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4 luglio 2024 4 04 /07 /luglio /2024 11:59

Ecco due sognucoli, che mi ero dimenticato di riportare qui nel blog e che risalgono ad un anno addietro esatto.
Li avevo soltanto resi visibili nel mio profilo facebook

Torre dell'orologio a Brisighella (foto di Maurizio Crispi)

(2 luglio 2023) Ho sognato che sarei dovuto andare a processo per aver compiuto un reato
Casco dalle nuvole. Il reato di cui mi si accusa non è ben indicato nei documenti che mi sono stati inoltrati o notificati; non so di cosa si tratti
Poi vengo a sapere qualcosa di concreto
Avrei partecipato - così mi dice il mio difensore d’ufficio - al furto d'un enorme orologio che adornava la torre campanaria d'una città in Spagna.
L’avvocato mi chiede di spiegargli il perché di questo gesto, non capisce
Io gli dico che sono stato un fesso
Ho soltanto incontrato due miei conoscenti che mi hanno trascinato in questa loro impresa
Non ho fatto materialmente nulla
Sono stato soltanto a guardare
Non ho fatto però nulla, del pari, per impedire loro di portare a termine il gesto criminoso
L’avvocato mi dice che la mia difesa é piuttosto debole
Verrò egualmente incriminato e processato
non solo in Italia, ma anche in Spagna,
dove il reato è stato originariamente compiuto
Ma si rende conto?
Ed io:
Avvocato, ha ragione! Sono stato un fesso! Anzi un fessacchione! Un vero pinnazzuolo!
L’avvocato scuote la testa.
Avvocato, ce la farò a venirne fuori?
E’ questo il mio ultimo grido prima che mi portino via in manette

Riflesso deflesso (foto di Maurizio Crispi)

(3 luglio 2023) Dei tecnici informatici
vengono per sistemare il computer
da cui lavoro  abitualmente
e per rendere più sicuro 
l’accesso ai diversi programmi che contiene
Io stesso sono andato a cercarli
da qualche parte 
e, per arrivare al posto dove si trova il PC,
abbiamo dovuto fare un lungo viaggio
in un van
per poi fermarci
in un vasto spiazzale deserto
ad una estremità del quale
c’è un emporio 
dove rivendono hardware e software
Qui c’è una calca immensa
Tutti vogliono comprare qualcosa
Mi faccio strada a gomitate
e arrivo al banco
per chiedere ciò che mi serve

L’intervento dei tecnici è efficace
Le password nuove sono impostate

Ma nemmeno io le ricordo più
dopo che se ne sono andati

E siamo punto e daccapo

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2 luglio 2024 2 02 /07 /luglio /2024 12:58
Torso di manichino nella notte (foto di Maurizio Crispi)

Si sente l’agitazione di improvvisi 
vibranti refoli di vento
Ha piovuto nel cuore della notte
Una pioggia stentata 
di poco beneficio 
L’aria è umida,
ristagnante 
Se non fosse 
per quegli improvvisi sbuffi d’aria
che prosciugano l’umidore molesto 
si avrebbe una senso di soffocamento e di pelle appiccicosa 
per la traspirazione  

 

S'odono i tuoni, 
a volte un rombo isolato, 
talaltra un tambureggiare sordo
Prima del brontolio e del rullare
il cielo s’accende 
di elettriche strie 
contorte e ramificate 
I gabbiani stridono, 
non si vedono 
ma è probabile che siano in alto 
a volteggiare e veleggiare, 
traendo vantaggio dalle raffiche incostanti 

 

Cammino nel buio, 
quasi a tentoni,
foglie secche
sotto i piedi ,
scricchiolanti,
crocchianti,
fruscianti,

 

Tutto é pervaso di un’attesa ominosa
All’improvviso arriva il picchettio
di grosse gocce
che cadono nella polvere
E il petrìcore si leva dalla terra
bagnata ed erosa
Le strade si ricoprono 
d’una patina lucida
su cui si specchiano i lampioni
con aloni di tenue luce gialla

 

E poi, molto più tardi,
di nuovo sorgerà il sole

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2 luglio 2024 2 02 /07 /luglio /2024 10:20

E' del 29 giugno 2023 questa mia annotazione che combina assieme due diversi avvistamenti, quella dell'anfora (o arancina) semovente su monopattino elettrico e quella della cicciona incastrata nella poltroncina con braccioli in pizzeria.
Vi prego, leggete queste due storielle gustandovi gli aneddoti in sé, senza lasciarvi forviare da chi potesse dire che si tratta di descrizioni poco consone e politicamente scorrette.
Sono avvistamenti che si inseriscono perfettamente nella grande narrazione delle 'Storie di Massa' e, in fondo, trattano di ciccioni felici e fieri della propria pacchionaggine.

