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27 settembre 2023 3 27 /09 /settembre /2023 06:56
Magnolia abbattuta (foto di Maurizio Crispi)

Oggi stanno deturpando con la motosega le magnolie di Viale delle Magnolie, qui a Palermo.
Manutenzione intrapresa per quelle che insistono su terreni privati con taglio dei rami ammalorati.
Nello stesso tempo hanno cominciato un intervento su quella che si trova al centro della piazzetta triangolare, a metà circa del tratto di Viale delle Magnolie tra Via Boris Giuliano (ex Via Piemonte) e Via Sciuti
Questa la stanno proprio “azzerando”. Grrrr!
Ho chiesto ad uno dei "boscaioli" selvaggi, perché stiano deturpando così un albero che é sostanzialmente in buona salute. 
Mi ha risposto che l’albero, dentro, è cavo e che, dunque, è a rischio di caduta.
Mi hanno detto altri, in particolare il portiere di uno stabile proprio di fronte, che giorni addietro, avrebbero esplorato con una sonda questa cavità per constatare che arrivava sino alla base del tronco e che, per di più, era infestata dai sorci (il boscaiolo disse: “Sorci”; un altro lì presente aggiunse: “Pantegane!
Qualcun altro degli astanti ha aggiunto che dopo il crollo della grande magnolia ubicato all'angolo tra Via delle Magnolie e Via Boris Giuliano e dopo che il comune ha dovuto rimborsare i danni causati dal crollo alle vetture parcheggiate sotto, l'Amministrazione comunale ha deciso di seguire la via maestra del totale azzeramento del rischio, non già procedendo ad un accurato censimento delle piante di grandi dimensioni e all'attuazione di tagli essenziali, ma sostanzialmente conservativi e che tengano conto della necessità di mantenere ben bilanciata la chioma, ma di abbattimenti indiscriminati e di sostanziale azzeramento della vegetazione arborea nelle vie dei diversi quartieri (quindi, detto in soldoni, senza la previsione di alcun rimpiazzo). Da diversi miei contatti mi sono giunte testimonianze in tal senso.
Dirò che questa magnolia per anni (ben me la ricordo da quando ero piccolo) era stentata e che - solo negli ultimi tempi (forse aiutata per via delle connessioni radicali sotterranee con altri alberi che, nel frattempo, si sono sviluppati pure loro rigogliosi) ha decollato nella sua crescita - diventando folta e mostrandosi nello splendore d'una buona salute.
Proprio il momento giusto per fare questi tagli indiscriminati!
E, tra l'altro, alla dissezione delle prime grosse ramificazioni la linfa bianca colava abbondante, segno anche questo di buona salute, indubbiamente.
La formulazione che “l’albero è cavo e che è per questo instabile e a rischio di crollo” è pretestuosa e, se applicata coerentemente, dovrebbe portare all’abbattimento di molti degli ulivi e di altri alberi plurisecolari, come ad esempio del platano millenario di Curinga (in Calabria) che ha al suo interno una vasta cavità che può accogliere ben venti persone in piedi (ci sono entrato dentro).
Sono sconcertato: questa azione è un vero e proprio albericidio!
Non solo i fuochi, anche i tagli indiscriminati!
Ora sono preoccupato per quello che faranno alle altre magnolie della via e, in generale, ad altri alberi cresciuti e svettanti della città, visto che la "filosofia" operativa sembra essere quella del taglio indiscriminato.
Cosa si può fare per fermarli?
Cosa si può fare per fermare quelli che sembrano né più né meno dei crimini, considerando che, secondo le teorie più avanzate gli alberi non sono delle creature isolate, ma si connettono in reti e comunità di auto-aiuto e capaci di comunicazione e si possono considerare dunque delle creature in qualche modo (diverso dal nostro) senzienti?
Questi crimini avvengono nell’indifferenza generale e, come sempre, nel silenzio dei governanti e senza il parere di botanici esperti.
Tra l’altro la cosa - secondo me - grave è che quest’attività non è svolta dell’apposito servizio del Comune ma da un’azienda privata con la vocazione dichiarata dell'"ingegneria naturalistica", come si vede dal logo del camioncino, una Srl che si chiama Sicilville.
Ora, se si dà ad un’azienda privata l’appalto per simili lavori, c’è il rischio molto elevato che - per puro lucro - vengano decise ed attuate potature selvagge e non necessarie.
Si può capire che alcuni alberi con rami ammalorati possano essere fonte di rischio per i cittadini.
A volte, però, in simili azioni, soprattutto quelle portate avanti dalla pubblica amministrazione, manca la trasparenza e sembra di essere davanti a scelte arbitrarie e non motivate.
Qualcuno che ha letto la prima stesura di questo post ha scritto: "Se si tagliano rami di diametro superiore a 20 cm la squadra incaricata deve avere un 'piano per la compensazione biologica del danno'. Tagli di questa portata sono da considerarsi già 'abbattimenti'. Se non c'è questo piano non si può procedere con i tagli (da regolamento comunale del verde, che si trova in internet). In teoria si possono chiamare le forze dell'ordine, é un abuso. Serve un avvocato, perchè usano la scusa dell'urgenza per lavorare fuori norma".

Inoltre esiste una procedura che si chiama "Valutazione di stabilità degli alberi" e che si può fare sia con l'ispezione ma anche con l'utilizzo di strumentazioni apposite e che l'amministrazione locale dovrebbe utilizzare oculatamente con le propria popolazione arborea, in modo da tutelarne assieme la salute e stabilità, proteggendo - ma solo in maniera mirata, con azioni minimali, ma necessarie, la sicurezza dei propri cittadini.

Qua, invece, mi pare che si proceda all'insegna dell'empiria più pura!

 

 

Fate circolare questo post!

Foto di Maurizio Crispi
Foto di Maurizio Crispi
Foto di Maurizio Crispi
Foto di Maurizio Crispi
Foto di Maurizio Crispi
Foto di Maurizio Crispi
Foto di Maurizio Crispi
Foto di Maurizio Crispi
Foto di Maurizio Crispi
Foto di Maurizio Crispi
Foto di Maurizio Crispi
Foto di Maurizio Crispi
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Foto di Maurizio Crispi
Foto di Maurizio Crispi
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Foto di Maurizio Crispi
Foto di Maurizio Crispi
Foto di Maurizio Crispi

Foto di Maurizio Crispi

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23 settembre 2023 6 23 /09 /settembre /2023 07:43
Fuochi a Palermo, il 22 settembre 2023

Stop roghi!
Che tristezza!
Che orrore!

