 1998 (ogni allestimento ha una sua storia specifica, cast di attori e soluzioni tecnico-artistiche differenti) ha delle marce in più rispetto al film della Disney perché è stato realizzato con genialità sia nell'allestimento scenografico, nella costruzione sontuosa dei costumi (compito affidato a Julie Taymor) e dei personaggi, per la tecnica mista che vede mescolati assieme gli attori che cantano e recitano, personaggi del tutto travestiti ed altri figuranti che hanno il ruolo di movimentare e di dare parola a delle marionette, come nel caso di Zazu, di Pumba e di Timon o di rappresentare altri animali del regno di Mufasa che sarà poi di Simba, chiusa la parentesi dell'usurpazione del perfido Scar, come le geniali soluzioni per dar vita alle Giraffe o ai Leopardi, alle Antilopi, agli Gnu lanciati nella loro micidiale carica, al Rinoceronte e così via. Per ogni animale è stata messa a punto una soluzione diversa, accuratissima in tutti i dettagli: il risultato finale deriva dalla convergenza di abilità diverse, intrecciate in modo molto sofisticato e, nello stesso tempo, semplice: seguendo il principio che basta poco per consentire allo spettatore di volare con la fantasia e vedere degli scenari. Ma questa semplicità scaturisce da un lungo studio ed è il risultato di un complesso processo di distillazione e di sintesi di una ricca simbologia..
La messa in scena del Musical, che qui a Londra ha avuto il suo esordio nel 1998, è a dir poco sontuosa: gli spettatori, anche i più piccini seguono il dispiegarsi della storia drammatica (nella quale si inseriscono, tuttavia, in modo perfetto scene di danze e di canti corali - il sudafricano Lebo M è il "Choral Director" - e momenti di apertura comica ed ironica) e la loro attenzione è polarizzati sulla scena in modo magnetico: non mancano le sorprese, poiché - a tratti - la rappresentazione si estende alla platea da dove incedono dei personaggi e dai palchi che vengono utilizzati come finestre che si aprono su personaggi dialoganti o musicanti, valorizzati da un sapiente gioco degli spotlight.
Sono frequenti gli applausi a scena aperta, appassionati.
Si ammirano le abilità di tutti indistintamente: abilità che, indubbiamente, per essere costruite e mantenute, richiedono un costante esercizio, sia nello svolgimento dei compiti individuali, sia nel coordinamento delle azioni corali.
Si ammira la cura con sono realizzati i singoli dettagli che poi convergono assieme naturalmente, a creare un grande affresco corale.
Le musiche, realizzate da Elton John e da Tim Rice, rappresentano un'originalissima sintesi tra stilemi sonori pop rock occidentali e sonorità africane, e specialmente sudafricane.
Si comprende come (ma, per noi Italiani, questo rimane un fenomeno inspiegabile e che da noi non potrebbe mai prendere piede) questo spettacolo come altri del resto tenga banco dal 1998, con rappresentazioni giornaliere, dove di continuo arrivano delle intere scolaresche (e anche questo in un'Italia sempre più incolta ed illetterata, è un fenomeno impensabile, come anche il fatto di vedere intere scolaresche guidate in visita nei musei cittadini). Qui in UK l'istruzione e l'infarinatura culturale non si fanno sui banchi, ma andando direttamente nei luoghi che veicolano la cultura, come teatri, musei, monumenti cittadini e City farm, per quanto riguarda il contatto con il mondo naturale.
Il biglietto è un po' costoso, anche quello che consente la sistemazione nei punti più alti e lontani dalla platea (il cosiddetto "Grand Circle", ovvero il nostro loggione, molto pertinente visto che tutta la rappresentazione di Lion King è centrata sul simbolico "cerchio della vita"), ma ne vale decisamente la pena.
La sistemazione in loggione, peraltro, consente sempre una migliore visione d'insieme, rispetto alla prospettiva appiattita che si può avere dalle poltrone, anche se per cogliere al meglio alcuni dettagli occorre essere armati di binocoli, peraltro accessibile, visto che alla spalliera di ogni poltrono era attacato un binocolo di pllastica - ciò nonostante efficace - utilizzabile, inserendo nell'apposito slot una sterlina (pensano proprio a tutto!).
Andare a vedere questo Musical è stata una bella occasione per ammirare il sontuoso Lyceum Theatre, oggi di una bellezzalogora (ma sempr eefficace), uno dei più antichi teatri londinesi, situato in una traversa di The Strand, la via londinese dei grandi teatri e delle grandiose messe in scena di spettacoli gettonatissimi: una fabbrica di stampo ottocentesco, con un grande prospetto neoclassico.

