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4 gennaio 2024 4 04 /01 /gennaio /2024 21:04

E qui facciamo un bel salto indietro nel tempo
per arrivare alla parte conclusiva d'una passeggiata pomeridiana
lungo la spiaggia di Mondello
(ma già con il buio incipiente ed incombente)

Maurizio Crispi (28 dicembre 2011)

Le tre età dell'uomo di Caspar David Friedrich

Ero a casa

Un raggio di sole ha raggiunto
la mia finestra rimbalzando
da non so quale altra superficie riflettente 
e ciò mi ha indotto ad uscire
in tutta fretta e a salire in auto, 
per dirigere verso il luogo
che in assoluto preferisco,
ma avevo anche voglia di ascoltare 
in auto un nuovo CD 
che è la colonna sonora 
di This must be the place

A Mondello, sulla spiaggia, 
i colori erano già tenui, 
il cielo trasparente 
(con quella trasparenza cristallina 
che sembra annunciare la primavera,
anche se quel tempo è ancora lontano),
striato di nuvole tendenti a caricarsi 
d'una sfumature di rosa
Poche persone sulla spiaggia, 
alcuni con cani e con bimbi
Alcuni altri passeggiatori solitari,
come me
Qualcuno seduto sulla sabbia 
al limitare della linea delle piccole onde di risacca,
intento a scrutare l'orizzonte
Contemplazione
Riflessione mesta
Malinconia
Molti i corridori,
quegli impenitenti faticatori

Poi, i colori si sono spenti 
e l'ultimo guizzo di luce se n'è andato,
sostituito dal riverbero giallastro dei lampioni

 

E così un altro giorno è finito

C’é stato il ritorno, nel buio, 
interrotto dalle luci rutilanti 
dei fari delle auto

Il freddo della sera 
che attanaglia le tempie

L'attesa del sole che sorgerà domani

Le tre età dell'uomo (Friedrich)

Le tre età dell'uomo (Die Lebensstufen) è un dipinto a olio su tela del pittore romantico tedesco Caspar David Friedrich, realizzato nel 1835 e conservato al Museo delle Belle Arti di Lipsia.

L'opera raffigura un promontorio proteso sul mar Baltico al tramonto. Su questo paesaggio aspro e desolato sono collocate cinque figure umane che guardano altrettante imbarcazioni veleggiare sul mare. Vi troviamo un vecchio che, rivolgendo le spalle all'osservatore, osserva l'orizzonte poggiandosi su un bastone: il suo abbigliamento comprende un mantello e un berretto patriottico rinascimentale. Davanti a lui vi sono un giovane uomo e una donna accompagnati da due bambini, di cui uno intento a sollevare una bandierina della Svezia, ricordo della terra di origine del Friedrich.[1]

Alle cinque figure dipinte sul lembo di terra in primo piano Friedrich, come già accennato, contrappone le cinque navi che navigano sullo specchio d'acqua, reso con tonalità verdi-violacee. Le due imbarcazioni più piccole alludono alla giovane età dei due bambini, mentre le altre si identificano idealmente nei tre personaggi adulti.
Il veliero centrale, in particolare, rinvia all'anziana età di Friedrich, ormai pronto a congedarsi dalla vita: questa riflessione sulla morte è approfondita dal pittore con l'inserimento di una barca capovolta sulla spiaggia.

Il mare, tuttavia, non è agitato, bensì calmo e placido: Friedrich, infatti, è pienamente consapevole di aver appena passato la fase «burrascosa» della vita ed è quindi tranquillo. L'intero quadro, quindi, trasmette uno stato di calma e di quiete fisica e spirituale.

Questa sensazione è enfatizzata non solo dal comportamento disteso dei cinque personaggi, bensì anche dalla particolare tavolozza adottata da Friedrich, che ne Le tre età dell'uomo ha accostato la vitalità del rosso e del giallo ai toni scuri della riva, così da conferire profondità alla composizione.

