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8 dicembre 2024 7 08 /12 /dicembre /2024 05:00
Gabriel e Frida, dicembre 2017 (foto mia)

Gabriel e Frida, dicembre 2017 (foto mia)

Nella foto d’annata si vedono

una Frida ormai vecchietta
e Gabriel piccolino

che sembra volersi 

distendere su di lei

o cavalcarla come fosse un cavalluccio

Frida era ultrapaziente e mite
Da Gabriel si faceva fare di tutto
Talvolta, mi sembravano
quasi simbiotici


Frida, tra i cani che sono stati con me,

è stata longeva:
mi ha accompagnato per 16 anni
Me la sono portata appresso
in molti viaggi in auto
in giro per l’Italia
Poi, nel suo ultimo anno di vita,
s’è riempita di acciacchi
Se n’è volata via
e quella luce si è spenta 
nei suoi occhi buoni


Cane mitissimo e paziente
era Frida
Mi facevano ridere
quelli che mi chiedevano:
“Ma morde?”


 

Frida cane fedele (foto di Maurizio Crispi)

Tenerissima era Frida,
e le mancavano solo le parole
quando mi seguiva con lo sguardo
con quei suoi occhi umidi e scuri
Poi, se sparivo alla sua vista, 
si alzava e veniva a vedere
cosa facessi
All’ultimo non si muoveva
quasi più dal suo giaciglio
ed ero io che dovevo andare a vedere
cosa facesse


Ha tratto il suo ultimo respiro
mentre viaggiavamo in auto
alla volta della campagna
Ed è lì che l’ho inumata


Qui, con Gabriel, siamo a Cesaró 
il 7 dicembre 2017,
in occasione di una gara podistica

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4 dicembre 2024 3 04 /12 /dicembre /2024 02:16

Un piccolo sogno “di viaggio” di un anno fa

Maurizio Crispi (4 dicembre 2023)

Bici incatenata (foto di Maurizio Crispi)

Pedalo e pedalo


Ho deciso di trascorrere 
alcuni giorni 
del Natale
in una località montana
andandoci con la bici,
la mia bella bici da corsa
che, per l’occasione,
ho tirato fuori dal box
e ho rimesso a posto

 

Pedalo e pedalo
La strada si inerpica in mezzo ai monti
Al bordo c’è uno spolvero di neve fresca
L’aria è frizzante


Pedalo e pedalo
Mi sento ancora in forma
malgrado tutto
Ogni tanto tento un’acrobazia
per scansare gli ostacoli 
che mi si parano innanzi


Pedalo e pedalo

Arrivo a destinazione
Il luogo è un grande resort montano
affollato di vacanzieri
Fendo la folla vociante
e mi dirigo verso la sala da pranzo,
chiedendomi se non ci siano
degli amici podisti
dei quali so per certo
che avrebbero dovuto alloggiare qui


Le mie ricerche sono infruttuose
Solo in uno mi imbatto
già in tenuta da corsa
che trotterella gagliardo
giù per le scale
Mi annuncia che andrà di corsa
in una lontana località del Sud
per disputare una 120 ore podistica
(Sono Tutti Pazzi Questi Podisti)
Mi chiede se per caso io non voglia
accompagnarlo in bici 
e assisterlo sia durante il viaggio
sia in corso di gara


Io dico Ok
e con effetto immediato partiamo
all’avventura


Addio riposo!
Bye bye!


(dissolvenza)

Palermo, 4 dicembre 2023

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3 dicembre 2024 2 03 /12 /dicembre /2024 05:21

Una nota di sogno del 3 dicembre 2024

Maurizio Crispi

Foto di Francesco Crispi

Sono in un gruppo 
scolastico o terapeutico, 
non so
Si discute di un autore
del quale assieme
in seguito si dovrà leggere un libro
per discuterlo sempre assieme
Faccio vedere ai partecipanti 
delle schede
desunte dal web
che mostrano chi fosse quest’autore
e quali siano state le sue opere
I partecipanti del gruppo 
non ne sanno nulla
e sono molto interessati,
ascoltano intenti 
e la discussione è animata
Arriva nel bel mezzo
la telefonata di un controllore
che ci chiede cosa stiamo facendo
Sono io a rispondere
e, dunque, mi soffermo a spiegare
la rava e la fava di tutto
pur sentendomi infastidito,
poiché la telefonata intrusiva
sta levando slancio al lavoro del gruppo
Ma il Grande Fratello
esige rispetto e priorità assoluta
Non si può derogare
Non ci è concesso
Non si scherza con il grande fratello

