Le strade di notte hanno un loro fascino speciale.
Specie in quell'ora di mezzo in cui il traffico dei nottambuli si è spento. Ed ancora non è cominciato quello dei mattinieri.
Tutto tace allora, tutto è silenzio.
E mentre si corre si apprezza il silenzio e la luce smorta dei lampioni, mentre ancora il cielo non trascolora nell'alba.In questi momenti si può pensare con facilità, senza timore di cadere, nel delirio "Tutta mia é la città".Si può avere la sensazione di essere in un meraviglioso equilibrio e la solitudine non pesa.
Ci si sente un po' animali della notte, felini e con i sensi all'erta.
E il ritmo cadenzato dei piedi sull'asfalto e sul cemento è l'unica musica per le nostre orecchie, se abbiamo il coraggio di lasciar perdere le diavolerie tecnologiche e quelle maledette cuffiette che si pensano ormai essenziali ed irrinunciabili.
Nel silenzio, in quell'atmosfera addormentata, ma in cui si avverte la vita di migliaia di menti dormienti, c'è il fascino d'un mistero insondabile e l'aria è percorsa da presagi indefinibili a cui non possiamo dare nome.
Si può sentire occasionalmente il miagolio di un gatto e ci si sente un po' gatto.
Si può scorgere un cane randagio che razzola con il muso in un sacco sfondato della spazzatura cercando avanzi gustosi - e ci si sente un po' cane.
Ci si può imbattere in un'auto parcheggiata non tanto discretamente, dentro la quale una coppia consuma del sesso urgente ed improrogabile (e si pensa con simpatia alle volte in cui da giovani ci è capitato di fare la stessa cosa).
Si possono superare mucchi di rifiuti e sporcizia.
Ma tutto passa via, provocando dentro di noi dei sottili movimenti empatici oppure senza collidere del tutto, semplicemente scivolando addosso, come la pioggia che cadendo su di noi scivola su di noi senza bagnarci o senza darci la sensazione del bagnato.
E poi, rigenerati, si ritorna - dopo una parentesi che é straordinaria ed irreale - alla vita ordinaria.