Dopo circa un secolo, ho portato l'auto al lavaggio. Faceva davvero schifo, letteralmente inguardabile. Stamane: sole cocente e un caldo da morire.
L'ho lasciata alla Stazione di servizio, mettendomi d'accordo con il gestore che sarei passato a ritirala attorno alle 16.00.
Dopo le 14.00, le condizioni atmosferiche sono velocemente cambiate: grandi nuvoloni neri si sono addensati e, infine, dalle 16.00 in poi, ci sono stati frequenti rovesci di pioggia, allietati da allegre e rutilanti scariche di tuoni e fulmini.
Insomma, morale della favola: quando sono uscito per andare a ritirare l'auto, all'orario concordato, pioveva a dirotto e, nel fare il tragitto a piedi, mi sono dovuto proteggere con il paracqua.
La macchina era stata ripulita e lavata, ma quando sono arrivato era stata abbondantemente rilavata dalla pioggia, ovvio: più tardi scoprirò se la pioggia era del tipo "fangoso".
Grande letizia la mia nel prendere atto della felice concomitanza, mentre il benzinaio mi guardava con quell'aria di commiserazione che si riserva allo sfigato di turno.
Avrei dovuto fidarmi delle previsioni meteo: in effetti, lo avevano annunciato che ci sarebbe stato un cambiamento repentino.
Ma chi va a ricordarsi delle condizioni meteo meteo delle prossime ore quando decide di portare la sua auto al lavaggio?
D'altra parte, la Legge di Murphy il cui primo assioma recita «Se qualcosa può andar male, lo farà», serve a descrivere proprio questo tipo di circostanze...
Ricordo che a mio padre succedeva sempre la stessa cosa (era una regola che piovesse subito dopo il lavaggio dell'auto) ed io mi divertivo molto.
Lui, permaloso, invariabilmente, si offendeva.
E io sghignazzavo: ora la ruota ha fatto il suo giro... e sono io che patisco gli effetti dei dogmi di Murphy