Arriva lo scirocco, temperature africane, sovrumane, non comuni e, puntualmente si scatenano i roghi (in verità, sono scatenati)
E' una guerra, animata da un disegno criminoso
Non posso credere che decine di roghi possano accendersi spontaneamente (o per distrazione)
E ogni volta, a fronte di un'esigua capacità di intervento (pochi uomini, pochi mezzi), ci sono feriti e morti, animali uccisi dalle fiamme, ettari di bosco e di colture distrutti.
Adesso, negli ultimi dei due giorni trascorsi, in cui un inferno di fiamme si è scatenato da Scopello a Cefalù, sono andate bruciate sui cavalcavia di Viale della Regione Siciliana anche le auto e abbiamo avuto modo di vedere foto degne della rappresentazione di una guerriglia urbana.
Cosa fanno i nostri governanti?
Nulla, non fanno nulla.
Tacciono e, in questo caso, il silenzio non è quello degli innocenti, bensì di quelli che stanno dalla parte dei colpevoli.
Il non fare nulla per prevenire, in quanto odioso ed imperdonabile negligenza, diventa connivenza con i disegni criminosi dei piromani e degli incendiari e di coloro che, per interesse, armano la loro mano, di esche, acceleranti e accendini.
Visto che è una cosa certa che ad ogni ondata di scirocco ci saranno i roghi, allora sarebbe ora che si intraprendano azioni di prevenzione efficace, con un capillare monitoraggio dei territori a rischio, anche con utilizzo di droni eventualmente, per sopperire alla pochezza dei mezzi e delle risorse
Forse sarebbe anche ora di stanziare più soldi per bonificare i territori, per fare manutenzione, per estirpare - prima che si attivino situazioni di pericolo - sterpaglie, ramaglie, rifiuti abbandonati, istituendo anche un'accurata sorveglianza per evitare che questi soldi rimangano non spesi oppure che prendano misteriosamente altre vie. 

Per non parlare dei soldi che prendono la strada maestra del finanziamento per alle aziende (private) che gestiscono i Canadair e gli altri mezzi per lo spegnimento dal cielo delle fiamme (e tutto l'indotto correlato).

 

Siamo stanchi
Presto non ci sarà più nulla da bruciare
Ma forse troveranno il modo di far bruciare anche il mare, i fiumi, i laghi e gli invasi
E saremo così pronti, in anticipo, per la sesta estinzione di massa

 

E intanto una preghiera accorata per coloro che sono morti, come la sfortunata e coraggiosa Maria Davids che voleva mettere in salvo i suoi cavalli dalle fiamme.
Colpisce inoltre il silenzio dei governanti
Il loro silenzio diventa un’autoaccusa

Maria David morta nei fuochi di Cefalù il 22 settembre 2023 (dal web)

(Lillo Saguto, da Facebook) Cefalù: le fiamme spengono la giovane Maria che voleva liberare le sue creature
(23 Settembre 2023, da un'imprecisata fonte giornalistica nel web) 
Voleva liberare le sue creature dalle fiamme ma è stata travolta dall’incendio che si è abbattuto su Cefalù nella giornata di venerdì. Che venerdì fosse una giornata di caldo lo sapevano tutti, che il territorio fosse a rischio fiamme lo si era già visto giovedì sera quando il fuoco si era alzato sulla vicina Gratteri. Eppure nonostante tutti sapessero che venerdì sarebbe stata una giornata di caldo torrido le fiamme hanno potuto percorrere indisturbate chilometri e chilometri, attraversando anche il territorio cefaludese.
Una cosa impossibile tanti anni fa quando non c’erano gli strumenti che l’uomo ha oggi a disposizione. Eppure oggi un cammino così lungo, veloce e indisturbato delle fiamme sembra una cosa normale.
Maria David aveva i suoi cavalli nella zona di Mazzaforno. Con il padre e il fratello ha fatto di tutto per liberarli ma qualcosa per lei è andato storto. E’ stata trovata senza vita. Muore una donna coraggiosa che non ha esitato un istante a mettere a repentaglio la sua vita pur di salvare delle creature.
Su facebook quanti la conoscevano la ricordano come una ragazza buona e sempre pronta a dare il suo aiuto a quanti ne avevano bisogno. Sono passate poche ore dalla sua morte e la rabbia cresce ogni minuto di più, sui social e non solo

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6 marzo 2021 6 06 /03 /marzo /2021 09:19
Monopattini Helbiz

Molti avranno notato che Palermo è stata invasa da un poderoso numero di monopattini elettrici. Qui e là si trova un monopattino parcheggiato: sono molti i curiosi che si avvicinano per capire di cosa si tratti. Su alcuni ci sono anche dei cartelli con delle leggende che spiegano le caratteristiche base dell'iniziativa.
Curiosando nel web ho scoperto che il Comune di Palermo per promuovere la mobilità sostenibile (seguendo a ruota altre amministrazioni comunali) abbia autorizzato quattro diverse società all'attivazione del servizio di monopattino sharing, ciascuna società per un totale di quattrocento monopattini.
Le prime quattro società già autorizzate all'attivazione del servizio di monopattino sharing sono Bird Rides, Bit Mobility, Helbiz e Link Your City - Italia. E le notizie reperibili sul web dicono che sono 1600 i monopattini elettrici che già nei prossimi giorni saranno disponibili per il noleggio in città, 400 per ciascuna delle società autorizzate.
Le autorizzazioni allo svolgimento del "servizio con monopattini a propulsione prevalentemente elettrica", sono state rilasciate dal servizio Mobilità urbana del Comune (con determinazioni n. 2003/2004/2005 del 23 febbraio 2021) e seguono l'avviso pubblicato a ottobre scorso cui avevano risposto 10 società, per un totale di almeno 4 mila mezzi disponibili a fronte della possibilità di una flotta cittadina totale di seimila monopattini
I primi che ho visto comparire nelle vie di Palermo sono quelli della Helbiz che li ha seminati in giro, in punti strategici, promuovendo tra l'altro (previa registrazione,è ovvio) 100 minuti di utilizzo gratuito.
E questi monopattini sono davvero dovunque abbandonati nei luoghi più impensati sui marciapiedi: non si capisce bene se per fare promozione o perché gli utilizzatori li abbandonano dove prima capita (probabilmente ambedue le cose).
Sembra che questi trabbicoli siano protetti da eventuali furti, poiché si attivano soltanto con un app scaricabile su smart phone e dopo aver dato il proprio numero di carta di credito. Inoltre sono dotati di un GPS che ne consente costantemente la tracciabilità. Eppure si trovano dei commenti nel web secondo i quali alcuni monopattini a Napoli sarebbero stati oggetto di tentativi di furto nemmeno 24 ore dopo l'attivazione del servizio.
E qui dico lamia: a me personalmente i monopattini elettrici, come anche le monoruote giroscopiche non piacciono granché (la mia antipatia si estende ovviamente anche alle bici con pedalata assistita, ma con minore impeto). Questi dispositivi costringono gli utenti ad una forzata immobilità, e avendo ruote molte piccole ed essendo utilizzati sull'asfalto o su marciapiedi notoriamente dissestati, sono soggetti a sobbalzi e a incidenti vari, sino al ribaltamento del malaccorto guidatore.
In più, sono silenziosi e dunque rappresentano un pericolo sia per altri mezzi motorizzati sia per i pedoni: considerando anche il modo per lo più spregiudicato con cui vengono utilizzati.
I loro utilizzatori sono, a mio avviso, un po' ridicoli, specie in questi tempi di Covid. Non utuilizzano il casco protettivo (la maggior parte di essi) e indossano tutti la mascherina. Chi sa perchè questa mascherina, in fondo alla guida del mezzo non ce ne sarebbe bisogno: forse la mettono soltanto perchè fa tendenza ed è trendy.
Lo sapete cosa mi sembrano questi qua, a dirla francamente? Ecco lo dico: delle mummie ambulanti, davvero un'immagine molto appropriata in tempi di Covid. Una città, anzi molte grandi città italiane, sono invase da uno stuolo di mummie ambulanti/svolazzanti in un silenzio tombale.

