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13 novembre 2014 4 13 /11 /novembre /2014 08:57

The Giver - Il Donatore. Nel romanzo della Lowry una rappresentazione allegorica di una società fortemente distopica(Maurizio Crispi) Ho letto di recente il romanzo cult (tale èconsiderato nel mondo anglofono e adottato come libro di lettura nelle scuole) di Lois Lowry, The Giver - Il Donatore (pubblicato da Giunti nel 2010), poco prima che il primo capitolo della saga  "Il mondo di Jonas" vedesse la luce.

Il film non l'ho potuto vedere, tuttavia: alcuni che l'hanno visto dicono che è di una noia mortale.
Il romanzo, tuttavia, mi è sembrato interessante per la rappresentazione che offre di una società distopica, ma ben lontana lontana dalla drammaticità e dai colori foschi di 1984 di George Orwell, con il quale è stato comparato, come ad esempio viene esplicitato a chiare lettere nella prefazione all'edizione italiana di Tommaso Pincio.
"Jonas può stare tranquillamente - afferma Pincio - al fianco di personaggi come il Winston Smith di 1984. E come il capolavoro di Orwell, anche il mondo evocato dalla Lowry appartiene allo speciale genere di letteratura che si sconfronta con i non-luoghi dell'utopia, rivelandone oòòato oscuro, la triste verità per cui il prezzo del paradiso in terra é l'eguaglianza nell'infelicità..
The Giver condivide inoltre con 1984 la negazione della memoria collettiva quale mezzo di controllo sociale (...). (ib., p. 15).
La distopia in The Giver è totale: la società in cui Jonas cresce è priva di colori, di elementi differenziati, perfino le montagne in un certo qual modo sono state appianate, tutto è addomesticato, prevedibile, manca la sorpresa, mancano le emozioni, mancano la rabbia, è stata abolita anche la sessualità come fonte di emozioni, perfino i sogni sono sttoposti ad una forma di controllo,
E qualsiasi coa, evento, comportamento che deroga dai canoni rigidamente stabiliti deve essere riportato sotto controllo o abolito. Le emozioni, la gioia come il dolore, la rabbia e il risentimento, la bellezza delle differenze e tutto ciò che concerne il mondo "normale" sono appannaggio di un'unica paersona che è l'"Accoglitore di Memorie" e che serba dentro di sé, perpetuandola da un accoglitore all'altro il ricordo del mondo e della vita come erano prima del grande cambiamento.
Jonas dunque si trova a crescere e a vivere all'interno di una società "normata" sin nei più piccoli dettagli ed  "espurgata", al tempo stesso di tutto ciò che si ritiene possa essere fonte di turbamento e dannoso ad un'armonia precostituita: una società che persegue questo suo scopo in modi crudeli, senza un corpo di polizia, senza un dittatore riconoscibile in quanto tale, ma in cui tutti esercitano - senza parere -  una crudeltà diffusa contro tutti gli altri.
A me personalmente, il contesto di The Giver ha ricordato le modalità di funzionamento di certe comunità "terapeutiche " per tossicodipendenti e i loro rituali che tendono a smussare le differenze, addomesticando le emozioni, sostituendo a quelle individuali liberamente espresse quelle standard ed omologate (quindi "finte), nel nome della ricerca di un benessere di rango superiore per il cui ottenimento val la pena di cedere intere parti del proprio Sè, uniformandole al contesto con la costruzione dunque di un "False Sé".
In più, il romanzo della Lowry si muove in una dimensione onirica e metaforica, e ciò é evidente soprattutto nel finale che non anticipo per non rovinare a chi non conosca la storia il piacere della lettura.
In questo senso, The Giver è profondamente diverso da 1984, poichè il romanzo orwelliano deriva da una estrapolazione alle estreme conseguenze dello stalinismo e del controllo della memoria collettiva e storica esercitato da Stalin e dai suoi esecutori.
Probabilmente il film ha sbagliato la chiave di lettura, perché - secondo me - ha tradito l'intento allegorico del testo della Lowry che è quello di presentare una società fortemente distopica, mascherata inizialmente da bella "utopia".
Qual'è la cura da una simile società: la Lowry, per bocca del vecchio e stanco "accoglitore di memorie" predecessore di Jonas in questo ingrato compito e trasformatosi in "Donatore", ci dice che ciò potrà avvenire soltanto rimettendo in circolazione le memorie - tutte quante - custodite da una singola persona e restituendole all'intera comunità. E' in fondo il potere del Jolly che può rimettere in discussione il valore di ogni singola carta.
Ma esiste il mondo non distopico a fianco del Mondo di Jonas? Probabilmente solo nel sogno.
E' questa l'amara conclusione del primo volume del "quartet".

 

The Giver fa parte di una tetralogia (quartet), denominata "Il Mondo di Jonas" e tutti i romanzi che la compongono a differenza delle altre opere della Lowry sono state tradotte in Italiano.

