Quando ci si ritrova davanti ad un romanzo che ha come protagonista Sherlock Holmes e per oggetto una sua indagine, il lettore appassionato dovrà chiedersi innanzitutto se si trova davanti ad un "apocrifo" o a un "pastiche".
L'apocrifo è un romanzo che risponde pienamente a criteri formali e di stile, ma soprattutto di contenuto.
E nel caso dell'apocrifo holmesiano il contenuto (a partire dalla cronologia e dai dettagli ambientali e dei personaggi "standard" implicati, deve rispondere pienamente al cosidetto "canone" holmesiano che si costiutisce con il corpus di 56 racconti e di 4 romanzi brevi, scritti da sir Arthur Conan Doyle.
Il "pastiche" invece va al di fuori delle regole formali e di contenuto, proponendo rispetto al soggetto originario situazioni del tutto improbabili e raccontate in uno stile non aderente.
Nel caso delle storie di Holmes, tanto per fare un esempio, uno dei "pastiche" più clamorosi (ma interessanti, al tempo stesso) fu "Soluzione al sette per cento" scritto dall'americano Nicholas Meyer che, nel 1974, proponendo un incontro tra Sherlock Holmes e il celebre Sigmund Freud, dal primo consultato per risolvere la propria dipendenza dalla cocaina, inaugurò la tradizione dei pastiche, di cui altro rappresentante di rilievo fu Loren D. Estelman (con vicende che vedono Sherlock Holmes impegnato in indagini che riguardano Jack lo Squartatore oppure Mr Hyde (entrambi i volumi pubblicati in Italia da Gargoyle).
L'apocrifo holmesiano, dicevamo, deve rispettare stile, contenuto e riferimenti cronologico.
A Conan Doyle non interessava scavare i personaggi, più di tanto: per lui essi erano più che altro dei "caratteri" o "comparse", funzionali per dare corpo all'indagine - o nella veste di di "consultanti" o in quella di "indagati" - consentendo di imbastire l'enigma intellettuale che S.H. conla sua abilità potrà risolvere. Analogamente, a Conan Doyle la descrizione deegli ambienti e degli scenari serviva a poco, se non ad a dar una cornice che deve essere sempre tuttavia, se pur scarna, attendibile e perfettamente rispondente all'epoca tardo-vittoriana.
Il pastiche può seguire queste regole oppure no: può esserci qualche ridondanza descrittiva, qualche tentativo di rendere più corposi i personaggi, mentre viceversa - in alcuni casi - potrebbero esserci degli apocrifi - come il recente "La Casa della Seta" di Horowitz che seguono minuziosamente il Canone, ma assumono un set più specificatamente narrativo con approfondimenti sui personaggi e sugli ambienti.
A decidere in maniera inappellabile se si tratti di un apocrifo è la Società dedicata a Sherlock Holmes (The Sherlock Holmes Society) e al rispetto della sua tradizione a cui chiunque abbia scritto un romanzo di ispirazione holmesiano può sottoporre la propria opera per ottenerne, eventualmente, l'imprimatur ufficiale.
Sui criteri che decidono per far collocare uno scritto tra gli apocrifi vedi il seguente testo: "Il Canone: convenzione ed ipotesi di revisione alla luce degli Apochrifa" (dal sito Uno studio in Holmes)
Davide Camarrone, da sempre appassionato di Sherlock Holmes, con “Il mistero del Prince college” inaugura “221B” (il numero civico dell'abitazione di Sherlock Holmes nella londinese Baker Street), la nuova collana delle Edizioni Leima nata da una sua idea e interamente dedicata al detective più conosciuto al mondo.
Il suo Sherlock Holmes e il Mistero del Prince College (che inaugura la collana) risponde pienamente ai criteri che deifiniscono un apocrifo: e la storia si prsenta come un'enigma intellettuale stimolante per la mente di Sherlock Holmes e si trasforma (con uno scenario di azioni che si intensificano man mano che si procede verso lo scioglimento della trama) come una corsa contro il tempo.