L’altro giorno dalla coffa della mia nave ho avvistato una donna anfora solcare la strada sul suo mono-moto pattino a vela.
La foggia dell’anfora era suggerita dal grosso culone, dalla bassa statura e dalla posizione dei piedi che formavano una base d’appoggio piccola e circoscritta che andava a svasare verso l’alto e culminava nell’ampio deretano che rappresentava, appunto, la parte capiente dell’anfora o anche della giara.
Qualcuno leggendo la breve descrizione impressionistica (forse anche umoristica) che ho lanciato nel mio status ha suggerito che potesse trattarsi di un’arancina semovente su monopattino elettrico.
Non ho chiesto, però, a colui che aveva formulato questo commento (e sollevato questo interrogativo) se intendesse riferirsi ad un’arancina con carne o ad un’arancina al burro, messa per il lungo (quest’ultima, un’immagine decisamente più benevola!).
Comunque, rimanendo nel tema, l’altro giorno ero in pizzeria e ho visto ad uno dei tavoli apparecchiato per quattro, una tipa (appartenente indubbiamente alla multiforme categoria delle "signore Massa") chiacchieriare affabilmente con le sue amiche. 
La tizia era enorme, saldamente tonica, gioviale e allegra. 
Fianchi moolto sviluppati, debordanti; culone sovradimensionato. 
Le sedie a disposizione erano, in verità, delle poltroncine con i laterali (piuttosto robuste, e solide, non c’è che dire).
Poichè le sponde laterali impedivano al culone della tizia di potere appoggiare totalmente alla seduta, le terga opime rimanevano sollevate, in realtà incastrate tra i due braccioli (se la tizia avesse dovuto alzarsi all’improvviso, quasi certamente la poltroncina sarebbe rimasta attaccata al suo tafanario come il carapace di una grande testuggine).
La postura dell’emula della Signora Massa (il mio prototipo, in quest’ambito) era quindi tutta sbilenca e con il suo corpo pendeva in avanti come una Torre di Pisa che é andata già ben oltre il suo punto di equilibrio e che non si ribalta solo perché ha trovato un efficace puntello.
In questo caso, il puntello era rappresentato dal tavolo sul quale poggiava in modo pieno ed invadente un senone ultra-prosperoso, di dimensioni pari al sottostante culone.
Il davanzale occupava una buona metà del tavolo, tanto che mi sorpresi a pensare come su di esso avrebbero potuto esserci appoggiate le pietanze per lei e le commensali sue amiche.
Interrogativo che, purtroppo, é rimasto senza risposta perché l’allegro quartetto aveva già consumato ed era intento a conversare fitto, indugiando in un’atmosfera di conviviale rilassatezza.
Ho solo potuto fare delle illazioni: forse la gigantessa e le sue tre convitate hanno mangiato a turno, oppure i camerieri hanno portato loro un unico piatto con il cibo disposto per tutte…

Insomma, in questo caso, mi è sembrato di intravedere un personaggio rabelaisiano, pieno di vitalità e assolutamente baldanzoso, oltre che fiero del suo ridondante corpaccione.

Il più delle volte quelli che vedo in giro sono dei ciccioni felici e non credo che ci sia nessuna offesa se mi soffermo a descrivere questi incontri-avvistamenti con dettagli ridondanti. 

Thar! She blows! Così gridavano le vedette appostate sulla coffa quando avvistavano una balena.

