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3 dicembre 2023 7 03 /12 /dicembre /2023 17:36
Crispi bifronte (foto di Francesco Crispi)

Dicembre, dicembre!

 

Mese critico,
mese in cui si prepara il passaggio
da un anno all’altro

 

Il mese di Giano Bifronte

 

Il mese del transito e del passaggio 

 

Non penso tanto alle feste
che si succedono e ci travolgono, no!
Non penso tanto agli slogan
triti e ritriti,
alle parole vuote,
alle frasi fatte ripetute per abitudine, no!
Nemmeno penso alla commercializzazione spinta
o al potlach dei doni e dello sperpero

 

Penso solo alla corsa dei giorni
che si fa sempre più veloce e frenetica
mentre siamo sospinti in avanti
come a dover cercare di continuo
un nuovo centro di gravità,
catturati da un gorgo o da un vortice
che ci fa girare come trottole
sempre più veloci 
sempre più veloci
verso la fine dei giorni
e verso la rinascita

 

Pensiamo sempre ad una possibile rinascita 

 

Pensiamo (ci auuguriamo) sempre che dopo le rapide
potremmo di nuovo navigare
in acque più chete e tranquille
ma soltanto sino alle turbolenze successive

 

E così andiamo avanti 
sentendoci come pagliuzze
che ruotano e vorticano
in un mondo velocizzato, ultrasonico

 

Dicembre questo è diventato

 

Vogliamo soltanto la pace
e il riposo

 

Siamo forsennati, invece,
e vorremmo poter tornare
al tempo lento delle origini
e poterci concentrare
in modo intimo e meditativo
sul ricorrere ciclico
della morte e della rinascita

 

(la foto di "Crispi bifronte" è di Francesco Crispi)

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29 novembre 2023 3 29 /11 /novembre /2023 06:46
Foglie d'autunno (foto di Maurizio Crispi)

Siamo sempre qua

 

Due cani per strada

Ma siamo anche due briganti per strada
- due vilain, due gaglioffi - 
e ci manca solo il somaro

 

Pronti ad andare
in viaggio in autostop galattico
attraverso l’universo intero
sino ai contrafforti di Orione 
e oltre
Come bagaglio
uno zaino pieno di libri
e la macchina fotografica

 

Sono pronto ad andare

 

Sono pronto ad essere dimenticato

 

Non si è mai del tutto pronti
per questo,
ma proprio per questo
- dice il Filosofo -
nell’imperfezione
e nell’indefinitezza del nostro vivere
si è sempre pronti
ad entrare nel Grande Nulla
ma forse al di là della cortina oscura
- e alcuni la chiamano il Mistero -

ci attende insondabile
la Grande Bellezza

 

Nessuno è mai tornato indietro
a riferire se sia l’una o l’altra cosa

ciò che attende il Viaggiatore

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27 novembre 2023 1 27 /11 /novembre /2023 07:01

Questo scrissi il 27 novembre del 2012

Maurizio Crispi

Alla guida

Sognavo di essere in viaggio, con la mia auto

Quando risalivo in auto per ripartire (o per andare a sbrigare una commissione) dopo un lungo parcheggio per una sosta in una specie di campeggio (o ostello molto alla buona), mi accorgevo che la leva del freno a mano non era più al suo posto, ma era conficcata nello sportello di destra, eppure ancora funzionante.

Davvero surreale!

Quel che è più grave, anche il volante era rotto e ne rimaneva appena una piccola mezzaluna, come se tutto il resto si fosse sbriciolato per usura oppure per una troppo lunga esposizione al sole

Ciò che rimaneva ha l'aspetto di una piccola (ed improbabile) cloche per il pilotaggio di un aereo

Mi sono chiesto come avrei potuto continuare il mio viaggio, con un volante così malridotto

Penso: "E se finisse di sbriciolarsi del tutto? Come farò a governare la rotta della mia auto? Con la forza del pensiero?". 