(da Wikipedia) The Lion King è un pluripremiato musical in due atti su libretto di Roger Allers e Irene Mecchi, diretto da Julie Taymor; è ispirato all'omonimo film della Walt Disney Company. Gli attori interpretano quindi i ruoli dei protagonisti del cartone animato e recitano indossando enormi costumi rappresentanti diverse specie animali. Il musical, prodotto dalla Walt Disney Theatrical, contiene brani musicali scritti, tra gli altri, da Elton John e Tim Rice (entrambi insigniti con il titolo di "Sir" per i loro meriti), oltre a diversi strumentali composti da Hans Zimmer (partecipa quindi lo stesso team di compositori di The Lion King Soundtrack); dei cori si occupa ancora una volta il sudafricano Lebo M.
Lo spettacolo ha debuttato all'Orpheum Theatre di Minneapolis (Minnesota) l'8 luglio 1997, ricevendo un incredibile successo; si è quindi spostato a Broadway il 13 novembre 1997 (inizialmente al New Amsterdam Theater, poi, il 13 giugno 2006, al Minskoff Theatre, e ha ricevuto anche in questa sede un'accoglienza grandiosa ed entusiasmante, che lo ha reso uno degli show più famosi degli ultimi decenni (è tra l'altro il nono spettacolo di tutti i tempi ad essere stato rappresentato a Broadway più a lungo).
Il 19 ottobre 1999, The Lion King ha debuttato al Lyceum Theatre (West End, Londra), dove è rappresentato ancora oggi (nel 2008, il cast londinese è stato invitato al London Palladium per un Galà in presenza di alcuni membri della Famiglia reale britannica).
A poca distanza di tempo dalla rappresentazione a Broadway, inoltre, sono nate diverse produzioni internazionali in molti Paesi del mondo.
Molti degli animali raffigurati nello spettacolo sono gli attori in costume; essi utilizzano diversi strumenti per muoversi e recitare.
Utilizzano, ad esempio, dei trampoli per la parte delle giraffe, mentre per i personaggi principali (come Simba, Mufasa e Scar) si avvalgono di una peculiare testa leonina che può essere sollevata e abbassata a piacimento. I costumi di altri personaggi (come le iene, Zazu, Timon e Pumbaa) sono a grandezza naturale. Eppure, per Taymor, Timon costituisce uno dei ruoli più difficili, poiché il relativo costume impedisce il movimento degli arti e della testa.

Vietatissimo scattare le foto durante lo spettacolo.Appena metti mano alla macchinetta, anche una molto piccola e scarsamente visibile, spunta dal nulla un addetto alla sorveglianza (quasi come come un Jack-in-the-box) e ti mette la ano sull'obiettivo,senza mezzi termini. Quindi, per dare un'idea dello spettacolo, ho dovuto sopperire con immagini prese da internet (che, del resto, non mancano).
Vietatissimo scattare le foto durante lo spettacolo.Appena metti mano alla macchinetta, anche una molto piccola e scarsamente visibile, spunta dal nulla un addetto alla sorveglianza (quasi come come un Jack-in-the-box) e ti mette la ano sull'obiettivo,senza mezzi termini. Quindi, per dare un'idea dello spettacolo, ho dovuto sopperire con immagini prese da internet (che, del resto, non mancano).Vietatissimo scattare le foto durante lo spettacolo.Appena metti mano alla macchinetta, anche una molto piccola e scarsamente visibile, spunta dal nulla un addetto alla sorveglianza (quasi come come un Jack-in-the-box) e ti mette la ano sull'obiettivo,senza mezzi termini. Quindi, per dare un'idea dello spettacolo, ho dovuto sopperire con immagini prese da internet (che, del resto, non mancano).
Vietatissimo scattare le foto durante lo spettacolo.Appena metti mano alla macchinetta, anche una molto piccola e scarsamente visibile, spunta dal nulla un addetto alla sorveglianza (quasi come come un Jack-in-the-box) e ti mette la ano sull'obiettivo,senza mezzi termini. Quindi, per dare un'idea dello spettacolo, ho dovuto sopperire con immagini prese da internet (che, del resto, non mancano).Vietatissimo scattare le foto durante lo spettacolo.Appena metti mano alla macchinetta, anche una molto piccola e scarsamente visibile, spunta dal nulla un addetto alla sorveglianza (quasi come come un Jack-in-the-box) e ti mette la ano sull'obiettivo,senza mezzi termini. Quindi, per dare un'idea dello spettacolo, ho dovuto sopperire con immagini prese da internet (che, del resto, non mancano).
Vietatissimo scattare le foto durante lo spettacolo.Appena metti mano alla macchinetta, anche una molto piccola e scarsamente visibile, spunta dal nulla un addetto alla sorveglianza (quasi come come un Jack-in-the-box) e ti mette la ano sull'obiettivo,senza mezzi termini. Quindi, per dare un'idea dello spettacolo, ho dovuto sopperire con immagini prese da internet (che, del resto, non mancano).Vietatissimo scattare le foto durante lo spettacolo.Appena metti mano alla macchinetta, anche una molto piccola e scarsamente visibile, spunta dal nulla un addetto alla sorveglianza (quasi come come un Jack-in-the-box) e ti mette la ano sull'obiettivo,senza mezzi termini. Quindi, per dare un'idea dello spettacolo, ho dovuto sopperire con immagini prese da internet (che, del resto, non mancano).