Ci sarebbe da sorridere, quasi, ma io sarei portato a piangere.

E va bene: anche questi monopattini elettrici ce li ha portati il Covid. E non possiamo lamentarcene, visto che la loro diffusione (che prosegue ormai ad un ritmo esponenziale, come la pandemia) serve a facilitare la mobilità sostenibile e a favorire l'economia (ma questa senza ipocrisie è la ragione principale: o, in altri termini, detto in modo più crudo, sono gli affari a guidare le danze). E, secondo me, dire che si tratta di una scelta tesa a favorire la mobilità sostenibile è semplicemente un'ipocrisia.
Che vengano prima costruite delle vere e autentiche piste ciclabili e che si promuova l'utilizzo delle bici tradizionali che rappresentano il vero sistema di locomozione ecologico, sostenibile ed eco-friendly. A volte devo dire che ci troviamo davanti a certe scelete decise inulateralmente da chi governa, scelte più o eno scellerate che siamo costretti a subire.
Ma è così che va il mondo. Chi pensa che non sia sia così è solo un povero illuso.

Queste alcune delle note esplicative che si trovano sul sito web di Helbiz.
Helbiz offre un servizio di sharing per eBike e monopattini elettrici. In Italia è attivo all'interno di diverse città: Milano, Torino, Verona, Cesena, Roma e Bari con altre che arriveranno in futuro: tra queste ci saranno Bergamo, Bologna, Firenze, Monza, Parma, Pisa ed ora anche a Palermo.
Tutto si gestisce da una comoda applicazione gratuita per dispositivi iOS ed Android. La prima cosa da fare è registrarsi per creare un account personale. E' possibile utilizzare un proprio indirizzo email oppure i profili Facebook, Apple e Google. Terminata la registrazione sarà richiesto di inserire un numero di cellulare su cui sarà inviato un codice di verifica da utilizzare per concludere e validare l'iscrizione. Il servizio richiede di caricare anche una copia della propria carta di identità. Bisognerà poi inserire la forma di pagamento preferita come la carta di credito

Helbiz evidenzia che utilizza il GPS dello smartphone non solo per mostrare con precisione i veicoli che si trovano nelle vicinanze ma pure per tracciare il percorso del viaggio ai fini di garantire sicurezza e affidabilità del servizio. Dall'app sarà possibile, in ogni momento, cancellare l'account. Gli utenti possono utilizzare un solo veicolo per account su cui si deve viaggiare esclusivamente da soli. Il casco non è obbligatorio ma Helbiz ne consiglia sempre l'uso.

monopattini elettrici

(22.04.2021) Il monopattino elettrico in sharing a Palermo ha preso decisamente piede. Dopo il primo lotto di quattrocento esemplari della Helbiz sono arrivati quelli delle tre altre ditte che hanno ricevuto l'appalto dal Comune di Palermo.

Quindi, la città è adesso letteralmente infestata da questi dispositivi "ecologici" che a me continauano a fare una profonda antipatia.

Il fatto è che, siccome, tutto funziona in base ad una app che mette anche in connessione ad un dispositivo di geolocalizzazione, questi monopattini a differenza delle auto e delle bici in sharing non hanno bisogno di aree di parcheggio specifiche e possono essere lasciati pressocchè dovunque.

E' questo il motivo per cui nei luoghi più disparati, nel bel mezzo di un marciapiedi, davanti all'ingresso di uno stabile, sull'asfalto, se ne possono vedere parcheggiati, spesso isolati, alle volte in piccoli gruppetti.

Io li vedo come dei veri e propri parassiti meccanici.

Ecco, questo disordine mi fa adirare ancora di più: quando, camminando, mi imbatto in uno di questi aggeggi, il mio impulso più spontaneo e genuino sarebbe quello di dargli una bella spinta e farli crollare a terra.

Oppure, in un impeto di rabbia più profonda, avrei la tentazione di lasciare sulla pedana di uno di essi gli escrementi (ben impacchettati, per carità!) dei miei cani.

E, intanto, come folletti-zombie ambulanti gli utilizzatori dei monopattini elettrici impazzano per le strade cittadine.

E' divertente osservare l'infinita varietà delle pose leziose in cui essi pongono i piedi. vezzi che ingentiliscono l'immobilità da mummia cui sono obbligati da questo tipo di locomozione.

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17 aprile 2016 7 17 /04 /aprile /2016 07:47
Stop trivelle. Sperando in una vittoria dei sì (no), ma sopratutto nella fine delle menzogne

(Domenica 17 aprile 2016) Penso che oggi andrò a esprimere il mio parere al Referendum sulle trivellazioni in mare.
Dirò sulla scheda (che significa "no" alle trivelle ad libitum).
Tuttavia, mi rendo conto che comunque vadano le cose su questa faccenda siamo stati sommersi dalle menzogne e continueremo ad esserlo.
Se dovessero vincere i sì (ammesso e non concesso che al voto si presenti il 50% degli elettori più 1), sarà una ben magra vittoria, perchè non sapremo mai tutta la verità e tutte le losche manovre di interessi che si annidano dietro le quinte.
Sopratttto c'è da sperare che cessino su questi argomenti le molte menzogne governative e quelle delle grandi holding che tutelano solo i propri interessi.

