Mio fratello Salvatore Crispi se ne é andato all'improvviso il 21 giugno del 2015, tre anni fa. La sua dipartita è coincisa con il solstizio d'estate e con il giorno più lungo dell'anno. Lui ci ha lasciato all'imbrunire di quel giorno da un momento all'altro, mentre era seduto nella sua carrozzina e con lui ci muovevamo per una breve passeggiata, dopo una pizza assieme (il cui ricordo resterà sempre nostalgicamente impresso nel mio cuore e nella mia memoria). Ha lasciato un segno profondo negli affetti familiari, indelebile, ma anche un vuoto incolmabile: e ciò anche nell'ambito pubblico, nel mondo di quanti lottano quotidianamente per il riconoscimento e la tutela dei diritti dei disabili. Il suo impegno costante, nell'ambito della Regione Sicilia, assieme al Coordinamento H per la tutela dei disabili della Regione Sicilia, di cui era il Coordinatore, assieme ai tanti che o in forma di Associazione o individualmente vi afferivano, gli è valso l'appellativo di "gigante dei diritti dei disabili" e, sino alla fine, malgrado la sua disabilità, egli si è adoperato per la causa, con dedizione, con abnegazione, generosità ed estrema pazienza. A distanza di tre anni si continua a sentire acutamente la sua mancanza, poichè la sua funzione, sostenuta da un'intrinseca passione, ma anche da una grande capacità diplomatica e relazionale, è stata impareggiabile e rimane a tutt'oggi un modello ineguagliato. Gran parte della sua formula operativa era fondata sul fatto che egli non faceva nulla per il proprio interesse personale, ma profondeva il suo sforzo per la Causa comune, che nella sua vision includeva tutte le categorie dei disabili. Questo scrive di lui, ricordandolo, Rosario Fiolo, compagno di tante lotte.
21 Giugno 2018 Terzo Anniversario della scomparsa di Salvatore Crispi, Presidente del Coordinamento H della Regione Siciliana.
Papa Francesco ha detto che bisogna avere la Memoria del passato, il Coraggio del presente e la Speranza del futuro: noi non possiamo dimenticare quello che ha fatto e il solco tracciato da Salvatore nella tutela dei diritti delle persone con disabilità.
Allo stesso tempo, ricordando quello che lui ci ha trasmesso, dobbiamo affrontare, con coraggio, la situazione di oggi che vede una poca presenza e una vacuità degli Organismi competenti, preposti alla risoluzione dei bisogni dei cittadini, che spesso intervengono con atti parziali, se non inadeguati.
E dobbiamo non perdere la speranza che si possa realizzare quell'ideale di Salvatore di uguaglianza di forza di amore per il bene comune.
Non possiamo che continuare a ringraziare Salvatore e a procedere nel cammino difficile, ma che non possiamo non fare, per arrivare all'affermazione di quelle idee di solidarietà equità condivisione che devono essere alla base della società.
Oggi ho visto per la prima volta un cane a ruote andare a passeggio con la sua padrona.
Era un simpatico bassottino e aveva le zampe posteriori imbracate in uno speciale supporto, fornito di rotelle.
Il bassottino camminava spedito e arzillo.
Ho scoperto pochi giorni dopo che il bassottino ha cinque anni e che il suo problema consistente in una paresi e in una perdita di sensibilità dipende da un'ernia discale.
La sua padrona Rita (che tra l'altro si occupa disabili( mi ha detto che il suo nome è Prugna, che poi per gli amici diventa "Secca".
Questo tipo di ausilio che può essere utilizzato anche per le zampe anteriori viene costruito appositamente, cane per cane, poichè deve potersi adattare perfettamente alle caratteristiche del cane e alle dimensioni (peso e altezza da terra)
Quella delle ruote da applicare mediante apposita imbracatura al treno anteriore o posteriore del cane è una soluzione splendida per risolvere i problemi motori o articolari dei nostri amici a quattro zampe e per dar loro la possiblità di continuare a fare le loro passeggiate (o il loro lavoro) in autonomia, senza doversi trascinare penosamente.
In passato queste soluzioni "tecniche" non erano così facilmente disponibili e uno, solo se dotato di ingegno sufficente, se le doveva inventare.
Ma oggi è certamente più facile consentire ai nostri amici di vivere in felicità, anche quando le difficoltà neuromotorie che si manifestano in loro decreterebbero anzitempo - in natura - la loro fine.