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4 gennaio 2024 4 04 /01 /gennaio /2024 07:16
Cattedrale di Palermo (foto di Maurizio Crispi)

Ho appreso che la signora Motisi (Scola da nubile) che abita al terzo piano del condominio di Via Lombardia 4 dove io vivo è deceduta, dopo lunga malattia, nel pomeriggio del 3 gennaio.
Scendevo le scale verso le 19.00 per andare ad accompagnare mio figlio Gabriel e mi sono imbattuto in quelli di un'agenzia di onoranze funebri che portavano gli arredi e tutto quanto fosse necessario per allestire la camera ardente.
Mi sono molto rattristato.
I Motisi erano più giovani dei miei genitori di un decennio circa, ma si insediarono in questo stabile nello stesso periodo dei miei: un edificio che, di recentissima costruzione (eravamo nei primi anni Sessanta), fu popolato da famiglie ancora relativamente giovani e numericamente in crescita alla ricerca d'un alloggio più comodo e più confortevole.
Siamo stati sempre gli stessi a vivere qui.
Più o meno, in questo stabile siamo tutti aborigeni: non c'è stato molto ricambio.
Qui ci hanno sempre vissuto i primi proprietari oppure i loro eredi. Di rado si sono insediati nuovi affittuari; qualche volta (ma sono stati casi rari) sono arrivati degli inquilini.
Forse anche per questo tipo di storia c'è sempre stato in questo edificio, molto forte, un senso di famiglia allargata, che - possibilmente - manca in altri condomini
A ciò contribuisce senza dubbio il fatto che siamo in pochi: infatti ci sono soltanto 14 unità abitative, rispetto ad alcuni altri mega-condomini

Ogni anno (o quasi) purtroppo si deve fare il conto di chi non c'è più e questo è l'andazzo degli ultimi tempi.

La notizia della dipartita della signora Motisi mi ha profondamente rattristato anche per via della quasi coincidenza di tempistica.
Il suo decesso è avvenuto nel pomeriggio di ieri, mentre quello della mia mamma si è verificato nella notte tra il 3 e il 4 gennaio del 2010, con una sfasatura di alcune ore soltanto tra l'uno e l'altro
Quindi, nel dolermi per la scomparsa della signora Motisi, non posso che rimemorare la dipartita della mia mamma e della sua ultima notte, prima del trapasso che per lei fu come un lieve addormentamento, senza dolori o sofferenza.

Dove vanno coloro che non sono più?
Chi è credente ha pronta una risposta consolatoria ed è propenso a sostenere che vadano nel Cielo (secondo le formulazioni cristiane)
E chi non crede?
Ognuno si costruisce le sue personali teorie al riguardo
Quello che posso dire io è che i Morti sono in qualche modo sempre con noi
Ci guardano
Ci osservano
A volte dialogano con noi
Noi diamo loro voce, in realtà
Ci sono a volte come presenze impalpabili, come una brezza o un alito che si muove nell'aria delle nostre case e che ci fa vibrare
Compaiono nei nostri sogni e con loro interagiamo
Vivono e continuano a vivere perché siamo noi a mantenerli in vita nella nostra memoria
E quando noi non ci saremo più cosa accadrà?
Ecco questa è una bella domanda e apre una prospettiva su di un insondabile mistero
Se esiste una differente dimensione che ci attende nel post-morte, ecco, forse allora ci incontreremo con loro, con i nostri cari estinti (e questo è un pensiero consolatorio, al quale è ben difficile sottrarsi)

La mamma nel giorno del suo novantesimo compleanno (foto di Maurizio Crispi)

Questo scrissi l'anno scorso: Il 4 gennaio 2010, nelle prime ore del nuovo giorno, quando ancora faceva buio, la mamma se n’è andata via lievemente, in punta di piedi, quasi senza disturbare nessuno, come aveva sempre detto nei suoi desiderata.
Per andarsene, ha colto il momento in cui io, seduto accanto a lei in poltrona per vegliarla, mi ero addormentato.
Quando mi sono risvegliato, forse perché invaso dall’improvviso silenzio del suo respiro appesantito, la sua anima bella era volata via.
Dopo poche ore, alle 5.00, è suonata la sua sveglia che la mamma la sera prima, mi aveva chiesto di puntare alla solita ora, quando lei si alzava per supervisionare i preparativi del risveglio di mio fratello che erano affidati ad un badante (ma lei non rinunciava ad essere presente, per verificare che tutto andasse per il verso giusto)
Quella sveglia ci ha ricordato che la vita, anche senza di lei, continuava e che, pur assente da quel momento in avanti, avrebbe continuato a vegliare su di noi.
Mamma, dovunque tu sia, riposa in pace.
Continui a vivere nel mio cuore.

