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12 giugno 2024 3 12 /06 /giugno /2024 13:58
Il topino (foto di Maurizio Crispi)

Notte opaca

 

La luce prende campo 

 

Cielo velato 
Richiami di gabbiani 
tristi 

Soffiano venti di guerra
e come se nulla fosse 
lo spettacolo dello sport,
l’atletica
il calcio
l’approssimarsi dei giochi olimpici
l’agone politico
La contiguità con le guerre,
con le carestie,
con le pestilenze 
è un fatto costante
Non lo si nota più, 
quasi

 

Siamo assuefatti,
come siamo assuefatti 
alle continue violenze quotidiane 
che ci circondano

 

Siamo qui 
Sono qui 
A chiedermi chi sono 
E chiedermi dove vado 

 

Un altro giorno 

 

Tutto ricomincia 
Vecchio e nuovo insieme, 
a braccetto

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7 giugno 2024 5 07 /06 /giugno /2024 13:51
Serpente a colazione (foto di Maurizio Crispi)

Facevo colazione

 

D’improvviso ho udito un fruscio sottile

 

Che sarà mai?! 

 

Mi sono allertato, 
mi son guardato attorno, 
i miei sensi tesi

 

C’era sul tavolo un sacchetto di plastica
pieno di reginelle
tanto belle
E ho notato 
con stupore e con sorpresa
che l’estremità del sacchetto
accuratamente annodata
(il nodo l’avevo fatto io stesso,
poco prima, giuro!)
si stava srotolando
con estrema lentezza,
animata di vita propria
Sembrava una serpe 
intenta a sciogliere con pigrizia 
le sue spire
e a levare la testa lanceolata verso di me
Mi sono allarmato
Ho pensato:
Ecco, in un film horror 
o in un racconto del Re
davanti a me ci sarebbe per davvero 
un malefico serpente
ed io non avrei alcuno scampo 
Ma qui che non siamo in un film horror 
ho la possibilità di scegliere 
e quindi andrò a farmi uno sciampo

 

Ma il mio pensiero è stato soltanto 
un wishful thinking 
Davanti a me c’era ora un serpente 
in carne ed ossa, vibrante, enorme, 
eretto in tutta la sua possanza
con una lingua biforcuta saettante 
fuori dalla stretta bocca, 
gli occhietti malevoli stretti tra le squame
a fissarmi giallastri ed ipnotici

Uno sguardo cattivo e paralizzante 
Capivo che era giunta la mia ora,
recitavo le ultime preghiere 
e mi disponevo a ricevere 
dritto negli occhi
lo schizzo di veleno fatale

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27 maggio 2024 1 27 /05 /maggio /2024 12:13

Sogni iterativi e di lotta
questa notte

Non ricordo nessun dettaglio,
ma che fatica
Ho dormito arrotolandomi
nelle coltri
Lanciando in alto i guanciali
con destrezza
Cambiando posizione,
di continuo
Lato destro,
lato sinistro
Coperto,
scoperto
A testa in giù
Piedi sotto,
piedi sopra

E sognavo sempre la stessa roba
Faticavo
Ripetevo
Qualche volta respiravo
Talaltra me ne stavo
bravamente in apnea
Ma non ricordo nulla
Notte breve
Notte di travaglio
La notte é una severa maestra

E adesso sono qui
a raccontarmela
e a cantarmela

Hanno riparato i lampioni
fuori nella strada
che non è più un pozzo di tenebra

I gabbiani abitatori dei tetti
intraprendono i primi voli

La loro memoria atavica
dice loro che i palazzi di città
alti e svettanti
sono le loro scogliere di cova

Maurizio Crispi

Selfie bizzarro (foto di Maurizio Crispi)