A pensarci bene i "cani a ruote" sono degli animali disabili (ovvero portatori di handicap della propria motilità) o devono imparare, grazie ai marchingegni che gli uomini forniscono loro, ad essere dei "diversabili", come oggi si dice più correttamente.
Quando parliamo di barriere architettoniche, riflettiamo su questo punto: l'abbattimento di tutti gli ostacoli è per tutti, anche per i nostri amici animali.
Come diceva mio fratello Salvatore Crispi tutti i cittadini (non solo chi è disabile dalla nascita) possono trarre vantaggio dal fatto di vivere in un contesto "normale", senza barriere architettoniche in cui disabili con difficoltà motorie, anziani con ridotta capacità deambulatoria, future mamme (o mamme con passeggino) e cani con difficoltà neuromotorie, non vedenti e non udenti, ma proprio tutti, possano muoversi a proprio agio senza ostacoli e senza rischi.
Non smetterò mai di viaggiare il mondo.
E fra la gente, sentirmi a casa.
Tutti dovremmo sentirci a casa sempre.
Spogliarci dell’uniforme che indossiamo nel quotidiano e finalmente essere noi.
Diversi l’uno dall’altro.
È nell’abbraccio alla diversità che si consuma il futuro prossimo del mondo
Sono qui per imparare e per trasformare la paura in meraviglia
Andrea Caschetto, dopo l'esperienza descritta in "Dove nasce l'Arcobaleno" (Giunti) in cui ci ha raccontato il suo giro del mondo per orfanatrofi, con la missione di portare il sorriso a 8008 bambini (con il corollario che il 22 marzo 2016, nella Giornata della Felicità, egli sia stato invitato a parlare alle Nazioni Unite, in "Come se io fossi te" (pubblicato da Chiarelettere nel 2017) Caschetto, ci ha regalato il racconto di un'altra impresa di viaggio scaturita dalla sua forte attitudine empatica.
Andrea Caschetto, a ragione, è stato definito un "campione del sorriso" o anche un "ambasciatore del sorriso", ma possiede anche la capacità di immergersi nel lato malinconico delle cose e delle persone, dal momento che possiede il dono dell'empatia, scaturente dal fatto di essere stato lui stesso colpito da una malattia neurologica - un tumore cerebrale, da cui è stato operato e che lo ha lasciato con un lieve deficit della memoria -e di essere passato attraverso il tunnel della malattia che gli ha lasciato qualche stigmate.
In questa nuova avventura, Andrea Caschetto, profondamente legato sentimentalmente ad una ragazza, Azzurra di nome, divenuta per incidente paraplegica e confinata su di una sedia a rotelle, decide di partire per un viaggio nella lontana Argentina, assieme ad una sedia a rotelle che battezza "Azzurra". Perchè l'Argentina? Ma perchè l'Azzurra in carne ed ossa ha sempre deisderato visitare questo paese e adesso da paraplegica avrebbe difficoltà ad andarci. Perchè portando con sé la carrozzina (identica per tutto e per tutto a quella utilizzata da Azzurra) e utilizzandola, egli vuole vedere questa parte del mondo come la vedrebbe Azzurra, cimentandosi con tutte le difficoltà con cui la donna Azzurra dovrebbe cimentarsi se fosse con lui, per vedere il mondo al posto suo e per lei, per imparare a capirla meglio e per dichiararle così il suo amore. Questo suo viaggio ha il valore del compimento di un voto, di una promessa, di un pellegrinaggio ed è anche, in altri termini, un "viaggio dell'anima". Come scoprirà Andrea, cimentandosi con mille difficoltà e con le barriere architettoniche, con un mondo che al 90% non è pensato per persone con difficoltà motorie, il fatto di essere su una carrozzina (non sempre però, perchè le difficoltà si fanno estreme, può sempre chiuderla e caricarsela sulle spalle), l'essere su una carrozzina, oltre a dargli un punto di vista fisico differente (vedere il mondo con uno sfguardo che va dal basso verso l'alto), lo fa diventare catalizzatore di incontri e di racconti.