 

 

E il cuore quando d’un ultimo battito
Avrà fatto cadere il muro d’ombra,
Per condurmi, Madre, sino al Signore,
Come una volta mi darai la mano.
In ginocchio, decisa,
Sarai una statua di fronte all’Eterno,
Come già ti vedeva
Quando eri ancora in vita.
Alzerai tremante le vecchie braccia,
Come quando spirasti
Dicendo: Mio Dio, eccomi.
E solo quando m’avrà perdonato,
Ti verrà desiderio di guardarmi.
Ricorderai d’avermi atteso tanto,
E avrai negli occhi un rapido sospiro.

La Madre (Giuseppe Ungaretti)

Questa poesia di Ungaretti piaceva tantissimo alla mamma (lei amava Ungaretti, assieme a Quasimodo e a Caldarelli), tanto che la feci leggere in chiesa, durante il servizio funebre; il lettore di questa intensa e commovente lirica fu mio figlio Francesco. 

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1 gennaio 2024 1 01 /01 /gennaio /2024 18:25
Terrasini in festa per Natale (foto di Maurizio Crispi)

Prima notte dell’anno nuovo
senza sogni
anche se so che i sogni
(il sognare)
ci sono pur sempre da qualche parte
Senza, sarei senza pensieri coerenti
Ho dormito a lungo
Ho avuto lunghe pause di veglia
con altri momenti in cui 
credevo di essere sveglio
e invece dormivo
{e di sicuro sognavo)
Non avevo l’orologio al polso
e nemmeno il telefono vicino
Quindi, nei miei risvegli,
non potevo controllare l’ora
Pensavo e rimuginavo
Mi chiedevo se sarò mai in grado
di risolvere alcune cose,
farne meglio altre
Cercavo soluzioni
Questo è il primo passo 
dei prossimi 365 che mi attendono
Mi pare di avere davanti
un periodo lunghissimo
Eppure so anche, per esperienza,
che i giorni correranno veloci
e so anche che la riserva dei giorni 
che mi son dati
non è infinita,
anzi è sempre più breve
Quindi, rimbocchiamoci le maniche
e diamoci da fare!
 

Qual è la cosa più importante
da prendere in considerazione?
Sicuramente, la manutenzione degli affetti!
Che devono essere curati,
così come ci si occupa di un giardino
al quale si dedicano attenzioni e fatica
perché ogni giorno possa farsi più bello
e portare fiori e frutti
Senza cure, 
Il giardino si isterilisce,
le piante buone perdono vigore
e compaiono quelle infestanti,
così come accade agli affetti,
né più né meno,
quando non vengono accuditi
 

E la seconda, se ce n’è
una seconda?
Forse, lavorare su me stesso,
per migliorare alcune mie modalità,
per essere meno respingente,
più accogliente
e per evitare che, con l’avanzare degli anni,
alcuni tratti del mio carattere 
s'irrigidiscano troppo
o si deformino oltre misura
Ma credo che questo secondo punto
abbia a che fare, in definitiva,
con il primo,
che è in assoluto
quello principale
da cui tutti gli altri discendono
 

E dunque?
Siamo qua,
pronti ad accettare la sfida!
Sono pronto!
(anche se non si può mai essere
del tutto pronti)

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1 gennaio 2024 1 01 /01 /gennaio /2024 18:23
Prigionieri in vetrina (Foto di Maurizio Crispi)

Sono in movimento
con la mia compagna, per strada
e ci mettiamo a fare sesso,
così, all’improvviso

 

I preamboli sono focosi
e, presi dalla foga,
incuranti di essere sulla pubblica via
e di poter dare scandalo
ed anche causare offesa al senso del pudore e alla decenza 
ci denudiamo quasi del tutto
Ma come? 
E se arriva qualcuno?
E i tutori dell’ordine?
E le telecamere a circuito chiuso?
Ma sì! Chi se ne frega!
Ma chi se ne importa!
 