Va bene, e poi nella mattinata ci fu un sogno
Ero al lavoro nella mia stanza 
Entravano utenti, degenti, pazienti, uno via l’altro, 
ognuno aveva un problema da esporre,
una domanda da fare, 
un problema da risolvere
e così via 
Uno mi diceva che voleva andare al mare
ed era vestito come un gran fighetto con una giacca di fresco di lino
che pareva appena uscita dal negozio o dalla stireria
Mi diceva che era andato al mare assieme a un antico marinaro
e che si erano attardati a lungo a prendere il sole e a fare splash splash 
Mi chiedeva il permesso di poter tornare nuovamente al mare,
quest’oggi,
per fare ancora una volta splash splash 
Per parlare mi si avvicinava a due millimetri dalla faccia e io lo scostavo
Ed era una specie di danza: lo scostavo e mi allontanavo
Lui si avvicinava implacabile e di nuovo lo spostavo 
Era assillante come un segugio 
Non ne potevo più 
Poi gli spiegavo con pazienza
che ognuno ha una sua distanza ottimale per interagire con il prossimo 
Gli dicevo che ognuno ha dunque un suo spazio privato che deve rimanere intangibile
e i cui confini non devono mai essere superati
perché possa sentirsi a proprio agio
Sembrava che capisse, ma poi si avvicinava di nuovo implacabile
Era proprio impagabile 
Nel corso di questa danza cadevo per terra, inciampando nei miei stessi piedi 
Non tentavo di ostacolare la caduta, anzi la facilitavo 
Poi mi alzavo e spiegavo al tizio con la giacca di lino intonsa che non bisogna mai contrastare una caduta, facilitarla, al contrario
E questo è il modo per evitare di farsi del male, gli dicevo 
Anche in questo caso il tizio in giacca di lino che pareva un magnaccia faceva mostra di avere capito, ma avevo dei forti dubbi a riguardo
Continuava la conversazione, sempre nello stesso tenore
Poi mi facevo sulla soglia della stanza e lì c’era un altro degente
altissimo, spilungone e allampanato,
accanto a lui mi sentivo un nano
Mi rivolgeva la parola ed ero costretto a guardarlo dal basso verso l’alto 
Cercavo una scaletta o dei gradini pieghevoli  sui quali arrampicarmi
per poter ritornare ad essere - quanto ad altitudine - pari suo 
Questo degente pareva sofferente, ma non diceva niente 
Era pallido 
Era smunto ed emaciato 
Stavo un poco ad ascoltarlo (anche se non era discorso fatto di parole) e poi me ne andavo 
C'era un'incombenza da sbrigare
Andavo alla porta e uscivo
Cominciavo a camminare 
Ero esitante 
Tornavo indietro 
Mi affacciavo ad una finestra corrispondente ad una sala utilizzata per le riunioni 
Mentre facevo ciò, mi rendevo conto - con sommo imbarazzo -
di essere tutto nudo, ma nudo-nudo,
nudo come mamma mi ha fatto
o, se vogliamo dirla in altri termini, in costume adamitico,
anche se, per le pari opportunità, dovrebbe anche potersi dire "evitico"
A questo punto ero sommerso dall’imbarazzo 
Non sapevo cosa fare 
Non potevo rientrare perché, rientrando,
avrei denunciato la mia condizione di Re nudo davanti a tutto il mondo 
Non avevo il telefono con me e non potevo chiamare nessuno in aiuto 
Come unica soluzione disponibile,
mi incamminavo per strada,
tutto nudo ma sì, chi se ne frega 

Il Re è Nudo

Il Re é Nudo

Dissolvenza

Dissolvenza

Così l'imperatore marciò alla testa del corteo, sotto il grande baldacchino, e la gente per la strada e alle
finestre non faceva che dire: "Dio mio, quanto sono belli gli abiti nuovi dell'imperatore! Gli stanno proprio
bene!" Nessuno voleva confessare di non vedere niente, per paura di passare per uno stupido, o un
incompetente. Tra i tanti abiti dell'imperatore, nessuno aveva riscosso tanto successo.
"Ma l'imperatore non ha nulla addosso!", disse a un certo punto un bambino. "Santo cielo", disse il padre,
"Questa è la voce dell'innocenza!". Così tutti si misero a sussurrare quello che aveva detto il bambino.
"Non ha nulla indosso! C'è un bambino che dice che non ha nulla indosso!"
"Non ha proprio nulla indosso!", si misero tutti a urlare alla fine.