  • Oltre a The Giver, quindi possiamo menzionare:
  • La rivincita - Gathering Blue (Gathering Blue, 2000), Giunti 2011
  • Il messaggero (Messenger, 2004), Giunti 2012
  • Il figlio (Son, 2012), Giunti 2013.

 

 

(Dal risguardo di copertina) Jonas ha dodici anni e vive in un mondo perfetto. Nella sua Comunità non esistono più guerre, differenze sociali o sofferenze. Tutto quello che può causare dolore o disturbo è stato abolito, compresi gli impulsi sessuali, le stagioni e i colori. Le regole da rispettare sono ferree ma tutti i membri della Comunità si adeguano al modello di controllo governativo che non lascia spazio a scelte o profondità emotive, ma neppure a incertezze o rischi. Ogni unità familiare è formata da un uomo e una donna a cui vengono assegnati un figlio maschio e una femmina. Ogni membro della Comunità svolge la professione che gli viene affidata dal Consiglio degli Anziani nella Cerimonia annuale di dicembre. E per Jonas quel momento sta arrivando...



L'autrice Lois Lowry, nata Lois Ann Hammersburg (Oahu, 20 marzo 1937), è una scrittrice statunitense.

The Giver. Il romanzo di Lois Lowry,
http://it.wikipedia.org/wiki/The_Giver_(romanzo)



Trailer del film
 

 


 






(Wikipedia) The Giver is a 1993 American children's novel by Lois Lowry. It is set in a society which is at first presented as a utopian society and gradually appears more and more dystopian. The novel follows a boy named Jonas through the twelfth and thirteenth years of his life. The society has eliminated pain and strife by converting to "Sameness," a plan that has also eradicated emotional depth from their lives. Jonas is selected to inherit the position of Receiver of Memory, the person who stores all the past memories of the time before Sameness, in case they are ever needed to aid in decisions that others lack the experience to make. Jonas learns the truth about his dystopian society and struggles with its weight.
The Giver won the 1994 Newbery Medal and has sold more than 10 million copies. In Australia, Canada, and the United States, it is a part of many middle school reading lists, but it is also on many challenged book lists and appeared on the American Library Association's list of most challenged books of the 1990s.
The novel forms a loose quartet with three other books set in the same future era: Gathering Blue (2000), Messenger (2004), and Son (2012).
Plot. Jonas, who is 11 years old, is apprehensive about the upcoming Ceremony where he will be assigned his job or his "assignment in the community." In his society, little or no privacy is allowed; even private houses have two-way intercoms which can be used to listen in for infractions of the rules. However, the rules appear to be readily accepted by all, including Jonas. So it is without real protest that he initially accepts with his selection as the Receiver of Memories, a job he is told will be filled with pain and the training for which will isolate him from his family and friends forever.
Yet, under the guidance of the present Receiver, a surprisingly kind man who has the same rare, pale eyes as Jonas, the boy absorbs memories that induce for the first time feelings of true happiness and love. Also, for the first time, Jonas knows what it is to see a rainbow, and to experience snow and the thrill of riding a sled down a hill. But then he is given the painful memories: war, pain, death, and starvation. These are memories of the Community's deep past. Jonas learns that the Community engineered a society of "sameness" to protect its people against this past, yet he begins to understand the tremendous loss he and his people have endured by giving their memories away, embracing "sameness", and using "climate control".
In his "community," which is under extreme control, there is no suffering, hunger, war, and also no color, music, or love. Everything is controlled by "the Elders," who are looked upon in a very positive light, though they control whom you will marry, whom you receive as children, and what you will be "assigned" as a job. The people in the community do not have the freedom to choose. Jonas aches with this newfound wisdom and his desire for a life Elsewhere blossoms. But the final blow for Jonas comes when he asks the Receiver (who now calls himself "The Giver") what "release" is. The Giver says that he could show him, and allows Jonas to watch a present-day tape of his own father, a seemingly kind and loving man, "releasing" a baby twin by giving him a lethal injection. Like any other "aberration" from sameness, identical twins are against the rules, so the smaller of the two is dispatched like garbage, without the one who conducted the release understanding the true meaning of the action. Together, Jonas and the Giver come to the understanding that the time for change is now, that the Community has lost its way and must have its memories returned. The only way to make this happen is if Jonas leaves the Community, at which time the memories he has been given will flood back into the people. Jonas wants the Giver to escape with him, but the Giver insists that he will be needed to help the people manage the memories, or they will destroy themselves. The Giver also wants to remain behind so that when his work is done, he can be with his daughter, Rosemary, a girl with pale eyes who ten years earlier had failed in her training to become the new Receiver of Memories and who had asked to be released (the memories of pain and loneliness having overwhelmed her).
The Giver devises a plot in which Jonas will escape to Elsewhere, an unknown land that exists beyond the boundaries of the Communities. The Giver will make it appear as if Jonas drowned in the river so that the search for him will be limited. In the meantime, the Giver will give Jonas memories of strength and courage to sustain him and save up his meals as Jonas' food and water supply for his journey.
Their plan is changed when Jonas learns that Gabriel, the baby staying with his family unit, will be "released" the following morning. Jonas has become attached to the baby, who also has unusual pale eyes, and feels he has no choice but to escape with the infant. Without the memories of strength and courage promised by the Giver, Jonas steals his father's bike and leaves with Gabriel to find the Elsewhere. Their escape ride is fraught with dangers, and the two are near death from cold and starvation when they reach the border of what Jonas believes must be Elsewhere. Using his ability to "see beyond," a gift that he does not quite understand, he finds a sled waiting for him at the top of a snowy hill. He and Gabriel ride the sled down towards a house filled with coloured lights and warmth and love and a Christmas tree, and for the first time he hears something he knows must be music. The ending is ambiguous, with Jonas depicted as experiencing symptoms of hypothermia. This leaves his and Gabriel's future unresolved. However, their fate is revealed in Messenger, a companion novel written much later.