Poi, dopo, bisogna svolgere
un’attività esterna 
uscendo nel territorio
e portando dei dischi in vinile a 45 giri
da fare ascoltare in giro
(azione educativa?
Terapeutica? Ludica?
Non so…)

Non ho mai fatto una cosa simile
Il mio diretto superiore mi rifornisce
d’una custodia di plastica nera
nuova di zecca
il cui interno è fornito di scomparti
per alloggiare i vinili
senza che si rovinino

 

Sono perplesso
Sono riluttante

 

(dissolvenza)

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2 dicembre 2024 1 02 /12 /dicembre /2024 04:59

Malinconia struggente, tristezza, solitudine Eppure, lontano, un angolo di cielo si sta rischiarando Bisogna attendere
Forse, ritornerà il sereno.
Me lo auguro!
Non mi piace star fermo con questo gelo che mi penetra nelle ossa e mi fa sentire fragile come un cristallo, pronto ad incrinarsi al minimo sussulto

Maurizio Crispi (2 dicembre 2009)

Una traccia pubblicata su Facebook il 2 dicembre 2009, saltata fuori come “ricordo” con l’algoritmo

Maurizio Crispi

Ricordo di Halloween (foto di Maurizio Crispi)

Sono un ricordo di Halloween 

Nessuno mi vuole piú

Mi hanno lasciato solo, al freddo, esposto alla pioggia 

Prima, la mia vita era stata una bella festa, vedevo tanti bimbi ciarlieri attorno a me

Non immaginavo che, senza alcun preavviso sarei stato considerato una vita di scarto e gettato via con tanta indifferenza
I miei occhi vuoti non vedono più niente nuovo
Ma ho scoperto il modo di trarre consolazione da questa nuova esistenza che mi rimane - anche se non so per quanto tempo ancora
Guardo il cielo, così alto ed immenso sopra sopra di me, e le nuvole che, a volte, viaggiano come fiocchi cotonosi simili a pecorelle e che, altre volte, si addensano minacciose, incutendomi timore
Guardo il sole nel suo ciclo giornaliero e qualche volta la sua radiosità mi fa male, perchè sono una creatura della penombra.
Guardo la luna benevola e le stelle di cui è tempestata la volta celeste, di notte
E tutto questo mi tiene compagnia
Ora sei arrivato con quella macchinetta fotografica e mi hai salvato: anche se il mio corpo di carta si dissolverà presto, la mia immagine sopravviverà per molto tempo ancora
Grazie, amico sconosciuto, per avermi preso con te!

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1 dicembre 2024 7 01 /12 /dicembre /2024 04:08

È giorno di scirocco

Tira vento
Alberi si sono schiantati
Ora ne segheranno via un bel po’
per mettere la città in sicurezza

Sorge il sole
incendiando di rosso
nuvole flottanti
come navi aliene in attesa

Un gabbiano plana alto
sospinto dal vento
e quando un raggio di luce
lo intercetta
si trasforma in una scheggia d’oro fuso
che fende il cielo

Una foglia cade
danzando
davanti ai miei occhi
nel silenzio

Maurizio Crispi (1 dicembre 2023)

Edificio imbrigliato in un giorno di scirocco (foto di Maurizio Crispi)

Edificio imbrigliato in un giorno di scirocco (foto di Maurizio Crispi)

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29 novembre 2024 5 29 /11 /novembre /2024 13:28
La magnolia moritura (foto di Maurizio Crispi)

