Dirò anche che sto partecipando
ad una podistica di 10 km
in una piccola cittadina siciliana
(potrebbe essere Balestrate)
C’è Pino Giordano che segna i passaggi
(ma non c’è accanto a lui
l’amico Pino Sutera
che è mancato qualche tempo fa)
Corro corro e corro
Ma siccome é tanto che non corro
vado veramente lento,
sempre più a rilento,
e sono l’ultimo
anzi l’ultimissimo della fila
(alcuni direbbero tapascione,
altri filosofo delle retrovie)
Avevo capito che bisognava fare due giri
ma, quando con immane fatica
arrivo al secondo passaggio,
il Pino mi dice che c’è da fare un terzo giro
e aggiunge: Mauro non ti preoccupare!
Ti aspetto!
Prenditi il tempo che ti serve!
Io vado, continuo ad andare,
ma sono davvero stremato,
sfibrato e con la lingua di fuori
E vado avanti per questo terzo giro
che è diventato come un calvario
Mi accorgo lungo il percorso
che gli addetti (lo staff di volontari)
stanno smobilitando e mettendo via tutto
Sicché - senza punti di riferimento -
è anche diventato difficile orientarsi
prendendo la strada giusta
laddove vi sono delle biforcazioni
Vado avanti anche
davanti ad anomalie evidenti,
quando si deve passare
attraverso delle case abitate
con gli arredi e tutto quanto,
compresi vasi fioriti e tendine alle finestre
Non ci capisco nulla
Eppure continuo ad andare avanti
trafelato, ansimante,
sentendomi le gambe di piombo
e impossibilitato a volare
e poi la sete che mi attanaglia la gola
Dio, che sete!
(Volare oh oh
cantare oh oh oh
nel blu dipinto di blu
felice di stare lassù)
Sentivo in bocca
una devastante arsura
che cresceva e cresceva
(non c’era nessuno in giro
a cui chiedere un bicchier d’acqua)
e tuttavia continuavo ad andare
prolungando all’infinito la mia agonia
e sognando di un traguardo
che sembrava allontanarsi sempre di più
(Volare oh oh
cantare oh oh oh
nel blu dipinto di blu
felice di stare lassù)
Poi, mi sono svegliato
mi son levato dal letto
che pareva diventato
un letto di Procuste
e sono andato a bere
due gran bicchieri di acqua di rubinetto
Com’era buona!
Anzi, buonissima!
(Volare oh oh
cantare oh oh oh
nel blu dipinto di blu
felice di stare lassù)
E questo è stato un sogno dolce-amaro
Eppure non mi arrendevo,
continuavo a lottare
e a tirare la carretta,
inseguendo un traguardo
che si faceva sempre più lontano,
irraggiungibile
evanescente
Illusorio
Eppure avevo fiducia
Pino, il grande Pino,
mi aveva detto che mi avrebbe aspettato
La trascrizione di questo frammento onirico del 15 ottobre 2022. la pubblicai in un post sul mio profilo Facebook.
Come spesso mi capita, ho trascurato di trasferire questa mia nota diaristica qui sul mio blog.
Ed ora eccola!
Non è mai troppo tardi per rimediare!
