Quel che resta...
Brocca rotta...
Hospice
Vecchio sanatorio...
Vaso reclinato...
Cantaro o seggetta che dir si voglia
L'orrido nelle macerie del quotidiano
La malinconia nello sguardo che vi si posa
Accanto la festa, incongrua
O è incongrua questa visione?
Passi attraverso un buco nel muro
e nessuno se ne accorge
Il semplice transito
da una parte all'altra,
sgusciando nel pertugio
che solo tu hai notato,
innesca una potente macchina del tempo
che ti porta molto avanti
o molto indietro
ma tu non lo sai
dove sei finito
Puoi soltanto contemplare
disorientato
qualcosa che resta
inquietante
d'un tempo che fu o che non è ancora
- o è un altro mondo, parallelo al nostro -
mentre accanto c'è ancora festa
e qui, in una dimensione extra-temporale,
straniata,
domina il silenzio che diventa fragore dirompente,
insostenibile
Tu passi e nessuno si accorge
che sei scomparso,
transitato in un altrove
Poi ricompari,
e ancora una volta nessuno se ne accorge
come fossi l'uomo invisibile delle storie
E riprendi il tuo posto
nel flusso ordinario dei gesti quotidiani
ma il fragore di quel silenzio
ti è rimasto dentro
e ti accompagna
Foto di Maurizio Crispi
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