Ho letto proprio di recente un libro comprato casualmente in un remainder, per quanto edito abbastanza non molto tempo addietro, scritto da Domenico Vecchioni, diplomatico di carriera italiano (e ambasciatore a Cuba) e scrittore di saggistica per diletto, autore tra l'altro di altri volumi "casisitici" sul tema delle spie. Nel volume il cui titolo completo è "I Signori della Truffa. L'uomo che vendette la Tour Eiffel e altre incredibili storie di impostori (Editoriale Olimpia, 2009), in 200 pagine e in 30 clamorosi "casi", Domenico Vecchioni racconta di truffe enormi, geniali ed ingegnose, o altri casi meno eclatanti, ma altrettanto celebri per la loro singolarità (o, in taluni casi, "ingegnosità"), come fu la storia di Martin Guerre, ladro di identià; di uesti alcuni già resi celebri da saggi, romanzi che ne sono stati tratti e film: storie di truffatori, falsari, ladri di identità, impostori, ma anche delle loro vittime, a partire dal "caso" evocato nel titolo per arrivare fino alla truffa gigantesca del finanziere ebreo americano Bernie Madoff.
Come l'autore stesso si premura di avvertire, le truffe sono presentate in ordine sparso e la misura con cui sono raccontate - poche pagine l'una – consente una lettura casuale, entrando nel volume dove si voglia, sulla base dell'interesse del momento.
C'è però almeno un tratto che le distingue tutte, e cioè la signorilità sia degli impostori sia, per paradosso, dei truffati.
Per portare avanti una truffa perfetta, infatti non è solo necessario essere degli ottimi truffatori, con una buona conoscenza "pratica" delle arti della seduzione e dell'inganno, oltre che essere degli ottimi "attori", ma occorre anche che ci sia la controparte, cioè la "vittima".
Spesso le truffe più ardite e spericolate sono riuscite grazie alla creduloneria della vittima designata, come fu il caso di Michel Chasles, matematico di fama internazionale e, si suppone, uomo d'intelligenza superiore che si ritrovò ad acquistare da un certo Denis Vrain-Lucas lettere autografe di personaggi illustri del passato, da Lazzaro a Giuda, da Pascal (che spiega d'avere scoperto le leggi della gravitazione universale prima di Isacco Newton!) a Giovanna d'Arco. Le lettere erano tutte scritte in moyen français, ma Chasles le compera tutte, spendendo una fortuna. L'epistolografo menzognero venne alla fine catturato e condannato a un piccolo risarcimento ma, durante il corso del giudizio, il collegio sembrò piuttosto interessato a scoprire le ragioni di tanta creduloneria che a punire il colpevole. In altri casi, l'ingannato preferì coprire tutto con un velo di silenzio, poiché - se la truffa di cui era stato vittima - fosse divenuta di pubblico dominio, sarebbe divenuto oggetto di ridicolo per essere stato tanto credulone (come il caso che vide contrapposti Henri Lemoine e la celebre De Beers).
Nel diritto italiano, la truffa è l'ottenimento di un vantaggio a scapito di un altro soggetto indotto in errore attraverso artifici e raggiri (nel diritto anglosassone si parla di "false rappresentazioni", così come, diversamente dall'Italia, in altri diritti oggettivi - Austriaco e Tedesco, per es.- l'errore può essere già presente nella mente della vittima).
Come mostra il celebre Houdini, escapista ed illusionista, nelle sue memorie, un buon illusionista riesce a condurre il suo spettacolo e ad essere credeibile, conoscendo alla perfezione l'esecuzione dei suoi "numeri", ma soprattutto "abbagliando" lo spettatore con elementi di contorno che distolgono la sua attenzione e gli impediscono di rendersi conto dove sta nascosto il trucco.
Per potere "sventare" i segreti di un illusionista - avverte Houdini - occorre essere illusionisti o almeno avere una conoscenza delle arti dell'illusionismo (vedi al riguardo su questo stesso blog: Harry Houdini e il "modo giusto di sbagliare". Un titolo che parla da sè...).
Non è un caso che lo stesso Houdini nel corso della sua carriera acclamata sia diventato, alla fine, consulente autorevole delle maggiori Polizie del mondo, sia relativamente alle misure di sicurezza da adottare o alla loro verifica "sul campo", sia nel campo delle truffe e degli inganni o che lo stesso Frank Abagnale, il cui caso è raccontato in breve da Vecchioni, ma che è stato trasposto in film con l'interpretazione di Leonardo Di Caprio, dopo aver scontato le sue condanne sia diventato consulente dell'FBI come esperto in truffe e metodi truffaldini.