E aggiungerò che quanto scrissi mi piace molto per la sua gioiosità e ariosità (qualità, ambedue, insolite nelle piccole, insulse, scritture)
Il mio terreno è vasto e si estende per diversi acri su terreni collinari ed ondulati (ma non è vero, si ho un terreno in campagna, ma non é certamente vasto e nemmeno è grande quanto il Bosco dei Cento Acri di Winnie the Pooh!) Terra fertile ed irrigua, prati verde smeraldo, sentieri (anche questa descrizione é pura materia onirica, poiché il mio terreno è molto asciutto e pietroso!) Mi alleno per un trekking e percorro delle tracce che si sviluppano lungo il perimetro della proprietà, scoprendo di continuo degli angoli inediti e delle vedute straordinarie. E' come se il terreno contenesse il mondo intero e più vasto (un mondo nel mondo) Ci sono dei casali abbandonati, alcuni sono in legno, tipo dei padiglioni sulle dune Altri sono strutture in muratura con appartamenti da tempo disabitati e in stato di abbandono, eppure forniti ancora di tutto il necessario, i pavimenti rivestiti da una coltre di foglie secche ed escrementi di topo. Entro in alcuni di essi per esplorarli Mi è sempre piaciuto esplorare i ruderi, penetrare al loro interno ed aspirare l'aria fresca ed umida che sa un po' di muffa Poi mi ritrovo su di un terrazzamento delimitato da una ringhiera che mi appare come un unico belvedere di proporzioni titaniche quasi fosse una specie di muraglia cinese e qui mi metto a correre prima in un senso e poi nell'altro e, lungo questo camminamento, devo anche attraversare dei lunghissimi tunnel Di nuovo ritorno in piena campagna e qui Black mi corre incontro festoso, caracollando, per poi scattare all'inseguimento di due anatre (o oche) che cominciano a correre in modo buffo, starnazzando Ecco che arriva un gigantesco cane da pastore tutto bianco, molto più grande di Black e, con tutta la sua mole, gli corre incontro, quasi a volerlo investire e calpestare, ma Black intende questa poderosa rincorsa verso di lui come invito al gioco e prende a fare delle corse nervose, accompagnate da finte e da repentini cambi di direzione Poi, all'improvviso, arriva - chi sa da dove - un caprone, bianco, ed anche lui si mette a correre e capitombolare per nulla minaccioso. L'atmosfera è quella di un gioco condiviso ed io sono lieto che la mia campagna sia animata da tutte queste presenze viventi Ci manca soltanto un asinello e potrei toccare il cielo con un dito Mi sento pervaso da un senso di meraviglia Al di là della mia recinzione vedo un casale diruto, un tempo utilizzato da pastori, e fuori addobbate su di un filo ci sono appese delle lenzuola candide che si agitano nel vento L'aria è impregnata di buoni odori, di terra umida e di legna bruciata, e di un lieve sentore di stallatico
Mi sembra di essere in attesa del presepe vivente, prossimo venturo
Tutto qui (e poi vado in dissolvenza)
Gabriel in maschera da alieno (foto di Maurizio Crispi)
Ho una grossa borsa pesante
con tutte le mie cose dentro
(tutto ciò che mi serve
per la mia giornata di lavoro)
Vado ad un Centro di Salute Minerale
che è ubicato
come un tempo
in Via dei Cantieri numero zero
Non so perché io stia andando proprio lá
Quando arrivo c’è grande arrivugghio (trambusto e confusione)
Moltissima gente
utenti e operatori
Alcune facce nuove, altri conosciuti
(ma il tempo non é stato clemente)
Sono in incognito
(in effetti, nessuno mi riconosce)
ho la mia borsa
che mi qualifica
e null’altro
Grandi stanze
che formano un labirinto intricato
Miriadi di pazienti e aspiranti tali
che formano lunghe code
e che mi guardano in cagnesco,
pensando che io sia uno di loro
e che voglia bypassarli
Sono un medico,
faccio io, alzando la borsa
quasi fosse uno status symbol
Sì, vabbé!
reagisce qualcuno,
subito pensando all’imbroglio e al raggiro
da parte del solito furbetto di turno
Continuo nella mia ricerca
Scanso corpi sudati e puzzolenti
Sfioro bocche sdentate vocianti
da cui, assieme a torrenti di parole incomprensibili,
escono nuvole di saliva nebulizzata
e talvolta qualcosa di più
(Aiutooo! Dove sono finito!)
A quanto pare è in corso
un contest indetto da big pharma
per la presentazione di un nuovo pharmacon
(Miracoloso! La cura delle cure!)