Un parcheggio
Una vasta distesa
Per uscire soltanto un piccolo viale stretto tra due file di alberi giganteschi e fronzuti
Quando mi muovo con la mia auto e mi dirigo all’uscita, quando cioè sto per imboccare il vialetto, vedo che sono arrivati i tagliatoti di alberi armati di motoseghe e che, senza indugio, si sono messi all’opera, con rumori stridenti
Già il vialetto è ingombro di grossi pezzi di tronco e ramaglie e sono costretto ad improvvisare una faticosa gimkana per quanto il passaggio si è fatto stretto e tortuoso
Sono adirato e fuori di me per lo scempio che stanno facendo ai poveri alberi
Quando sto per arrivare all’uscita ecco che arriva un’enorme ruspa semovente chiamata per completare lo sradicamento dei ceppi (quindi non si tratta solo di capitozzatura selvaggia, ma di uccisione!)
Io voglio uscire, la ruspa vuole entrare
Siamo muso contro muso a fronteggiarci
Io non intendo recedere
Stiamo fermi per un po’ quasi a misurarci
Poi, alla fine, la ruspa prende a rinculare ed io appresso a lei, con un senso di trionfo
Poi, poco dopo, vorrei andare a parcheggiare l’auto in un cortile interno al quale si accede percorrendo uno stretto budello, poco più che un camminamento fiancheggiato da alte mura
Arriva una tizia con il suo cane a passeggio e sono costretto ad indietreggiare per farle spazio, ma anche per evitare che il mio, già allertato alla vista del botolo, possa agitarsi e farmi in auto un’assordante inferno di sonori abbaii e ringhi sordi
Poi vedo un grosso SUV e, seduto al volante, un mio collega di molto più giovane, il quale si sporge dal finestrino aperto per chiedermi una foto, cosa che io faccio volentieri
Ancora, ancora!, mi dice con giocosità infantile
Ed io scatto e scatto a ripetizione, variando l’inquadratura e zoomando
Ogni tanto controllo nel display e vedo che i risultati sono buoni
Mi rendo conto di avere catturato nelle immagini anche una bambina di pochi anni - di cui non mi ero affatto accorto -  pure lei con la piccola testa arruffata aggettante fuori dal finestrino
Mi accorgo che le foto in cui compare la bimba, assieme al papà, sono ancora più belle
Penso che gliele farò avere e che ne sarà contento

Dissolvenza

C’era una volta una poderosa magnolia,
oggi rasa al suolo da uomini stolti
La sentenza è stata pronunciata
L’albero è stato smembrato
senza pietà alcuna
Mi sono rattristato profondamente
e ci sono stato male
tutto il giorno
Ancora devo metabolizzare
il tormento che questa violenza
mi ha dato

È cosa buona e giusta
il taglio di alberi
che danno ombra e vita
e che sono baluardo
al sovrariscaldamento della città?

Questi tagli si consumano
nell’indifferenza generale
Non ci sono difensori civici
che alzino la mano
per rallentare queste frenesie distruttive


Maurizio Crispi (30 novembre 2024)

Magnolia moritura (foto di Maurizio Crispi)

Magnolia moritura (foto di Maurizio Crispi)

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27 novembre 2024 3 27 /11 /novembre /2024 10:20

Una nota di diario pubblicata solo su Facebook nel novembre 2010 e mai riportata nei miei blog

Maurizio Crispi (19 novembre 2010)

Viale di notte (foto di Maurizio Crispi)

La spiaggia è deserta
l'aria fredda e asciutta
vibrante d'un chiarore diffuso
ma la luna - pur al suo massimo - non si vede ancora,
nascosta com’è dietro grandi nuvole

Due randagi vagano
lungo la spiaggia
e poi prendono a rincorrersi tra loro
in modi buffi, gioiosi,
con scarti, repentini cambi di direzione,
moine e rotolamenti e mugolii
vivendo così
momenti di felicità assoluta,
fuori dal tempo


Poco lontano
ombre si stagliano tra le ombre,
voci sommesse ed indistinte
fanno intuire che d'umani si tratta
e non di piante


Le luci dei lampioni tremolano
e il respiro profondo del mare,
carico di iodio e di aria pulita
giunge frizzante,
mescolandosi all’odore resinoso dei pini,
e, sullo sfondo, il fruscio della risacca,
continuo e rotondo


S'avverte nell'aria
un tenue sentore di legna bruciata


E poi soltanto strade vuote

Nelle rade case abitate
le finestre sono serrate
e solo qualche lama di luce 
tra le fessure di scuri e serrande
lascia intuire
calore ed intimità domestica, forse


Al culmine del piccolo viaggio notturno
c'è un lungo tunnel buio,
dove i lampioni sono rotti,
e al fondo di questo pozzo insondabile,
i due occhietti rossi baluginanti
d'un auto in fuga,
distanti anni luce,
sembrano ricordare che il mistero della notte
è sempre grande,
e che navigarci dentro
talvolta può essere rigenerante
e condurre ad una nuova nascita


È la ciclicità eterna
del transito dal buio alla luce


(Palermo, il 19 novembre 2010)
 

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27 novembre 2024 3 27 /11 /novembre /2024 09:27

Ecco una vecchia nota relativa ad un sogno singolare (già pubblicata su Facebook) di cui avevo perso la memoria

Maurizio Crispi (27 novembre 2011)

Il gioco della palla dei Maya

C'è un gruppo di persone, uomini e donne che giocano con una palla

Ed io li guardo

Chi sono? Forse si tratta di un gruppo di degenti in una Casa di Cura per disturbi psichici (o una Comunità Terapeutica per pazienti psichiatrici)

Improvvisamente, la palla scompare, smarrita.