Ed è così che egli durante il suo viaggio ha potuto raccogliere storie ed aneddoti, storie di persone che si aprono con lui, forse più facilmente che se fosse in piedi sulle sue gambe: storie divertenti, commoventi, con un lieto fine o con un finale malinconico, a seconda delle persone che incontra via via e dei luoghi in cui sono ambientate le narrazioni. E nello stesso tempo, Caschetto ci fornisce il duplice punto di vista, su come sono il mondo e le persone viste dallo sguardo di una persona che cammina sulle sue gambe e da quello di chi sta seduto in carrozzina; e, in contemporanea, i vissuti di un modo di essere e nell'altro. Sostanzialmente eguali, ma resi differenti dal fatto che ancora, nei più diversi contesti, la persona con difficoltà motorie - il disabile o diversabile, si potrebbe anche dire - non sono pienamente "normalizzati" e dunque possono incarnare una diversità, un "altro da sè" difficilmente assimilabile (con la conseguenza di un'inevitabile barriera comunicativa, che qualora venga superata con un sforzo attivo di "andare verso l'altro", lascia sorpresi ed anche pieni di speranza. E poi ci sono mille incontri ciascuno dei quali è memorabile, mai banale e suggellato dalla capacità epatica che è la sua forza intrinseca, potenziata dall'essere sulla carrozzina e che sancisce una "diversità" non omologabile, una "diversità che è pronta ad accettare e ad accogliere le diversità altrui, comprendendole. Il mondo visto da una carrozzina: Andrea Caschetto propone con il suo racconto un'esperienza memorabile e che tutti dovrebbero fare propria. Tutti, probabilmente dovrebbero fare l'esperienza di stare su di una carrozzina a ruote, cercando di farsi avanti con traversie e difficoltà in ambienti spesso irti ancora oggi di barriere architettoniche. Lo stare su di una carrozzina a rotelle, spingendosi da sè o spinto da altri, arricchirebbe anche sicuramente il proprio bagaglio spirituale, consentendo di affinare gli strumenti per comprendere meglio chi disabile lo è per davvero. E' questo il senso del "carrozzina day", di recente istituito presso alcune amministrazioni comunali in Italia, Ma è anche questo il senso di includere in alcuni sport per disabili chi disabile non è, come ad esempio nel Basket per disabile il cui regolamento ammette la presenza in squadra di un elemento non disabile, purchè giochi anche lui in sedia a rotelle, quindi con analogo handicap. Spesso con mio fratello Salvatore Crispi, dalla nascita disabile per aver contratto una tetraplegia perinatale e grande "lottatore" per la tutela dei dirittti delle persone con disabilità, abbiamo discusso di questi aspetti e del fatto che spesso la parte attuativa delle normative esistenti sull'abbattimento delle barriere architettoniche è messa nelle mani di persone che disabili non sono. Mentre, invece, prima di realizzare definitivamente determinate opere occorrerebbe chiedere ai disabili delle diverse tipologie di "provare" i percorsi protetti e il tipo di dispositivi realizzati per il superamento (o l'abbattimento) delle barriere: facendo un vero e proprio "collaudo", qualitativamente valido, insomma. Come anche, nelle scuole dei diversi livelli, occorrerebbe insegnare ai giovani la capacità empatica nei confronti delle persone con disabilità, studiando degli opportuni percorsi didattivci, tra i quali potrebbe avere un'importante funzione quella di dedicare delle ore di esperienza preziosa sulla carrozzina a rotelle, oppure quella altrettanto importante di provare ad essere come i non vedenti. La carrozzina del disabile può assumere in sè una forte valenza simbolica: ed è così che Vincenzo Marino, impegnato a Palermo nel fronte della tutela dei diritti dei disabili e pedagogista, dopo la morte di mio fratello, ha preso a portare con sè la sua carrozzina vuota (l'ultima da lui usata), per ricordare a tutti attraverso l'assenza e la mancanza la sua presenza ancora costante in spirito in tutte le manifestazioni che riguardano i disabili.
(dal risguardo di copertina) Andrea Caschetto ha inaugurato la categoria dei viaggi necessari. Il suo è un turismo dell’anima, dove i luoghi sono le persone e le persone sono i luoghi. Andrea è un viaggiatore lento, perché serve tempo per ascoltare davvero le vite degli altri, per entrare in punta di piedi nelle esistenze, laddove la porta viene aperta, e con garbo accarezzarle e accudirle. E non crediate che questo tempo sia perso: prima o poi ritorna, in forme e sembianze mai uguali, ed è linfa per il mondo. Questo viaggio nasce da varie necessità, che nell’ordine sono: esaudire il desiderio di una ragazza molto amata che ama l’Argentina ma non può andarci; imparare che la disabilità ha bisogno di manutenzione e non di cure, perché non è una malattia; e ancora, raccontare la straordinaria meraviglia della diversità, dando voce agli Invisibili. E allora via, lungo le strade dell’Argentina. Unica compagna, una sedia a rotelle, metafora del vivere disabile. Da usare per sedersi e per far sedere, per confidarsi e far confidare. Per raccontare storie e invitare a raccontarle. A proposito, la sedia ha un nome. Si chiama Azzurra, come la ragazza amata che ama l’Argentina e finalmente, con Andrea, ci è andata. Perché la realtà ha la forma che uno vuole darle. E i sogni contano.