e l’attenzione di tutti gli operatori
è polarizzata sulla distribuzione di gadget e buffi cotillon,
e poi sul ricco buffet che seguirà
Intanto io continuo ad aggirarmi
per quelle stanze sovraffollate e dense di afrori,
come un’anima in pena
Arrivo ad un grande ambiente circolare
pieno di scrivanie e grandi banconi
che fanno da separatori
tra il pubblico dei postulanti e i curanti
Qui i postulanti sono stati contrassegnati
da coccarde colorate rosse gialle verdi bianche e persino nere,
affisse sul petto e sulla testa,
in taluni casi
Gli operatori indossano
ampi camici bianchi svolazzanti
aperti sul petto
e anche loro hanno delle coccarde
di diverso colore
(penso stranito
che stiano ad indicare i diversi livelli
di competenza e di affidabilità
rispetto alle diverse patologie affluenti)
C'è ressa, c'è confusione,
l'atmosfera si divide tra attonito stupore e attesa sospesa,
affaccendamento senza scopo e tensione elettrica
Tant'è che c'è qualcuno che si alza di continuo dalla panca
e chiede se può telefonare a suo figlio
perché è in pensiero per lui
Un altro entra ed esce dallo stanzone
per andare a fare pipì
e ci sono anche due energumeni che si offendono a vicenda
e che poi vengono alle mani
Due colossi corpacciuti
un Gargantua e un Pantagruel
poco bonari ma - in definitiva - inoffensivi
(tanto rumore per nulla)
che si scagliano l'uno contro l'altro
come due colossi di Rodi scesi dal loro piedistallo
Urlano e gridano,
si accapigliano,
sferrano colpi,
ma nessuno punta a far male
oppure osa una presa di bella
(una testata, un morso, un dito nell'occhio,
come erano le risse crudeli di un tempo)
Gli astanti nel vedere la lotta
si vivacizzano e puntano scommesse
mentre improvvisati broker si danno da fare
Un altro occupa l'attesa,
bevendo litri su litri di acqua da una bottiglia di plastica
e quando finisce va a riempirsela di nuovo dal rubinetto
per poi rimettersi assiso su di uno scranno
con le gambe esili
che scompaiono sotto un enorme ventre idropisico
e sembra un Buddha alieno
in meditazione
E c'è un altro che grida e sbraita,
vomitando un torrente di parole incomprensibili
e poi, ogni tanto, batte i pugni su di un tavolo, con gran fragore,
mentre un altro si scaccola con gravoso impegno
per poi esaminare il contenuto di ciò che ha cavato dalle fosse nasali
e piazzarlo diligentemente sotto la seduta della seggiola che occupa
Un delirio, una tarantella e, ancora, un delirio
(tre, quattro passi nel delirio per poi passare alla controdanza
in una successione repentina dalla comicità più estrema
ad una tragedia senza confini (con piccoli sprazzi di Butō)
e poi ritorno
In tutto questo io sono un senzacolore,
né paziente (o utente o cliente) e nemmeno operatore
Io, chi sono io?
Pensavo di saperlo prima,
adesso non più
Vorrei proprio saperlo,
o che qualcuno me lo dicesse
All’improvviso, mi accorgo
che mi manca la borsa
Troppo stanco l’avevo poggiata
da qualche parte nella grande stanza rotonda
Prendo a cercarla, rovistando ogni angolo
Introvabile!
Se la sono portata!
É sparita!
Zio santo! Santo zio!
Mi sento smarrito e confuso
Prima ero soltanto un senza colore, adesso sono anche un sanpapié,
un nulla di nulla, insomma
Vado verso un bancone
sotto il quale occhieggia un borsone
simile al mio
Lo prendo e lo apro,
tra le proteste del suo proprietario,
ci rovisto dentro,
ma niente!
Il contenuto non corrisponde,
nemmeno di striscio
Vedo una faccia conosciuta
e mi ci rivolgo
chiedendo aiuto
Quello mi ascolta serio
e poi esce fuori dal salone
da una porta che s'affaccia direttamente
sulla strada principale
e vedo che si rivolge ad un malacarne
corpulento e massiccio
che ha attorno una coorte di scugnizzi
Dopo aver confabulato
con il mio conoscente,
il malacarne lancia concisi ordini
ai suoi adepti
e quelli si disperdono immediatamente
come uno stormo di api esploratrici
Il mio conoscente rientra:
Buone notizie, mi dice strizzandomi l'occhio,
Tutto a posto! La tua borsa verrà ritrovata!
Ma io non ci credo
Non ci crederò finché non la vedrò di nuovo
Anche in questo caso si tratta di un 'ripescaggio' dai meandri di un profilo Facebook (il mio), ormai datato di 14 anni.
Di questo triplice sogno avevo perso del tutto memoria.
Ed eccolo qua, restyled!
