Sembra che il dono della buona fatina funzioni: pochi giorni fa, rotolando su stesso - ancora non ha cominciato a gattonare, ma è lì lì per farlo - è arrivato vicino ad una scaffaltura di libri e ha cominciato a tirarli fuori o a buttarli giù uno per uno.
Alcuni, in particolare, si soffermava ad "assaggiarli", confermando la mia idea che, in prima battuta, il rapporto con la lettura e con il singolo libro debba essere sensoriale.
Tutto comincia dalle mani, dal naso, dalla lingua e dalla bocca.
Solo dopo che si è attivata una sensorialità complessa e articolata, i libri potranno essere esperiti in maniera appropriata.
Sembra che l'incantesimo della fatina buona che "dona l'amore per i libri" stia funzionando...
Staremo a vedere.
Per la verità, non esattamente un ricordo, ma una storia su di me piccolo (che, poi, nella mia mente, si è trasformata in ricordo).
Come spesso capitava nelle storie tramandate la storia era raccontata da mia madre.
Quando ero molto piccolo, passavamo l'estate nella casa di villeggiatura che il nonno Giosué aveva acquistato a Mondello, nella zona di Piano Gallo, subito prima dell'ingresso della cosiddetta "Fossa del Gallo".
A quanto sembra, la mamma mi metteva a dormire dopo che ero stato al sole (per combattere l aminaccia del rachitismo, ero costretto a stare lunghe ore al sole completamente nudo dentro un recinto di legno), dopo eravamo stati a fare il bagno nello splendido specchio d'acqua antistante e dopo il mio pranzo (che avveniva prima dei "grandi").
Mi metteva a dormire nella mia culletta vicino al letto grande.
Socchiudeva la porta e se ne andava.
Poi, non si sa come, forse insospettita (o preoccupata) dal persistente silenzio, la mamma è tornata su per fare un piccolo controllo.
E quale è stata la sua meraviglia nel vedermi seduto nella mia culletta, completamente sveglio e vispo, circondata dalle macerie di innumerevoli libri e riviste che erano posati sul comodino, a portata della mia mano precocemente esplorativa.
Insomma, con infinita pazienza, uno ad uno, libri e riviste li avevo trascinati vicino a me e, diligentemente, li avevo fatti a pezzi.
Questo raccontava la mamma con una punta di orgoglio.
in qualche misura, l'episodio aveva finito con l'assumere delle qualità mitiche, come una delle leggende della mitologia greca su Eracle le cui qualità di semidio furono evidenti, quando venne trovato nella sua culla con due grossi serpenti uccisi, strangolati da lui stesso come se nulla fosse.
L'elefantino è azzurrino e, così, è appropiato che nello scenario della lettura compaia un elefantino-babar di peluche azzuro e bluette...