Vietatissimo scattare le foto durante lo spettacolo.Appena metti mano alla macchinetta, anche una molto piccola e scarsamente visibile, spunta dal nulla un addetto alla sorveglianza (quasi come come un Jack-in-the-box) e ti mette la ano sull'obiettivo,senza mezzi termini. Quindi, per dare un'idea dello spettacolo, ho dovuto sopperire con immagini prese da internet (che, del resto, non mancano).

Il Lyceum Theatre (esterni ed interni): foto di Maurizio CrispiIl Lyceum Theatre (esterni ed interni): foto di Maurizio Crispi
Il Lyceum Theatre (esterni ed interni): foto di Maurizio Crispi
Il Lyceum Theatre (esterni ed interni): foto di Maurizio CrispiIl Lyceum Theatre (esterni ed interni): foto di Maurizio Crispi

Il Lyceum Theatre (esterni ed interni): foto di Maurizio Crispi

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24 febbraio 2015 2 24 /02 /febbraio /2015 06:41

Shadows of the Night. Bob Dylan si incontra con Frank Sinatra

Bob Dylan ci ha regalato all'esordio del 2015 un suo nuovo album.
Si tratta di "Shadows in the Night" (Sony Music, 2015) contiene dieci canzoni prodotte da Jack Frost (pseudonimo dello stesso Dylan) ed è il 36° album da studio del menestrello d'America, l'ormai leggendario artista che ha superato la soglia dei 70 anni e che, dal 2012, non aveva prodotto un nuovo album in studio.
I brani di quest album sono delle "cover", ovvero di reinterpretazioni di classici del genere melodico e sentimentale:  più precisamente sono 10 canzoni del cosiddetto "standard pop", portate al successo da Frank Sinatra nel periodo compreso fra il 1942 e il 1963, un periodo in cui "The Voice" produsse album tematici in cui esplorava i sentimenti legati alle separazioni e alle pene d'amore.
Insomma, nulla di più lontano dalla sensibilità ed espressività dylaniana.
Eppure con la sua voce graffiante e roca, seppure ingentilita rispetto al suo lavoro "The Tempest", Bob Dylan ci ha regalato un album godibile con una musica da ascoltare per ricomporsi dopo una giornata febbrile e di fatica: nell'effetto finale incide molto una modalità di registrazione effettuata senza troppi tecnicismi e senza l'uso delle cuffie che dessero ai musicisti la possibilità dell'ascolto in playback e nessun microfono per gli strumenti.

Un tradimento rispetto alla poetica dylaniana? Forse i puristi e i "fondamentalisti" che vorrebbero un artista sempre aderire al proprio cliché, direbbero di sì, considerando anche che in quel periodo Sinatra rappresentava la musica dell'establishment e del mondo dei poteri e dei pregiudizi contro il quale erano diretti i messaggi delle canzoni di protesta.
A me, è piaciuto: in fondo bisogna anche ammettere che un artista al colmo della sua carriera, quando è in condizione di decidere in piena autonomia cosa gli piaccia più di fare, possa seguire i suoi segreti desideri e tentare degli esperimenti che lo allontanano dal solco principale del suo stile, concedendosi dei vezzi e mettendo il proprio suggello su territori inesplorati.
Ma del resto Bob Dylan è stato sempre uno sperimentatore e ha sorpreso più di una volta i suoi fan con repentini cambiamenti.
Mentre le canzoni di protesta e quelle "arrabbiate" vivono se c'è un contesto nel quale possano essere calate, queste possono mantenere una loro vita indipendente da qualsiasi contesto con le loro architetture lievi di sentimenti.
Bob Dylan ha dichiarato: “Realizzare quest’album è stato un autentico privilegio. Da tempo volevo fare un disco come questo ma non ho mai avuto il coraggio di avvicinarmi ad arrangiamenti complessi per 30 elementi e adattarli per una band di cinque. Il segreto di queste interpretazioni? Conoscere benissimo i brani. È stato fatto tutto dal vivo, in una sola take, due al massimo. Niente sovraincisioni, niente cabina voce, niente cuffie, niente tracce separate: è stato mixato più o meno come è stato inciso. Non mi sembra assolutamente di aver realizzato delle cover di queste canzoni, ne sono state fatte talmente tante che alcuni brani sono stati sepolti dalle loro stesse cover. Con questo album io e la mia band stiamo fondamentalmente facendo riscoprire queste canzoni”.
Nelle sessioni di registrazione che hanno consentito la realizzazione dell'album sono state incise in totale 23 tracce, dalle quali ne sono state scelte 10 soltanto.