La situazione di armonia del gioco si interrompe bruscamente: chi si lamenta, chi piange, chi diventa aggressivo e accusa qualcuno di aver rubato la palla o di averla distrutta

Da una situazione collettiva in cui i diversi individui formavano un'unità attraverso il gioco si passa ad una di frammentazione e di frattura

Intervengono gli addetti: vorrebbero attivare delle pesanti misure repressive, in altri termini curando il sintomo, invece che cercare di rimuovere la causa o di trasformarla in qualche modo, facendola divenirte un elemento propulsivo verso un possibile cambiamento

Io mi sento obbligato ad intervenire

Quello che faccio suona come un intervento pedagogico, ex-cathedra

Lo scenario dunque cambia: adesso è come se fossi in una sala per conferenze

Sono seduto in una delle file di poltrone, peraltro vuote, in una grande sala deserta

Accanto a me, una donna che rimane senza volto, ma da cui mi sento ispirato

Più in alto su di una specie di proscenio sta il relatore che parla a nome di quelli che volevano attivare le misure repressive nei confronti dei giocatori frustrati

Ma, in un rovesciamento della situazione, sono io a parlare, io che sto in basso espongo il mio pensiero al relatore che sta in alto

Il gioco della palla dei Maya

Espongo le mie teorie con fervore e dico che, nella situazione appena accaduta, si sarebbero potute adottare diverse strategie non repressive, bensì creative

Una avrebbe potuto essere quella di mettersi tutti a discutere della scomparsa della palla, invitando ciascuno dei partecipanti alla discussione a costruire una storia sulla scomparsa della palla e fare in modo che i diversi racconti sulla palla svanita nel nulla rimbalzino dall'uno all'altro: come a dire, continuiamo a giocare a palla, anche se la palla - fisicamente - non c'è più. Lasciamo che la palla diventi un oggetto intangibile che, ciò nondimeno, si muove all'interno del campo di energie psichiche sprigionate da ciascuno.

L'altra, invece, avrebbe potuto essere una soluzione "magica", con un intervento degno di un deus-ex-machina

Mentre i giocatori privati del loro trastullo sono in preda alla frustrazione e alle loro variegate emozioni, facciamo in modo che qualcuno del personale prenda una palla e, da un luogo nascosto, la faccia ripiombare nel bel mezzo del gruppo dei giocatori che immediatamente sarebbero presi da un senso di meraviglia di fronte alla palla caduta dal cieli e, grati di un simile portento, riprenderebbero a giocare come se niente fosse accaduto, ciò nondimeno segnati dall'esperienza di un contatto improvviso con un'entità trascendente che, come ha levato, così restituisce.

A questo punto, il relatore sul podio cerca di frenarmi, ma il flusso del mio eloquio è veramente irrefrenabile.

Ecco: si è affacciato il mio brutto vizio di assumere nel momento meno opportuno un piglio troppo professorale

 

Eurinome e Teti, con Efesto appena nato. Alle loro spalle Oceano

Eurinome, Dea di tutte le cose, sorse nuda dal Caos, ma non trovò nulla su cui poggiare i piedi, così divise il mare dal cielo e incominciò a danzare sulle onde.
Presa dalla sua danza si diresse verso Sud e per la prima volta sentì il vento turbinare alle sue spalle: decise quindi di iniziare la creazione proprio con il vento.