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29 giugno 2024 6 29 /06 /giugno /2024 13:50
Lord Kitchener

Un sogno, 
lungo e laborioso 
ma ricordo poco 

 

Facevo un viaggio, 
un lungo viaggio, 
In un paese remoto, 
in lontane contrade orientali 
su percorsi poco battuti 
e poco frequentati da chicchessia
La cosa più curiosa in assoluto 
era il fatto che, per procedere,
dovessimo costruirci la strada
letteralmente sotto i piedi,
perché non v’era alcuna strada
e, quindi, andavamo a rilento 
La strada doveva essere fatta 
metro per metro 
su un terreno impervio e roccioso
che non faceva sconti,
attraverso contrade impervie e accidentate 
Era una strada concepita 
per poter essere percorsa 
anche da automezzi
Mi ricordava l’impresa titanica 
di Lord Horatio Herbert Kitchener,
ai tempi della guerra contro il Mahdi in Sudan, 
quando per condurre 
truppe e rifornimenti dal Nilo 
al punto in cui si erano radunate 
le forze ribelli a Khartoum e a Omduram
venne fatta costruire nientemeno 
che una ferrovia, metro per metro, 
al prezzo di sudore, sangue e vite umane

 

Del sogno ricordo alcuni dettagli, 
come la messa in posa di alcune pietre
per definire il bordo della strada 
(ed era qualcosa 
di cui mi occupavo personalmente: 
come in un videogioco in soggettiva
vedevo le mie mani al lavoro, 
trasportare e poi posare quelle pietre)
E ricordo anche 
un’automobile vecchio stile 
(di quelle dei primordi 
che ancora somigliavano 
a carrozze senza cavalli) 
che veniva avanti 
tutta traballante e scoppiettante 
carica all’inverosimile 
di passeggeri e masserizie 
e noi - costruttori della strada -
tutti fermi a guardare con meraviglia 
quella faticosa avanzata 
e poi vederli imboccare, 
malgrado il nostro affannarci e sbracciarci, 
una deviazione che non portava nulla, 
ma il guidatore persisteva 
come un crasto 
nella direzione sbagliata,
ostinata e contraria

 

Mi sembrava di essere in un film
di esotiche atmosfere
o in un romanzo 
oppure immerso 
in una delle affascinanti narrazioni
tra storia e geografia 
di Stefano Malatesta
E mi sono ricordato, ovviamente,
del romanzo “Le quattro piume” 
di un certo Alfred E. W. Mason 
che lessi anni fa,
avendo poi occasione di vedere 
un film recente omonimo
su di esso ispirato
e si tratta di “Daniel Martin
il cui omonimo protagonista 
persegue il sogno di diventare 
uno sceneggiatore hollywoodiano
e in particolare quello di poter elaborare uno script
per un film che racconti vita e imprese di Kitchener

 

E qui non ricordo altro 

 

(da Wikipedia) Horatio Herbert Kitchener, comandante in capo delle armate anglo-egiziane, venne incaricato di riprendere Khartum. Il 18 marzo 1896 Kitchener entrò in Sudan con 11.000 uomini armati delle armi più moderne e sostenuto da una flottiglia di barconi dotati di mitragliatrici e cannoni. Il 7 giugno Kitchener raggiunse Ferkeh, una guarnigione lungo il fiume Nilo in mano alle forze mahdiste. 
La battaglia di Ferkeh venne vinta facilmente dal generale britannico, che procedette lungo il fiume in maniera metodica. 
La ferrovia dal Cairo venne estesa a Wadi Halfa, permettendo l'arrivo di nuove truppe e approvvigionamenti. 
Agli inizi del 1898 Kitchener disponeva di oltre 25.000 uomini. 
Alla battaglia di Atbara (aprile 1898) le forze mahdiste (60.000 uomini, ma mal armati) vennero battute, permettendo quindi la marcia di Kitchener verso Omdurman, la città che sorge di fronte a Khartum e che era stata trasformata nella capitale dello Stato mahdista. 
La battaglia di Omdurman ebbe luogo nel settembre 1898, e fu vinta dai britannici grazie all'uso delle mitragliatrici Maxim. Dopo il superamento della crisi di Fascioda, la vittoria britannica costrinse il khalīfa ʿAbd Allāh al-Taʿāysh a fuggire verso il sud, dove morì durante la battaglia di Umm Diwaykarat, il 24 novembre 1899.
I britannici divennero i nuovi governatori del Sudan, sebbene una parvenza di codominio con gli egiziani sia rimasta in vigore fino all'indipendenza del paese nel 1956; infatti Sudan Anglo-Egiziano fu il nome ufficiale del paese per tutto il periodo. 

