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2 settembre 2014 2 02 /09 /settembre /2014 13:34

Under the skin. Amore impossibile e solitudini che si intrecciano in un racconto onirico e suggestivo(Maurizio Crispi) Under the skin, film realizzato e diretto da Jonathan Glazer nel 2013, é basato sul romanzo Sotto la pelle di Michel Faber, ma va visto - a mio avviso - senza prima leggere il romanzo cui si ispira.
Il film, basato quasi esclusivamente sulla recitazione della brava Scarlet Johansson (che è l'inquieta Isserley del romanzo), è alquanto onirico e spiazzante. Apparentemente nulla accade: la donna viaggia alla guida di un furgone lungo le vie poco trafficate delle Highlands scozzesi, sempre in solitudine, salvo rare occasioni, quando chiede informazioni sulla strada da prendere o avvia delle "seduttive" conversazioni con autostoppisti o con altri passanti isolati. Poi, accadono delle cose abbastanza inspiegabili, con l'accompagnamento d'una colonna sonora che - nei suoi picchi che accompagnano i momenti maggiormente topici - è suggestiva,  ispirando l'idea che siano in corso esperienze paranormali. Il panorama dominante sono le strade quasi sempre grigie e piovose (con l'intermezzo di bellissimi e solitari paesaggi di mare e di terra), viste dall'automezzo costantemente in movimento, oppure in interminabili momenti di sosta al margine.
Ci sono incontri di seduzione che si  concludono in modo spiazzante, come se Isserley fosse in qualche modo una crudele Sirena omerica, priva di sentimenti come accade nel caso dell'incontro con il nuotatore e della coppia che annega, davanti a lei, lasciando il figlioletto a piangere disperato su di una spiaggia di sassi.
Non si può dire molto della trama (o della non-trama) poichè ciò rovinerebbe nello spettatore il piacere della scoperta.

Ed è anche per questo che, come dicevo prima, l'ideale sarebbe vedere il libro senza sapere nulla del romanzo (visionario) di Michel Faber (in cui alcuni aspetti sono rivelati in modo più esplicito): ciò consentirebbe di seguire il film senza essere in posseso di alcuna anticipazione o di alcuna spiegazione che consenta di avere una griglia di lettura precostituita. Per lo stesso motivo, mi asptengo dal riportare estesamente la trama del film.
Il film va visto nel suo insieme come una struttura olistica, in cui ciascun dettaglio, contiene - in senso isomorfico - tutta la storia nei suoi contenuti più universali: traiettorie di solitudini che si intersecano, l'aspirazione impossibile di dare e ricevere amore, come anche l'impossibilità di uscire dalla propria condizione di Alieno, quella condizione di cui ciascuno di noi sotto la propria pelle è portatore.
E' un film metafisico sul dolore dell'esistere che si esaurisce in una serie di strade percorse in solitudine, di incontri mancati o impossibili e sul potere trasformativo della pietas, che scaturisce dall'incontro con il piccolo uomo deforme, affetto da neurofibromatosi (si tratta d'una trasformazione soltanto agognata e che è ontologicamente impossibile) e, quindi, in definitiva, sulla perdita della Speranza.
Dire che si tratti di un film di "fantascienza" è molto riduttivo.
Da vedere, con tutto il suo affascinante non sense e con la sua mancanza di una "morale".
Nato da una co-produzione statunitense-britannica è stato presentato nel 2013 al Festival del Cinema di Venezia.
Comparso nelle sale cinematografiche USA nell'aprile 2014, è finalmente arrivato - ma come sotto-prodotto cinematografico stagionale - nelle nostre sale cinematografiche, per una comparsa che sarà sicuramente molto breve.

 

 


 

 

 

 

 


Scheda film
Regia: Jonathan Glazer
Interpreti: Scarlett Johansson, Antonia Campbell-Hughes, Paul Brannigan, Krystof Hadek, Robert J. Goodwin, Scott Dymond, Michael Moreland, Jessica Mance, Jeremy McWilliams
Genere: fantascienza;
Durata 107 minuti
Origine: USA, Gran Bretagna 2013
Distribuzione Bim
Uscita nelle sale italiane giovedì 28 agosto 2014

 

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Come sono arrivato qui

DSC04695.jpegQuesta pagina è la nuova casa di due blog che alimentavo separatamente. E che erano rispettivamente: Frammenti. Appunti e pensieri sparsi da un diario di bordo e Pensieri sparsi. Riflessioni su temi vari, racconti e piccoli testi senza pretese.

Era diventato davvero troppo dispendioso in termini di tempi richiesti alimentarli entrambi, anche perchè nati per caso, mentre armeggiavo - ancora alle prime armi - per creare un blog, me li ero ritrovati ambedue, benchè la mia idea originaria fosse stata quella di averne uno solo. Infatti, non a caso, le loro intestazioni erano abbastanza simili: creatone uno - non ricordo quale dei due per primo - lo ho "perso" (per quanto strano ciò possa sembrare) e mi diedi alacremente da fare per ricrearne uno nuovo. Qualche tempo - nel frattempo ero divenuto più bravino - il blog perso me lo ritrovai).

Ohibò! - dissi a me stesso - E ora cosa ne faccio?

La risposta più logica sarebbe stata: Disattiviamolo!. E invece...

Mi dissi: li tengo tutti e due. E così feci. E' stato bello finchè è durato...

Ma giocare su due tavoli - e sempre con la stessa effcienza - è molto complicato, ancora di più quando i tavoli diventano tre e poi quattro e via discorrendo....

Con overblog ho trovato una "casa" che mi sembra sicuramente più soddisfacente e così, dopo molte esitazioni, mi sono deciso a fare il grande passo del trasloco, non senza un certo dispiacere, perchè il cambiamento induce sempre un po' di malinconia e qualche nostalgia.

E quindi ora eccomi qua.

E quello che ho fatto - ciò mi consola molto - rimane là e chiunque se ha la curiosità può andare a dargli un'occhiata.

 

Seguendo il link potete leggere il mio curriculum.

 

 


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