I vestiti nuovi dell'imperatore di Hans Christian Andersen

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20 maggio 2024 1 20 /05 /maggio /2024 20:39
La sontuosa fioritura del gelsomino (foto di Maurizio Crispi)

C’è stato il momento del traffico caotico
e della ressa 

 

Camminatori a passo lesto 
in direzione dello stadio di calcio,
a frotte,
si muovono con andatura 
uniforme e coordinata, 
sciarpe rosa-nero esibite festosamente 
e altri accessori degli stessi colori
Stendardi e canti ritmati
Torme di motocicli
con due o tre viaggiatori a bordo, 
tutti palesemente eccitati 
e schiamazzanti

 

Dove vanno tutti? 
Ma sì!
Al loro importante, immancabile, appuntamento 
e con il loro andare nervoso, 
non indolente, 
trasmettono veemenza e tensione,
protesi come sono 
verso un desiderio di vittoria
e immersi in un sogno di gloria

 

Adesso che le bocce sono in movimento,
al centro del campo di calcio
nella città in rovina è calato 
un silenzio sepolcrale
in attesa di eventi 
Le pizzerie sono vuote,
i bar degli aperitivi e delle apericene
disertati
C’è quiete
C’è pace 
L’aria è inondata dal profumo sontuoso del gelsomino 

 

Su tutto, 
sovrasta lontano l’eco sciamanico 
di cori di incitamento, 
tempestosi e guerreschi

 

Io me ne sto tranquillo, nella mia pace,
lontano dalla pazza folla, 
godendo del profumo 
lussureggiante e sfarzoso
d’una primavera annunciante
Il prossimo decadimento

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20 maggio 2024 1 20 /05 /maggio /2024 09:54
Interni. Il mio studio (foto di Maurizio Crispi)

C’è una casa in grande disordine
E' come se questa condizione fosse dovuta ad una smobilitazione recente e mai completata, oppure ad un trasloco appena fatto e, dunque, tutti gli oggetti e gli arredi sono accatastati in totale disordine e senza logica alcuna
Altre cose sono davanti la casa, alcune ammucchiate sul marciapiedi e altre ancora dentro un furgone parcheggiato lì davanti
Dai molti indizi sono portato a pensare che si tratti di un trasloco in entrata piuttosto che di una smobilitazione per un trasferimento altrove, ma non c’è nessuno a cui chiedere
Spio all’interno del furgone e mi pare di vedere degli oggetti a me familiari, ma non sono del tutto sicuro del loro riconoscimento 
Risalgo le scale per raggiungere di nuovo l’appartamento: entro al suo interno e mi ritrovo ad aggirarmi da una stanza all’altra, come se fossi in un sogno 
Al centro della stanza d’ingresso ci sono delle rose spiaccicate a terra
Sembra che qualcuno sia passato su quel grande, enorme,  mazzo di rose con un rullo compressore oppure che le abbia calpestate in una frenesia di folle danza derviscia sino a renderle bidimensionali e sottili come sfoglie
Questi fiori spiaccicati a terra mi procurano una grande pena

 

C’è Gabriel con me 

 

Anche lui sembra soffrire davanti allo spettacolo dei fiori malmenati 
Rosa fresca aulentissima… e amen dissolvente 

 

Desolation
Dissolution
La fine di tutte le cose

 

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16 maggio 2024 4 16 /05 /maggio /2024 12:00
Cielo chiuso (foto di Maurizio Crispi)

Cielo chiuso,
grigiastro
Poi cadono solo poche gocce,
fangose,
e sporcano le auto
Un piccione solitario
sulla rossa cupola indugia
nella calura afosa
del primo mattino
C’è anche l’improvviso sguardo
sulla mortifera installazione
di quel che resta 
d’un grande tronco 
segato via
e d’una plantula morta anzi tempo
nel suo vaso striminzito,
due morti,
due destini convergenti,
messi in simbiosi
da mano sconosciuta

Caldume
Caldova
Caldumissimo
Come farò a resistere 
a cotanto caldume?