 

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28 giugno 2024 5 28 /06 /giugno /2024 10:12
Dopo la pioggia benefica, il sole sorge ancora, e poi il fetore ci assale

Il sole sorge ancora
Ci sono grandi alberi
che danno ombra e frescura
che ospitano augelletti
laboriosi e canori
Speriamo che non ce li taglino
proditoriamente
quei capitozzatori folli,
sguinzagliati per la città
come segugi assassini

foto di MaUrizio Crispi - Dopo la pioggia

Cammino con Black
 

Odori immondi mi circondano
odori che poi si trasformano
in fetidi cromatismi
lampeggianti dietro gli occhi
Odori che prendono assalto le mie narici, 
le mie papille olfattive, 
ma anche quelle gustative 
e poi salgono come miasmi corrosivi
arrivando sino al profondo
delle circonvoluzioni limbiche
del mio cervello,
ottenebrandolo

 

Sono spariti gli effetti benefici 
della pioggia dei giorni scorsi, 
si sono dileguati, evaporando via,
e proprio per questo 
le cose sono peggiorate di più,
perché quelle fetenzie mai rimosse 
dalla sede stradale 
con l’esposizione 
alla pioggia 
all’acqua 
e all’umido 
hanno cominciato a marcire più velocemente 
con il rinnovarsi dei raggi del sole
e della canicola 

 

Quindi siamo costretti a viaggiare nel fetore, 
dal quale mai potremmo veramente liberarci

 

La gora dell’orrendo fetore
ci da il tormento
Talvolta mi chiedo 
se non siamo costretti in terra
a vivere in una bolgia dantesca

Dopo la pioggia benefica, il sole sorge ancora, e poi il fetore ci assale

“NON BUTTARE MUNNIZZA”
è scritto sul muro
di un edificio fatiscente a Terrasini
e quel marciapiedi
che corre davanti al muro
è pulitissimo,
come il resto della ridente cittadina
A Palermo, ogni angolo è buono
per liberarsi di munnizza
e di oggetti non più graditi o rotti
Persino i monconi degli alberi
abbattuti proditoriamente
diventano pubbliche discariche

E in ciò patiscono
un ultimo affronto

Dopo la pioggia benefica, il sole sorge ancora, e poi il fetore ci assale

Tavola da skateboard spezzata
su letto di foglie secche
e di fiori di Brachychiton caduti

Un bel modo
per celebrare una fine

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27 giugno 2024 4 27 /06 /giugno /2024 13:41
Autoscatto (Foto di Maurizio Crispi)

Ho sognato

 