 

 

In 2009 at the National Book Festival, the author Lois Lowry joked during a Q&A: "Jonas is alive, by the way. You don't need to ask that question".

Literary significance and criticism. Critical reception of The Giver has been mixed. Some critics find the work lacks originality or real literary merit, while others argue that books appealing to a young-adult audience are critical for building a developing reader's appetite for reading.
Lowry's novel has found a home in "City Reads" programs, library-sponsored reading clubs on citywide or larger scales. Waukesha County, Dane County and Milwaukee County, Wisconsin chose to read The Giver, for example, as did Middletown, Connecticut; Bloomington, Illinois; Valparaiso, Indiana; Rochester, Minnesota; Central Valley, New York; Centre County, Pennsylvania; Montgomery County, Maryland and others.
Some reviewers writing for adults have commented that the story is not likely to stand up to the sort of probing literary criticism used in "serious" circles. Karen Ray, writing in The New York Times, detects "occasional logical lapses", but adds that the book "is sure to keep older children reading".Young adult fiction author Debra Doyle was more critical stating that "Personal taste aside, The Giver fails the Plausibility Test", and that "Things are the way they are (in the novel) because The Author is Making A Point; things work out the way they do because The Author's Point Requires It".
Natalie Babbitt of The Washington Post was more forgiving, calling Lowry's work "a warning in narrative form", saying:
The story has been told before in a variety of forms—Ray Bradbury's Fahrenheit 451 comes to mind—but not, to my knowledge, for children. It's well worth telling, especially by a writer of Lowry's great skill. If it is exceedingly fragile—if, in other words, some situations do not survive that well-known suspension of disbelief—well, so be it. The Giver has things to say that cannot be said too often, and I hope there will be many, many young people who will be willing to listen.

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Come sono arrivato qui

DSC04695.jpegQuesta pagina è la nuova casa di due blog che alimentavo separatamente. E che erano rispettivamente: Frammenti. Appunti e pensieri sparsi da un diario di bordo e Pensieri sparsi. Riflessioni su temi vari, racconti e piccoli testi senza pretese.

Era diventato davvero troppo dispendioso in termini di tempi richiesti alimentarli entrambi, anche perchè nati per caso, mentre armeggiavo - ancora alle prime armi - per creare un blog, me li ero ritrovati ambedue, benchè la mia idea originaria fosse stata quella di averne uno solo. Infatti, non a caso, le loro intestazioni erano abbastanza simili: creatone uno - non ricordo quale dei due per primo - lo ho "perso" (per quanto strano ciò possa sembrare) e mi diedi alacremente da fare per ricrearne uno nuovo. Qualche tempo - nel frattempo ero divenuto più bravino - il blog perso me lo ritrovai).

Ohibò! - dissi a me stesso - E ora cosa ne faccio?

La risposta più logica sarebbe stata: Disattiviamolo!. E invece...

Mi dissi: li tengo tutti e due. E così feci. E' stato bello finchè è durato...

Ma giocare su due tavoli - e sempre con la stessa effcienza - è molto complicato, ancora di più quando i tavoli diventano tre e poi quattro e via discorrendo....

Con overblog ho trovato una "casa" che mi sembra sicuramente più soddisfacente e così, dopo molte esitazioni, mi sono deciso a fare il grande passo del trasloco, non senza un certo dispiacere, perchè il cambiamento induce sempre un po' di malinconia e qualche nostalgia.

E quindi ora eccomi qua.

E quello che ho fatto - ciò mi consola molto - rimane là e chiunque se ha la curiosità può andare a dargli un'occhiata.

 

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