L'autore. Andrea Caschetto ha 26 anni ed è uno straordinario viaggiatore. I suoi migliaia di amici virtuali lo conoscono come l’ambasciatore del sorriso grazie ai colori e alle parole dal mondo che posta sulla sua pagina Facebook. La sua voglia di regalare sorrisi, comunicare idee, immagini e sogni lo ha fatto diventare un vero e proprio catalizzatore internazionale di positività fino a portarlo alle Nazioni Unite, dove, il 20 marzo 2016, ha parlato di felicità a una nutrita platea di diplomatici che lo hanno ringraziato con una magnifica standing ovation.
Andrea, hai un tumore nel cervello. Quando sentì quella frase, non ebbi paura. Forse perché avevo solo 15 anni, forse perché avevo la testa altrove. Scappai di notte dal mio reparto con il camic...
Salvatore Crispi. 46 likes. Questa pagina Facebook è stata creata per portare avanti le idee e l'impegno di Salvatore Crispi e per perpetuarne la memoria..
A Palermo, lunedì 19 febbraio 2018, alle ore 15.30, nella sala convegni "Lanza" dell'Orto Botanico (in Via Lincoln n. 2), avrà luogo la presentazione del nuovo saggio scritto da Salvatore Migliore, dal titolo: "I diritti delle persone con fragilità nelle sentenze della magistratura e nelle proposte organizzative e finanziarie". L'incontro sarà una preziosa occasione per confrontarsi su rapidi interventi politico-amministrativi in modo che la Regione Siciliana possa garantire al meglio i diritti dei disabili. Fra gli altri interverranno anche gli assessori regionali Armao e Lagalla. La presentazione del volume di Salvatore Migliore, inoltre, potrà servire sia ad un rilancio dell'attenzione culturale ai temi della disabilità, sia ad un'inversione di tendenza pratica, concreta, reale, dell'atteggiamento degli organi istituzionali nei confronti delle persone con disabilità e dei loro familiari.
E' stato presentato a Palermo, il 5 gennaio 2016, in piazza Giuseppe Verdi il nuovo servizio Car sharing riservato a persone con disabilità: in assoluto il primo in Europa.
All’incontro con i giornalisti erano presenti, tra gli altri, il sindaco Leoluca Orlando, l’assessore all’Innovazione Gianfranco Rizzo, il presidente di Amat, Antonio Gristina, il direttore servizi speciali della mobilità e presidente del consorzio nazionale del car sharing "Io guido", Domenico Caminiti oltre ai rappresentanti delle associazioni disabili presenti in città, tra i quali Ninni Gambino, paraplegico, da sempremolto attivo nel promuovere le iniziative INAIL a favore dei disabili.
Dal 15 gennaio 2017 sarà quindi a disposizione la prima delle quattro autovetture Golf Volkswagen con comandi speciali negli stalli di via Libertà (piazza Castelnuovo), mentre le altre tre autovetture saranno usufruibili a partite dal 1° febbraio negli stalli di viale del Fante, di piazza Principe di Camporeale e di via Aquileia, angolo via Lazio.
In tale circostanza, il Sindaco Leoluca Orlando ha dichiarato: "Con orgoglio oggi siamo l’unica città d’Italia e d’Europa che offre un servizio di Car sharing per le persone con disabilità e questa è anche occasione per un doveroso ringraziamento all'INAIL che ha voluto scegliere Palermo per questa sperimentazione, ritenendo la nostra città terreno fertile per una diversa cultura della mobilità. Oggi facciamo un altro importante passo avanti che conferma Palermo punto di riferimento d'una mobilità sostenibile attraverso i servizi del Tram, del Car sharing, del Bike sharing, del Taxi sharing e passando dal rafforzamento dei mezzi pubblici e delle aree pedonali. Miglioriamo Palermo, insieme si può".
“Il servizio che é pienamente integrato con il resto del car sharing – ha sottolineato Domenico Caminiti – prevede uno sconto per le persone con disabilità che potranno acquistare l’abbonamento al prezzo di 20 euro e non a 25 euro. Riteniamo che l’introduzione del servizio di car sharing per persone disabili sia per Palermo un importante traguardo”.