Rifletto sul fatto che dovrei trovare una concessione della Toyota o un'officina autorizzata per portarci l'auto in manutenzione ed avere così un volante nuovo ed affidabile.

L'altro mio pensiero è di non fare niente di tutto questo e continuare il mio viaggio come se niente fosse, sfidando la sorte.

Stiamo a vedere, pensiero attendista

(Tiziana Torcoletti così chiosò) 

"L’automobile nei sogni si può considerare espressione della personalità del sognatore fuori dalla sua cerchia intima, espressione di sé nel mondo, nella società, nel lavoro, nelle relazioni interpersonali. Il suo modo di essere in mezzo agli altri viene rappresentato sia dall’aspetto che l’auto ha, che dalle condizioni di guida, che dalle situazioni che di volta in volta si presentano.
Così un’auto che si ferma in panne suggerisce il bisogno di fermarsi a riflettere su quanto si sta facendo o su una stanchezza fisica trascurata. Un incidente più o meno grave, fa pensare che qualcosa stia “bloccando” iniziative o progetti del sognatore. Un‘auto che va velocissima e non si riesce a fermare, o nella quale i freni non funzionano, deve indurre il sognatore a domandarsi in che aspetto della vita stia “correndo” troppo (con i pensieri, i sentimenti, le azioni, i progetti, ecc.) o non abbia più il controllo della situazione.
Un’auto guidata da altri, richiamerà l’incapacità di gestire una situazione o il bisogno di sicurezza e di appoggio altrui, o anche la necessità di integrare le qualità che si attribuiscono al guidatore del sogno. L’auto può rappresentare anche aspetti sessuali che vengono espressi simbolicamente. Da questo punto di vista non riuscire a frenare, avanzare o andare troppo veloce, sono situazioni da correlarsi a ciò che in questo campo sta vivendo il sognatore, alle sue difficoltà o inibizioni.
E’ da tenere presente anche il collegamento importante tra l’auto, nella sua immagine completa (carrozzeria, accessori, motore), e corpo umano, dove la carrozzeria rappresenterà l’immagine esteriore, gli accessori tutto ciò che viene usato per coprirsi o esaltare la propria figura, ed il motore gli organi interni.
Le possibilità sono pressoché infinite e vanno valutate singolarmente e relazionate ad ogni contesto onirico. Genericamente si può affermare che c’è una stretta correlazione tra l’automobile e l’energia vitale del sognatore espressa nel mondo.
Può accadere che le diverse letture” del simbolo auto possano coesistere, presentando più livelli interpretativi nella stessa immagine che potrà racchiudere aspetti legati al sociale, alla salute psicofisica o alla vita sessuale.
Importante, in ogni caso, sarà tener conto nei sogni anche di una interpretazione oggettiva e non solo soggettiva del simbolo…così se sogniamo di non riuscire più a fermare la nostra automobile, perché i freni sono rotti, potremo domandarci in quale aspetto della nostra vita stiamo agendo senza riuscire a fermarci, o senza freni inibitori, o senza riuscire ad ottenere ciò che vogliamo ecc… ma sarà utile anche fare un reale controllo ai freni."

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26 novembre 2023 7 26 /11 /novembre /2023 06:54
Interno dissonante

Interno dissonante

Andare

Andare

 

Ruotare come un forsennato
legato su d’una sedia roteante
(o messo alla ruota)
oppure come un derviscio danzante
alla ricerca della sua visione estatica

 

Ci sono cose che vorrei scrivere
e che mai scrivo 
perché il tempo mi manca
e il vivere è una corsa continua
E poi le dimentico,
frammenti forse preziosi
che s’inabissano per sempre
o che vengono dispersi
come minute particole di sabbia
sospinte via dal vento

 

Notti e notti di sogni muti
che più non s’appalesano
(per il momento)
Mi mancano 
le mie piccole avventure oniriche 
Allora, leggo, leggo, leggo
e rileggo
Le parole e le frasi
danzano vorticose 
dentro i miei occhi 
e sulle retine
Si depongono al loro fondo
come sedimenti giurassici
per poi schizzare verso il lobo occipitale
come treni in corsa
e subito ripartire in mille altre direzioni
attraverso sinapsi e interconnessioni
che sono del cervello
ma anche dell’universo intero