(15 ottobre 2012) Questa notte ho stra-sognato tra PC infettato da virus, un leoncino randagio e il mio box trasformato nella casa di Robinson Crusoe
Ho stra-sognato questa notte
Ma tra un sogno e l'altro ho anche dormito come un ghiro
Il primo sogno era inquietante
Ero seduto davanti al PC e improvvisamente lo schermo diventava instabile e si andava trasformando come se avessi le allucinazioni
Assumeva uno stano aspetto a nido di vespa, quasi tridimensionale, gonfiandosi e sporgendo sempre di più
Pensavo che se avesse continuato ad espandersi, mi sarebbe esploso sulla faccia
La mia conclusione era che il computer era stato infettato da un bug o da un worm o da un trojan, ovvero da per dirla in soldoni un malefico virus informatico ed ero disperato perché pensavo alla miriadi di file (tra cui le foto) che sarebbero risultate distrutte
Andavo a chiamare mia madre (sì, in questo sogno interagivo con mia madre che non è più), perché volevo farle vedere ciò che accadeva e chiederle consiglio
Quando tornavo con lei il monitor non c'era più: o meglio era stato spostato da qualcuno sul pavimento sotto la scrivania
Dove avrebbe dovuto esserci c'era invece una miriade di briciole di pane, come se qualcuno avesse appena finito di banchettare
Nel secondo sogno, ero in giro per le strade con mio figlio piccolo: e avevamo adottato un leoncino anche lui piccolo, appena un cucciolo
Il nostro problema era cercare di abituarlo a convivere con un cane randagio che ci veniva a trovare per aver cibo e compagnia.
Il leoncino era docile ed affettuoso, ma il suo comportamento diveniva imprevedibile non appena - con il suo odorato finissimo - sentiva l'odore della carne e si accorgeva che altri cani di passaggio avevano fatto un pasto di quel tipo
Quando ciò accadeva, prendeva a ringhiare e tirava fuori le piccole zanne (piccole, ma già temibili), arricciando le labbra
Andavo allora nella bottega del macellaio e gli chiedevo di prepararmi dei bocconcini di carne di seconda e terza scelta, e di frattaglie (ma anche delle ossa con abbondanza di cartilagini), in modo che potessi soddisfare tutte le voglie di carne del piccolo leone
Ma ero anche piuttosto preoccupato: mi chiedevo se dargli da mangiare della carne non fosse la cosa sbagliata e se non fosse meglio, invece, tenerlo a stecchetto, per indurlo ad abituarsi ad una dieta semi-vegetariana, se non addirittura vegana
Però, mi dicevo: "Non si può modificare la natura di un animale che geneticamente deve mangiare carne sanguinolenta"!
Mi chiedevo anche come sarebbe riuscito a convivere pacificamente con la mia canuzza, crescendo
Il leoncino era tanto affettuoso, ma pensavo con preoccupazione a quando sarebbe cresciuto: Cosa ne sarebbe stato?
Mio figlio, che era con con me (ma era tornato piccolo), era molto contento di questo nuovo amico che si lasciava prendere in braccio e spupazzare come un pelouche
Ma un pelouche non lo era affatto
Era vivo e vegeto, era in carne ed ossa!
Nel terzo sogno scoprivo, infastidito, che il portiere del mio stabile aveva infilato tutti i contenitori per la raccolta differenziata dentro il mio box
E li ricacciavo fuori, naturalmente, accorgendomi che proprio davanti alla saracinesca del garage, c'era una quantità di attrezzi agricoli rotti, vasi di piante vuoti, ciarpame vario, travi di legno e grosse canne conficcate nel terreno quasi a formare la palizzata della casa selvatica di Robinson Crusoe
Ero basito, ovviamente
Mentre ero davanti al box a sfaccendare, si fermava - proprio vicino - un'auto con quattro a bordo. che erano in tenuta da running.
Chiedevo loro dove stessero andando e mi rispondevano farfugliando qualche parola incomprensibile e, mentre parlavano, mi guardavano strafottenti e stravaccati.
Parlavano di una certa gara trail, ma il finale della frase si perdeva sempre in un suono indistinto.
Chiedevo più volte, animato dalla buona intenzione di far conversazione con loro, ma ogni volta si ripeteva la stessa scena.
Per chiudere quello che sembrava un loop interminabile li salutavo, augurando loro una buona corsa, e andavo via
Ho incontrato un amico che non vedevo da molto tempo
L'ho trovato deperito e con poca energia dentro
Mi sono angustiato vedendolo così
Siccome abita adesso in una città lontana,
mi sono preoccupato
e ho pensato che, con buona probabilità,
questo sarebbe stato il nostro ultimo incontro
Gli ho detto che avremmo potuto comunicare in seguito
attraverso la videochiamata
Gli ho chiesto se leggesse,
poiché avevo in animo di regalargli un libro
(che già avevo messo da parte per lui)
Mi ha detto di no,
di avere sospeso ogni forma di lettura da alcuni mesi,
(lui che è sempre stato un accanito lettore!)