L'album è essenziale: vi è, all'interno, soltanto una copertina in cartocino con i titoli delle canzoni e i riferimenti agli autori dei testi, oltre che la composizione della band.
Bob Dylan qui non suona alcuno strumento , ma si limita esclusivamente alla parte vocale.
L'album ha riscosso un successo di pubblico e ha raccolto delle critiche positive.

 

(da Wikipedia) Shadows in the Night consists of ten ballads that were recorded by Frank Sinatra in the late 1950s and early 1960s. The songs were selected from that period of Sinatra's career when he was recording thematic albums that explored emotions of separation and heartache—albums such as Where Are You? (1957), which includes four of the songs on Shadows, No One Cares (1959), and All Alone (1962). Most of the songs are Tin Pan Alley standards, delivered in a slow to mid-tempo pace, that "often luxuriate in melancholy" and communicate a sense of loneliness. The arrangements center on Dylan's vocals supported throughout by Donny Herron's gliding pedal-steel guitar and Tony Garnier's bass.

 

Shadows in the Night was recorded in 2014 at Capitol Studios in studio B, where Frank Sinatra often recorded his albums. According to the album's recording engineer, Al Schmitt, the songs on Shadows were recorded live with Dylan singing and his five-man touring band performing the songs in the same room at the same time without headphones. Dylan did not want to see any microphones other than the one he was using for his vocals, so Schmitt had to set up the rest of the microphones away from the instruments.

The acoustic bass microphone was eight feet from the bass, and set down and away so it couldn't be seen; the same approach was taken for the acoustic guitar. For the electric guitar and pedal steel, Schmitt placed the microphones close to the amplifiers, which were set off to the side

 

According to Schmitt, recording sessions typically were held from 3:00 pm to 6:00 pm, and then after a two-hour break, an evening session was held from 8:00 pm to around 10:30 pm. They worked Monday through Friday with weekends off. Dylan prepared each session by listening to the Sinatra recordings, according to Schmitt, who noted:  He would listen to the songs over and over and get Sinatra's intention on what he was doing with the song. Then he would only do two or three takes on each tune, but he would make it his own. It had nothing to do with Sinatra. He'd just learn what the song was about and whatever. It was an interesting way to work.

 

A total of 23 songs were recorded, from which ten were chosen for the album.

 


Shadows of the Night. Bob Dylan si incontra con Frank Sinatra

 

Tracce

I'm a Fool to Want You – 4:51

The Night We Called It a Day – 3:24

Stay with Me – 2:56

Autumn Leaves – 3:02

Why Try to Change Me Now – 3:38

Some Enchanted Evening – 3:28

Full Moon and Empty Arms – 3:26

Where Are You? – 3:37

What'll I Do – 3:21

That Lucky Old Sun – 3:39

 

 

Formazione

Bob Dylan - voce

Tony Garnier - basso

Charlie Sexton, Stu Kimball - chitarra

George Receli - percussioni

Donnie Herron - pedal steel guitar

Daniel Fornero, Larry G. Hall - tromba

Dylan Hart, Joseph Meyer - corno francese

Alan Kaplan, Andrew Martin, Francisco Torres - trombone

 

 

 

 

 

Video

 

 


 

 

 

Qui, Bob Dylan interpreta dal vivo il brano "Stay with me".