 

E sono qui a vivere
le infinite vite di molti altri,
interrogando me stesso
dove sia nascosta la mia, di vita,
se ve ne sia una

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23 novembre 2023 4 23 /11 /novembre /2023 07:15
Nuvole )foto di Maurizio Crispi)

Oggi le nuvole in cielo,
di fogge e sfumature diverse,
sparse qua e là come bisonti al pascolo,
oppure adunate in grandi placche
o in cumuli torreggianti,
formavano un affresco aereo di ciclopiche proporzioni

 

Costruivano le quinte di un’immensa scenografia
aggiungendo bellezza alla consueta, selvaggia, bellezza dei Monti
il cui profilo ormai conosco fin troppo bene,
arricchendoli in profondità
e creando giochi di ombre e luci e di effetti chiaroscurali

 

Con queste centurie di nubi
che erano anche come possenti astronavi aliene
il paesaggio che osservavo
e che mi sfilava accanto attraverso i finestrini dell'auto
è diventato per me una cosa viva e vibrante

 

Non ho potuto scattare alcuna foto
poiché guidavo, proteso verso casa

 

Ho fatto delle foto mentali,
per quel che ho potuto
Click, click e poi ancora click

 

Forse mi è sembrato persino di vedere
il profilo di un’isola lontana
Ed ho visto anche
(questo per certo) 
la sagoma scura di un aereo
che si levava in volo,
quasi fermo,
nello sforzo immane di vincere le catene della gravità,
come volesse arrampicarsi
sino alle nubi in alto
e poi sparire alla vista

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21 novembre 2023 2 21 /11 /novembre /2023 06:16

 

 

 

Il sole è violento, fastidioso

 

Lo sento inopportuno
I suoi raggi fendono le mie retine, 
le scavano,
le corrodono
Ma non si placa mai
‘sto cazzo di sole?
Lo vorrei più gentile,
più misurato
questo fratello Sole
ed invece lo sento nemico,
assillante 
atturrante

 

A volte penso che ci avviamo 
verso la fine del mondo
e che, senza preavviso alcuno,
il sole divenuto ostile
ci ghermirà nella sua fiamma più pura

 

Tutto arderà,
si scioglierà 
nella infinitesima frazione d'un battito di ciglia
e di questo atomo di Male
che è la Terra
non rimarranno
nemmeno le ceneri,
nemmeno le polveri sottili,
poiché tutto di Noi,
sino alla più infima molecola 
sino alle particelle subatomiche
deve essere cancellato
in accordo con una sentenza
da tempo emessa

 

Non c’è più tempo 
per correre ai ripari
o per redimersi

 

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17 novembre 2023 5 17 /11 /novembre /2023 10:57
Sogno incimurrato _ Libreria a parete del soggiornino (foto di Maurizio Crispi)

Notte agitata
inquieta
esagitata

 

Incimurrato
(come soleva dire mio padre)
me ne sto tutto intabarrato e accupunato 
per curare a modo mio
l’incipiemte malessere
(come soleva fare mio padre,
che passava la notte sotto sette strati di coperte)

 

Sonno poco profondo
interrotto da frequenti risvegli
con colpi di tosse e naso che cola,
occhi lacrimosi

 

Mi sono spostato altrove
(la pratica del disambientamento)
Non sopportavo più di stare a letto
Ho provato a leggere
Chiudevo gli occhi
mentre ero nel vivo della pagina
e senza propriamente dormire
Vagabondavo nell’altrove, tra le stelle

 