 

Farollo!
Farollo!

Re Farolluk dell’Antistam***astan

 

Lo dico con tanto gusto,
ma anche con un po' di disgusto
Ora vado a comprare di ligustro
una piantina di molto buongusto
che a tutti i progressisti dà lustro
e la poggerò su di un affusto
E tutti, al passaggio, diranno:
Oh che magnifico bellimbusto!
Ed avvertirò in bocca il retrogusto
d’un amaro olocausto
e il dissapore contrasterò 
con gelato al pistacchio
con tanto gusto

Foto di Maurizio Crispi
Foto di Maurizio Crispi
Foto di Maurizio Crispi

Foto di Maurizio Crispi

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15 maggio 2024 3 15 /05 /maggio /2024 12:44

Fa parte delle vicissitudini umane che uno tra molti sia destinato a continuare a vivere per interpretare la parte del sopravvissuto
Io sono un sopravvissuto.
Chi rimane, deve ricordare costantemente chi non c'è più.
Lasciare una porta sempre aperta al flusso dei ricordi.
Mantenere in vita in questo modo le persone care che non sono più.
Tenere la stanza dei ricordi costantemente aperta, arieggiata, festosa, piena di colori e di suoni.

Maurizio Crispi (2 ottobre 2015)

I miei genitori (foto dal mio archivio personale, Maurizio Crispi)

(Un cassetto pieno di ricordi, giugno 2023) Qualche giorno fa, ho cominciato ad esaminare un cassetto nell'armadio della stanza che era di mia madre (e prima ancora di ambedue i miei genitori, sino alla morte di papà), dove la mamma aveva raccolto una serie di ricordi degli anni di guerra che furono anche quelli del loro fidanzamento e del loro matrimonio.
Pieno di emozioni ho preso a prenderne in rassegna il contenuto.
Non che non l'avessi fatto già prima.
Ma adesso ho deciso di guardare tutte le diverse cose con maggiore attenzione ai dettagli.
O, forse, mi sono autorizzato a farlo, riflettendo al fatto che la mamma mi diceva sempre che voleva distruggere tutto ciò che era relativo ai suoi ricordi.
Malgrado la mamma avesse più volte esplicitata questa intenzione, soprattutto nei suoi ultimi anni, poi non lo ha fatto.
Ed io sono felice di ciò. 

Vorrei che di tutto questo potesse perpetuarsi la memoria e che queste tracce, segni tangibili della storia personale delle persone che più mi sono state care, possano passare di mano un giorno.
Ma non so se i miei figli lo faranno, se vorranno mai raccogliere questa fiaccola e portarla con sé.

Viviamo in tempi di mortificazione assoluta delle memorie storiche e delle memorie personali.
Sembra che il passato, le storie che ci fanno capire da dove veniamo, quelle che ci danno indicazioni sulla nostra genealogia, non interessino più a nessuno.

I giovani di oggi, imbevuti di una cultura fortemente narcisistica e autoreferenziale, sono portati a negare fortemente la trans-genitorialità, cioè il riconoscimento che prima di loro c'è stata una linea di sangue che li ha preceduti, che è anche una linea di narrazioni da perpetuare e trasmettere e che, invece, sono destinate - purtroppo - a cadere nell'oblio. 