Poi, chi sa perché, 
ci dobbiamo spostare
da qualche altra parte,
io con i segni delle effusioni amorose 
ancora pienamente visibili

E siamo sempre tutti nudi
come mamma ci ha fatto
Passiamo davanti al panificio lì di fronte
e uno dei lavoranti che se ne stava fuori
a fumarsi una sigaretta

chiama gli altri all’interno
con grida sguaiate e dissonanti,
perché non si perdano lo spettacolo
tra lazzi, scherzi e parole volgari
Imbarazzo totale
Non abbiamo dove nasconderci 
per ripararci dal loro sguardo perforante e lascivo
Prendo dallo zaino
un asciugamano da mare
con il quale cingo i fianchi della mia compagna 
E così sfiliamo 
davanti a quegli occhi lubrichi 
e passiamo oltre
sentendoci un po' come Adamo ed Eva
che, cacciati dall'Eden,
provarono per la prima volta la vergogna
della nudità dei corpi

(dissolvenza)

Andante vivace
Andante vivace
Andante vivace
Andante vivace
Andante vivace
Andante vivace
Andante vivace
Andante vivace
Andante vivace
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25 dicembre 2023 1 25 /12 /dicembre /2023 17:24
(Strada di notte a Natale - foto di Maurizio Crispi)

(Strada di notte a Natale - foto di Maurizio Crispi)

Notte silente
notte di Natale
Alla ricerca,
lungo strade vuote
del bambinello smarrito
Se n’é andato
oppure ha deciso
di non più far ritorno
o se n'é andato altrove
Il bambinello s'è stancato
di avere a che fare con un'umanità irriducibile
E non c'è più redenzione possibile

Maurizio Crispi (24 dicembre 2023)

Strada di notte a Natale (foto di Maurizio Crispi)

Strada di notte a Natale (foto di Maurizio Crispi)

Buon Natale a tutti, 
bagnati e asciutti,
smilzi e prosciutti,
belli e brutti,
Buon Natale a tutti 
tra tuffi e rutti,
ma anche al riparo dei frangiflutti
Alla fine dei brindisi
saremo tutti un po’ distrutti
e mangeremo tanti bei frutti,
offrendone anche ai farabutti,
e poi ancora altri sonanti e orrendi rutti
e poi, in ultimo, penseremo ai nostri lutti
Viva il Natale e i suoi costrutti!

Babbo Natale ibridato (foto di Maurizio Crispi)

Babbo Natale ibridato (foto di Maurizio Crispi)

Il non Natale e i suoi doni

Maurizio Crispi (25 dicembre 2011)

Non Natale

Il Natale è arrivato

ed è svanito

Ho fatto in modo che quest'anno

Il Natale non fosse il Natale

Niente attese

niente ricerca di doni da scambiare

niente veglia sino a tardi,

alla Vigilia,

niente cibi ricercati,

ma anche nessuna trascendenza

Un giorno come un altro,

insomma

 

Mi sono svegliato al mattino

un po' confuso e disorientato.

 

Che giorno è oggi?

- mi sono chiesto

e subito, lì per lì,

non ho saputo dare una risposta

 

E' Lunedì

mmmm 

(mumble mumble)

No, è domenica

Ahhhh é Natale!

 

Un'improvvisa consapevolezza che mi ha lasciato indifferente

E s'è messa in moto la macchina delle abitudini

Radio,

lettura,

cibo per Frida, la cagnetta sempre in attesa,

famelica,

colazione per me (sempre eguale)

lettura,

lettura,

piatti sporchi,

bagno,

lettura,

rifare il letto,

una sbirciatina al PC,

scrivere,

bagno,

passeggiata-corsetta con Frida

forse ancora lettura,

di nuovo scrivere,

PC

lettura

breve sonno

E poi di nuovo

E così via

sino a poter dire alle due di notte:

"Un altro giorno è andato"