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14 aprile 2015 2 14 /04 /aprile /2015 16:07
A Palermo, Vigile Urbano multa auto di scorta per sosta irregolare

(Maurizio Crispi) Sappiamo tutti che le auto blindate, le auto di scorta, i drappelli di auto lanciate a tutta velocità per le strade cittadine, le sirene spiegate, sono in alcuni casi un male necessario, per garantire ai Magistrati maggiormente esposti sicurezza ed incolumità, visto che sono da considerare degli obiettivi sensibili.

In altri casi, specie quando queste misure sono concesse a politici, si tratta soltanto di barocca ostentazione del Potere con il pretesto della sicurezza, rappresentazione del Privilegio e pura scenografia (compredendo nella sicurezza anche la coreografia delle molteplici bodyguard): in molti casi, infatti, tutti questi dispositivi non sarebbero intrinsecamente necessari.

Ci si auspica che chi, dalla stanza dei bottoni decide di concedere a questo o a quello politico di turno che occupa un'importante carica istituzionale, sorveglianza armata, auto di scorta e quanti altri privilegi, lo faccia con assennatezza (anche se, qualche volta, da parte di un comune mortale è lecito dubitare).

Ma ciò che disturba veramente è il fatto di vedere coloro che sono assegnati alle Scorte, infrangere tutte le norme che, invece, al comune cittadino tocca rispettare. Vedere che possano posteggiare quando e dove loro aggrada maggiormente, passare con il rosso, non ripsettare l'obbligo di dar el aprecedenza a colora che stanno attraversando sulle strisce pedonali, percorrere le corsie preferenziali in senso contrario a tutta birra.

Di fronte a tutto questo è inevitabile provare un senso di profonda irritazione, ed anche rabbia probabilmente e sentirsi portati a chiedersi:"Perchè?".

Con il fenomeno correlato ed inevitabile di prendere a dubitare delle istituzioni e con la sensazione avvolgente di vivere non in un paese democratico evoluto, ma in una Repubblica delle Banane.

I buoni cittadini, esposti a questo martellamento di trasgressioni, possono trasformarsi allora in cinici vituperatori delle stesse Istituzioni e di coloro che di queste Istituzioni sono alla guida, o anche possono diventare trasgressori essi stessi, avendo davanti agli occhi - giorno dopo giorno - un simile esempio.

E anche questa possibile metamorfosi si potrebbe chiamare "danno collaterale" di una guerra tra sistemi opposti, quello della Legalità contro quello dell'Illegalità, come ho scritto in un altro articolo.Ci si chiede tuttavia sino a che punto questi danni collaterali debbano essere considerati un male necessario.

Si vorrebbe che la tutela della sicurezza e dell'incolumità avvenisse nel pieno rispetto delle regole a cui agli altri cittadini é richiesto di uniformarsi.

E probabilmente sarebbe anche possibile, con un po' di buona volontà e implementando la cultura della legalità, senza fare distinzione tra cittadini comuni e tutori della Legge che si sentono in un certo qual modo al disopra della Legge stessa.

In questo sconsolante (e diseducativo) panorama, ogni tanto sopravviene qualcosa che ti induce a sperare bene e a pensare che qualche guizzo di vitalità legalitaria c'è da qualche parte, pronto a risorgere come una pianta vigorosa.

L'altro giorno, a Palermo, ho assistito a questa scena.

In via Empedocle Restivo un auto di scorta era ferma in attesa davanti all'abitazione di qualche importante personaggio: su questo niente di che. Soltanto che il conducente aveva deciso di fermarsi per deferenza del suo scortato, proprio davanti al suo portone, ingombrando la corsia preferenziale riservata ai mezzi pubblici. E quel che è peggio, si era parcheggiato in direzione contraria al senso di marcia dei mezzi autorizzati a percorrerla.

Non c'era molto traffico, perchè eravamo di sabato mattino: ma questo non siginifica nulla, ai fini dell'infrazione.

S'è avvicinato un Vigile Urbano che ha ingiunto al guidatore di togliersi da quella posizione irregolare.

Ma quello, sentendosi forte del suo ruolo e del suo mandato, non ha sentito ragione.

Non ha nemmeno dato udienza al Vigile Urbano, rimanendo chiuso in auto, impassibile.

Il Vigile Urbano allora ha messo mano al blocchetto delle multe e ha elevato verbale, mettendo il fatidico foglietto giallo sotto iltegicristallo dell'auto.

A questo punto il conducente è uscito dall'auto, mostrandosi irritato ed aggressivo, ma non certamente "pentito".

Ma il Vigile Urbano gli ha indicato il foglietto giallo, stringendosi nelle spalle: "Ormai è cosa fatta. Ti ho fatto verbale!".

Magari questa multa non verrà mai pagata, ma ho apprezzato il gesto del Vigile Urbano, perchè altamente simbolico e coraggioso.

 

Nel Regno Unito scene di questo tipo non si vedrebbero mai.

Ci sono certamente personaggi "protetti", ma tutto avviene in modo discreto - e non plateale - e, soprattutto, nel pieno rispetto delle regole che tutti i citadini devono seguire, anche quelli che richiedono una protezione speciale.

In più, dirò che in UK non si vede mai una presenza massiccia della Polizia nelle strade cittadine, eppure non appena si verifica qualche fatto, se c'è un incidente, se gli animi cominciano a riscaldarsi, ecco che chissà da dove i poliziotti arrivano a prevenire, a sedare, a mettere ordine.

E, quindi, proprio per questo motivo, ma anche per il fatto - ancora più importante - che in tutti è vivo un percorso educativo al senso civico e della comunità di cui si fa parte, tutti si tengono mediamente dentro l'area del rispetto delle regole, sorvegliandosi a vicenda: tutti - anche attraverso apposite campagne pubblicitarie - sono chiamati a cooperare e a collaborare, sentendosi pienamente responsabili della tutela del bene pubblico e della sicurezza degli altri cittadini.

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4 aprile 2015 6 04 /04 /aprile /2015 06:14
L'AMIA di Palermo e le carogne: perchè nessuno provvede ad una sollecita rimozione?
L'AMIA di Palermo e le carogne: perchè nessuno provvede ad una sollecita rimozione?

