Facevo colazione
D’improvviso ho udito un fruscio sottile
Che sarà mai?!
Mi sono allertato,
mi son guardato attorno,
i miei sensi tesi
C’era sul tavolo un sacchetto di plastica
pieno di reginelle
tanto belle
E ho notato
con stupore e con sorpresa
che l’estremità del sacchetto
accuratamente annodata
(il nodo l’avevo fatto io stesso,
poco prima, giuro!)
si stava srotolando
con estrema lentezza,
animata di vita propria
Sembrava una serpe
intenta a sciogliere con pigrizia
le sue spire
e a levare la testa lanceolata verso di me
Mi sono allarmato
Ho pensato:
Ecco, in un film horror
o in un racconto del Re
davanti a me ci sarebbe per davvero
un malefico serpente
ed io non avrei alcuno scampo
Ma qui che non siamo in un film horror
ho la possibilità di scegliere
e quindi andrò a farmi uno sciampo
Ma il mio pensiero è stato soltanto
un wishful thinking
Davanti a me c’era ora un serpente
in carne ed ossa, vibrante, enorme,
eretto in tutta la sua possanza
con una lingua biforcuta saettante
fuori dalla stretta bocca,
gli occhietti malevoli stretti tra le squame
a fissarmi giallastri ed ipnotici
Uno sguardo cattivo e paralizzante
Capivo che era giunta la mia ora,
recitavo le ultime preghiere
e mi disponevo a ricevere
dritto negli occhi
lo schizzo di veleno fatale
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