(Maurizio Crispi) Selfie è un neologismo (usato per la prima volta nel 2002, in un magazine australiano) che sta ad indicare le foto che - con la macchinetta digitale o, ancora meglio, con un qualsiasi smart-phone o tablet - ci si fa da soli protendendo davanti a sé o verso l'alto il braccio, tentando di realizzare un ritratto con inquadratura di sfondo o anche senza. In sostanza, un selfie non è altro che un'auto-fotografia o auto-scatto, ma è più trendy dire selfie.
Chi ha avuto dismestichezza con le macchine reflex tradizionali ricorderà le acrobazie che occorreva fare per poter fare un autoscatto e riprendersi assieme al gruppo di amici, dopo aver dato l'avvio all'otturatore: era una corsa contro il tempo e, a volte, l'operatore veniva ripreso in movimento con la postura dinamica di un centometrista.
L'impulso decisivo alle selfie è venuto con l'inserimento della funzione "autoscatto fotografico" nell'I-Phone 4. L'ampiezza del grandangolo con la possibilità di fare buone foto all-inclusive- soggetto e sfondo - ha fatto il resto nel determinare il saldo atttecchimento della consuetudine.
Il selfie nella sua natura più profonda si deve considerare una foto di documentazione istantanea, secondo il principio odierno che tutto deve essere documentato e "socializzato", allo scopo di enfatizzare sempre di più il fatto che le nostre vite si svolgono dentro una gabbia di vetro attraverso le cui pareti tutti devono poter sbirciare.
Chi fa le selfie?
A volte sono gruppi di amici che si autofotografano per il semplice divertimento di farlo, facendo delle facce buffe o immprtalando dei momenti paticolari: il risultato è spesso quello di un mucchio di volti deformati che fanno le boccacce o che ridono.
La caratteristica del selfie è quella di prendere immediatamente la destinazione di internet e dei social networ.
Il selfie, in sé, è una testimonianza: "Io ci sono stato", "Noi c'eravamo".
A volte, però, il selfie è appannannagio di viaggiatori solitari che, senza più dovere mendicare il favore di una foto al primo samaritano di passaggio (ma in fondo anche quella era una forma di socializzazione, per quanto minimale), possono procedere in piena autonomia.
Poi, naturalmente ci sono le coppie per le quali la pratica del selfie é preziosa sia per fissare delle espressione volutamente comiche e buffe, sia per la rappresentazione di momenti romantici ed intensi.
Unoco limite nella realizzazione del selfie, è stata finire la limitata portata dell'inquadratura, dal momento che la massima distanza di ripresa è quella del braccio più lungo a disposizione.
Ma qualche buontempone, vista la crescente diffusione della pratica del selfie, ha pensato di mettere a punto (e, suppongo io, brevettandolo), un dispositivo che consiste in un braccio mobile estensibile (, si potrebbe dire, telescopico) che, alla sua estremità più sottile contiene una (culletta) a bracci per fissarvi il proprio dispositivo.
I soggetti del selfie si dispongono nella postura che è loro più congeniale, allungano il braccio telescopico secondo le loro necessità, studiano per un attimo l'inquadratura e, in quattro e quattr'otto, la autofoto è fatta, con uno sfondo spazioso.
Ora, soprattutto nei luoghi turistici, è possibile vedee tantissimi, solitari o in coppia, che si auto-fotografano utilizzando questo braccio mobile, e -come sempre - i Giapponesi sono leader di questa piccola avanzata tecnologica.
Ed è così che dovunque imperversano i i praticanti sempre più sofisticati delle selfie.
E buonanotte ai suonatori!