(Maurizio Crispi) Virginia Wolf. La bambina con il lupo dentro scritto da Kyo Mclear e disegnato da Isabelle Arsenault (Rizzoli Editore, Collana Album, 2014) é un bel libro, decisamente.
Pensato per l'infanzia (età consigliata di lettura dai 7 anni), certo, ma con dei contenuti che fanno riflettere.
A quanto pare, la breve storia allegorica è realmente ispirata alla famosa scrittrice Virginia Woolf (qui "Wolf") e alla sorella Vanessa Bell, successivamente divenuta apprezzata pittrice e componente del "Bloomsbury Group").
Virginia bambina si ritrova "lupo" (Woolf con un gioco di assonanza diventa "wolf"), non vuole parlare più con nessuno, se ne sta a letto tutto il giorno, seppellita dalle coltri, il mondo si capovolge e il sopra diventa sotto e sembra che non possa esserci più luce a rallegrarlo.
La sorellina cerca di rianimare Virginia, attirando la sua attenzione su questo e quello, proponendole di fare delle cose ed intraprendere dei giochi, ma invano.
Virginia, in una situazione che sconfina con una sorta di isolamento autistico, rifiuta ogni proposta e afferma soltanto che vuole andare in un posto che si chiama "Bloomsberry" (in assonanza con "Bloomsbury": come a dire che vuole andare nel paese fantastico che solo la pittura può costruire).
E allora la sorella prende carta e matite e comincia a disegnare un mondo di fiori coloratissimi, di petali che volano delle nuvole cromatiche, di alberi e piante, di farfalle meravigliose e di uccellini canterini dalle piume multicolori e, in questo mondo che finisce con l'occupare tutte le pareti della stanza in cui se ne sta racchiusa Virginia, c'è anche una scala, in modo che "chi sta sotto sotto possa andare sopra": e, a poco a poco, Virginia-lupo si rianima e comincia a guardare interessata, partecipando al gioco creativo.
E, alla fine, come per magia, avviene di nuovo un capovolgimento: il mondo torna a raddrizzarsi, i colori e la gioia e la partecipazione ritornano a far parte della realtà.
Virginia cessa di essere lupo per tornare ad essere una bimba con un nastro che le tiene i capelli legati (che in un gioco di ombre cinesi prende il posto delle grandi orecchie da lupo).
Il libro piccolo (solo 32 pagine), ma fi grande formato e dai disegni coloratissimi a piena pagina, racconta - in modo metaforico - una storia di "breakdown" in cui il mondo conosciuto va a pezzi e si capovolge, lasciando spazio ad una chiusura di fronte alla realtà.
Solo attraverso l'amore, il gioco creativo e i colori, il mondo può essere ricostruito, un mondo nuovo in cui è possibile vivere ma che - ciò nondimeno -reca tracce della crisi precedente.
E viene sottolineato in maniera forte che questo ripristino, altrettanto forte e netto come la crisi che lo ha preceduto deve avvenire attraverso la relazionalità amorevole: in questo caso da parte di una sorella che non vuole perdere la compagna di giochi.
In questo contenuto (non credo che sia una forzatura di lettura da parte di uno psichiatra, quale io sono nella mia formazione) si ritrova la mission di una delle due autrici (Kyo Maclean) che ha scritto romanzi rivolti proprio ai ragazzini portatori di disabilità e, in quest'ambito, ha vinto un prestigioso premio.
Un esempio di come la letteratura per l'infanzia possa divertire ed intrattenere e, nello stesso tempo, trasmettere dei messaggi profondi.
(Dalla presentazione del volume) Un racconto su due sorelle molto famose, Vanessa Bell e Virginia Woolf, diventa una storia che parla di amore per l'arte, l'immaginazione e i giardini. Un giorno Virginia si sveglia male, non parla e fa strani versi: non c'è per nessuno, vuole solo stare in camera sua, niente le interessa e nessuno la fa stare meglio. Urla, con quella voce strana che ricorda l'ululato di un lupo. Vanessa allora fa quello che sa fare: prende i pennelli, dipinge una parete di fiori e poi un'altra e poi un'altra ancora, trasformando la stanza della sorella in un giardino bellissimo con tanto di scala e altalena "perché quando si è spinti verso il basso si deve pensare alto". Età di lettura: da 7 anni.