Poco tempo fa ho finito di leggere “Pelle di foca”, un romanzo fondato sull’antica leggenda scozzese delle “selkie”.
Il mio amico Gianfranco, avendo letto il mio breve commento su quest’opera, mi ha scritto che gli ricordava molto il “Maruzza Musumeci” di Andrea Camilleri (Sellerio, Collana La Memoria, 2007. Mi sono incuriosito e me lo sono andato a cercare.
L’ho letto con curiosità e divertimento.
Sì, mi sono divertito molto, perché le cose di Camilleri sanno essere divertenti ed esilaranti, anche quando attingono ad elementi profondamente intrisi di cultura classica. E in ciò sta la grandezza di Camilleri.
In questo caso, seguiamo la storia di un Ignazio Manisco, un uomo di terra che più non si può, che si marita nientemeno che con una sirena (una di quelle omeriche che sbranavano i marinai di passaggio, dopo averli incantati con il loro canto), e che con lei (rispettandone alcune idiosincrasie) forma una famiglia, generando dei figli, uno dei quali - Resina che è l'anagramma di Sirena - tramanderà le speciali caratteristiche della madre.
È il racconto spassoso e profondo assieme della “domesticazione” di un essere mitologico “pericoloso” e della progenie che ne scaturisce, malgrado la primigenia offesa da Odisseo, nei confronti del quale viene consumata una vendetta.
È con dispiacere che ci si congeda da Ignazio Manisco alla fine della sua lunga vita operosa e dalla sua casa modulare, da lui stesso costruita ed ampliata - modulo dopo modulo - nel tempo, con pazienza ed ingegno, e che, nientemeno, per vicissitudini strane, sarà d’ispirazione a Walter Gropius nella progettazione dei suoi famosi edifici all'insegna del razionalismo.
In una nota scarna Camilleri racconta che il nucleo originario della storia lo deve ad un Minico, bracciante agricolo e lavorante nei terreni del nonno, il quale - quando raccontava le storie - chiudeva gli occhi “per vedere meglio le cose”. Così scrive:
Mi sono voluto riraccontare una favola. Perchè, in parte, la storia del viddrano che si maritò con una sirena me l'aveva già narrata, quand'ero bambino, Minicu, il più fantasioso dei contadini che travagliavano nella terra di mio nonno. Minicu mi raccomandava spesso di chiudere gli occhi 'pi vidiri le così fatati', quelle che normalmente, con gli occhi aperti, non è possibile vedere. La storia della casa che ispirò Walter Gropius e tutte le altre vicende successive al matrimonio di Gnazio me le sono inventate io. (p. 151)
Torna qui - in questa breve nota - la forza e la potenza dell'immagine iconica del cantore cieco, come fu Omero, o dell'indovino cecato, come Tiresia (che, essendo cieco, poteva 'vedere cose") e che è stato oggetto di uno splendido monologo scritto dallo stesso Camilleri e che si può considerare una sorta di suo lascito.
Il libro è stato letto ad alta voce, in una lettura condivisa, con grandissimo divertimento; ed è stato il primo libro portato a termine nel 2023.
(Risguardo di copertina) Una favola in cui si intrecciano mito e storia, ma anche arte, architettura, astrologia. Una fantasia sconfinata imbrigliata nel racconto di una vita vissuta intensamente. Il più poetico romanzo di Camilleri.
(Salvatore Silvano Nigro) Questo «cunto» è una maneggevole storia naturale delle Sirene. E anche una «storia morale». La vicenda si svolge a Vigàta, tra Ottocento e Novecento. In contrada Ninfa, che è una lingua di terra sul mare: un'isola immaginaria, odissiaca, che figura ancora sulle rotte dei mitici navigatori; ed è visitata dai sogni incompiuti dalle metamorfosi di pescatori, naiadi, e cretaure marine. Le Sirene non sono pesci con il rossetto. Sono donne feconde, terribilmente seducenti. Vivono tra gli uomini. Abitano gli stessi luoghi, ma non vivono nello stesso tempo. Vengono da una profondità di millenni: sono troppo vecchie o troppo giovani, al di sopra della vita e della morte. Hanno uno sguardo lungo sul passato. E un'immota fissità di ricordi. Non hanno dimenticato l'offesa di Ulisse. Sono le vestali e le vittime del loro segreto. Il rancore e il desiderio di vendetta risvegliano in esse l'animalità selvaggia. Cercano però un'uscita dalla ferinità, per entrare nel tempo degli uomini. Il «cunto» di Camilleri è una poetica favola vichiana. Maruzza e la sua bisnonna parlano in greco tra di loro. Ed è sui versi dell'Odissea che le due Sirene verificano eventi ed emozioni. Il loro canto è sensuoso. Ma sa essere