Ero in un’altra città, forse Bergamo, poiché il tessuto urbano era articolato in una parte alta antica e una bassa, moderna
Mi recavo in un ufficio pubblico a richiedere dei documenti 
Dovevo fare certe operazioni: mettermi a turno, specificare il tipo di documento che mi serviva e infine aspettare la chiamata da parte dell’impiegato preposto al rilascio di quel tipo di documentazione
Sin qui andava tutto liscio 
Mi ritrovavo successivamente nell’ufficio d’una società assicurativa: qui dovevo rinnovare una polizza
Le cose si facevano lunghe
I due impiegati (o funzionari) con cui mi ritrovavo a parlare avrebbero dovuto soltanto farmi firmare delle carte per il rinnovo della polizza, ma non cessavano di propormi altre ipotesi, cosicché io mi decidessi a impegnarmi in servizi assicurativi aggiuntivi alla polizza di base, di cui mi facevano balenare gli incredibili vantaggi
Di fronte a questo atteggiamento furbesco, mi innervosivo non poco e dicevo all’impiegato che ero lì solo per rinnovare la mia polizza e nient’altro, niente di più e niente di meno, e che doveva smetterla di cercare di vendermi cose che non volevo
Detto questo, pigliavo armi e bagagli e me ne andavo con foga, senza concludere
Mi trovavo a risalire su per il colle, per raggiungere di nuovo gli uffici municipali ubicati appunto nella città alta
Quando ero quasi arrivato, notavo un grande assembramento: all’inizio immaginavo che si trattasse di persone accalcate in attesa anche loro di entrare negli uffici comunali, ma poi mi rendevo conto che c’era stato un grande incidente con morti e feriti
Vedevo vittime scomposte, distese sull’asfalto, e altri viventi sanguinanti, confusi, dalle movenze incerte e traballanti
Non riuscivo a capire cosa fosse accaduto, se si fosse trattato di un incidente del traffico, oppure se ci fosse appena stato un attentato dinamitardo
Certo, lo spettacolo era terribile ed impressionante: sembrava di essere in zona di guerra
Ciò nonostante io perseguivo il mio scopo, senza lasciarmi coinvolgere, scavalcando i corpi delle vittime, scansando i feriti e non ascoltando le loro richieste di aiuto
Quindi, accertato che non dovevo rispettare i tempi d’attesa di una coda, con rudezza, cominciavo a fendere  la calca e a farmi strada
Ricordo, in particolare, tra i sopravvissuti una tizia con il volto striato di sangue e con i vestiti laceri che cercava di rialzarsi da terra, compiendo in maniera stereotipata una sequenza di gesti senza scopo e ripetendoli senza fine al rallentatore
Sia come sia, riuscivo alla fine ad entrare negli uffici del municipio
Edotto dalla mia visita precedente conoscevo perfettamente la procedura da seguire: di conseguenza, potevo andare dritto allo scopo
Ma c’è un ma...
Come per un’improvvisa folgorazione, mi rendevo conto che nessuna della tipologia di servizi offerti si poteva adattare alla mia attuale esigenza 
Infatti, mi rendo conto che sono salito per la seconda volta sino al colle del municipio per fare autenticare un documento che é, giusto giusto, proprio quello dell’assicurazione rinnovata 
Ma io non sono in possesso di quel documento, poiché me ne sono andato dall’ufficio dell’agenzia assicurativa, interrompendo le trattative con l’impiegato che voleva vendermi altri prodotti, lasciando la procedura in tronco, senza firmare il rinnovo e soprattutto senza il documento prezioso in mano!
Quindi, ora che mi ritrovo al municipio con la possibilità di fare una copia autenticata, senza il documento originale ho in mano solo un pugno di mosche in mano
Sono piuttosto irritato con me stesso e per la mia leggerezza
Non vorrei perdere il turno
Non vorrei rinunciare alla posizione di vantaggio che ho acquisito rispetto a tanti altri ma non c’è nulla da fare, senza il documento originale non ho dove andare
Sopraffatto da un senso di inutilità, esco dal municipio per ritornare da basso seguendo a ritroso tutta la strada già fatta e per tornare a bussare nuovamente alla porta dell’agenzia assicurativa
Mi avvio per la lunga strada che scende dal colle e devo nuovamente immergermi nel cuore della folla dolente dei feriti sanguinanti e delle vittime distese per terra
Ed è uno strazio
Poi mi ritrovo a scendere per quella strada, lungo quei tornanti in discesa, su uno skateboard
(su cui io non sono mai riuscito ad andare… e sembra invece che me la cavi alla grande)

 

(Dissolvenza)

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25 giugno 2024 2 25 /06 /giugno /2024 12:30
Autoscatto in duplicato (foto di Maurizio Crispi)

Sono stanco
Svuotato 
Inerte 
Vorrei rimanere a giacere 
per ore e ore durante il giorno
Ieri, il giorno è stato denso, 
emozionale
E poi sono crollato 
in un sonno plumbeo, 
senza sogni
Non so perché 
Non solo vorrei 
dormire 
dormire 
dormire, 
ma sprofondare nel letto
Usarlo come porta verso l’altrove 
Ed esserne inghiottito
mentre sono preda 
di questo snervante stato della mente