Si girò all'improvviso e afferrò fra le mani quel Vento del Nord, lo modellò finchè prese la forma di un serpente, il gran serpente Ofione. A quel punto continuò la sua danza frenetica per scaldarsi danzando ad un ritmo sempre più incalzante finchè Ofione, ebbro di desiderio, si accoppiò a lei. E così come fecondatore Vento del Nord, Borea, che solo sfiorando con il suo leggiadro tocco ingravida le giumente, Ofione fecondò Eurinome.
E subito ella si mutò in bianca colomba e danzando sulle acque depose l'Uovo universale.
Poi comandò ad Ofione di avvolgere 7 volte l'uovo con le sue spire ed allora l'Uovo si dischiuse e tutto ciò che esiste uscì da esso: il caldo sole, la candida luna, le stelle brillante ed i pianeti e la terra tutta con i monti incantati, i fiumi sinuosi e le erbe e gli alberi maestosi e i teneri fiori e con essi tutte le creature viventi. Eurinome prese residenza con Ofione sul monte Olimpo, ma Ofione cominciò a vantarsi di essere lui il Creatore di tutte le cose, così Eurinome si vide costretta a punirlo: gli sferrò un gran calcio in viso che gli fece perdere tutti i denti e venne relegato nelle buie caverne sotto la Terra.
Poi Eurinome creò i sette pianeti e i Titani e le Titanesse che governano le loro potenze: al Sole, Tia e Iperione; alla Luna Febe e Atlante; a Marte Dione e Crio; a Mercurio Meti e Ceo; a Giove Temi e Eurimedonte; a Venere Teti e Oceano; a Saturno Rea e Crono. Creò poi Pelasgo, il primo uomo.
Egli emerse dal suolo dell'Arcadia seguito da una schiera di suoi simili a cui insegnò a fabbricare capanne, a nutrirsi di ghiande e a cucirsi tuniche di pelli di maiali.
Eurinome, rappresenta un aspetto della Grande Madre delle origini  (dalla Mitologia Greca - Mito Pelasgico ed in questo senso vedasi anche Robert Graves - storico - I miti greci, Longanesi)..

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24 novembre 2024 7 24 /11 /novembre /2024 09:55
Alba ad Altavilla (24 novembre 2024) - foto di Maurizio Crispi

Alba ad Altavilla (24 novembre 2024) - foto di Maurizio Crispi

Alba, senza nuvole
Il cielo del primo mattino,
pulito e radioso
Un nitore che penetra
dritto nel cuore
come una freccia
portando con sé
la promessa d’un nuovo giorno

Maurizio Crispi (24 novembre 2024)

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18 novembre 2024 1 18 /11 /novembre /2024 10:15
Mio fratello ad Agrigento - Novembre 2011, in viaggio per Agrigento per partecipare ad un incontro-dibattito sui temi della salute, organizzato dalla CGIL (foto di Maurizio Crispi)

Questa notte, nel sogno, 
sono stato a lungo con mio fratello 
Mi incontravo con lui e con il suo badante
davanti ad un centro di selezione dell’esercito
C’era anche il cagnardo Black con noi

Lo portavo all’interno del compound
e, dopo aver camminato per un po’, entravamo in una struttura 
simile ad un enorme bunker,
però a cielo aperto 
Dopo aver superato alcune barriere architettoniche
lo collocavo davanti 
ad una postazione di puntamento
Qui lui doveva sparare dei colpi
da un arma
dopo aver guardato nel mirino
e seguendo le istruzioni 
impartite dal sottufficiale addetto
C’erano delle difficoltà, ovviamente,
ma mio fratello cercava di eseguire
con buona volontà e disposizione
Per lui era tutto nuovo 
(del resto anche per me)
Mio fratello era contento,
eccitato positivamente, 
ben disposto
Ciò che mi infastidiva 
era il tono paternalistico di quel graduato
che quando si rivolgeva a lui o a me
lo chiamava “ragazzo”, 
mentre il mio fratello del sogno,
per quanto in carrozzina,
era un uomo fatto e finito
Mio fratello non superava la selezione,
però ci aveva provato 
e questo era di certo 
un grande passo per lui