pure un complotto d'acque, un irresistibile richiamo di onde e scogli. Maruzza e la bisnonna si disfanno dei fantasmi finalmente sconfitti di Ulisse e della sua genìa. E individuano nel bracciante e muratore Gnazio Manisco, che dall'America è tornato nella sua Itaca vigatese, odiando il mare e viaggiando sempre sotto coperta, un anti-Ulisse. Maruzza si sposa con Gnazio. Felicemente. Comincia la vita nuova di una Sirena con marito e figli. La famiglia della Sirena convoglia cielo e mare. Il primogenito Cola diventa astronomo. Scopre una stella. La chiama Resina, con il nome di sua sorella, la Sirenetta. Nel 1940, Cola rientra dall'America nell'Italia in guerra. La sua nave viene affondata. La Sirenetta corre dal fratello. Con lui si inabissa per sempre, là dove si apre una grotta dentro una campana d'aria. In quella grotta la letteratura aveva già portato l'avvocato Motta di un romanzo di Soldati. In quella «dimora» aveva realizzato il suo «sogno di sonno» l'ellenista Rosario La Ciura del racconto La sirena di Lampedusa. La guerra ha i suoi naufraghi. Un giovane soldato americano finisce sull'isola immaginaria di Vigàta. È steso sotto un ulivo saraceno. Prima di morire accosta all'orecchio la grande conchiglia indiana delle Sirene. Muore consolato dal canto della bisnonna e della Sirenetta. Le Sirene non uccidono più. Amano e soccorrono. Come nel racconto di Lampedusa. E come nella Sirenetta di Andersen. Il «cunto» di Camilleri è, infine, e sorprendentemente, un «cunto de li cunti».
Andrea Camilleri (Porto Empedocle, 1925 - Roma, 2019), regista di teatro, televisione, radio e sceneggiatore. Ha insegnato regia presso l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica. Ha pubblicato numerosi saggi sullo spettacolo e il volume, I teatri stabili in Italia (1898-1918). Il suo primo romanzo, Il corso delle cose, del 1978, è stato trasmesso in tre puntate dalla TV col titolo La mano sugli occhi. Con questa casa editrice ha pubblicato: La strage dimenticata (1984), La stagione della caccia (1992), La bolla di componenda (1993), Il birraio di Preston (1995), Un filo di fumo (1997), Il gioco della mosca (1997), La concessione del telefono (1998), Il corso delle cose (1998), Il re di Girgenti (2001), La presa di Macallè (2003), Privo di titolo (2005), Le pecore e il pastore (2007), Maruzza Musumeci (2007), Il casellante (2008), Il sonaglio (2009), La rizzagliata (2009), Il nipote del Negus (2010, anche in versione audiolibro), Gran Circo Taddei e altre storie di Vigàta (2011), La setta degli angeli (2011), La Regina di Pomerania e altre storie di Vigàta (2012), La rivoluzione della luna (2013), La banda Sacco (2013), Inseguendo un'ombra (2014), Il quadro delle meraviglie. Scritti per teatro, radio, musica, cinema (2015), Le vichinghe volanti e altre storie d'amore a Vigàta (2015), La cappella di famiglia e altre storie di Vigàta (2016), La mossa del cavallo (2017), La scomparsa di Patò (2018), Conversazione su Tiresia (2019), Autodifesa di Caino (2019), La Pensione Eva (2021), La guerra privata di Samuele e altre storie di Vigàta (2022); e inoltre i romanzi e racconti con protagonista il commissario Salvo Montalbano: La forma dell'acqua (1994), Il cane di terracotta (1996), Il ladro di merendine (1996), La voce del violino (1997), La gita a Tindari (2000), L'odore della notte (2001), Il giro di boa (2003), La pazienza del ragno (2004), La luna di carta (2005), La vampa d'agosto (2006), Le ali della sfinge (2006), La pista di sabbia (2007), Il campo del vasaio (2008), L'età del dubbio (2008), La danza del gabbiano (2009), La caccia al tesoro (2010), Il sorriso di Angelica (2010), Il gioco degli specchi (2011), Una lama di luce (2012), Una voce di notte (2012), Un covo di vipere (2013), La piramide di fango (2014), Morte in mare aperto e altre indagini del giovane Montalbano (2014), La giostra degli scambi (2015), L'altro capo del filo (2016), La rete di protezione (2017), Un mese con Montalbano (2017), Il metodo Catalanotti (2018), Gli arancini di Montalbano (2018), Il cuoco dell'Alcyon (2019), Riccardino (2020), La prima indagine di Montalbano (2021), La coscienza di Montalbano (2022).
Premio Campiello 2011 alla Carriera, Premio Chandler 2011 alla Carriera, Premio Fregene Letteratura - Opera Complessiva 2013, Premio Pepe Carvalho 2014, Premio Gogol’ 2015.
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