“L’amministrazione comunale – ha detto l’assessore Rizzo - continua non solo a lavorare per l’innovazione e la mobilità ma anche per il miglioramento della qualità della vita in città che è il nostro grande obiettivo”
Il 13 novembre 2016 che, per Palermo, è stato il giorno della 22^ edizione della Maratona Città di Palermo, ha preso il via, sin dalle prime ore del mattino, anche il "Carrozzina Day", una giornata (in verità due sono state le giornate, poichè la manifestazione si è sviluppata tra il 12 e il 13 novembre) dedicata alla crescita della sensibilità contro le barriere architettoniche e alla diuturna battaglia per la mobilità sostenibile per tutti i cittadini con difficoltà motorie di ogni genere, non solo quelle connesse alle disabilità (facendo esempi a caso: anziani, donne in stato di gravidanza, mamme con neonati in carrozzina, soggetti che per incidente o malattie recente sono costrette a camminare con difficoltà, aiutandosi con le stampelle). Il Carrozzina Day ha avuto i suoi momenti topici nel ripiano antistante la Cattedrale e poi lungo tutte le principali direttive stradali del Centro storico, successivamente sviluppandosi nell'arco dei due giorni previsti, nel corso dei quali molti volontari hanno guidato dei cittadini normali (e molti bambini anche) a sperimentare essi stessi dei percorsi, muovendosi sulle carrozzine dei diversamente abili.
Anche alla Maratona di Palermo, nella manifestazione collaterale non competitiva "The Walk of a Smile", sono stati molti i genitori che spingevano i propri figli in carrozzina: e il Primo Cittadino di Palermo, Leoluca Orlando, poco prima di dare lo start alla Maratona e alla successiva e partecipatissima camminata non competitiva, ha voluto ricordarlo molto opportunamente, sottolineando che prima ancora delle barriere fisiche che definiscono il concetto di "barriera architettonica" occorre abbatterie le barriere mentali che creano forti ostacoli alla via verso la "normalizzazione" delle persone disabili e ad una loro mobilità senza ostacoli, facendo uno sforzo fondamentale e costante di mettersi sempre "nei panni" del disabile di chiunque sia in difficoltà. Lungo questo percorso ha un forte senso che cittadini e cittadine normalmente abili sperimentino cosa significa sedersi su di una carrozzina per disabili e che provino essi stessi a spostarsi lungo i percorsi quotidiani, imparando a rendersi di quanto sia attualmente irto di ostacoli il cammino di chi, diversamente abile, è costretto a spostarsi su di una carrozzina. E, interpretando questa necessità, lo stesso Sindaco, intervenendo all'apertura della manifestazione, ha voluto dare l'esempio.
Io - personalmente - credo che nelle scuole do ogni ordine e grado questo obiettivo debba essere perseguito con determinazione, in modo tale da dare ai ragazzi di oggi, cittadini di domani, una piena consapevolezza dicosa significhi essere diversamente abile. Cinzia Russo, operatirice del volontariato, così commenta: "E' stata una bellissima esperienza che si ripeterà anche domani e che ha insegnato tanto a noi volontari. Io spero che molti dei miei concittadini che sono intervenuti sedendosi pure sulle carrozzine, abbiano compreso tutte le problematiche che una persona disabile o anche un anziano può trovare dove esistono le barriere architettoniche ma anche l'inciviltà di molti che parcheggiano le loro vetture ed i loro scooter/moto sui marciapiedi, sugli scivoli o direttamente sul posto riservato a loro. La cosa che mi ha emozionato particolarmente è stata quella di vedere i bambini fare il percorso sulla sedia in modo serio e compìto spiegando poi le loro sensazioni ai genitori. In cuor mio spero che questa città si adoperi per dare una qualità di vita migliore a tutte queste persone e che soprattutto il cittadino "normodotato" possa mettersi nei panni di..."
Se mio fratello Salvatore fosse stato ancora in vita, sicuramente - nella sua posizione di "paladino dei diritti dei disabili" - avrebbe partecipato.
Così commenta Vincenzo Marino, ricordando giustamente l'impegno profuso da Salvatore Crispi:
"Speriamo bene, e speriamo che le battaglie di Salvatore Crispi e quanto postiamo nei social, servano a fare crollare le barriere architettoniche, culturali e sociali che rendono un'esistenza ancora più difficile a Cittadini ed a Cittadine della città di Palermo".
Mettersi nei panni dell'altro per capirne le difficoltà e trovare soluzioni concrete ai problemi riscontrati nella vita quotidiana. E' il principio ispiratore del "Carrozzina day", evento che ha ...
