Sono in fuga. Devo sfuggire ad un boss della malavita che ha giurato di farmi fuori, perchè gli ho sottratto dei documenti importanti. E adesso io sono l'oggetto di una man hunt in grande stile.
Ho già avuto a che fare con lui ed è un uomo che ti tratta bene e con i guanti di velluto, se rispetti le consegne e se sei un bravo soldatino, ma poi è spietato e tira fuori gli artigli e le zanne di un mostro, se gli manchi di rispetto o se sgarri in qualcosa o se ti appropri di qualcosa che é suo.
Cerco di vivere in incognito e di far perdere le mie tracce.
Ma è un compito difficile ed ingrato.
Non sono molto bravo in questo.
Le tracce dei miei transiti saltano sempre fuori e mi ritrovo ad avere sempre gli scherani del boss alle mie calcagna.
In più il boss sembra essere onnipresente ed onnisciente.
Non c'è scampo da lui.
Girando e rigirando mi ritrovo in un piccola stanza, contenuta al termine di una fuga, come una serie di scatole cinesi. Quando arrivi all'ultima non c'è altro da fare, se non ritornare indietro. A meno che...
E in questa stanzetta - che non ha alcuna via di uscita, a parte la porta da cui sono entrato - infatti c'è un attrezzo di acciaio e vetro scintillante. Attraverso quello che sembra essere un portellone, mi ci infilo dentro, accomodandomi su di un sedile avvolgente rivestivo di morbida pelle.
Con una leva faccio il vuoto in modo che tutto sia sigillato (il che avviene con un rassicurante di sibilo di aria che fuoriesce), muovo a caso un piccolo cursore, premo un bottone illuminato con un lucina verde lampeggiante e pluff! La stanza attorno a me è scomparsa, dissolvendosi in un grande nulla, come fossi immerso in una tormenta di sabbia, ritrovandomi a ricomparire sempre all'interno di quel trabiccolo di fortuna (ma evidentemente altamente tecnologico) in un altrove che non so.
Un panorama desertico ri rocce e sassi, sotto un cielo infinitamente azzurro, dove strani esseri quadrupedi che però sembravano mammiferi,ma una via di mezzo tra i grandi pachidermi e i dinosauri, armati di una poderosa proboscide, terminante con un'estremità a imbuto, sulla quale sembra di intravedere una temibile ventosa, capace di risucchiarmi in quatro e quattrotto, visto che non erano forniti di una bocca definibile, trainavano grandi carri forse utilizzati come mezzo di trasporto per derrate varie dagli abitanti del luogo. Di cui ho solo immaginato, tuttavia, poichè nessuno era in vista. Questi possenti animali mi sono sembrati umbratili: infatti, non appena vedevano qualcosa di insolito pararsi loro davanti - come è accaduto con il mio trabbicolo che uno di loro si è trovato improvvisamente in pratica in mezzo alle zampe - si imbizzarivano, lanciandosi in una folle corsa, schiacciando quallunque cosa abbia la ventura di trovarsi a portata.
Intimorito, ho preferito non uscire dalla mia navetta e, sempre azionando i comandi a caso, ho desiderato poter fare ritorno al mondo e al tempo da cui ero partito, ma dove l'incubo dell'inseguimento sarebbe immancabilmente ripreso.
So che per porvi termine, dovrò alla fine uccidere il boss che mi perseguita
Decisione eroica.
Ma come metterla in atto?
E' straordinario vedere come nel sognare utilizziamo a volte come "pezzi di costruzione" del nostro gioco di Lego onirico, cose che abbaimo acquisito attraversol la lettura, la visione di film od anche dicerte opere d'arte.
Qui, all'opera, c'è certamente l'effetto di Rogue male, un romanzo sul tema del Man Huntin che mi è piaciuto straordinariamente, ma c' anche qualcosa de "La Macchina del Tempo" di Herbert george Wells, sia nella sua forma di romanzo che sia delle traduzioni cinematografiche successive da quelle più aderenti al testo wellsiane a quelle più fantasiose. Ed anche per affinità il tema dei mondi paralleli, riecheggiante in un romanzo della Crosstime Saga di Harry Turtledove, letto di recente. E per finire, nella parte finale del sonno si sono sovrapposte le smaglianti immagini di Dinotopia, un grande racconto utopico-distopico, accompagnato da splendide e sontuose illustrazioni a colori.