In uno di questi momenti
ho sognato che guidavo la mia auto
lungo una strada di montagna 
con frequenti serpentine,
sì da poter mantenere
- pur andando in salita -
un’andatura allegra e frizzante
con cambi di direzione e rettifiche
assicurati da leggeri tocchi al volante 
Poi all’improvviso 
lo sterzo si irrigidiva,
non rispondeva 
più al comando
Il piede rimaneva incollato all’acceleratore
e io uscivo di strada

 

Mi sono riscosso
Mi sono alzato
e sono tornato a sdraiarmi a letto,
tra le coltri,
intabarrato e accupunato 
come prima


E finalmente sono riuscito a dormire

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16 novembre 2023 4 16 /11 /novembre /2023 06:23

Tempo addietro scrissi un articolo su "L'importanza del salutarsi" che è riportato e commentato tra le mie note su Facebook (inserito con relativo commento attorno al gennaio 2010). Quello che segue è uno stralcio di ciò che scrissi allora:

Maurizio Crispi

A questa regola nel corso della mia vita mi sono sempre ispirato, ottenendo sempre un contraccambio in parole o con un gesto. Anche nella mia pratica podistica, ho sempre cercato di applicare questa regola. Sia nei confronti di coloro con i quali mi trovo a condividere l’uso degli spazi urbani alle prime luci dell’alba, sia nei confronti di altri che – come – corrono.

È così che mi ritrovo a salutare l’edicolante, l’extra-comunitario che ha tenuto aperta per tutta la notte la rivendita di fiori e piante, perfino Ninetta, la homeless che arriva prestissimo –chi sa da dove – ad occupare la sua postazione e a gettare innocui improperi a chi passa. Ogni volta che incontro un podista intento nel suo allenamento (un mio simile, uno con il quale – in teoria – condivido la stessa passione) ho sempre salutato. "Ciao!!!", "Buongiorno!!!" a seconda dei casi: un saluto non costa niente e può far piacere salutare un proprio simile anche se le strade di ciascuno seguono traiettorie opposte.

Purtroppo, devo dire che i podisti metropolitani - ancora non ho trovato eccezioni a simile comportamento – a differenza del fiorista, dell’edicolante o dello spazzino, ignorano la regola di cortesia che mi è stata trasmessa. Invariabilmente, proseguono nella loro corsa, lo sguardo fisso nel vuoto, ingrugniti nello sforzo.

Alcuni pensano che la pratica sportiva dovrebbe ingentilire gli animi, nobilitare, arricchire interiormente gli individui che vi si dedicano. L'ignorare il saluto di un proprio simile ( di più: di un proprio pari, di uno che fa parte della stessa "comunità" specializzata) sembra contraddire un tale assunto. Forse, bisognerebbe ri-apprendere alcune regole elementari della cortesia, per dare un senso diverso alla propria dedizione allo sport: che attualmente, così come viene praticato sembra orientato verso forme di appartenenza "gruppale" esasperata, in cui il riconoscimento dell'altro può avvenire soltanto se l'altro è visto come "simile", "pari", in definitiva appartenente alla stessa tribù.

Per lo stesso motivo, se ad un gruppetto di podisti appartenenti alla stessa "conventicola" vuole aggregarsi uno "sconosciuto", il tacito accordo (subito messo in atto dal gruppo) è "Stronchiamolo!!!!" e tutti cominciano a correre come forsennati. Forse il rito del saluto (che, così concepito, lungi dall'essere vuota ritualità è anche scambio, relazione, riconoscimento del valore dell'esistenza dell'altro) s'è perso, con il concomitante smarrimento dell'affabilità, della cortesia, gentilezza, disponibilità che un tempo contraddistingueva la vita negli spazi urbani e non solo. Forse sempre più ci stiamo abituando a vivere chiusi dentro un duro guscio di solitudine che porta ciascuno ad ignorare l'Altro da sé, a non vederlo, a non sentirlo.

Alla "regola del saluto", quando cammino o corro, cerco sempre di uniformarmi.

Saluto sempre chi incrocio durante la mia corsa mattutina: sia esso passante, venditore ambulante o collega-podista".