La truffa in quanto forma di inganno elaborato è la forma estrema dell'applicazione delle arti della persuasione. Alcuni studiosi delle dinamiche relazionali hanno trovato che le tematiche delle truffa possano essere studiate proprio sotto questa luce ed hanno coniato il termine di "Fraudologia" e il volume di Vecchioni ci conduce appunto in un viaggio nel tempo e nello spazio sui diversi modi in cui è stata declinata la "frode".
Si ritiene che la parola "truffa" derivi dal francese truffe (tartufo, nonostante il termine francese corrente per truffa sia escroquerie), in quanto già nell'antichità il prezioso tubero veniva utilizzato per ingannare ignare e golose vittime; secondo l'etimologia è anche probabile che l'espressione "tartufo" fosse la stessa di "tubero", secondo l'accezione di persona poco sveglia o sciocca. A sua volta il termine "infinocchiare" (che ha il senso di "truffare, imbrogliare") ha simili origini, in quanto deriva dalla pratica di utilizzare il finocchio come antipasto per ingannare il gusto del cliente nei confronti di un vino di scarsa qualità, sia di utilizzarne i semi per alterare il gusto del vino imbottigliato.
La truffa, quindi, - si ribadisce - può essere considerata la frontiera estrema della persuasione. In essa si realizza un vero paradosso comportamentale: l’induzione di comportamenti autolesionistici spontanei in persone normali nella normale vita di tutti i giorni. È così che un pensionato si ritrova a cedere “volontariamente” la sua pensione a un perfetto sconosciuto, l’esperto frequentatore di ippodromi casca nel tranello più antico, lo scettico professionista gioca in borsa solo dopo aver ottenuto l’avallo del cartomante, il funzionario di banca si ritrova nel bel mezzo di una versione telematica della “catena di Sant’Antonio”. In realtà questi comportamenti non sono affatto spontanei come sembrano alla vittima della truffa, ma sono il risultato di comportamenti accuratamente concertati da abili persone che ricorrono a un ricco repertorio di astuzie, mistificazioni e sottigliezze psicologiche.
Non manca in materia il supporto teorico: in questo caso si tratta del volume di Matteo Rampin e Ruben Caris, Fraudologia. Teorie e tecniche della Truffa, edito da "Scuola di Palo Alto"nel 2010, in cui si descrive descrive "l'arsenale del truffatore", esponendo un'analisi dettagliata dei meccanismi psicologici della truffa: il modus operandi, i trucchi, le modalità comunicative e relazionali adottate dal truffatore per sedurre e circuire le sue vittime, servendosi tanto dei tradizionali canali comunicativi quanto dei contemporanei mezzi elettronici e informatici. I principi psicologici dell’inganno e della frode sono universali ed eterni: in tempi di realtà virtuale e di reti interconnesse le procedure efficaci per indurre una persona a privarsi dei propri beni sono le stesse usate nelle epoche antiche… e funzionano ancora. Queste pagine aiutano a riconoscerle.
Nel corso di una piccola ricerca che ho portato avanti in internet stimolato da questa lettura, non solo ho scoperto la concettualizzazione della "fraudologia", ma ho anche scoperto un altro volume che inzia con un titolo identico ed é "I signori della truffa. Storia di risparmiatori scippati, bancarotte, società a delinquere, processi traditi. Un avvocato racconta" (Editori Riuniti, 2002) scritto dall'avvocato Paola Pàmpana che in qualche modo ponendosi come ideale continuazione di quell'altro, mostra come l'essere truffaldini ad alto livello sia una realtà ben presente, al di là di casi aneddotici e che i truffatori che mettono mano alle nostre tasche sono fra noi ed operano spesso a nostra insaputa. E' la testimonianza dell'esistenza di un mondo sommerso che riguarda il risparmio gestito, la raccolta di risparmio porta a porta, la mentalità degli investitori e il comportamento degli organi statali di controllo, ministero dell'Industria e Consob. Un mondo che le leggi vorrebbero trasparente ma che, dietro le quinte, nasconde violenza, disperazione, minacce, ricatti, associazioni a delinquere, omicidi e uno stato inerte. Il risvolto giudiziario dei casi trattati viene descritto nella sua patologia processuale, nella inadeguatezza delle leggi che non riescono a comprendere tutti i possibili fatti di truffa e nella conseguente incapacità del potere giudiziario di far luce sulla verità.
E' interessante che, di entrambi i volumi, la prima parte del titolo "I signori della truffa" sia lo stesso di un film di successo con Robert Redford e Sidney Poitier "I Signori della truffa" (titolo originale: "Sneakers")