 

L'attesa è una dura scuola

Quando tu attendi

e non accade nulla di ciò

che avevi anticipato nella tua mente

saresti stolto a metterti in attesa

ancora una volta

E quanto più fervida è la tua fantasia

tanto più la tua mente s'accende di immagini e scenari

 

Meglio non aspettarsi nulla

rinunciando alle illusioni e ai sogni

 

Due letture, hanno punteggiato il risveglio

di questo Natale non-natale

Un racconto sull'attesa,

in cui un'attesa delusa segna

la fine del tempo del sogno

e uno di fantasmi

il cui protagonista

che non crede ai fantasmi

vede proiettato su di uno specchio

inesistente (alla verifica della realtà)

il fantasma di se stesso

e rimane terrorizzato

da ciò che vede

 

Mai letture

furono più calzanti ed adatte

Deporre lo stato d'animo dell'attesa

ti obbliga ad incontrarti con te stesso

e non è detto che potrà essere piacevole

ciò che vedrai di te

Da quest'incontro

potresti uscirne terrorizzato e prostrato

Ma ci sono libri e letture

sempre prodighi di ancore cui appigliarsi

e di uscite di salvamento

Fuori, è tutto grigio

Piovaschi violenti si abbattono

sui vetri delle finestre

e li fanno tremare

I venti soffiano

incessanti

Nel canale di scolo

sotto il bordo di pietra del marciapiedi

una scarpetta rossa da Cenerentola

si inzuppa di pioggia

E' Natale!

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24 dicembre 2023 7 24 /12 /dicembre /2023 10:31
Una Barbie abbandonata (foto di Maurizio Crispi)

Una Barbie abbandonata 
cestinata e bidonata,
una bella principessa delle fiabe,
esiliata da un sovrano malvagio

Un qualche sadico scherano
le ha mozzato mani e piedi
Del suo fulgore antico conserva 
una splendida chioma bionda
e un abito di raso viola
Se ne sta riversa 
a faccia in giù
Homeless!
Hopeless!
L’ho raccolta da terra
e l’ho messa in piedi
accanto alla staccionata di ferro
A stento si reggeva sulle gambe
(capitela, era senza piedi la poverina)
Però almeno sul muretto 
poteva starsene tranquilla
ad osservare il mondo
Ciao!, le ho detto
Dovrò lasciarti qui
Non vorrei, ma devo

E lei mi ha ringraziato comunque,
mentre una lacrimuccia 
scendeva sul suo volto tornito,
sussurrando poi:
Non ti scordar di me!

Io l’ho più volte fotografata
e queste foto 
sono il mio modo di portarla con me e ricordarla
Mi è venuto in mente un precedente incontro
con una sua consimile
e quella l’avevo salvata,
portandola meco

E di un'altra ancora
- ma non era una Barbie -
di cui rimaneva soltanto la testa
dai bei capelli fluenti
spiccata dal corpo
e con lo sguardo malinconico

Queste Barbie - e bambole -
abbandonate e derelitte
m'intristiscono oltre modo
e mi fanno venire in mente

la caducità e l'impermanenza
di tutte le cose

Una Barbie abbandonata
Una Barbie abbandonata
Una Barbie abbandonata
Una Barbie abbandonata
Una Barbie abbandonata
Una Barbie abbandonata
Una Barbie abbandonata

Era una barbie
ed è stata smembrata
e fatta a pezzi
dal mondo crudele

Maurizio Crispi (23 marzo 2022)

(foto di Maurizio Crispi)

(foto di Maurizio Crispi)

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24 dicembre 2023 7 24 /12 /dicembre /2023 07:56
Natale Rosso Sangue (foto di Maurizio Crispi)

Siamo sempre qua

Ci siamo arrivati
alla vigilia delle vigilie

Anche questa vigilia passerà 
Anche questo Natale passerà,
come tutte le cose umane

Anche questa volta
arriveremo alla fine di un anno
e saremo pronti
ad iniziare un nuovo ciclo
La ruota delle ore e dei giorni
si metterà in moto,
all'inizio molto lentamente,
con gemiti e scricchiolii
poi più veloce e fluida