Poi, per un po’, da solo,
giravo per quella struttura
a forma di bunker
Girando dall’altro lato 
scoprivo che vi era addirittura 
una postazione di tiro 
per carri armati
Li vedevo in azione 
mentre sparavano colpi su colpi 
Che paura!
Poi ritornavo 
dove avevo lasciato mio fratello
Per raggiungerlo dovevo scendere
al piano di sotto 
per mezzo di una stretta scaletta
di legno, precaria e scricchiolante 
Intravedevo in fondo il Black
che vedendomi scendere
mi veniva incontro 
e mi saltava addosso festosamente
poggiando con le zampe anteriori 
sul mio torace,
creando un gran subbuglio
e mettendomi in pericolo
di cascare giù 
assieme a tutta quella scala
così incerta ed instabile
(traballante)
Poi ero ancora lì ad aggirarmi
nel compound, 
cercando un posto 
dove sistemarmi con il sacco a pelo
per passare la notte
Alcune reclute sfaccendate
mi dicevano che di lì a poco
sarebbe arrivato un esperto di sostanze d’abuso
per parlar loro dei rischi derivanti dal loro utilizzo
Mi dicevano anche il suo nome: 
io capivo che in passato 
ne avevo fatto la conoscenza
e ci avevo anche lavorato insieme
Mi sorprendeva il venire a sapere
che avrebbe dormito 
in sacco a pelo, 
lì, accanto a me, nel compound,
assieme alle reclute
Pensavo che ciò era 
una mossa tipica del personaggio
che, con gesto istrionico e di volpone populista, 
metteva in atto
una strategia per potenziare
la sua credibilità oratoria
e per indurre i destinatari 
dei suoi messaggi 
a pensare che fosse uno di loro
Mah! Che mezzucci!
La cosa curiosa ed esaltante
era che al compound,
prima dell’incontro con mio fratello,
io fossi arrivato librandomi
su d'una fantastica sedia volante
Nulla di tecnologico, però,
si badi bene
Si trattava d’una comune sedia in legno
con davanti un vassoio reclinabile,
priva di qualsiasi dispositivo di sicurezza,
tipo cinture o imbracature
Ci si doveva soltanto sedere su
e, quindi, premere un pulsante
dopo di che la sedia andava
per conto suo,
seguendo la sua rotta,
o meglio la mia, in questo caso, 
ma non v’era alcun dispositivo di guida,
a parte quel pulsante rosso,
per lo start iniziale
Mi rendevo conto 
che spostandomi per la città,
allo scopo di evitare ostacoli vari,
tipo pali della luce, segnaletica verticale,
cavi elettrici aerei 
e cartelli pubblicitari e altri veicoli volanti, 
occorreva volare più in alto possibile
La sedia, pur in assenza di comandi manuali,
ubbidiva docilmente al mio pensiero
e mi portava in alto
dove l’aria si faceva rarefatta
e gli uomini e le auto in basso
si rimpicciolivano 
sino alle dimensioni di soldatini e modellini di plastica
All’improvviso mi rendevo conto 
dell’altitudine che mi dava le vertigini
e cominciavo a sudare freddo,
preso dal timore 
di poter scivolare giù 
non essendo assicurato a nulla
Mi si torcevano le budella
La sedia imperturbata
continuava il suo volo
ed io con lei
Non avendo nient’altro da fare
mi aggrappavo spasmodicamente
a quella ribaltina mobile 
di cui era corredata la sedia volante
Mi sentivo decisamente ridicolo,
eppure continuavo a volare

Era un volo perturbante,
ma nello stesso tempo bellissimo
Pur spaventato,
ma ad un tempo affascinato,
pensavo che avrei dovuto far provare
quella sedia magica a mio fratello

Dissolvenza

 

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Come sono arrivato qui

DSC04695.jpegQuesta pagina è la nuova casa di due blog che alimentavo separatamente. E che erano rispettivamente: Frammenti. Appunti e pensieri sparsi da un diario di bordo e Pensieri sparsi. Riflessioni su temi vari, racconti e piccoli testi senza pretese.

Era diventato davvero troppo dispendioso in termini di tempi richiesti alimentarli entrambi, anche perchè nati per caso, mentre armeggiavo - ancora alle prime armi - per creare un blog, me li ero ritrovati ambedue, benchè la mia idea originaria fosse stata quella di averne uno solo. Infatti, non a caso, le loro intestazioni erano abbastanza simili: creatone uno - non ricordo quale dei due per primo - lo ho "perso" (per quanto strano ciò possa sembrare) e mi diedi alacremente da fare per ricrearne uno nuovo. Qualche tempo - nel frattempo ero divenuto più bravino - il blog perso me lo ritrovai).

Ohibò! - dissi a me stesso - E ora cosa ne faccio?

La risposta più logica sarebbe stata: Disattiviamolo!. E invece...

Mi dissi: li tengo tutti e due. E così feci. E' stato bello finchè è durato...

Ma giocare su due tavoli - e sempre con la stessa effcienza - è molto complicato, ancora di più quando i tavoli diventano tre e poi quattro e via discorrendo....

Con overblog ho trovato una "casa" che mi sembra sicuramente più soddisfacente e così, dopo molte esitazioni, mi sono deciso a fare il grande passo del trasloco, non senza un certo dispiacere, perchè il cambiamento induce sempre un po' di malinconia e qualche nostalgia.

E quindi ora eccomi qua.

E quello che ho fatto - ciò mi consola molto - rimane là e chiunque se ha la curiosità può andare a dargli un'occhiata.

 

Seguendo il link potete leggere il mio curriculum.

 

 


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