Una regina senza volto (foto di Maurizio Crispi)

Non ricordo più
Non ricordo di avere ricordato 
Per ricordarmi di avere ricordato debbo leggere ciò che scrivevo nel tempo in cui ricordavo 
Ricordo di avere ricordato
So anche che adesso ho smesso di ricordare e di scrivere di ciò che ricordo
La buona vena del ricordo s'è esaurita, forse
Perché scrivevo nel tempo in cui ricordavo di ciò che era stato? 
Forse lo facevo spinto dal desiderio che qualcuno leggesse ciò che scrivevo  e che quindi potesse utilizzare ciò che avevo scritto come “fonte” (in senso storiografico) per ricordare a sua volta e per aggiungere alla propria memoria personale profondità e spessore ed anche una componente intergenerazionale
Poi mi sono reso conto, però, che ciò che scrivevo era soltanto un vomitarmi addosso e che i ricordi non interessavano a nessuno 

È un dato di fatto che oggi il ricordare non interessi più a nessuno: questo è un dato di fatto generale che travalica la semplice e limitata esperienza personale mia o di qualcun altro 
Ricordare è faticoso 
Mettere continuamente a confronto il presente con il passato é mentalmente dispendioso 
Trarre insegnamenti dal passato non è più un’attività mentale praticabile 
Si vive, in generale, senza passato e senza memoria
La storia viene continuamente riscritta senza considerare l’importanza di ciò che è accaduto prima 

Siamo uomini senza memoria, purtroppo

Ma buona parte dell’identità di un individuo si basa sul ricordo
Quando si cancella il ricordo, l’identità attuale diventa fluttuante, fragile, incerta, liquida - come dice Baumann
L’Io senza memoria è un Io senza radici

Ricordo, sì, io ricordo 
Finché c’é ricordo, c’è speranza

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12 maggio 2024 7 12 /05 /maggio /2024 07:14
Alba (foto di Maurizio Crispi)

Ho sognato,
ma non ricordo nulla 
Mi indispettisco quando ciò accade
Ho dormito sodo 
solo di tanto in tanto risvegliandomi, 
per rimanere quieto 
con gli occhi aperti nel buio 
ad ascoltare il mio respiro, 
niente per questa volta 
nessun concerto di fischi e sibili,
bensì un respiro tranquillo e cheto 
Poi, ogni volta, dopo un po’ 
mi riaddormentavo
Così ho passato la notte,
un po’ ronfando nell’abbraccio di Morfeo 
e un po’ da sveglio,
sognando forse di incontri,
di persone e di luoghi,
eventi diversi
in cui ero io
assoluto protagonista,
fino a quando non ho sentito 
che giunta era l’ora
Sono scivolato fuori dalle coltri,
rimettendomi in piedi 
e ho ciabattato sino all’uscio di casa
Sono uscito 
nell’aria fresca del primo mattino 
e già il cielo all’orizzonte trascolorava
in tonalità di arancioni e rossi
Il mio sguardo si è perso 
in quella meraviglia

 

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11 maggio 2024 6 11 /05 /maggio /2024 10:01

«Un uomo può sopportare molto finché può sopportare se stesso. Può vivere senza speranza, senza amici, senza libri, perfino senza musica, fino a quando può ascoltare i propri pensieri.»

Axel Munthe (da "La storia di san Michele")