 


 
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23 febbraio 2015 1 23 /02 /febbraio /2015 05:43

Ghost Brothers of Darkland County. Una Southern Gothic Tale in musical country-rock, con libretto e testi scritti da Stephen King. Un progetto che viene da lontano

 

"Ghost Brothers of Darkland Country" é un capolavoro multimediale: basandosi su testi di Stephen King (autore del "libretto"), John Mellencamp e T-Bone Burnett hanno creato un'opera straordinaria (una vera e propria "Southern Gothic Tale"), dopo vent’anni di gestazione, con l'apporto di un cast di musicisti incredibile e stratosferico: Elvis Costello, Rosanne Cash, Sheryl Crow, Neko Case, Taj Mahal, Ryan Bingham, Will Dailey, Clyde Mulroney e Kris Kristofferson.
L'album è stato prodotto da T-Bone Burnett.
La ghost story (da brivido) è recitata – tra gli altri – da Meg Ryan.
Una vera e propria opera country-rock che è stata coronata anche dall'uscita nel 2013 di un album con lo stesso titolo (disponibile anche in Deluxe Edition, con DVD allegato).

 

"Ghost Brothers of Darkland County" is a musical with music and lyrics by John Mellencamp, a libretto by author Stephen King and production by T-Bone Burnett. It debuted at the Alliance Theatre in Atlanta, Georgia, in 2012.
A touring production began in late 2013 through the United States South and Midwest.

A soundtrack album has been released (2013) featuring numerous country, folk, and rock acts performing the songs.
The story is a Southern Gothic Tale of two brothers who hate one another and are forced by their father to spend time in a haunted cabin, where they are visited by the ghosts of dead brothers who also hated one another.

Plot.Describing the plot, Mellencamp said, "I can tell what it's not going to be like: It won't be 'Jack and Diane' meets Cujo. King has already written the story—it's very beautiful, more like The Green Mile. It's an American story about an American family. Some of the characters are 100 years old, some are 15. So that will give me the opportunity to write for each character in a different style. I ain't writing a bunch of rock songs".

 

Ghost Brothers of Darkland County. Una Southern Gothic Tale in musical country-rock, con libretto e testi scritti da Stephen King. Un progetto che viene da lontanoIn a later interview he said, "It's about two brothers; they're 19 years old or 20, maybe 18 or 21, who are very competitive and dislike each other immensely. The father takes them to the family vacation place, a cabin that the boys hadn't been to since they were kids. What has happened is that the father had two older brothers who hated each other and killed each other in that cabin There's a confederacy of ghosts who also live in this house. The older [dead] brothers are there, and they speak to the audience, and they sing to the audience. That's all I want to say, except through this family vacation, many things are learned about the family, and many interesting songs are sung".

 

The official production synopsis reads: "In the tiny town of Lake Belle Reve, Mississippi in 1967, a terrible tragedy took the lives of two brothers and a beautiful young girl. During the next forty years, the events of that night became the stuff of local legend. But legend is often just another word for lie. Joe McCandless knows what really happened; he saw it all. The question is whether or not he can bring himself to tell the truth in time to save his own troubled sons, and whether the ghosts left behind by an act of violence will help him—or tear the McCandless family apart forever".

 

Some history. In 2005, Mellencamp said in an interview, "He's got a hundred pages of dialogue, and I've got 15 songs. We have to figure how to cut it all down. We're having our first run-through in New York with actors and actresses to see what the hell it looks like".

Mellencamp provided this update of the musical's progress to the Chicago Tribune in November 2010:

 

"T-Bone and I and Stephen King are working on a musical. All the music has been recorded. We had Kris Kristofferson, Neko Case, Elvis Costello, Taj Mahal, all singing different characters' roles. I wrote all the songs, 17 songs. (T-Bone) produced. It sounds like the Sgt. Pepper of Americana to me. Forget about the play, just the songs, the way these people sing them. I'm sitting there listening to it and thinking, 'Did Rosanne Cash just kill that song or what!' The play is called Ghost Brothers of Darkling County, about two brothers who hate each other. If you could imagine Tennessee Williams meets Stephen King. They're recording the dialogue now and we're putting out a record of the entire show before it comes out. Right now, Elvis Costello, Meg Ryan, Kris Kristofferson and Matthew McConaughey are doing table readings like an old radio play. So you'll get all the dialogue, all the sound effects, and all the songs sung by different people so you can follow the story. The CD will come out ahead of time. So many people are involved, it's taken a long time. But we don't have to worry about money or record companies—it's our own money we're putting into it, so we said, let's just make something beautiful."

King and Mellencamp sought a regional theater to stage the show, and decided an Atlanta location offered unique advantages. "We wanted a place that was cosmopolitan but not out of touch with country roots. Atlanta seemed like the middle of the bulls-eye", King said. "You know that song, 'If you can make it here, you can make it anywhere?' That's how I feel about Atlanta and this show".

