Non c'è un viaggio senza un ritorno.
E spesso le immagini di un ritorno sono scarne.
Quando si intraprende la via del ritorno, è come se il viaggio con la sua potenza trasformativa avesse in parte esuarito il suo slancio.
O forse perché la mente è già saturata di tutto ciò che si è visto e della ricchezza delle esperienze assorbite ed è come se fosse già cominciato il tempo dell'elaborazione interiore.
Il ritorno è un momento di pausa tra l'ebbrezza del "novum" a cui si è stati esposti e la quotidianità della vita.
E' anche il momento in cui i solchi che il viaggiare ha lasciato sulla nostra pelle (che è lo specchio della nostra anima) si rimarginano, lasciando delle cicatrici che si aggiungono a quelle già determinate dai precedenti viaggi.
Il momento del ritorno è quello in cui si fa un rewind di tutto quello che è accaduto, fatto, detto, pensato per cominciare a ricordare.
Ed è il momento in cui il viaggio da esperienza viva, vivace, mutevole, piena di nuove sorprese e di meraviglia si trasforma nel ricordare.
E quindi, di questo nostro viaggio in Suafrica abbiamo soltanto un'ultima immagine di passanti in attesa sotto la pensilina del bus, in un dolente giorno di pioggia. E poi, due essenziali foto di gruppo, per ricordare il momento degli addii.
Ancora, un'immagine carpita nel riflesso di una superficie di lucido acciaio nell'aeroporto di Addis Abeba e, infine, le prime foto scattate in terra di Sicilia che ci ha accolto con una giornata quasi primaverile e dall'aria insolitamente trasparente, avvolgendoci nel suo abbraccio e sull'autobus che ci conduceva a casa, dopo gli ultimi chilometri di un avventuroso viaggio che ci ha condotto a fare in modo imprevisto su tour aereo su mezza Europa.
E questa è un'altra avventura da ricordare.
Finito il viaggio, comincia qualche cosa altro, in un ciclo infinito di esperienze-ricordo-racconto.
E, nello stesso tempo, mentre noi chiudiamo la nostra esperienza del recente viaggiare, le nostre vite si incrociano con quelle di altri che, da migranti, hanno intrapreso un viaggio incerto, un viaggio del quale ancora non si scorge con certezza la sua metà e dal quale forse non ci sarà ritorno.