Locandina di Baby Reindeer

Ieri sera, sono andato a letto dopo aver guardato, mentre cenavo, il secondo episodio di Baby Reindeer che è, evidentemente angosciante al punto giusto
Sono scivolato in un sonno di piombo e ho sognato 
Ero ad un raduno di vecchi compagni di scuola e alloggiavamo tutti quanti in un hotel che avevamo affittato in esclusiva per l’attuazione di questo meeting del sessantesimo anniversario dell’esame di maturità  
Ognuna delle stanze era occupata da uno o più degli ex-compagni
Non so come, non so perché c’era una tipa, bruttissima, orrenda come un’arpia che mi perseguitava, mi seguiva, mi tampinava, non mi dava respiro e io cercavo di fuggire da lei, perché sapevo che mi avrebbe potuto far del male, molto male
In una scena del sogno, cercavo rifugio in una delle stanze occupate dagli ex compagni 
Ricordo che entravo a perdifiato e chiedevo loro di ospitarmi fintantoché le acque non si fossero calmate
Per essere più al sicuro uscivo fuori sul balcone e me ne stavo lì ansimante come un Axel Munthe (ma perchè proprio qui viene fuori questo Axel Munthe?) spaventato a morte
Dopo un periodo di tempo piuttosto lungo venivo fuori circospetto sperando che dopo la lunga attesa, logorata, l’arpia se ne fosse andata, che avesse demorso, ma no!
Era ancora là a scrutare, ad osservare con occhi da avvoltoio, fiancheggiata da una sua scherana, altrettanto orrenda
Mi rintanavo di nuovo nel rifugio sicuro, ma pensavo anche che non avrei potuto passare tutta la vita a nascondermi
Trascorso un altro po’ di tempo, di nuovo riemergevo, pensando che, correndo a gambe levate, sarei potuto andare a ripararmi nella sala cinematografica vicina, dov'era in programmazione un certo film intitolato “Reindeer” (senza "baby")
Uscivo fuori dall’albergo, cominciando a respirare di sollievo e invece… 
I peggiori incubi non hanno mai fine
La mia stalker era là, proprio davanti davanti all’albergo, intenta a parlare con una mia cugina
Scappa, scappa! 
Corri, corri! 
Pensavo di poterla fare franca 
Invece, proprio quando stavo per girare l’angolo e dileguarmi, guardando indietro alle mie spalle per un’ultima volta intercettavo lo sguardo implacabile di lei e capivo che non avrei avuto scampo

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10 maggio 2024 5 10 /05 /maggio /2024 13:49
Io di qua non me ne vo'

Ho incontrato un dì
un gatto tranquillo e pacifico
Nel vedermi
non ha fatto una piega

Di sguiscio mi ha fissato
serafico e sornione

Con la sua calma,
con la sua indifferenza,
in silenzio mi ha detto:

"La strada qui è mia
e non me vo’"

Sono ripassato la sera
da quello stesso luogo
e il gattone era ancora lì,
imperturbabile,
a guardia del suo territorio

Maurizio Crispi (1° maggio 2024)

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DSC04695.jpegQuesta pagina è la nuova casa di due blog che alimentavo separatamente. E che erano rispettivamente: Frammenti. Appunti e pensieri sparsi da un diario di bordo e Pensieri sparsi. Riflessioni su temi vari, racconti e piccoli testi senza pretese.

Era diventato davvero troppo dispendioso in termini di tempi richiesti alimentarli entrambi, anche perchè nati per caso, mentre armeggiavo - ancora alle prime armi - per creare un blog, me li ero ritrovati ambedue, benchè la mia idea originaria fosse stata quella di averne uno solo. Infatti, non a caso, le loro intestazioni erano abbastanza simili: creatone uno - non ricordo quale dei due per primo - lo ho "perso" (per quanto strano ciò possa sembrare) e mi diedi alacremente da fare per ricrearne uno nuovo. Qualche tempo - nel frattempo ero divenuto più bravino - il blog perso me lo ritrovai).

Ohibò! - dissi a me stesso - E ora cosa ne faccio?

La risposta più logica sarebbe stata: Disattiviamolo!. E invece...

Mi dissi: li tengo tutti e due. E così feci. E' stato bello finchè è durato...

Ma giocare su due tavoli - e sempre con la stessa effcienza - è molto complicato, ancora di più quando i tavoli diventano tre e poi quattro e via discorrendo....

Con overblog ho trovato una "casa" che mi sembra sicuramente più soddisfacente e così, dopo molte esitazioni, mi sono deciso a fare il grande passo del trasloco, non senza un certo dispiacere, perchè il cambiamento induce sempre un po' di malinconia e qualche nostalgia.

E quindi ora eccomi qua.

E quello che ho fatto - ciò mi consola molto - rimane là e chiunque se ha la curiosità può andare a dargli un'occhiata.

 

Seguendo il link potete leggere il mio curriculum.

 

 


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