 

Frida, cane fedele (2003-20119 - Foto di Maurizio Crispi

(12 marzo 2021) Di questi tempi incontro sempre una podista lenta, incrociandola o in andata o di ritorno lungo il mio percorso mattutino.

Le prime volte io la salutavo sempre con cortesia. "Salve!", "Ciao!", "Buongiorno!", accompagnando le parole con un gesto di cordialità, ma traendone tuttavia sempre la stessa risposta: un volto sfingeo, occhi nascosti da grossi occhialoni neri anche in condizioni di semi-oscurità mattutina, labbra strette e rigide.

Se salutare è da parte di chi saluta espressione di armonia con il mondo e con gli altri, rispondere al saluto che ci è indirizzato dovrebbe essere una regola (se non altro mossa dalla cortesia).

E, invece, da parte di questa tizia, niente: mai nessuna risposta. Sempre la stessa faccia impenetrabile. Davvero incomprensibile….

Alla fine mi sono scocciato: in occasione degli ultimi incontri, contravvenendo alla mia regola - e quanto mi è pesato questo! - ho smesso di salutare, avvertendo dentro di me questa discontinuità come mossa da una certa aggressività.

In questi stessi giorni, quasi a lenire lo smacco del saluto sempre mancato o ignorato, nello stesso tratto di strada mi corre incontro festosamente un cane (non so se sia un cane perduto o un cane che il padrone lascia libero di scorrazzare), meticcio indubbiamente e con un collare di tela sdrucita (che parrebbe rimandare ad un'appartenenza).

Il cane ci corre incontro festoso, compie i rituali di saluti alla mia cagnetta e prende a trotterellarci accanto apparentemente felice, per alcune centinaia di metri, per poi ritornare da dove è spuntato.

In questo modo, quasi per compensazione, il rituale del saluto è rispettato…

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9 novembre 2023 4 09 /11 /novembre /2023 07:06

Questo scrissi il 9 novembre del 2017.
Ritrovato questo frammento vagante all'interno delle "memorie" di Facebook, riemerso come il frammento di un naufragio

Maurizio Crispi

Gabbiano predatore

 

Sapore di ferro in bocca

 

Macchie nere che danzano sulla retina
e sudorazione fredda in fronte

 

L'umido del mattino mi penetra nelle ossa

 

Barcollo, preso da subitanea vertigine

 

E' il presagio d’una fine?

 

Intanto, un gabbiano mangia un topo 
- o forse si tratta di una pantegana -
becchettando con decisione
il piccolo cadavere
trattenuto dai suoi artigli fieri
e, dopo aver lacerato il corpicino,
ne ingolla pezzi interi

 

Una declinazione della wilderness metropolitana
prima dell’invasione dei cinghiali e degli orsi

 

Un cane di passaggio si attizza,
avvertendo di questo fiero pasto 
una densa traccia olfattiva,
e vorrebbe prendervi parte,
ma il gabbiano con abile mossa
vola via tenendo la sua preda, 
già cadavere, per la coda

 

Anche i gabbiani nelle città 
sono adesso nostri commensali

 

Confortato da ciò che ho visto,
sono andato via, 
di nuovo con gambe salde

È un nuovo giorno,
nato sotto una buona stella

 

(Palermo, 9 novembre 2017)
 
 

Diciamo pure che i gabbiani nelle città alzano sempre più il tiro, assumendo sempre di più l’habitus di super-predatori.
È recente la notizia di cronaca di un cane di piccola taglia che sarebbe stato catturato al volo da un gabbiano, a Napoli.
I tetti sommitali dei nostri palazzoni sono diventate le scogliere dove i gabbiani prendono dimora semi-abituale.