 

 

 

Il trailer


 
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19 gennaio 2015 1 19 /01 /gennaio /2015 16:32

Idris Elba e il suo Mi Mandela: un omaggio a Nelson Mandela

Idris Elba, all'anagrafe Idrissa Akuna Elba (Hackney, 6 settembre 1972, di padre ghanese, mentre la madre é originaria dela Sierra Leone), è un attore britannico, che lavora nel campo cinematografico, televisivo e teatrale, dilettandosi occasionalmente anche di musica.

Elba è anche un DJ, noto nei club londinesi con lo pseudonimo DJ Big Driis o anche Big Driis the Londoner.

Ha recitato nelle serie televisive The WireLuther e The Office e in film come 28 settimane dopoAmerican Gangster,RocknRolla e Obsessed. Negli ultimi anni ha preso parte a blockbusters di successo come Pacific Rim ed è entrato a far parte della saga del Marvel Cinematic Universe nel ruolo di Heimdall nei film incentrati su Thor. 

Recentemente, nel 2013, ha recitato nel ruolo di Nelson Mandela nel film "Nelson Mandela. Long Walk to Freedom". Ed è proprio a partire da questa esperienza che lo ha avvicinato alle idealità (purtroppo oggi in parte tradite di Mandela, almeno per quanto riguarda un sogno di rinnovamento radicale della società sudafricana) ha voluto rendere omaggio allo spirito di Nelson Mandela con un CD dal titolo "Idris Elba Presents Mi Mandela", in cui, avvalendosi anche della sua competenza di DJ, ha messo assieme artisti del panorama musicale britannico con performer e gruppi musicali britannici.tra l'altro il CD è stato registrato ed inciso negli studi musicali di Johannesburgh (in omaggio allo spirito mandeliano), mentre il ricavato delle vendite andrà alla Nelson Mandela Foundation che si occupa soprattutto del soccorso ai bambini sudafricani in difficoltà, sempre a cuore di Mandela che devolveva gran parte delle sue spettanze di Presidente e, successivamente, della sua pensione, proprio a loro e alle loro necessità.

L'album scaturito da questa volontà sincretica presenta uno straordinario mix di sonorità moderne proprie delle più recenti evoluzioni della musica popo britannica ed internazionale con altre più specificatamente africane: i cromatismi musicali e le sensazioni/emozioni che ne scaturiscono si fanno ad ogni ascolto più intensi.

 

Following his role as Mandela in 2013's Long Walk to Freedom, Golden Globe winner Idris Elba has curated, written and produced an album showcasing the best in South Africa's unsung talent.
Mixing both British and South African artists, mi Mandella includes collaborations with Mercury Prize-winner James Blake and co-producer Mr. Hudson. Mumford & Sons, who this year wrote the soundtrack to Inside Llewyn Davis, contributed their writing skills to the song Home which also features on the album.Dedicating the album to Mandela, who died on the December 5 2013 and his late father Winston, Elba recorded the album at Jazzworks Studio in Johannesburg. Already an established DJ, he has produced and recorded tracks since 2001, with mi Mandella being his latest effort to promote previously undiscovered artists.

 

Vedi anche: Idris Elba inspired by Mandela on album

 

Idris Elba e il suo Mi Mandela: un omaggio a Nelson Mandela

Su Idris Elba: it.wikipedia.org/wiki/Idris_Elba

 

 

 

 


 

 

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15 gennaio 2015 4 15 /01 /gennaio /2015 06:14

 

Il Cup Song: un nuovo fenomeno di musica virale. Keep Calm and Do the Cup Song...

Il "Cup Song" è il nuovo fenomeno di "musica virale", in cui un cantante o una band cantano, dandosi il ritmo per mezzo di tazze di plastica (cups) sbattute su di un tavolo, oppure battendo sul fondo di grossi bicchieri di plastica, accompagnadosi occasionalmente con il battito delle mani tra loro.
E per il momento questa sta diventando la moda imperante: youtube e il web si stanno riempiendo di gente che canta, sbattendo le tazze sul tavolo.
Il motto che domina il genere (anche questo in versione "cup", naturalmente diffusa su you tube) è "Keep Calm and Do the Cup Songs", mentre esistono dei video che spiegano come realizzare delle performance di Cup Song.
Insomma, è il fenomeno del momento per chi non ha niente di meglio a cui pensare.
CUPido è un gruppo di artisti palermitani che praticano, appunto , questo genere, realizzando delle cover in versione cup.

Se si ha la curiosità di vederli in azione e farsi dla vivo un'idea del genere "cup song" il quartetto, costituito da Flavia Romeo (Nana), Mauro Riccardi (Muro), Celeste De Lisi (Celo) e Rosamaria Conigliaro (Rox), si esibirà domenica 18 gennaio alle 21 al Dorian (piazza Don Bosco a Palermo) e suonerà in versione cup song brani di Meghan Trainor, Shakira, Rihanna e dei Queen.