A Palermo, purtroppo, può capitare di imbattersi nella carogna di un gatto morto, in avanzato stato di decomposizione.

E' quello che mi è successo, correndo lungo il Viale della LIbertà, nel pieno della "Palermo Bene".

La creatura senza vita giaceva sul marciapiedi e l'inconfondibile lezzo di decomposizione si avvertiva già a parecchi metridi distanza.

Non voglio pensare a cosa potrebbe accadere se un bambino piccolo, sfuggendo alla sorveglianza dei genitori dovesse toccare quel corpo senza vita.

E se si infettasse?

Scenario cupo.

Più avanti, vedo un mezzo dell'AMIA, fermo nella corsia preferenziale: stanno ritirando dei rifiuti.

Ho interpellato il conducente e gli ho segnalato che cinquecento metri più avanti, nella direzione del suo senso di marcia, c'era la carogna di un gatto in avanzato stato di decomposizione.

Mi ha detto che avrei dovuto telefonare al servizio apposito.

Ed io mi sono infuriato: ho replicato che, da cittadino, io mi aspetto che se segnalo personalmente ad un dipendente dell'Amia in servizio, questi - anche se il compito di rimozione non è di sua specifica competenza - dovrebbe sentirsi tenuto a segnalare la cosa ai colleghi del servizio deputato.
Io, telefonare? Ma non so nemmeno a chi dovrei rivolgermi e poi sono certo del risultato: estenuanti attese al telefono senza risposta, attivazioni di risponditori meccanici e così via.

E' seguita una discussione in cui sono state tirate in ballo la cattiva amministrazione, l'incapacità dei dirigenti AMIA ad organizzare il lavoro dei dipendenti, il fatto che gli stessi dipendenti siano pochi, mal pagati,non tutelati sotto il profilo dell'esposizione ai rischi professionali.

Insomma, si è parlato delle umane e dele divine cose, ed anche dei massimi sistemi.

Alla conversazione si sono aggregati altri passanti e il portiere di uno stabile antistante che aveva da dire la sua in merito ai disservizi, oggetto della nostra conversazione.

Alla fine i due dipendenti AMIA se ne sono andati dicendo che avrebbero segnalato il fatto a chi di dovere.

Comunque, non mancherò di ripassare dallo stesso posto per verificare se la carogna è stata rimossa e se rimane ancora là a scarnificarsi lentamente.

Un tempo, non c'erano problemi, gli animali morti servivano per la produzione della colla e venivano tutti raccolti con estrema sollecitudine, come anche le deiezioni animali che invece servivano per l'industria artigianale della colorazione dei pellami.

Ed erano lavoratori autonomi che di questa attività facevano una fonte di reddito, come i "cartolai", ad esempio, o i raccoglitori dei sedimenti fangosi dei bagni fotografici di sviluppo di negativi e stampe fotografiche, per ricavarne l'argento residuo con un procedimento catalitico.

Oggi, non importa più a nessuno.

Gli animali morti possono essere lasciati impunentemente, ad inquinare l'ambiente e a minacciare la salute dei cittadini. In attesa.

In attesa di che?

In attesa che siano i cittadini stessi a segnalare il fatto.

In una società civile dovrebbero essere le stesse organizzazioni pubbliuche, enti e quant'altro, a segnalare un servizio di rivcognizione costante del territorio, per potere evidenziare anomalie e provvedere tempestivamente, dalla lampadina non funzionante, all'albero malato e bisognoso di intervento alla carcassa di una povera creatura.

 

 

Dopo tre giorni dalla conversazione riportata nel post, la carcassa del povero gatto, in questo caso on quello delle proverbiali nove vita, è ancora là. Il puzzo si è attenuato e il corpicino si avvia alla mineralizzazione. Qaunto ancora dovreno asspettare per la sua rimozione?
Dopo tre giorni dalla conversazione riportata nel post, la carcassa del povero gatto, in questo caso on quello delle proverbiali nove vita, è ancora là. Il puzzo si è attenuato e il corpicino si avvia alla mineralizzazione. Qaunto ancora dovreno asspettare per la sua rimozione?
Dopo tre giorni dalla conversazione riportata nel post, la carcassa del povero gatto, in questo caso on quello delle proverbiali nove vita, è ancora là. Il puzzo si è attenuato e il corpicino si avvia alla mineralizzazione. Qaunto ancora dovreno asspettare per la sua rimozione?

Dopo tre giorni dalla conversazione riportata nel post, la carcassa del povero gatto, in questo caso on quello delle proverbiali nove vita, è ancora là. Il puzzo si è attenuato e il corpicino si avvia alla mineralizzazione. Qaunto ancora dovreno asspettare per la sua rimozione?

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28 gennaio 2015 3 28 /01 /gennaio /2015 05:46

Facebook Under Attack... L'oscuramento è durato poco, ma sufficiente a scatenare il panico tra i suoi utenti...
Nella prima mattina del 27 gennaio 2015 milioni di utenti Facdebook sono stari scollegati, peer circa un'ora e non hanno potuto più accedere ai propri profili. 

«La pagina cercata non è raggiungibile» compariva su di una schermata altrimenti vuota, quando si cercava di entrare nella pagina FB o di tentare qualche nuova operazione sul propri profilo già aperto.
Il panico... La sensazione di non avere pià radici... Il tuo mondo che si dissolve... L'impossibilità di accedere allla camera delle meraviglie... Doversi confrontare con l'orribile interrogativo: "E ora che faccio?". etc. etc. ...

Il fenomeno è stato rimarcato un po' dovunque, in UK, come in Italia ed in altri paesi dell'Occidente:  ne è stata data notizia ai notiziari BBC, ma - cercando con gli usuali motori di ricerca - si avrà il riscontro di decine di segnalazioni e di brevi comunicati stampa sull'argomento.

Un gruppo di hacker, rispondente al nome di "Lizard Squad" si è attribuita la paternità dell'incursione sul social network (a quanto sembra anche Instagram è stata colpita, nella stessa fascia oraria). L’attacco é stato rivendicato con un Tweet sul profilo @LizardMafua. Lizard Squad é un gruppo di hacker che, proclamandosi vicino all’Is, dice di combattere i simboli dell’Occidente attraverso una «cyber-jihad» in nome del Califfo al BaghdadiMa l'amministrazione di Facebook nega che si sia trattato di un "errore", causato da un aggiornamento tecnico. 