Chi vuol esser lieto, sia
Chi vuol esser triste, sia

Ricordiamoci tuttavia
che in molti posti del mondo
c’é gente che muore,
ci sono bimbi che soffrono,
ci sono guerre, distruzioni e malattie,
miseria e fame, se non carestia,
terremoti e disastri naturali,
forse anche - da qualche parte - 
un’invasione di cavallette

Non c’è alcun dio salvifico
Non c’è alcuna redenzione 
attraverso la sofferenza
Non c'è salvezza

Che l’approssimarsi del nuovo anno
e l’inizio d’un nuovo giro di giostra
sia occasione per una pausa di riflessione,
per un momento di meditazione 
e non un passaggio immemore
tra feste, banchetti, bagordi
e grandi bevute e notti brave

Soprattutto cerchiamo di evitare
botti ed esplosioni,
accogliendoli giulivi,
perché tanto - troppo - 
ricordano la guerra e le bombe
e il sangue sparso di vittime innocenti

 

Erri De Luca

(Erri De Luca) Nello scasso profondo dei nuclei familiari, Natale arriva come un faro sui cocci e fa brillare i frantumi. 
Si aggiungono intorno alla tavola apparecchiata sedie vuote da tempo.
Per una volta all’ anno, come per i defunti, si va in visita al cerchio spezzato.
Natale è l’ultima festa che costringe ai conti. Non quelli degli acquisti a strascico, fino a espiare la tredicesima, fino a indebitarsi.
Altri conti e con deficit maggiori si presentano puntuali e insolvibili. I solitari scontano l’esclusione dalle tavole e si danno alla fuga di un viaggio se possono permetterselo, o si danno al più rischioso orgoglio d’infischiarsene.
Ma la celebrazione non dà tregua: vetrine, addobbi, la persecuzione della pubblicità da novembre a febbraio preme a gomitate nelle costole degli sparpagliati. 
Natale è atto di accusa. Perfino Capodanno è meno perentorio, con la sua liturgia di accatastati intorno a un orologio con il bicchiere in mano.
Natale incalza a fondo i... disertori.
Ma è giorno di nascita di chi? Del suo contrario, spedito a dire e a lasciare detto, a chi per ascoltarlo si azzittiva.
Dovrebbe essere festa del silenzio, di chi tende l’orecchio e scruta con speranza dentro il buio. Converge non sopra i palazzi e i centri commerciali, ma sopra una baracca, la cometa. Porta la buona notizia che rallegra i modesti e angoscia i re.
La notizia si è fatta largo dentro il corpo di una ragazza di Israele, incinta fuorilegge, partoriente dove non c’è tetto, salvata dal mistero di amore del marito che l’ha difesa, gravida non di lui. Niente di questa festa deve lusingare i benpensanti. Meglio dimenticare le circostanze e tenersi l’occasione commerciale. Non è di buon esempio la sacra famiglia: scandalo il figlio della vergine, presto saranno in fuga, latitanti per le forze dell’ordine di allora. Lì dentro la baracca, che oggi sgombererebbero le ruspe, lontano dalla casa e dai parenti a Nazareth, si annuncia festa per chi non ha un uovo da sbattere in due.
Per chi è finito solo, per il viandante, per la svestita sul viale d’inverno, per chi è stato messo alla porta e licenziato, per chi non ha di che pagarsi il tetto, per i malcapitati è proclamata festa.
Natale con i tuoi: buon per te se ne hai. 
Ma non è vero che si celebra l’agio familiare. 
Natale è lo sbaraglio di un cucciolo di redentore privo pure di una coperta.
Chi è in affanno, steso in una corsia, dietro un filo spinato, chi è sparigliato, sia stanotte lieto. È di lui, del suo ingombro che si celebra l’avvento. È contro di lui che si alza il ponte levatoio del castello famiglia, che, crollato
all’interno, mostra ancora da fuori le fortificazioni di Natale.