Per alcuni, il "cup song" sarà un genere effimero e di breve durata, essendo niente più che un giocattolino con cui al momento il popolo di internet si trastulla, e svanirà presto come neve al sole, come capita con tutti i fenomenti il cui veicolo di diffusione è internet.

 

Il termine "musica virale" fa riferimento al concetto (relativamente nuovo di "video virale", poiché la sua principale via di diffusione è la rete attraverso dei filmati video (spesso postati su youtube) che si diffondo rapidamente a macchia d'olio, poichè sono di continuo visti e ripostati.

La musica virale, veicolata attraverso questi video, è un genere musicale replicante e a volte ricombinante.

Più nel dettaglio e nell'accezione più generale, con il termine "video virale" ci si riferisce ai filmati che hanno acquisito popolarità attraverso lo scambio su internet, principalmente attraverso siti di Video sharing, social media ed email. I video virali spesso sono di contenuto umoristico ed includono sketch televisivi comici, come The Lonely Island' Lazy Sunday o Dick in a Box, video amatoriali come Star Wars Kid, i video Dramatic Chipmunk, "Numa Numa", Evolution of Dance, Chocolate Rain, i video di Keenan Cahill su YouTube; e produzioni destinate direttamente al web come I Got a Crush... on Obama.
Occasionalmente anche video realizzati durante alcuni eventi si sono diffusi a macchia d'olio e sono diventati dei video virali.
Il fenomeno si è acuito anche grazie al proliferare degli smartphone. 
Per definizione, il connotato di "viralità" del video è inaspettato e, spesso, accidentale, non può essere previsto a priori  (da Wikipedia, modificato). 
Proprio per questo motivo, qualora il contenuto sia un cosiddetto "video brandizzato", realizzato cioè da una marca, risulta molto importante l'aspetto della distribuzione per fare in modo che il video riesca a diffondersi capillarmente nel web.

 

Nel video che segue i CUPido in azione, interpretano "Can't remember to forget you" in versione Cup Song.

 

 


 

Qui, invece 600 studenti interpretano un grande successo virale cup song "Yo're gonna miss me when I am gone"

 

 


 

 

 

 


I CUPido
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28 dicembre 2014 7 28 /12 /dicembre /2014 07:17

Concerto di Natale Città di Bergamo (9^ ed.). Grande successo di pubblico e scorscianti appalusi al Teatro Donizetti

Successo e grandi applausi per la 9^ edizione del Concerto di Natale Città di Bergamo  che - con l'organizzazione della Pro Loco di Bergamo e TeamItalia - ha avuto luogo davanti ad una platea di appassionato nel Teatro Donizetti, il 23 dicembre scorso. 

 

 

Quest’anno la generosità degli spettatori è andata in favore dell’Associazione Spazio Autismo. L’iniziativa è divenuta inoltre un importante momento di sensibilizzazione sul tema della donazione del sangue, grazie alla presenza tra i partner di Avis Comunale di Bergamo.

Il Concerto ha registrato il tutto esaurito: numerose sono state, infatti, le richieste di biglietti durante le scorse settimane, segno della grande attenzione dei bergamaschi rispetto al tema della solidarietà e dell’apprezzamento nei confronti di un programma artistico per nullo scontato. 

Presenti in platea il Sindaco del Comune di Bergamo Giorgio Gori, l’Assessore alle Politiche Sociali del Comune di Bergamo Maria Carolina Marchesi, il Presidente del Comitato Organizzatore Roberto Gualdi, il Presidente di Spazio Autismo Onlus Tino Manzoni, il Presidente di Avis Comunale Bergamo Roberto Guerini e i rappresentanti dei Partner sostenitori.

Per questo Concerto 2014 è stato proposto un repertorio d'eccezione: l'elegante atmosfera del Teatro Donizetti, per la prima volta ha fatto da sfondo alle più belle canzoni della musica pop internazionale con brani di gruppi musicali o singoli più rappresentativi degli anni ’70 , ’80 e ’90 eseguite da una band guidata da Cristian Henry Sementina.
Una suggestiva coreografia di luci studiate ad hoc per i brani proposti ha coinvolto il pubblico che si è dimostrato particolarmente entusiasto e partecipe.

In chiusura, un grande augurio di Natale al pubblico con  Last Christmas di Wham e Happy Xmas - di John Lennon cantate dal Piccolo Coro Armonia, diretto da Luna Maggioni.
 