 

(www.corriere.it) Facebook e Instagram KO. Hacker rivendicano, ma il colosso nega attacco. Irraggiungibili le piattaforme di Zuckerberg, Instagram compreso. Sospetti su Lizard Squad,ma il Social dichiara: "Problema tecnico"

Irraggiungibili per circa un'ora Facebook, Instagram, Aim e Tinder, cioè tutte le principali piattaforme che fanno capo all'impero social di Mark Zuckerberg. Si sospetta un attacco hacker condotto dalla Lizard Squad, che già lunedì (il26 gennaio) aveva colpito il sito della Malaysian Airlines (proclamandosi vicina al Cyber Califfato dell'Isis) e che in precedenza aveva abbattuto anche i network di Xbox e Playstation.

Ma Facebook smentisce: "Solo un problema tecnico".

A far pensare a un attacco è stato un tweet, pubblicato poco dopo il blackout proprio da Lizard Squad. 

 "Siamo consapevoli del mal funzionamento e stiamo lavorando per risolverlo", ha scritto Instagram sul proprio profilo Twitter ufficiale. "Ci dispiace ma qualcosa non funziona, metteremo le cose a posto non appena possibile", era invece la scritta che compariva agli utenti che cercavano di accedere a Facebook. 

"Molte persone hanno avuto difficoltà ad accedere a Facebook e Instagram. Non si è trattato di un attacco di terze parti ma di un problema verificatosi dopo l'introduzione da parte nostra di alcuni cambiamenti che hanno impattato i nostri sistemi di configurazione", spiega la società in una nota ufficiale. 

L'ultimo "down" di Facebook risale a settembre, quando la piattaforma si fermò per due volte in un mese. Mentre l'ultimo tilt di Instagram risale ad agosto. Nessun problema invece per WhatsApp, l'altra piattaforma di proprietà di Zuckerberg.

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20 settembre 2014 6 20 /09 /settembre /2014 10:42
La vespa molesta

(Maurizio Crispi) Proprio stamane, Babie è stato punto da un'orrenda vespa, mentre se ne stava tranquillo sul balconcino di casa.
Ha cominciato a strillare.
All'inizio non abbiamo capito.
Solo dopo, quando abbiamo visto strisciare sul pavimento la vespa tramortita (all'inizio, nella mia ignoranza, avevo pensato che si trattasse di un'ape), abbiamo compreso.
Abbiamo pensato che avesse potuto essere punto da qualche parte e, in effetti, esaminando bene le parti del suo corpo scoperte abbiamo notato che la manina di destra si stava gonfiando.
Non avendo farmaci specifici (del tipo antistaminico, per intenderci) a casa, io ho deciso di fare ricorso al più antico ed efficace dei rimedi: un impacco con alcune gocce della mia p... (wee) magica e curativa....
Così come ho fatto una volta con Franci sulla spiaggia, poco dopo che era stato toccato da una medusa.
Quella volta - eravamo d'estate - la spiaggia era affollatissima e dovetti ritirarmi in un angolo recondito per procedere alla raccolta del "rimedio" che poi applicai sulla pelle ustionata goccia a goccia. E io dissi a Franci - pur senza entrare nello specifico - che stavo usando un linimento portentoso - miracoloso, quasi - che, in effetti, quasi istantaneamente produsse la fine dei suoi lamenti.
Funzionò alla meraviglia quella volta e ha funzionato anche in questa circostanza.
Era lo zio Aldo che mi parlava sempre di questo metodo di trattamento a cui faceva ricorso quando veniva punto da una vespa o da un'ape, andando in motocicletta al lavoro, quando era in banca a San Giuseppe Iato.
Come si sa, andando in moto, quella di essere punto da un insetto la cui traiettoria ci si trova ad intercettare, è un'evenienza abbastanza frequente.
Si fermava immediatamente allora e procedeva alla raccolta del "farmaco" e alla sua applicazione sulla parte offesa.

Quel suo racconto mi affascinava sempre.

Ed ecco, nella foto, la responsabile del misfatto ai danni del nostro Babie.

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22 agosto 2014 5 22 /08 /agosto /2014 19:49

Contro l'uccisione di Daniza, la Mamma Orsa, e dei suoi due cuccioli. Mobilitazione della LAV e lettera aperta di Davide S. Sapienza

 

Un Assessore del Trentino (Dellapiccola) ha ordinato la cattura e l'uccisione (forse sarebbe meglio dire "l'esecuzione") di una mamma orsa (che è stata battezzata Daniza), con i suoi due cuccioli, poichè ha aggredito un raccoglitore di funghi, ma non senza motivo: probabilmente il raccoglitore avventato stava importunando i suoi cuccioli, anche se nella sua testimonianza ha dichiarato che l'Orsa l'avrebbe aggredito senza alcun motivo.
Il fatto è accaduto nella splendida Valgenova.

Il provvedimento dell'Assessore del Trentino ha suscitato indignazione e una susseguente mobiitazione generale, prima nel web e adesso anche nella realtà con l'avvio di iniziative concrete, prese in particolare dalla LAV, la Lega Antivivisezionista.
Intanto, la caccia all'Orsa non ha dato fortunatamente alcun esito.

 

(Fonte: AltoAdige web) Non si ferma la mobilitazione in difesa dell'orsa Daniza, che dal web si sta spostando sempre più nel mondo reale: dopo l'atto formale della Lega Anti Vivisezione depositato in Procura, oggi è prevista per le 18.00 del pomeriggio del 21 agosto 2014  la protesta in piazza Walther per "fare pressione" sulla Provincia di Trento affinché ritiri l'ordinanza di cattura dell'animale considerato "pericoloso".

Contro l'uccisione di Daniza, la Mamma Orsa, e dei suoi due cuccioli. Mobilitazione della LAV e lettera aperta di Davide S. SapienzaLa diffida. In difesa di mamma Orsa Daniza, la LAV - Lega Anti Vivisezione, ha depositato una diffida contro la cattura indirizzata al Presidente della Provincia di Trento Ugo Rossi ed alla Procura della Repubblica. L’associazione animalista chiede con fermezza l’immediato ritiro dell’ordinanza provinciale che dispone la cattura dell’Orsa Daniza e il suo trasferimento presso il recinto di Casteller, alle porte di Trento. "Se il provvedimento provinciale venisse portato a compimento, il Presidente Rossi e gli operatori addetti alla cattura di Daniza, si renderebbero responsabili della violazione di almeno tre leggi nazionali e due articoli del codice penale posti a tutela dell’ ambiente e degli animali – commenta Massimo Vitturi, responsabile nazionale de l settore fauna selvatica dell’associazione – per questo è necessar io che la Provincia agisca rapidamente in autotutela, revocando la sua delibera".

