Nel sonno, avverto un fastidio nella mano sinisra
Toccando il palmo, sento sotto i polpastrelli un'asperità
Se stringo un oggetto in mano, la pressione sull'asperità
mi fa saltare in aria con un'improvvisa punta di dolore,
somigliante ad una scossa elettrica
Ciò malgrado mi tocco l'asperità di continuo,
saggiando la mia soglia del dolore in quel punto
e gratto e premo e pizzico
senza potermi fermare
Poi, per alleviare il fastidio comincio a operare con un oggetto appuntito,
per rimuoverne la causa
Dopo molta fatica e non poco dolore, riesco nel mio intento
e, all'improvviso, viene fuori una lunga spina surreale
Potrebbe essere un chiodo di lunghezza tale
da trapassarmi la mano dal palmo al dorso
Un chiodo da crocifissione, quasi
Rimango basito e me ne sto a lungo a contemplare il reperto,
quasi fosse il risultato di una campagna di scavi archeologici
Ed ora che fare?
E non c'é altro di questo sogno di cui io mi ricordi
Ma mi viene in mente che da piccolo giocavo spesso
a trapassarmi da parte a parte piccole pliche di pelle
con un ago per vedere l'effetto che faceva
Era una pratica che faceva parte del mio auto-addestramento
alla sopportazione del dolore
Così facendo, immaginavo di potermi temprare ad essere forte
in ogni circostanza della vita e a potere resistere alle sofferenze,
senza proferire parola
Ma, in realtà, sono una pecorella timorosa e per nulla coraggioso
Quell'addestramento non mi è servito a niente
o a ben poco soltanto
Ma da piccoli diamo una grande importanza a delle cose stupide ed insulse
che, quando le facevamo erano tremendamente serie
Per questa mia fissazione, una volta la lama appuntita della forbice
mi sfuggi di mano e penetrò profondamente nell'eminenza tenar della mano sinistra
e corsì subito da mia madre per chiedere soccorso
Un'altra volta, da piccolo, camminando sulla sabbia mi bucai il piede con un chiodo
che sporgeva da un grosso pezzo di legno portato dalla risacca
ed anche in quel caso malgrado l'addestramento auto-inflitto
quasi svenni alla vista del grumo di grasso giallastro che veniva fuori dalla ferita
Innocenti giochetti di autoformazione che, in alcuni casi (non nel mio)
possono diventare letali e distruttivi
Innocenti evasioni che, senza esasperazione,
sono il grado zero dello stato mentale dei cutter
Spesso mi ritrovo ad avere conficcati nel palmo delle mani
e nei polpastrelli spine o schegge di legno, perchè sovente
in campagna lavoro senza guanti protettivi
e, poi, come nel sogno, sono lì a fare lavoro di pulizia
con un coltellino appuntito o con la punta aguzza di una forbicina per le unghie
A proposito di spine, la cosa grave è quando, convinto di avere una spina nel fianco,
ti accingi a rimuoverla ed estraendola, assieme a quella, tiri via tutta la tua sostanza
che le sta attaccata e finisci con il disfarti
come quando afferri un filo di lana sporgente dal maglione che indossi,
e tiri, tiri e poi ancora tiri, finchè non quel maglione non lo hai disfatto del tutto
Un rischio calcolato: a volta bisogna saper tracciare il bilancio
tra il fastidio cronico di quella spina nel fianco
e il rischio di perdere te stesso nell'estiparla
Un piccolo dolore persistente, a volte, é prezioso
per continuare a vivere