Il 13 Novembre 2016, in Piazza Ruggero Settimo si è svolta la seconda giornata dell’evento del Carrozzina day, finalizzato a sensibilizzare tutti sulla necessità di vivere in una città a misura di essere umano, in qualunque condizione esso si trovi (bambino sul passeggino, persona in carrozzina, persone non vedenti, persone con difficoltà a deambulare, ecc).
Lo slogan era "Impariamo a metterci nei panni di”.
È subito ritornato in mente il 29 gennaio 2015, quando affiancando Salvatore Crispi, abbiamo partecipato ad una manifestazione, invitando quante più realtà sociali che rappresentavano le Cittadine ed i Cittadini diversamente abili, con un corteo che occupava parte degli assi principali del centro storico palermitano quali: corso Vittorio Emanuele , via Maqueda , via Roma e piazza Marina.
Tale manifestazione era stata preceduta da un incontro presso la sede operativa del "Coordinamento H", avvenuto il 15/01/2015 con il Vice Presidente e la Commissione Cultura della I Circoscrizione, nel quale erano stati condivisi tre obiettivi che si intendeva raggiungere:
• Tutelare i diritti di tutte le persone in situazioni di diversabilità;
• Garantire l’effettiva partecipazione a livello consultivo;
• Sollecitare l’Amministrazione locale ad adottare quanti più servizi per il territorio.
Lo slogan era: "LASCIA LIBERO IL MIO PASSAGGIO! Non per dovere ma per Cultura".
E’ scoraggiante verificare che, dopo quasi due anni, ben poco è cambiato e che, nonostante il Piano della nuova mobilità, le difficoltà di una tipologia di Persone resta alquanto trascurata.
Tali difficoltà aumentano in dismisura quando "gli incivili" occupano i posti auto riservati e/o posteggiano a ridosso degli scivoli ed in prossimità delle strisce pedonali, mettendo a repentaglio anche l’incolumità.
Molte Cittadine ed altrettanti Cittadini si sono messi alla prova sulla carrozzina, costatando di persona le difficoltà, attraverso la simulazione di un breve percorso realizzato ad hoc dagli Organizzatori.
Muscoli doloranti, complicazioni nella gestione della direzione, affaticamento, possibili ribaltamenti, imprecazioni quando trovavano uno scivolo occupato da una moto simbolica che li costringeva a ripercorrere il percorso.
Basilari le prove eseguite da diversi adolescenti, in quanto sono state gettate le fondamenta per una cultura sociale e solidale.
Ma la cittadinanza è abituata a superare le difficoltà e, per quanto possibile, "vivere in positivo".
Quindi grazie agli Organizzatori ed agli sponsor tale manifestazione, pur svelando la quotidiana drammaticità, si è conclusa in allegria.
Come tanti altri Volontari abbiamo offerto con il cuore il nostro modesto contributo, nella speranza che "Lazzaro potrà sedersi e camminare senza incontrare alcuna barriera".
(Maurizio Crispi) Apre in questi giorni a Palermo un nuovo locale che si chiama “Ozio gastronomico - La Materia Prima” per iniziativa di Dario Genova, un eclettico pizzaiolo panormita, considerato tra i più bravi in Sicilia, che si sta così lanciando in una nuova avventura, dopo il lancio di "Tondo", sempre a Palermo, in Piazza Ignazio Florio.
Ozio Gastronomico è ubicato in via Libertà, angolo via Francesco Paolo Di Blasi al posto del Wine Bar Oliver, con ingresso su via F.P. Di Blasi, al numero civico 2.
Non si vuole entrare in questa sede nel merito delle proposte gastronomiche sicuramente interessanti e raffinate del nuovo punto di ristorazione palermitano (e, per inciso, sembra che a Palermo, in un panorama di languente economia le uniche attività che - anche se per brevi stagioni - riescono a fiorire, siano quelle della ristorazione a tutti i i livelli dal semplice punto di vendita di cibo da strada, alle gelaterie alle pizzerie e ai ristoranti più raffinati, passando per i venditori di junk food), ma si vuole coglere l'occasione per dissertare su di un'altra questione, ben più cogente e che nulla ha a che fare con la ristorazione in sé. Oliver, nell'approdare a questa location, aveva intrapreso lodevolmente dei lavori per abbattere le barriere architettoniche esistenti e per consentire l'ingresso, almeno nello spazio terrazzato esterno sopraelevato rispetto al piano stradale e al marciapiede, ai disabili in carrozzina (ed anche, ovviamente, delle mamme con passeggino per i propri infanti).