"Il 15 agosto - si legge nel comunicato della LAV - Daniza ha attuato un normalissimo comportamento specie specifico, non è problematica né pericolosa, ha semplicemente difeso i suoi cuccioli da un possibile rischio, quindi la sua cattura sarebbe del tutto illegittima. Anche su questi cuccioli si concentra l’attenzione della LAV: sono sempre in compagnia della mamma, a conferma della loro dipendenza dalle cure parentali. È chiaro quindi che un allontanamento di Daniza provocherebbe sicuramente un maltrattamento dei due piccoli, nonché sofferenze per la mamma, che potrebbe addirittura evolvere nella loro morte, imputabile naturalmente alla frettolosa ordinanza provinciale predisposta nelle concitate fasi immediatamente successive al presunt o attacco ai danni di un cercatore di funghi".

Non siamo per nulla sicuri che le cose siano andate così come le ha esposte l’uomo che afferma di aver subito l’attacco di Daniza – prosegue Vitturi – non vi è alcun riscontro probatorio oltre al suo racconto".

La diffida è stata quindi inviata anche alla Procura della Repubblica di Trento, con la richiesta di avviare puntuali indagini, anche di medicina forense veterinaria, allo scopo di ottenere qualche dato oggettivo utile a capire cosa sia accaduto veramente qualche giorno fa a Pinzolo. "E’ inaccettabile che Daniza e i suoi due cuccioli continuino ad essere perseguitati solo per essersi comportati come dei normali orsi -  conclude la Lav - Auspichiamo che il Presidente Rossi e l’assessore D alla Piccola vogliano finalmente prendere atto che sono rimasti gli unici a voler condannare all’ergastolo un’orsa innocente, mentre sono centinaia di migliaia i cittadini che a gran voce chiedono il ritiro dell’ordinanza, nel rispetto delle leggi nazionali, delle direttive comunitarie e soprattutt o di una mamma condannata, senza processo per essersi presa cura dei suoi figli. Incessante boom di messaggi via web a difesa di Daniza e anche alcuni sondaggi di quotidiani indicano percentuali nettame nte superiori al 90% (anche 97%) di convinti NO alla cattura di mamma orsa".

 

Contro l'uccisione di Daniza, la Mamma Orsa, e dei suoi due cuccioli. Mobilitazione della LAV e lettera aperta di Davide S. SapienzaDavide S. Sapienza scrittore, traduttore delle opere di Jack London e cultore del trekking, ha scritto una lettera aperta all’Assessore del Trentino.

La riportiamo integralmente di seguito.
Buongiorno Assessore Dellapiccola!
Sono uno scrittore e giornalista e non le scriverò una lettera standard, non voglio intasare la sua casella di posta, né aggredirla verbalmente. Ma devo assolutamente scrivere per il tipo di rapporto che ho con la montagna, dove vivo, e l’informazione, che fa parte del mio lavoro di scrittore. Da decenni viaggio per il mondo e ho conosciuto situazioni simili a quelle relative al recente fatto di cronaca accaduto nella splendida Val Genova, che ora dovrebbe portare all’assassinio di un’orsa, madre di due cuccioli. E ho visto come, ad esempio in Canada, si affrontano certi problemi. Aggiungo anche che nella mia vita ho effettuato oltre 300 escursioni nel parco Adamello di Lombardia e anche Adamello-Brenta, a qualsiasi quota e in ogni stagione: non ho MAI incontrato orsi, se non alcune tracce di passaggio, certe volte. E si che ho seguito anche sentieri sperduti in foreste selvagge.

Chiunque ha approvato il progetto Life Ursus, doveva sapere che ogni animale sulla faccia del pianeta Terra ha un preciso compito affidatogli da madre natura, ovvero, garantire la vita, riprodursi, proteggere le creature fragili della propria specie. Dunque, anche gli orsi. Due zampate a un escursionista che, leggo, si ripara dietro un albero per vedere i cuccioli dell’orsa, sono davvero poca cosa e non sono il sintomo della pericolosità di un plantigrado… E si che la vostra provincia ha disseminato il territorio e il parco di avvisi sul comportamento da tenere in caso di incontri con l’orso. Daniza ha dimostrato una grande intelligenza e la consapevolezza di non dover fare male all’animale umano, che conosce benissimo, perché gli altri animali sono ben più intelligenti ed evoluti di quello che normalmente si tende a credere.

Scusate la provocazione: ma a quel comandante di crociere che ha ucciso 32 persone, cosa dovremmo fare? Un animale umano che porta una nave gigante a pochi metri dalla costa rocciosa di un’area marina protetta, sapendo i rischi ai quali va incontro, ancora a piede libero a fare lezione in università, e che ha fatto una cosa che nessun animale sul pianeta terra avrebbe mai fatto. Però lui cammina libero, mentre Daniza, madre di due cuccioli, rischia la fucilazione, il massacro barbaro: con due cuccioli il cui destino è incerto. Le faccio notare, ma sono certo che già lo sa, che muoiono più persone sulle piste da sci per incapacità, che per attacchi di orsi bruni in tutta Europa, in un anno solare (e non si scia tutto l’anno). Eppure, non mi pare si vogliano chiudere gli impianti di risalita, visto che anzi ne vengono continuamente realizzati. Come dire: io a mio figlio direi, vai in un bosco, dove trovi più saggezza e meno pericoli che su una pista da sci. È la matematica che lo dice, non l’irrazionalità che invece pervade queste scelte "politiche" che danno ascolto alla "pancia" dell’elettorato. Questo, in una provincia che in Italia è da sempre esempio di scelte intelligenti relative alla gestione del territorio montano.

Non rispondete emotivamente alle paure ataviche di una parte ignorante della popolazione: siete persone intelligenti, ricoprite ruoli determinanti per il futuro della natura madre. Dunque, per cortesia, dimostrate la vostra capacità di discernimento e trovate una soluzione: informare seriamente la gente e farle capire che si deve ritrovare un rapporto con la natura andato perduto. E ovviamente, guardate i numeri: quante persone sono state uccise da un orso negli ultimi 50 anni in Italia? Nessuno. Fatevi queste, di domande, non quelle della parte terminale dell’intestino popolare che risponde solo a principi egoistici e irrazionali (Davide S. Sapienza).

 

 

Il caso Daniza

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26 giugno 2014 4 26 /06 /giugno /2014 06:05

Fuoco sull'Etna: questa volta quello vigliacco dell'incuria degli Uomini

(Elena Cifali) C’è fuoco stanotte sull’Etna e stavolta non è il fuoco che ha voluto vomitare dalle sue viscere.