Il libro glielo ho regalato lo stesso,
al momento del congedo,
dicendogli che dovrà farsi forza
e che questo almeno dovrà leggerlo
Lui ha detto di sì
Mi ha detto di essersi sentito rinvigorito
da questo nostro incontro
(e sentirglielo dire mi ha fatto piacere)
Sono certo - e lo spero vivamente -
che riparleremo di nuovo in videochiamata
Mi ha anche detto che se dovessi trovarmi a passare dalla sua città
non dovrei mancare l'occasione di andare a trovarlo
Io gli detto certo!
Anche se - ho aggiunto - lo ritengo improbabile
poiché da anni ormai io non viaggio più
(ognuno ha le sue: ed io mi limito a spostamento brevi,
come quello per andare in campagna a fare i lavoretti)
Ho sognato tanti sogni diversi
di azioni bloccate e ripetute in modo ossessivo
In un frammento onirico il mio cane si accingeva a bere
da un tubo di irrigazione con l'acqua che scorreva libera
e tutto, all'improvviso, si congelava e rimaneva fissato
in un unico blocco solido
(era il tempo delle cose e degli altri che si fermava,
mentre il mio continuava scorrere)
e poi cercavo di capire come dare nuovamente vita al flusso del tempo
In altri sogni l'azione (che non ricordo)
rimaneva sistematica bloccata
ed io, ogni volta, mi svegliavo di soprassalto,
infastidito
(o forse questi miei risvegli ricorrenti
facevano pur essi parte del sogno inquieto)
Ecco: quella che segue è una piccola narrazione scaturita da un residuo onirico nella notte del 12 ottobre 2021.
Anche in questo caso, come per altri miei scritti, non ho avuto il tempo di esportarlo anche nel mio blog.
E dunque eccolo qua, a distanza di due anni…
Non ricordo bene i sogni di questa notte
Di essi è rimasta in me
soltanto l’impressione che essi fossero molto vividi
ed anche molto pieni di persone, traboccanti di incontri
L’unico dettaglio che ricordo è che raccattavo da terra
una moneta da venti centesimi
e me la ficcavo in tasca,
dopo averla esaminata attentamente.
(Il Cercatore che è in me, in questi casi,
s'attiva immediatamente)
La sua superficie era lucida,
senza alcun segno di graffi ed incisioni legati ad un uso protratto
Sembrava appena uscita dalla Zecca, appena coniata.
Ero molto contento di questo ritrovamento.
Tutto qua.
Anche se certamente, 20 centesimi non ti rendono ricchi
Ma non è la ricchezza ciò che conta veramente
Dopo aver annotato questo sogno il cui punto focale erano i venti centesimi che mi entravano in tasca, mi è venuto in mente di andare a controllare il mio conto corrente online.
E ho avuto la lieta sorpresa di constatare che mi era finalmente arrivato un rimborso che aspettavo da lungo tempo e che s'era fatto desiderare.
Con questi soldi freschi mi sono subito affrettato a fare dei pagamenti in lista d’attesa da mooolto - troppo - tempo e ho sanato le pendenze.
Il conto corrente è immediatamente ritornato allo status quo ante.
Trovo che il piccolo dettaglio onirico sia stato un piccolo caso di sincronicità… o anche una forma di premonizione,,,
Al nostro passaggio lungo i percorsi della vita disseminiamo tracce Anche se, al tempo stesso, di tracce siamo instancabili cercatori I nostri geni ancestrali sono sempre attivi malgrado le decine ...
( Maurizio Crispi ) Possiedo indubbiamente un forma di religiosità laica e non confessionale che mi spinge a raccogliere da terra le immaginette sacre nelle quali mi imbatto.Capita sovente di ...
