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14 settembre 2012 5 14 /09 /settembre /2012 08:05

isola-dei-cacciatori-di-uccelli.jpgL'isola dei cacciatori d'uccelli (Peter May, Einaudi, 2012)  é uno splendido romanzo, un giallo d'investigazione che é anche un doloroso percorso di revisione di ricordi passati e rimossi da parte di Fin Macleod che dopo anni anni di assenza 

ritorna nella sua piccola delle Ebridi, dove ha trascorso l'infanzia e l'adolescenza e che si ritrova a doversi confrontare con eventi traumatici del tutto dimenticati, mentre investiga su di un caso di omicidio che ha delle affinità, quanto a modus operandi dell'assassino con un altro caso su cui si era trovato ad indagare sulla terraferma ...
Il plot narrativo, con il suo altalenare tra presente e passato (e ii tuffi nel passato sono tutti in prima persona, per sottolinearne l'elemento fortemente soggettivo) offre anche una splendida rappresentazione della vita in questo piccolo avamposto della Scozia, battuto dai venti e dalle onde, con le sue rigide tradizioni religiose fondamentaliste e il rito selvaggio e crudele della caccia ai piccoli delle sule che si affollano su di un grande e orrido scoglio a sessanta chilometri dall'isola (una caccia insensata e crudele che assume il significato e il valore di un rito iniziatico dei più giovani isolani).
Alla fine della vicenda, il lettore sarà portato gradualmente all'inattesa risoluzione del "caso", ma anche al recupero delle memorie dimenticate di Fin che, alla fine, potrà riappacificarsi con la sua isola...

«Vede la sagoma scura che dondola nel buio quasi nello stesso momento in cui la sente (...) L'uomo è appeso per il collo alle travi sopra di loro, con una corda di plastica arancione sfrangiata che gli inclina il capo a un'angolazione impossibile. È grosso, nudo come un verme, con i rotoli di carne bianco-azzurra che pendono dal torace e dal fondoschiena come un completo di due taglie troppo grande».

(Dal risguardo di copertina) Per l'ambientazione magistrale e la grande potenza narrativa, il romanzo di Peter May - bestseller in Inghilterra - è stata la vera sorpresa del noir britannico. In un'isola spazzata dal vento, dura e inospitale come le rocce nere che la intrappolano, un omicidio sembra affondare le sue radici in rivalità e odi antichi. L'ispettore Fin Macleod è scappato da ragazzo dall'isola e dai suoi sanguinari, antichissimi rituali. Ora è costretto a tornare, e a fare i conti con il suo passato.
L'ispettore Fin Macleod ha appena perso un figlio e il suo matrimonio sta andando letteralmente alla deriva. Quando, per indagare su un omicidio, viene spedito sulla sua isola natia, poco piú di uno scoglio al largo delle coste scozzesi, Macleod è costretto ad accettare. Il caso è la sua ultima chance per rimettersi in gioco e uscire dal totale isolamento in cui si è autorelegato. Anche se questo significa riprecipitare nel proprio passato, negli echi di una violenza aspra e senza redenzione che ogni anno trova sfogo nel massacro sistematico delle sule, uccelli che sull'isola vengono a nidificare. E a morire.

Hanno detto
(«The Times») «Una scrittura incredibilmente efficace, e un'atmosfera claustrofobica e vischiosa».
(«Irish Independent») «Un romanzo che scandaglia perfettamente i recessi oscuri dell'animo umano. Un mistery eccezionale, di quelli che tengono incollati alle pagine».
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Come sono arrivato qui

DSC04695.jpegQuesta pagina è la nuova casa di due blog che alimentavo separatamente. E che erano rispettivamente: Frammenti. Appunti e pensieri sparsi da un diario di bordo e Pensieri sparsi. Riflessioni su temi vari, racconti e piccoli testi senza pretese.

Era diventato davvero troppo dispendioso in termini di tempi richiesti alimentarli entrambi, anche perchè nati per caso, mentre armeggiavo - ancora alle prime armi - per creare un blog, me li ero ritrovati ambedue, benchè la mia idea originaria fosse stata quella di averne uno solo. Infatti, non a caso, le loro intestazioni erano abbastanza simili: creatone uno - non ricordo quale dei due per primo - lo ho "perso" (per quanto strano ciò possa sembrare) e mi diedi alacremente da fare per ricrearne uno nuovo. Qualche tempo - nel frattempo ero divenuto più bravino - il blog perso me lo ritrovai).

Ohibò! - dissi a me stesso - E ora cosa ne faccio?

La risposta più logica sarebbe stata: Disattiviamolo!. E invece...

Mi dissi: li tengo tutti e due. E così feci. E' stato bello finchè è durato...

Ma giocare su due tavoli - e sempre con la stessa effcienza - è molto complicato, ancora di più quando i tavoli diventano tre e poi quattro e via discorrendo....

Con overblog ho trovato una "casa" che mi sembra sicuramente più soddisfacente e così, dopo molte esitazioni, mi sono deciso a fare il grande passo del trasloco, non senza un certo dispiacere, perchè il cambiamento induce sempre un po' di malinconia e qualche nostalgia.

E quindi ora eccomi qua.

E quello che ho fatto - ciò mi consola molto - rimane là e chiunque se ha la curiosità può andare a dargli un'occhiata.

 

Seguendo il link potete leggere il mio curriculum.

 

 


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