Io stesso, grazie a questo beneficio (e sappiamo quanto a Palermo i privati siano restii ad applicare le norme che regolamentano l'abbattimento delle barriere architettoniche) ci sono andato frequentemente a prendere un aperitivo assieme a mio fratello, disabile in carrozzina).
Tutto il lavoro fatto dal gestore di Oliver, in questo passaggio, è stato prontamente annullato, per ripristinare le condizioni originarie dello spazio terrazzato antistante.
Inizialmente, ignoravo che questi lavori di riaggiustamento fossero stati realizzati per creare le premesse di un nuovo locale pubblico al posto del precedente: pensavo, semplicemente, che un privato stesse facendo delle ristrutturazioni e delle modifiche al proprio spazio abitativo (e in questo caso la cancellazione della precedente rampa per disabili in carrozzina poteva ancora essere accettata). Ma grande è stata la mia sorpresa nel constatare che tutti questi lavori erano finalizzati all'avvio di un nuovo esercizio di ristorazione, quando ho visto collocate le targhe che ne annunciavano il nome.
A Palermo, può veramente capitare di tutto sino al paradosso di dover vederer che le norme sull'abbattimento delle barriere architettoniche vengano applicate all'incontrario e che, quindi, in un luogo adibito ad esercizio pubblico e, sotto questo profilo, già a norma (cosa peraltro a Palermo alquanto rara), si possa procedere ad una cancellazione delle preesistenti facilitazioni per disabili.
Tutto ciò è rivelatore di molta, molta, insensibilità e di assenza di political correctness, ma anche espressione di una forte social unfriendliness nei confronti delle categorie di cittadini disagiati e con difficoltà motorie.
Già questo semplice (ma non irrilevante) dettaglio, facendomi pensare alle molte battaglie combattute da mio fratello Salvatore Crispi proprio per l'applicazione delle norme sull'abbattimento delle barriere architettoniche, un movimento interiore di forte rifiuto.
E non credo che per quanto io non sia disabile, nemmeno per curiosità mi recherà mai in questo locale.
Non ci sono né scuse né scappatoie: fintantochè ci sono le barriere architettoniche, chi indossa i panni del gestore di un un luogo pubblico, può fare spallucce e dire che "...sì, si dovrebbe fare qualcosa, ma come la mettiamo con i costi da affrontare?, ma che si spendano soldi per eliminare facilitazioni precedentemente esistenti - quasi fossero un inutile ingombro - questo è proprio il colmo e non ammette scusanti di alcun genere. Siamo di fronte ad un'attività che parte con un implicita (e nemmeno tanto) dichiarazione di una volontà di esclusione dei disabili e di tutte le categorie di svantaggiati ed adulti "deboli" e "con difficoltà motorie".
E non me ne voglia Dario Genova per queste osservazioni che, frutto di un'amara e sconsolata riflessione, non vogliono essere dirette contro la sua attività e contro la sua periza di pizzaiolo, ma contro chi lo ha consigliato in questo percorso di ristrutturazione degli spazi operativi del suo nuovo esercizio.
Anteprima esclusiva con Cronache di Gusto il 2 novembre alle ore 19 tra sfincione d'autore e colatura di alici e i vini di Tasca d'Almerita. I biglietti in esclusiva a 10 euro per i nostri lettori ...
Legge 9 gennaio 1989, n. 13 - Contributi per l'abbattimento delle barriere architettoniche negli edifici privati. Circolare regionale esplicativa. Per barriere architettoniche si intendono: a) gli ostacoli fisici che sono fonte di disagio per la mobilità di chiunque ed in particolare di coloro che, per qualsiasi causa, hanno una capacità motoria ridotta o impedita in forma permanente o temporanea; b) gli ostacoli che limitano o impediscono a chiunque la comoda e sicura utilizzazione di spazi, attrezzature o componenti; c) la mancanza di accorgimenti e segnalazioni che permettono l'orientamento e la riconoscibilità dei luoghi e delle fonti di pericolo per chiunque e in particolare per i non vedenti, per gli ipovedenti e per i sordi. Ciò premesso e partendo dal fondamentale presupposto che lo scopo principale, se non unico, della legge in oggetto. E' sostanzialmente il superamento e l'eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici privatiî ovverosia fornire, in parte, i mezzi ai soggetti che presentano determinati requisiti per la realizzazione di tutte quelle opere o l'acquisto di quegli ausili che permettano loro di vivere la loro quotidianità nella maniera meno disagiata possibile sotto il profilo della mobilità in genere ed in particolare dell'accessibilità, adattabilità e fruibilità delle proprie abitazioni, si evidenziano di seguito i requisiti soggettivi ed oggettivi necessari ed indispensabili per l'accesso al contributo pubblico e le procedure da seguire nel procedimento amministrativo in parola.