Andare
Sognare

Spompatizzo, sì,
mi sento spompatizzo
Di frutta ho solo quattro ciliegie avanzate,
quattro in croce,
tutte vizza
Ho dato fondo a tutto,
quasi a tutto...
Se posso, preferirei 
evitare di andare a fare spesa
Quindi ho quelle ciliegie,
quattro in croce,
quattro, tutte vizza
ma ho anche quattro zucchine genovesi
(sempre quattro è il numero magico ricorrente)
e potrei portarne una
Comprerò il pane 
come faccio sempre 
e questo è quanto 
Ora, a fatica, ho finito di sistemare 
e mi sono spazzolato i denti 
Mi sono rastremato,
mi son ricomposto,
anche se ho le colichette
Son pronto a scendere 
e a mettermi in strada,
anche se mi sento ancora stanco,
stanco che più di così non si puote
Forse è stata la giornata di ieri 
che è stata logorante e densa
tra rimembranze
celebrazioni
e commemorazioni
Andare poi a Terrasini 
Tornare a prendere Gabriel 
nella calura più assurda, 
poi stare con lui a casa 
sempre così,
un po’ tenerlo d’occhio,
accudirlo e le merende senza fine 
senza potermi rilassare 
Alla fine, ciliegia sulla torta
(una di quelle quattro ciliegie vizze)
andare all’incontro di commiato
con le maestre e gli altri genitori,
insomma, tutto questo 
mi ha stancato parecchio
Dover tener breccia
Forse la sommatoria di tutto 
o forse anche le energie profuse
per essere presente, 
senza che nemmeno me ne rendessi conto, 
ma anche quello che ho scritto 
su mio fratello 
e che mi ha preso 
forse più di quanto m'aspettassi 
in termini di coinvolgimento emozionale,
non so
Eppure ancora adesso 
mi sento come svuotato, 
privo di energia 
Però so anche che, poi, 
da questi stati d’animo 
in cui mi pare di non avere più benzina
sono capace di riprendermi velocemente,
non appena mi rimetto in pista

Calati junco ca passa a china
La pioggia lo bagna il vento l'asciuga
Campa cavallo che l'erba cresce

 

Resiliente, sì!
Resiliente, no!
Eroe, sì!
Eroe, no!

 

Malgrado tutto sono ancora resiliente
Sì, resiliente del cappero!

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21 giugno 2024 5 21 /06 /giugno /2024 11:54
Salvatore Crispi (foto di Maurizio Crispi)

Sembra ieri

 

E intanto sono già trascorsi
nove anni
dalla tua dipartita,
caro fratello

 

Il tempo è un grande scultore

 

Io, man mano che il tempo scorre,
e mentre il conto degli anni
si fa più lungo,
non dimentico,
mi esercito piuttosto
a ricordare meglio
e a tenere in vita
coloro che non sono più 
Quindi, carissimo fratello,
voglio dirti che sei ancora
qui con me
Ogni giorno,
Ti vedo
Ti parlo 
Ti saluto
Rivolgo lo sguardo
alle tue molte foto
sparse in giro per casa
Ogni tanto vieni 
a trovarmi nel sogno
Ogni tanto,
in occasione delle ricorrenze principali
e degli eventi cruciali,
faccio celebrare una Messa
in memoria
per te,
per la mamma,
per Papá,
e queste sono le uniche volte
che vado a Messa
È un rito che ogni anno si rinnova

 

Forse, a modo mio,
recito anche qualche preghiera

 

I Morti non si dimenticano

 

I nostri Defunti vivono
attraverso queste attenzioni
É nostro compito tenerli in vita
Tenere vivo il loro ricordo
Tramandarlo se possibile
in modo che alla nostra dipartita
qualcuno possa continuare a ricordarli
e noi con loro

 

21 giugno 2015 - 21 giugno 2024

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20 giugno 2024 4 20 /06 /giugno /2024 13:24
La moltiplicazione del Sè (foto trattata di Maurizio Crispi)

Alba
Dopo una notte insonne 

Ohibó!