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22 dicembre 2023 5 22 /12 /dicembre /2023 07:37
Deadline

Si vive e si va avanti

Abbiamo licenza di stare al mondo, 
per quanto tempo non si sa

C’è un ufficio in cui tutto si decide
e dal quale vengono rilasciate
periodiche proroghe,
dopo le attente e ponderate valutazioni
che ogni singolo caso merita

Ciò accade sistematicamente
per ognuno dei residenti del Pianeta
Un apposito documento
firmato dai responsabili valutatori
e debitamente vidimato
con bolli e timbri
viene rilasciato e notificato

La proroga autorizza a rimanere
per altri sei mesi:
e così si va avanti
di sei mesi in sei mesi;
e passano gli anni,
a volte una vita intera

A ciascuno degli interessati
viene notificato il provvedimento
ogni sei mesi,
sino a quando qualcuno 
decide che il tempo è scaduto
e che bisogna passare 
ad altro tipo di percorso
che conduca in un Altrove di cui non si sa 

Il momento più delicato è quello 
in cui la proroga non verrà più rinnovata:
ed è così che inizia
un conto alla rovescia
per il tempo che resta
Potranno essere giorni soltanto,
o settimane, 
talvolta anni
Poi, all’improvviso, in alcuni casi,
con gradualità in altri,
il filo della vita si romperà 
oppure si usurerà 
sino a spezzarsi

Coloro che muoiono
sono i sanspapier della proroga
I prorogati hanno la certezza 
dei prossimi sei mesi
(il loro orizzonte è chiuso, però)
I sanspapier (i non prorogati o, anche, gli sprorogati)
non ne hanno più alcuna
ma, potenzialmente, 
hanno davanti a sé un orizzonte illimitato,
anzi sono oltre l’orizzonte, degli O-L-O

Viene semplicemente detto loro
Esci dal muro della proroga 
e vivi per tutto il tempo che potrai

Alcuni non reggono al peso di ciò 
non tollerando l’incertezza
della loro condizione
e vorrebbero rientrare
nella gabbia delle proroghe

Ma ciò non è mai accaduto

Un simile evento 
non è stato registrato negli annali della storia 
una sola singola volta

Nessuno torna indietro

pròroga s. f. [der. di prorogare]. – 1. L’atto di prorogare; prolungamento della durata di qualche cosa o rinvio del termine precedentemente stabilito per l’esecuzione di una prestazione: chiedere, ottenere, concedere, negare una p.; p. di qualche giorno, di due settimane, di un mese; p. del contratto di locazione; p. degli sfratti; p. dei termini (di consegna, di restituzione, ecc.). Nel linguaggio commerciale e bancario: p. di pagamento, dilazione del termine convenuto concessa al debitore per il soddisfacimento della sua obbligazione; p. d’imbarco, rinvio dell’epoca d’imbarco della merce su una nave, cui ha diritto il venditore qualora l’imbarco sia temporaneamente impossibile all’epoca fissata per cause di forza maggiore;
(etc.)

Dizionario Treccani

I've got a suitcase of memories that I almost left behind
Time after time
Time, time, time
But you say to go slow but I fall behind
Time after time after time (after time, oh)

Time after Time

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21 dicembre 2023 4 21 /12 /dicembre /2023 06:50
Monopattini e monnezza (foto di Maurizio Crispi)

Monopattini e monnezza
Palermo é la città delle due M

 

Lo dicono anche i più esperti cartografi

 

Avete notato che i monopattini elettrici
abbandonati in strada
si associano spesso
alla monnezza
a cassonetti straripanti
e a cesti debordanti come maligne cornucopie?

 

C’è, forse, in questo
una naturale affinità tra le due cose,
in omaggio ad un oscuro pensare delirante?

 

Oppure, forse, ciò accade
perché la monnezza è endemica,
ovvero ovunque e comunque presente,
assillante,
prepotente,
invadente,
tracimante,
come del resto son diventato endemici
i mono-trabiccoli elettrici
di sicuro altrettanto assillanti e invadenti?