“Accendi una luce per Natale” è il titolo dato all’iniziativa promossa da Vivi Sano Onlus, in collaborazione con Teacch House Onlus e il patrocinio del Comune di Santa Cristina Gela.
È stata una vera festa all’insegna della socializzazione, quella che si è svolta questa mattina a Palermo, nella splendida cornice di Villa Niscemi, che vede come protagonisti ragazzi autistici insieme alla consulta giovanile di Santa Cristina.
Sono state ore piene di emozioni positive e di allegria condivisa da tutti i partecipanti, nelle quali è stato possibile stare insieme con una lunga passeggiata tra il verde e gli animali di Villa Niscemi, la partecipazione a giochi come il cruciverba e la tombola, intrattenimento musicale e infine le attività sono state concluse con una festa all'interno della Sala delle Carrozze.
Lo scopo dell’iniziativa è stato quello di organizzare una giornata di festa per tutti, sperimentando la bellezza della diversità come valore aggiunto, ma soprattutto è stato importante dare un’opportunità a questi ragazzi speciali di divertirsi insieme ai loro coetanei. Le problematiche che caratterizzano il disturbo dello spettro autistico, come ad esempio difficoltà nell'interazione sociale e nella comunicazione, non sono scomparse del tutto, ma è stato possibile far sentire questi ragazzi speciali accolti, riconosciuti e accettati.
La vita strutturata delle persone con autismo non può essere pensata solo esclusivamente in termini di cure e terapia ma anche di momenti dedicati ad attività ludico-ricreative e soprattutto di possibilità che permettano a questi giovani un’inclusione nella vita sociale.
Per questo motivo si è deciso di dare voce alla Disabilità in un clima festoso e spensierato, perché questi piccoli gesti e momenti possano rappresentare una luce e una speranza per un futuro migliore. Includere, non significa negare che ognuno di noi è diverso o negare la presenza di disabilità, ma vuol dire promuovere condizioni di vita dignitose nei riguardi di persone che presentano difficoltà nella propria autonomia personale e sociale.
Ponendo attenzione sulla ricerca di un benessere comune per questi ragazzi, le associazioni Vivi Sano Onlus e Teacch House Onlus continueranno, con il nuovo anno, ad essere impegnati nel progetto Light On Autism, nato per favorire l’inserimento lavorativo di ragazzi e giovani adulti autistici attraverso la creazione e commercializzazione di lampade, realizzate con materiale di riciclo, che appunto servirà a dare una chance a questi ragazzi per un domani pieno di luce.
Palermo 30.12.2015 - "Accendi una luce per Natale" è il titolo dato all'iniziativa promossa da Vivi Sano Onlus, in collaborazione con Teacch House Onlus e il patrocinio del Comune di Santa Cristina
Era diventato davvero troppo dispendioso in termini di tempi richiesti alimentarli entrambi, anche perchè nati per caso, mentre
armeggiavo - ancora alle prime armi - per creare un blog, me li ero ritrovati ambedue, benchè la mia idea originaria fosse stata quella di averne uno solo. Infatti, non a caso, le loro
intestazioni erano abbastanza simili: creatone uno - non ricordo quale dei due per primo - lo ho "perso" (per quanto strano ciò possa sembrare) e mi diedi alacremente da fare per ricrearne uno
nuovo. Qualche tempo - nel frattempo ero divenuto più bravino - il blog perso me lo ritrovai).
Ohibò! - dissi a me stesso - E ora cosa ne faccio?
La risposta più logica sarebbe stata: Disattiviamolo!. E invece...
Mi dissi: li tengo tutti e due. E così feci. E' stato bello finchè è durato...
Ma giocare su due tavoli - e sempre con la stessa effcienza - è molto complicato, ancora di più quando i tavoli diventano tre e
poi quattro e via discorrendo....
Con overblog ho trovato una "casa" che mi sembra sicuramente più soddisfacente e così, dopo molte esitazioni, mi sono deciso a
fare il grande passo del trasloco, non senza un certo dispiacere, perchè il cambiamento induce sempre un po' di malinconia e qualche nostalgia.
E quindi ora eccomi qua.
E quello che ho fatto - ciò mi consola molto - rimane là e chiunque se ha la curiosità può andare a dargli un'occhiata.