Maurizio Crispi

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23 ottobre 2023 1 23 /10 /ottobre /2023 07:08

Questo è un sogno la cui trascrizione risale al 23 ottobre del 2011.
Anche in questo caso ho dimenticato - a suo tempo - di trasferire questo breve testo qui nel blog.
Mi rifaccio adesso. Mi piace ripercorrere le tappe di questo sogno poiché in esso compare mio padre (che a volte nei sogni ritorna e continua a ritornare)

Maurizio Crispi

Mio padre a Palermo, nell'immediato dopoguerra

Ero nel terminal di un aeroporto e dovevo partire

Sin lì mi aveva accompagnato mio padre

Quando mi sono presentato al banco del check-in, mi sono accorto che non avevo il biglietto e nessun altro documento con me

Goffamente rovistavo tra le mie cose contenute nello zaino, nelle tasche, tra le pagine dei libri: niente

Mi sentivo uno stupido perso

In tutto questo traccheggio, mio padre era una presenza costante e  discreta, anche se avrei avuto di che per sentirmi in imbarazzo.

Mai essere concreto, mai predisporre le cose in anticipo, mai controllare che tutto sia a posto

Cosa fare? Il rischio era quello di mandare a monte il viaggio e perdere tutti i soldi investiti nel biglietto

Pensavo che avrei potuto tornare a casa a prendere il biglietto e i documenti e poi farmi riaccompagnare in aeroporto da mio padre

Mi sembrava una buona idea, ma poi mi rendevo conto che ero già in aeroporto e che i tempi disponibili non rendevano affatto praticabile un'idea che, all'inizio, mi era parsa tanto brillante

Ma c'era mio padre che non vedevo da moltissimo tempo, non dell'età che avrebbe oggi, ma come è nel mio ricordo nel periodo i cui morì: un cinquantenne pieno di vigore e di forza. Io dunque, nel sogno ero più vecchio di lui di un decennio

Sentivo che, in qualche modo, avrebbe potuto essere d'aiuto

Mi svegliavo di colpo e pensavo proprio a questo: mio padre anche se solo per poco era stato con me

Forse, era l'idea di compiere un viaggio con lui: cosa che negli ultimi dieci anni della sua vita non avevo mai più sperimentato

Riflettiamo sempre sulla nostra storia: da dove veniamo, dove andiamo

Ci interroghiamo spesso sul nostro futuro: un viaggio pieno di incognite della cui meta finale, in effetti non sappiamo nulla

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DSC04695.jpegQuesta pagina è la nuova casa di due blog che alimentavo separatamente. E che erano rispettivamente: Frammenti. Appunti e pensieri sparsi da un diario di bordo e Pensieri sparsi. Riflessioni su temi vari, racconti e piccoli testi senza pretese.

Era diventato davvero troppo dispendioso in termini di tempi richiesti alimentarli entrambi, anche perchè nati per caso, mentre armeggiavo - ancora alle prime armi - per creare un blog, me li ero ritrovati ambedue, benchè la mia idea originaria fosse stata quella di averne uno solo. Infatti, non a caso, le loro intestazioni erano abbastanza simili: creatone uno - non ricordo quale dei due per primo - lo ho "perso" (per quanto strano ciò possa sembrare) e mi diedi alacremente da fare per ricrearne uno nuovo. Qualche tempo - nel frattempo ero divenuto più bravino - il blog perso me lo ritrovai).

Ohibò! - dissi a me stesso - E ora cosa ne faccio?

La risposta più logica sarebbe stata: Disattiviamolo!. E invece...

Mi dissi: li tengo tutti e due. E così feci. E' stato bello finchè è durato...

Ma giocare su due tavoli - e sempre con la stessa effcienza - è molto complicato, ancora di più quando i tavoli diventano tre e poi quattro e via discorrendo....

Con overblog ho trovato una "casa" che mi sembra sicuramente più soddisfacente e così, dopo molte esitazioni, mi sono deciso a fare il grande passo del trasloco, non senza un certo dispiacere, perchè il cambiamento induce sempre un po' di malinconia e qualche nostalgia.

E quindi ora eccomi qua.

E quello che ho fatto - ciò mi consola molto - rimane là e chiunque se ha la curiosità può andare a dargli un'occhiata.

 

Seguendo il link potete leggere il mio curriculum.

 

 


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