Sono ad un evento sportivo,
forse podistico,
in veste di fotografo
Come di consuetudine,
mi muovo
tra i numerosi convenuti
scambiando battute vivaci
salutando i conoscenti
e facendo scatti su scatti,
di atmosfera e poi a singoli o a gruppi
Tutto si svolge all’interno
di un’enorme edificio antico
di ciclopiche proporzioni,
dotato di spaziosi cortili interni
Potrebbe trattarsi delle Terme di Caracalla,
(o qualcosa del genere,
come quelle ancora più vaste di Diocleziano)
Alcuni cortili interni sono inaccessibili, però,
vietati al pubblico e transennati
Mi rendo conto che si sta facendo tardi
Ho un altro impegno urgente
(devo accompagnare mio figlio a scuola),
salto in auto e parto
Forse con me c’é qualcuno
a cui sto dando un passaggio
(ma non ne sono certo,
né ricordo la sua identità)
Schizzo a forte velocità
(cosa che non mi è usuale)
Poi mi rendo conto
che la lunga via dritta
che sto percorrendo a tutta birra
è invasa da una marea di manifestanti
che, camminando in direzione ostinata e contraria alla mia,
si dirigono al luogo del loro raduno
con passo indolente,
con striscioni e stendardi
Sono centinaia
e formano una massa compatta
Mi rendo conto del pericolo
(sto sfrecciando a quasi 100 all'ora)
e pigio il pedale del freno,
rilasciando al tempo stesso l’acceleratore
Mi pare che tutto debba risultare in una catastrofe
(una carneficina)
e ho il cuore in gola
Ma la manovra va a buon fine
e prendo a procedere a passo d’uomo
Ci sono altri mezzi motorizzati dietro di me
Forse anche una carrozzella,
tirata da un placido cavallo,
e la carretta di un fruttarolo
che cercano di sgattaiolare davanti a me
Si tratta adesso di passare
attraverso un grande portale di pietra,
ma il transito non è agevole,
perché dalla direzione opposta
continuano ad arrivare a centinaia i manifestanti
Poi, alla fine, si diradano
ed io mi infilo
Varcata la porta,
mi ritrovo in un mondo sconosciuto
un angolo di città
mai visto prima
e non riesco a raccapezzarmi
Provo a mettere in funzione la app
del telefono
che anziché localizzarmi
e darmi le indicazioni per casa
prende a blaterare con la sua voce metallica ed artificiale
un torrente di parole
per dire che il luogo dove sono finito
é insicuro
e che devo andarmene al più presto
(Pericolo! Pericolo! Evacuare!)
Non so cosa fare
Sperimento un senso di estraniamento,
come se fossi smarrito
nel tempo e nello spazio
(lost)
Provo a chiedere a qualcuno,
ma nessuno sa dirmi nulla
(alcuni reagiscono in modo ostile)
Sono come paralizzato
Il mio disagio aumenta a dismisura,
quando mi accorgo
che vicino a dove mi trovo
c’è un grande piazzale
dove sono adagiati i corpi di tanti
(non morti, forse feriti)
in caftani e jellaba
e con le teste avvolte in turbanti
(o forse fasciate)
Forse, mi sembra anche di intravedere del sangue
sparso qua e là
e di sentire nelle narici
l'odore rugginoso del ferro
Cos’è successo?
Cerco di consultare un giornale
che ho con me,
alla ricerca di spiegazioni,
quando arriva una tizia
che me lo strappa dalle mani,
dicendo che quel giornale è suo
(bel tipo!)
e non c'é verso di riottenerlo
C'è una pila di altri giornali e rotocalchi
posati sul sellino di una moto
parcheggiata lì vicino,
ma sono tutti consunti
e impregnati d'acqua
(dissolvenza)
Lost in Time and Space (Lord Huron)
Lost in time and space
Aimless drifting in a far off place
Hurtling through the vast unknown
Staring straight into the pure, black void
Drowning in the sea of stars
Lost in a galaxy of cocktail bars
Blinded by the neon lights
I lie awake and say your name into the night
I guess she's gone for good
She don't call me like I thought she would
She went west to chase her dreams
She took my money, but she didn't take me
Why go wander unknown worlds?
Stay right here and let the cosmos twirl
Blind without her source of light
I light a flame and say her name into the night
I don't know who I am, I don't know where I am
Lost in time and space
Aimless searching for a long, lost face
Haven't got a thing to lose
If I don't find her, gonna tie that noose
I quit my job and packed my car
Left in a hurry, and I've sure come far
Driving fast with no headlights
I'm wide awake, I say her name into the night
Oh, I'll find a way, I say your name into the night
I don't know who I am, I don't know where I am
I don't know who I am, I don't know where I am
I don't know who I am, I don't know where I am
I don't know who I am, I don't know where I am
Tra i luoghi più amati dagli antichi romani vi erano certamente le terme! Era qui infatti che uomini e donne potevano trovare tutto ciò che desideravano: acqua calda in grandissima quantità ...
