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3 febbraio 2012 5 03 /02 /febbraio /2012 16:50
Le Palline di Buccia d'Arancia della mia prozia Irene: una prelibatezza della mia infanzia

La mia prozia Irene (la sorella della nonna materna), donna energica e volitiva (vissuta sin quasi a cent'anni) aveva una sua ricetta per preparare delle "palline" dolci, realizzate riciclando le bucce d'arancia, che a questo scopo venivano religiosamente conservate (la mia famiglia - vivevamo proprio accanto, in due appartamenti comunicanti) eraq mobilitata nella raccolta, naturalmente.

Quando, da piccini, io e altri nipoti andavamo a casa sua in visita, lei da uno degli anfratti di un grande armadio le tirava fuori e a ciascuno di noi ne dava una da mangiare - una per visita, la parsimonia era d'obbligo.
Rivestite di zucchero critallino, erano squisite, buonissime.

Le papille gustave - lo dico adesso da adulto - letteralmente urlavano dal piacere...
E' uno dei ricordi gustativi più saldamente stabilito nella mia memoria degli anni d'infanzia.
Se ci penso, mi pare quasi di sentirne il gusto, in cui il dolce dello zucchero e quello amarognolo dell'arancia si sposavano in un felicissimo connubbio.

L'altro ricordo che ne ho è questo: dopo averle preparate - ma le alchimie della preparazione mi erano del tutto sconosciute - le teneva ordinatamente allineate su di un vassoio e ricoperte da un panno sopra il ripiano di una ggrande stufa a legna di gres che era collocata in uno slargo del corridoio di casa sua, perchè si asciugassero ed assumessero la necessaria consistenza.

Anche se, di tanto in tanto, entravo in esplorazione a casa della prozia, più o meno in missione segreta, ne potevo sentire soltanto il profumo che si prigiobava da sotto quel panno, ma non osavo allugare la mano ed arrafarne una.
Per di più, spesso, seduta al calduccio accanto allo stufa a sferruzzare c'era la Vincenzina, una corpulenta signora di mezza d'età con un parrucchino in stile tordella (aveva perso , non si sa come, tutti i capelli) e quindi i dolcetti erano per irraggiungibili.
Non potevo osare: se fossi stato scoperto - come minimo - la prozia mi avrebbe inseguito per tutto la casa, tutta in nero, agitando un sottile ago, con il quale quando compivo qualcuna delle mie monelleria, si proponeva di pungermi la lingua, tanto per infliggermi un'esemplare punizione.

Da allora non le ho mai mangiate, se non una volta quando ricevetti come regalo un pacchettino prezioso confezionato in una bottega artigianale di specialità gastronomiche, realizzate seguendo antiche (e semplici) ricette.
Era un'autentica godurie mangiarne...
E siccome solo una ce ne era concessa per volta (senza diritto di repllica), era obbligo assaporarla a piccoli morsi, facendo durare ogni frammento il più a lungo possibile e giochicciandoci tra la lingua e i denti.
Scartabellando all'interno di un libro di cucina che usava mia madre (il classico " Talismano della Felicità", con il quale si sono formate ai piaceri e agli oneri della gastronomia generazioni di giovani spose) ho trovato un sottilissimo foglietto (quasi della consistenza di una velina) ritagliato da una antica distinta bancaria (allora, con grande parsimonia, si riciclava tutto) contenente la semplice ricetta per la preparazione di questa prelibatezza: la regolare scrittura inclinata vergata con penna ed inchiosto (inchiostro del calamaio, sembrerebbe) e piena di svolazzi è presumibilmente quella della mia prozia.

Ed ecco la ricetta, semplicissima.
Palline di buccia d'arancia e mandarino
Tre giorni in acqua spesso cambiata.
Bollire per mezzora (arancia) o venti minuti (mandarini).
Sgocciolare bene.
Tritarle finemente e unirle con eguale quantità di zucchero.
Mettere sul fuoco e rimestare finché si ottiene pasta densa.
Raffredate se ne fanno palline che si rotolano in zucchero cristallino.

Nel socializzare la ricetta, invito chiunque si vorrà cimentare nella preparazione di questa goloseria a farmi fare un assaggino. Quindi, amici e amiche, cominciate a conservare le bucce d'arancia o di mandarino.. E sono aperte le prove...

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commenti

M
poco fa ho giusto fatto una mini dose di gelo di arance, e avendo visto la ricetta da Gennarino (!)ho messo direttamente la buccia delle 3 arance usate in acqua...per provare andrà più che bene!<br /> Grazie per averla condivisa!
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C
Perdonami,ma la tua zia dove avrà preso quella ricetta?Perchè io l' ho fatta più di 2 anni fa e l' avevo letta in un sito.Avrà origine da qualche vecchio libro di ricette.Io le ho anche usate come<br /> ripieno di cioccolatini fondenti!Squisiti!
Rispondi
D
Ciao, scusami se scoccio, volevo dirti che ho pubblicato la ricettina sul forum di cui faccio parte - GENNARINO - ovviamente mettendo il link al tuo blog e citandoti quale autore della ricetta...lo<br /> so, avrei dovuto chiedertelo prima ma le pallini all'arancia sono talmente buone che ho voluto condividere la ricetta con i miei amici...se vuoi passare a dare un'occhiata ho messo anche una foto.<br /> Grazie e buona serata<br /> Dony
Rispondi
M
Wow!!!
Rispondi
D
grazie, farò come hai fatto tu, l'idea della confezione dei ferrero rochè è buona, ma per me improponibile.....ho prodotto 2 kg di impasto !!!
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Come sono arrivato qui

DSC04695.jpegQuesta pagina è la nuova casa di due blog che alimentavo separatamente. E che erano rispettivamente: Frammenti. Appunti e pensieri sparsi da un diario di bordo e Pensieri sparsi. Riflessioni su temi vari, racconti e piccoli testi senza pretese.

Era diventato davvero troppo dispendioso in termini di tempi richiesti alimentarli entrambi, anche perchè nati per caso, mentre armeggiavo - ancora alle prime armi - per creare un blog, me li ero ritrovati ambedue, benchè la mia idea originaria fosse stata quella di averne uno solo. Infatti, non a caso, le loro intestazioni erano abbastanza simili: creatone uno - non ricordo quale dei due per primo - lo ho "perso" (per quanto strano ciò possa sembrare) e mi diedi alacremente da fare per ricrearne uno nuovo. Qualche tempo - nel frattempo ero divenuto più bravino - il blog perso me lo ritrovai).

Ohibò! - dissi a me stesso - E ora cosa ne faccio?

La risposta più logica sarebbe stata: Disattiviamolo!. E invece...

Mi dissi: li tengo tutti e due. E così feci. E' stato bello finchè è durato...

Ma giocare su due tavoli - e sempre con la stessa effcienza - è molto complicato, ancora di più quando i tavoli diventano tre e poi quattro e via discorrendo....

Con overblog ho trovato una "casa" che mi sembra sicuramente più soddisfacente e così, dopo molte esitazioni, mi sono deciso a fare il grande passo del trasloco, non senza un certo dispiacere, perchè il cambiamento induce sempre un po' di malinconia e qualche nostalgia.

E quindi ora eccomi qua.

E quello che ho fatto - ciò mi consola molto - rimane là e chiunque se ha la curiosità può andare a dargli un'occhiata.

 

Seguendo il link potete leggere il mio curriculum.

 

 


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