 

Palermo, è dunque la città delle due M
o forse si potrebbe anche dire
la città delle tre M,
se includiamo anche
le epidemiche merde dei cani,
costantemente presenti,
inquinanti e assillanti

 

In questo mare magno,
siamo costretti a  navigare a vista,
eludendo,
scansando,
saltellando,
per scansare queste tre M
moleste e assillanti 

 

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20 dicembre 2023 3 20 /12 /dicembre /2023 07:29

La trascrizione del frammento di un sogno del 20 dicembre 2020.
Mai travasato qui nel blog
Ancora una volta in viaggio

Maurizio Crispi (20 dicembre 2020)

aereoporto (dal web)

Ecco il sogno di qualche giorno fa (15 dicembre). Ero in un aeroporto affollato e facevo parte di una compagnia numerosa di viaggiatori, uomini e donne, tutti a me sconosciuti.
Eravamo arrivati all'aeroscalo in largo anticipo, tanto che decidevamo di montare le tende, parte della nostra attrezzatura da viaggio assieme ad un'imponente scorta di viveri e vare parafernalia.
Dopo aver piazzato le tende, organizzavamo un bivacco e consumavamo un pasto frugale, utilizzando le nostre scorte.
Al mattino, quando già urgeva il momento di fare il check-in, ci trovavamo davanti al compito di dovere smantellare tutto quanto, cancellando ogni traccia del nostro passaggio e riponendo tutto in zaini e bisacce.
Io mi assumevo questo compito ingrato. Ma non riuscivo mai a concludere perché mancava sempre parte dell'attrezzatura, una volta erano i pioli, una volta i paletti, e i teli non erano mai ripiegati nel modo giusto.
Operativamente parlando, mi ritrovavo paralizzato.
Intanto, quelli che erano andati al check-in tornavano e sollecitavano a far presto.
Notavo che alcune donne della comitiva indossavano leggeri abiti estivi alquanto succinti e che, con le loro abbronzature ramate, erano seducenti.
Ed eravamo dunque in una situazione di stallo.

E' un chiaro sogno sull'angoscia di (a scelta)
a) trovare i gabinetti occupati (sollecitavano a far presto....)
b) aver dimenticato le carte di imbarco
c) avere comprato troppe tende e pochi zaini
d) che i maschi vanno a Capo Nord con piumini e sacchi a pelo mentre le femmine vanno a Mikonos
e) castrazione (nn saprei perché) (ma quella nn ce la facciamo mancare mai)

Psicoanalista dixit (scherzoso)

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DSC04695.jpegQuesta pagina è la nuova casa di due blog che alimentavo separatamente. E che erano rispettivamente: Frammenti. Appunti e pensieri sparsi da un diario di bordo e Pensieri sparsi. Riflessioni su temi vari, racconti e piccoli testi senza pretese.

Era diventato davvero troppo dispendioso in termini di tempi richiesti alimentarli entrambi, anche perchè nati per caso, mentre armeggiavo - ancora alle prime armi - per creare un blog, me li ero ritrovati ambedue, benchè la mia idea originaria fosse stata quella di averne uno solo. Infatti, non a caso, le loro intestazioni erano abbastanza simili: creatone uno - non ricordo quale dei due per primo - lo ho "perso" (per quanto strano ciò possa sembrare) e mi diedi alacremente da fare per ricrearne uno nuovo. Qualche tempo - nel frattempo ero divenuto più bravino - il blog perso me lo ritrovai).

Ohibò! - dissi a me stesso - E ora cosa ne faccio?

La risposta più logica sarebbe stata: Disattiviamolo!. E invece...

Mi dissi: li tengo tutti e due. E così feci. E' stato bello finchè è durato...

Ma giocare su due tavoli - e sempre con la stessa effcienza - è molto complicato, ancora di più quando i tavoli diventano tre e poi quattro e via discorrendo....

Con overblog ho trovato una "casa" che mi sembra sicuramente più soddisfacente e così, dopo molte esitazioni, mi sono deciso a fare il grande passo del trasloco, non senza un certo dispiacere, perchè il cambiamento induce sempre un po' di malinconia e qualche nostalgia.

E quindi ora eccomi qua.

E quello che ho fatto - ciò mi consola molto - rimane là e chiunque se ha la curiosità può andare a dargli un'occhiata.

 

Seguendo il link potete leggere il mio curriculum.

 

 


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