Un telegramma annuncia un imminente omicidio nel prestigioso Prince College, nel corso di una annuale gara di cavalli che rievoca la Battaglia di Montaperti. Riuscirà l’investigatore più famoso della letteratura a sventare il drammatico complotto?
Rifacendosi al canone classico fondato da Sir Arthur Conan Doyle, Camarrone riesce a ridar vita al celebre detective con un apocrifo che tenta di rispettare in piena regola la scrittura, lo stile e il “sacro” metodo scientifico d’investigazione. “Io sono abbastanza ortodosso – afferma Davide Camarrone – Pur rispettando l’originale, ho dato un mio tocco personale inserendo cose nuove. Nel personaggio, nei temi, nella psicologia”.
Un piccola chicca di questa edizione è data dal fatto che, in copertina gli appassionati di questo personaggio intramontabile ritroveranno perfino una delle leggendarie copertine dello Strand Magazine, la rivista che in epoca vittoriana pubblicò le storie di Sherlock Holmes.
(Dal risguardo di copertina) Una corsa contro il tempo per la mente più formidabile dell’Inghilterra vittoriana: Sherlock Holmes torna di nuovo in libreria con una nuova indagine, in compagnia del fedele Watson, secondo il canone dettato dalle appassionanti storie di Arthur Conan Doyle.
Un telegramma annuncia un imminente omicidio nel prestigioso Prince College, nel corso di una gara di cavalli che rievoca la Battaglia di Montaperti. Riuscirà l’investigatore più famoso della letteratura a sventare il drammatico complotto?
Ecco cosa scrive su questo volume Luca Martinelli, scrittore, appassionato di Sherlock Holmes ed anche lui autore di apocrifi holmesiani (dal suo blog: Libri con Sherlock Holmes. Leggere Scrivere Indagare) , in un articolo di anticipazione dal titolo: "Sherlock Holmes, in arrivo un nuovo apocrifo" (Posted on 28 maggio 2014)
Trovo l’annuncio su Twitter e Facebook: a giugno uscirà una nuova avventura di Sherlock Holmes: “Il mistero del Prince College”. L’ha scritta David Camarrone ed inaugurerà la collana 221B delle Edizioni Leima, piccolo editore siciliano che, a giudicare dal suo blog, ha le idee chiare su cosa significhi essere una casa editrice: niente contributi da parte dell’autore, niente self-publishing ma un rapporto di fiducia tra editore e autore per diffondere la cultura… Anche solo per questo, anche senza Sherlock Holmes, avrebbe meritato la mia attenzione.
Secondo la pagina Facebook dell’editore, siamo di fronte a “un nuovo mistero per la mente più formidabile dell’Inghilterra vittoriana!” e la collana 221B, “interamente dedicata al detective più conosciuto al mondo” è frutto di un’idea dello scrittore che la inaugura. Il che lascia pensare che seguiranno altri titoli dedicati a Sherlock Holmes.
Chiudo con una nota sulla copertina. Come gli appassionati avranno notato, si tratta di un reprint di una delle copertine dello “Strand Magazine”, la rivista che in epoca vittoriana pubblicava le storie di Sherlock Holmes. E’ una promessa di rispetto del Canone holmesiano che lascia ben sperare. Del resto, mi ha scritto l’autore via mail, “io sono abbastanza ortodosso. Ho rispettato il canone e il linguaggio. Ma ci sono cose nuove. Nel personaggio, nei temi, nella psicologia…”.
Be’, esattamente ciò che dovrebbe essere un buon apocrifo. Per questo sono molto curioso di leggerlo. Meno male che giugno, ormai, è alle porte.
Leggi un estratto del volume di Camarrone
Davide Camarrone, Sherlock Holmes. Il mistero del Prince College, Edizioni Leima, 2014.