L'altro giorno - era di mercoledì - mentre accompagnavo Gabriel all'Arca di Noé, passando per Sutton Street, la mia attenzione è stata attratta da una strana scena.
La via è fiancheggiata da piccoli alberetti che ora a settembre si stanno rivestendo di frutti somigliante a minuscole meline.
La base di ciascun albero è circondata da un graticciato di ferro, in modo tale da tenere a freno la terra delle aiuole e da facilitare la rimozione dei rifiuti senza asportare via la terra.
C'era uno, un ragazzo, tutto paludato nei suoi abiti, quasi che vestisse un sacco,una massa informe ai piedi di un albero e qui rovistava con estrema attenzione con l edita tra le sbarre di ferro, estraendo foglie e bacche ed altri piccoli oggetti.
La sua ricerca era polarizzata ed ipnotica. Nulla lo distraeva.
Attorno a lui foglie, "meline" ed altri materiali che aveva estratto frugando con le dita tra lesbarre di ferro.
Cosa stava cercando??
Aveva perso un mazzo di chiavi? O gli era caduta una moneta da due sterline?
Oppure era un cercatore d'oro, come di quelli che si vedono sulle spiaggie o nei posti dove si ritira la marea, armati di metal detector tecnologici per ritrovare oggetti di metallo preziose e monete sepolte? O fingeva di esserlo?
Oppure, scartate le altre ipotesi, era soltanto un eccentrico come ce ne sono tanti, uno con tendenze autistiche magari.
Non lo saprò mai.
Al ritorno se ne era andato, ma a fianco di quell'aiuola rimane un area sgombra e tutto il terriccio e gli altri detriti scavati via dagli spazi tra le sbarre del gigliato.
Nella mia galleria di personaggi eccentrici, l'ho catalogato come "Il Cercatore".
Perchè il "Cercatore" mi ha incuriosito?
Forse perchè ho sentito un'intima comunanza con questo suo ossessivo cercare e frugare.
Ma la differenza è che io cerco senza cercare e trovo senza avere cercato.
Succede che le cose semplicemente vengono a me, sbattono sul mio piede o che il mio sguardo che vaga di continuo senza mai fissarsi su nulla, viene colpito da un bagliore, da un luccichio, da una forma anomala, da un personaggio insolito.
E allora raccolgo, "mieto", colgo l'oggetto e lo esanimo, se vale la pena lo tengo altrimenti no, lo lascio e passo ad altro. E qualche volta riporto a casa qualche cosa. Trofei, in un certo senso, ma anche segni della buona sorte.
Mai rifiutare i segni della buona sorte.
Oggi, come effetto di questo afinalistico cercare,mi sono imbattuo in un sacco di cipolle da cinque chili almeno, abbandonato sul marciapiedi di The Highway, non lontano da Tower Gateway.