Lost Immagine tratta dalla sigla della serie televisiva Paese Stati Uniti d'America Anno 2004- 2010 Formato serie TV Genere avventura, drammatico, thriller, fantascienza Stagioni 6 Episodi 114 ...
Guardavo la luna in cielo,
una bella luna piena
nel suo massimo splendore
Mentre l’ammiravo,
il suo disco argenteo
si colorava di rosso sangue,
per frantumarsi subito dopo,
cadendo in pezzi e grosse zolle
Poi, in un attimo,
anche quei frammenti
si dissolvevano,
lasciando un terribile vuoto nero,
appena trapunto di stelle
Attorno a me i boschi
continuano a bruciare
É ormai impossibile
spegnere i roghi
Altrove, le vie della città
sono state svuotate dagli alberi,
ovunque rimangono soltanto
cupi mozziconi di tronchi
a ricordare ciò che vi era stato,
il rigoglio ombroso e il riparo offerto
dalle canopie d’un tempo
Alberi vigorosi
che qualcuno in uno squallido ufficio,
con un tratto di penna
tracciato senza compassione
su di un ordine di servizio
ha deciso di abbattere
perché ritenuti ormai a fine vita
o pericolosi per i cittadini
Inondazioni
Esondazioni
Tremori e terremoti
Incendi smisurati
L’invasione dei topi rossi e dei granchi blu
per non parlare delle cavallette giganti
Tappeti di automobili in marcia,
immobili nei mega-ingorghi
e fumanti di gas di scarico
Epidemie e pandemie
Le guerre
Le migrazioni
Le estinzioni di massa
La luna e le stelle che cadono dal cielo
L’ira di Gaia e di Dio
Un pomeriggio come tanti
senza onore e senza gloria
Merende
Tivvú
Youtubenetflixyoutubenetflix
La ripetizione é il fondamento di tutto
La ripetizione é rassicurante
Giochi e teoria dei giochi
Un pizzico di musica da spotify
Letture e letture,
un po’ di questo
e un po’ di quello
Poi seduto in panchina,
in attesa, da solo,
con il mio gran testone
Il fedele Black,
con il suo gran testone,
disteso ai miei piedi,
vigile
Sono in un sogno
E cammino con qualcuno
Devo fare qualcosa
Questo qualcuno non ha un volto
Poi, le sue sembianze si definiscono
E mi pare di riconoscerlo
Ciò mi rende inquieto
MI chiederete a questo punto chi fosse,
questo qualcuno senza volto
Ma, a questo punto,
la sua ombra è svanita del tutto
Eppure nel sogno
avveniva il disvelamento e io lo riconoscevo
Eravamo come due cani per strada
Facevamo cose
Camminavamo
Ci affaccendavamo
In realtà non accadeva nulla,
all'infuori di un'infinita ripetizione non sense
Due cani per strada
Due cani per strada
E poi mi sono alzato
per uscire a passeggio con il mio amico Black
Era diventato davvero troppo dispendioso in termini di tempi richiesti alimentarli entrambi, anche perchè nati per caso, mentre
armeggiavo - ancora alle prime armi - per creare un blog, me li ero ritrovati ambedue, benchè la mia idea originaria fosse stata quella di averne uno solo. Infatti, non a caso, le loro
intestazioni erano abbastanza simili: creatone uno - non ricordo quale dei due per primo - lo ho "perso" (per quanto strano ciò possa sembrare) e mi diedi alacremente da fare per ricrearne uno
nuovo. Qualche tempo - nel frattempo ero divenuto più bravino - il blog perso me lo ritrovai).
Ohibò! - dissi a me stesso - E ora cosa ne faccio?
La risposta più logica sarebbe stata: Disattiviamolo!. E invece...
Mi dissi: li tengo tutti e due. E così feci. E' stato bello finchè è durato...
Ma giocare su due tavoli - e sempre con la stessa effcienza - è molto complicato, ancora di più quando i tavoli diventano tre e
poi quattro e via discorrendo....
Con overblog ho trovato una "casa" che mi sembra sicuramente più soddisfacente e così, dopo molte esitazioni, mi sono deciso a
fare il grande passo del trasloco, non senza un certo dispiacere, perchè il cambiamento induce sempre un po' di malinconia e qualche nostalgia.
E quindi ora eccomi qua.
E quello che ho fatto - ciò mi consola molto - rimane là e chiunque se ha la curiosità può andare a dargli un'occhiata.