Il nuovo giorno 
é scattato in tutta la sua gloria 
Ho lavato i piatti della sera prima
Ho pulito i fornelli 
Mi sono nettato le orecchie 
(con il cottonfioc)
Mi son soffiato il naso
alla maniera del contadino
Mi sono rasato 
Ho spuntato i peli del naso 
sempre fin troppo rigogliosi
(che fastidio!)
Ho scaracchiato e ho sputato
Una passata di scopa a strascino
per rimuovere il pelame morto del cane 
Ho steso i panni lavati 
Ho steso i cuscini lavati
(trovati ieri)
Ho iniziato a preparare una marmellata
con la frutta troppo matura 

Le piccole cose quotidiane sono 
come le scansioni laboriose 
nelle giornate dei monaci d’un tempo

Aiutano, aiutano
Impediscono i deragliamenti della mente 
e pericolose derive
Tengono a bada i demoni,
siano essi mattutini o meridiani 
Danno forma a ciò che è informe,
fluido e magmatico

 

Ora et labora

 

Poi ho camminato 
per le vie della città 
Ho visto munnizza
sparsa dovunque
Cesti della spazzatura 
stracolmi e debordanti 

E poi ho visto un ciccione 
che camminava con andatura oscillante  
come uno di quei grossi pupazzi 
con il fondo arrotondato e appesantito, 
di modo che non si rovesciano mai a terra
Questo ciccione 
aveva braccia grosse come prosciutti 
e le cosce così rigonfie 
da dover camminare a gambe divaricate 
e per via del peso le ginocchia erano ad X
E ancora ho visto una tizia 
con un grande tafanario 
con indosso un camicione giallo-canarino
e sotto un bel mutandone nero
ben visibile in trasparenza

Ho visto due vecchie extracomunitarie
sedute sul bordo del marciapiedi
con lo sguardo perso nello smartphone
E tanti altri camminanti,
tra i quali anche cani e padroni di cani,
intenti a parlare al telefono, 
ad ascoltare vocali,
a scrollare e a leggere compulsivamente video,
ascoltare musica e tanto altro

E ho sentito i clacson imperiosi,
e i monopattini da tutte le parti,
impazziti come dervisci danzanti

Ho inalato gas di scarico,
di tutti i tipi,
andando in estasi

 

Il mondo è bello perché è vario 

 

Forse è meglio che me ne torno 
alle mie piccole incombenze quotidiane 
Meglio dentro che fuori
Viva la claustrofilia!

 

Ora et labora

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17 giugno 2024 1 17 /06 /giugno /2024 10:02
Contemplazione

Fiori nel pieno rigoglio
e già caduchi

Cenere e ceneri

Il passo è smorto,
fiacco

Vorrei essere
sulla faccia nascosta della luna
e da lì, nel buio profondo,
scrutare il firmamento,
fissando il fluire pulsante
della luce fioca,
eppure risplendente,
di stelle già morte da eoni

Maurizio Crispi (17.06.2024)

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DSC04695.jpegQuesta pagina è la nuova casa di due blog che alimentavo separatamente. E che erano rispettivamente: Frammenti. Appunti e pensieri sparsi da un diario di bordo e Pensieri sparsi. Riflessioni su temi vari, racconti e piccoli testi senza pretese.

Era diventato davvero troppo dispendioso in termini di tempi richiesti alimentarli entrambi, anche perchè nati per caso, mentre armeggiavo - ancora alle prime armi - per creare un blog, me li ero ritrovati ambedue, benchè la mia idea originaria fosse stata quella di averne uno solo. Infatti, non a caso, le loro intestazioni erano abbastanza simili: creatone uno - non ricordo quale dei due per primo - lo ho "perso" (per quanto strano ciò possa sembrare) e mi diedi alacremente da fare per ricrearne uno nuovo. Qualche tempo - nel frattempo ero divenuto più bravino - il blog perso me lo ritrovai).

Ohibò! - dissi a me stesso - E ora cosa ne faccio?

La risposta più logica sarebbe stata: Disattiviamolo!. E invece...

Mi dissi: li tengo tutti e due. E così feci. E' stato bello finchè è durato...

Ma giocare su due tavoli - e sempre con la stessa effcienza - è molto complicato, ancora di più quando i tavoli diventano tre e poi quattro e via discorrendo....

Con overblog ho trovato una "casa" che mi sembra sicuramente più soddisfacente e così, dopo molte esitazioni, mi sono deciso a fare il grande passo del trasloco, non senza un certo dispiacere, perchè il cambiamento induce sempre un po' di malinconia e qualche nostalgia.

E quindi ora eccomi qua.

E quello che ho fatto - ciò mi consola molto - rimane là e chiunque se ha la curiosità può andare a dargli un'occhiata.

 

Seguendo il link potete leggere il mio curriculum.

 

 


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