Un ringraziamento va ai diversi Partner che hanno contribuito e sostenuto questo grande evento artistico e a tutto lo staff che ha permesso la realizzazione di questo suggestivo spettacolo.
L'unione tra l'atmosfera magica del Santo Natale, la musica e un piccolo ma importante gesto di solidarietà hanno caratterizzato il Concerto di Natale 2014.


Il Concerto di Natale è stato  ripreso dalle telecamere di Bergamo TV ed é stato riproposto in differita il giorno di Natale alle ore 20.30, mercoledì 31 dicembre alle ore 20.50 sul canale 17 del digitale terrestre e giovedì 1 gennaio alle ore 21.00 sul canale 198 del digitale terrestre.

Lo staff di Pro Loco Bergamo e Teamitalia augura a tutti un sereno Santo Natale ed uno splendido anno nuovo.

Per scaricare il programma ufficiale del concerto con l'elenco dei componenti della band e del repertorio clicca qui. 

Concerto di Natale Città di Bergamo (9^ ed.). Grande successo di pubblico e scorscianti appalusi al Teatro Donizetti
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12 dicembre 2014 5 12 /12 /dicembre /2014 09:11

Lost in the River. Un omaggio a Dylan che si riconette ai famosi Basement Tapes, presentando materiali ancora inediti

Tutti gli aficionados di Bob Dylan sono in fibrillazione per l'uscita di Lost in the River, ovvero The New Basement Tapes, con il quale lavoro il famoso doppio album di Dylan pubblicato nel 1975 sta avendo un seguito discografico che è anche un tributo alla carrira da parte di un gruppo di artisti.
L'album, un vero e proprio evento per la musica, è un omaggio a Dylan da parte di alcuni suoi colleghi interessati a recuperare le registrazioni inedite del 1967 mai utilizzate finora dal maestro della canzone d'autore americana, brani che hanno segnato la vita artistica di questi musicisti.
In prima fila in questo ambizioso progetto il produttore e chitarrista virtuoso T-Bone Burnett, accanto al quale si sono riuniti Elvis Costello, Jim James (My Morning Jacket), Marcus Mumford (Mumford & Sons), Rhiannon Giddens (Carolina Chocolate Drops), Taylor Goldsmith (Dawes).
Accanto a loro, perfino l’attore Johnny Depp, presente alla chitarra nel brano Kansas City.

L'idea che ha mosso il progetto - avallato dallo stesso Dylan - è stato quello di trarre ispirazione dallo scrigno di testi, almeno una trentina, scoperti di recente ma risalenti al fervido periodo creativo di quel Dylan "lontano dal mondo" del 1967, galvanizzato dal suo buen ritiro nella Big Pink House di Woodstock.
Dell'album é disponibile anche una Deluxe Edition che include 5 bonus tracks.

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DSC04695.jpegQuesta pagina è la nuova casa di due blog che alimentavo separatamente. E che erano rispettivamente: Frammenti. Appunti e pensieri sparsi da un diario di bordo e Pensieri sparsi. Riflessioni su temi vari, racconti e piccoli testi senza pretese.

Era diventato davvero troppo dispendioso in termini di tempi richiesti alimentarli entrambi, anche perchè nati per caso, mentre armeggiavo - ancora alle prime armi - per creare un blog, me li ero ritrovati ambedue, benchè la mia idea originaria fosse stata quella di averne uno solo. Infatti, non a caso, le loro intestazioni erano abbastanza simili: creatone uno - non ricordo quale dei due per primo - lo ho "perso" (per quanto strano ciò possa sembrare) e mi diedi alacremente da fare per ricrearne uno nuovo. Qualche tempo - nel frattempo ero divenuto più bravino - il blog perso me lo ritrovai).

Ohibò! - dissi a me stesso - E ora cosa ne faccio?

La risposta più logica sarebbe stata: Disattiviamolo!. E invece...

Mi dissi: li tengo tutti e due. E così feci. E' stato bello finchè è durato...

Ma giocare su due tavoli - e sempre con la stessa effcienza - è molto complicato, ancora di più quando i tavoli diventano tre e poi quattro e via discorrendo....

Con overblog ho trovato una "casa" che mi sembra sicuramente più soddisfacente e così, dopo molte esitazioni, mi sono deciso a fare il grande passo del trasloco, non senza un certo dispiacere, perchè il cambiamento induce sempre un po' di malinconia e qualche nostalgia.

E quindi ora eccomi qua.

E quello che ho fatto - ciò mi consola molto - rimane là e chiunque se ha la curiosità può andare a dargli un'occhiata.

 

Seguendo il link potete leggere il mio curriculum.

 

 


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