E’ un fuoco subdolo e traditore, frutto dell’incoscienza umana. E’ un fuoco che distrugge alberi e piante, che annienta tutto ciò che di civile ed umano incontra.

Le abitazioni di alcuni amici sono state evacuate, troppo pericoloso rimanere tra quelle mura che da un momento all’altro potrebbero essere avvolte dalle fiamme.

Questo di oggi sui Monti Rossi, qui a Nicolosi, è un fuoco doloso, figlio del crimine, del disagio, figlio di quegli uomini che hanno perso una fetta della loro umanità.

E’ un disastro quello che si sta consumando e nonostante le decine e decine di uomini impegnati nel tentativo di spegnerlo, di limitare i danni quel fuoco continua ad ardere, dichiarando apertamente la sua supremazia anche sulla nostra amata montagna.

Sembra quasi un paradosso questo, l’Etna che con la sua lava stabilisce sempre chi domina e comanda in questa porzione dell’Isola Bella è divorata dalle fiamme.

In paese, oggi, si celebra un avvenimento importante: 30 bambini stanno ricevendo i sacramenti della Comunione e della Cresima.

La Chiesa gremita di genitori, padrini, madrine, parenti ed amici di quei 30 angeli che si confessano davanti a Dio.

Tutti noi col sorriso sulle labbra, tutti a noi a gioire per i nostri figli e in cuor nostro a soffrire per la ferita profonda, per l’ustione che qualche povero diavolo ha voluto infliggere al nostro polmone.

Fuori, sul sagrato, sull’intero paese aleggia l’odore di fumo, di legna bruciata. Una cappa di cenere e fuliggine aleggia nell’aria, tanto forte e fastidiosa da rendere difficoltosa la respirazione e da far bruciare gli occhi.

Cresce il rancore, cresce il disappunto, cresce il dispiacere.

Restiamo inerti, incapaci di prendere decisioni, impossibilitati dagli eventi e dalle circostanze.

Brucia quell’amata pineta dentro la quale giorno dopo giorno vado ad allenarmi, bruciano quegli alberi che mi riparano dai violenti raggi del sole e dal freddo pungente dell’inverno sempre rigido.

Bruciano i sogni e le speranze di un mondo migliore.

Fiamme alte avvolgono i ricordi di tanti noi, le speranze e la voglia di vivere.

Brucia quel luogo che accoglie ogni mattina le mie fatiche, le mie ansie e le mie preoccupazioni, brucia quel luogo che mi ha vista preparare infinite gare e che mi ha vista ridere soddisfatta dei miei successi.

Sul cellulare tanti messaggi di disperazione di chi come me affida alla Pineta dei Monti Rossi l’inizio delle sue giornate, di chi come me sente quel luogo come una seconda casa da pulire, da proteggere e da tutelare.

Chi! Chi? Chi sarà stato il criminale, di chi è la responsabilità?

Me lo chiedo, ce lo chiediamo.

Non ci sarà risposta, neppure questa volta.

La cerimonia in Chiesa sta per finire, i nostri trenta angeli vengono applauditi da un pubblico festante. Mentre affido a Dio il compito di fare giustizia mi congedo, abbandono il forte odore d’incenso e mi lascio avvolgere dall’acre odore di fumo, dal quel triste odore di vigliaccheria.

 

 

(MC) Nei giorni scorsi, con la concomitanza delle elevate temperature e del vento di scirocco che ha soffiato furioso, si sono sviluppati in Sicilia incendi di vaste proporzioni in provincia di Palermo, Catania, messina. Incendi devastanti, vere e proprie tempeste di fuoco, a volte in prossimità dei centri abitati, con l'incolumità della popolazione messa a rischio ed esercizi commerciali danneggiati o distrutti.
Ancora una volta, si sono evidenziate la debolezza e la scarsa efficacia dei sistemi di portezione del nostro territorio dalla calamità del fuoco, non solo per la scarsa degli nterventi ex-post, ma soprattutto - come sempre - per la quasi assenza di misure preventive e di informazione/educazione della popolazione su come agire correttamente per prevenire il rischio di incendi.
Nella ridda di ipotesi che, ogni volta, si scatenano di chia sia la colpa se di qualche pazzo incendiario, o di delinquenti che appiccano i roghi o ancora di cittadini disattenti, c'è da dire che, sempre, gli incendi che colpiscono qualsiasi territorio - se non sono dolosi - sono sicuramente dolosi perchè trovano nelle condizioni di degrado e di incuria in cui versano le nostre contrade e nella colpevole assenza di misure preventive, terreno fertile su cui allignare.

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DSC04695.jpegQuesta pagina è la nuova casa di due blog che alimentavo separatamente. E che erano rispettivamente: Frammenti. Appunti e pensieri sparsi da un diario di bordo e Pensieri sparsi. Riflessioni su temi vari, racconti e piccoli testi senza pretese.

Era diventato davvero troppo dispendioso in termini di tempi richiesti alimentarli entrambi, anche perchè nati per caso, mentre armeggiavo - ancora alle prime armi - per creare un blog, me li ero ritrovati ambedue, benchè la mia idea originaria fosse stata quella di averne uno solo. Infatti, non a caso, le loro intestazioni erano abbastanza simili: creatone uno - non ricordo quale dei due per primo - lo ho "perso" (per quanto strano ciò possa sembrare) e mi diedi alacremente da fare per ricrearne uno nuovo. Qualche tempo - nel frattempo ero divenuto più bravino - il blog perso me lo ritrovai).

Ohibò! - dissi a me stesso - E ora cosa ne faccio?

La risposta più logica sarebbe stata: Disattiviamolo!. E invece...

Mi dissi: li tengo tutti e due. E così feci. E' stato bello finchè è durato...

Ma giocare su due tavoli - e sempre con la stessa effcienza - è molto complicato, ancora di più quando i tavoli diventano tre e poi quattro e via discorrendo....

Con overblog ho trovato una "casa" che mi sembra sicuramente più soddisfacente e così, dopo molte esitazioni, mi sono deciso a fare il grande passo del trasloco, non senza un certo dispiacere, perchè il cambiamento induce sempre un po' di malinconia e qualche nostalgia.

E quindi ora eccomi qua.

E quello che ho fatto - ciò mi consola molto - rimane là e chiunque se ha la curiosità può andare a dargli un'occhiata.

 

Seguendo il link potete leggere il mio curriculum.

 

 


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