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1 agosto 2012 3 01 /08 /agosto /2012 07:43

La zona degli impiant sportivi di oggi: come eraForse non tutti sanno che nei corridoi dell'Istituto salesiano Don Bosco Ranchibile di Palermo (ospitato nell'ex-Villa Ranchibile, con ingresso sull'attuale Piazza Don Bosco e su Via Libertà) è esposta una splendida collezione di foto che ritraggono la Palermo di inizio Novecento (sino alla prima meta del secolo, più o meno) i suoi panorami presi dall'alto, le sue vie, le sue piazze.
Si tratta di immagini che trasmettono con immediatezza la sensazione che Palermo dovesse essere una città bellissima, sprofondata in una distesa di fitte coltivazioni di agrumi (in quella stretta piana tra i monti e la città, che - proprio per l'occhieggiare allegro di arance e mandarini di un vivo arancione e del giallo di limoni, cedri e lumìe, venne definita la "Conca d'Oro"). Nello stesso tempo, sono foto che inducono nel loro fruitore un'acuta malinconia per ciò che è stato irrimediabilmente perduto, per il degrado in cui annega oggi la città, benchè le vestigia della sua grandezza siano indubitabili e qualche volenteroso si adoperi per arrestare prepotenti derive verso il decadimento.
Soprattutto, di quell'atmosfera bucolica e contadina che circondava la pulsante metropoli e i suoi bei palazzi, oggi, non rimane più nulla: al posto di quei giardini e in luogo degli orti irrigui, vi è solo una desolante e squallida colata di cemento che ha invaso ogni cosa.
Chi ama questa città, potrebbe piangere o provare una fitta al cuore, osservando le foto di Dante Cappellani e riconoscendo il volto dei luoghi come erano un tempo.

Si tratta di foto in bianco nero, di grande formato (in pannelli che misurano almeno 50X70).
La spiaggia di Mondello ad inizio secoloI panelli purtroppo sono un po' rovinati dal continuo passaggio e strofinamento di mani (quelle degli studenti) purtroppo non sempre rispettose.
Le foto, stampate ed impannellate per la realizzazione di una mostra che ebbe luogo nel 1988 e che fu tenuta proprio in questi spazi con il titolo "Dalla memoria al progetto", realizzata in occasione del centenario della morte di Don Bosco e del Cinquantenario della fondazione dell'Istituto Don Bosco di Palermo, furono successivamente donate all'Istituto dagli stessi ex-allievi che avevano ideato e curato l'esposizione. Così recita uno dei pannelli esplicativi ("Panorami palermitani"): "Il gruppo di foto, nate dall'amore che Dante Cappellani aveva, arrampicandosi sulle alture della Conca d'Oro, di guardare e fotografare dall'alto la sua città e le borgate che la circondavano costituiscono un documento prezioso di paesaggio in cui Palermo appariva ancora sufficientemente aderente al suo originario disegno in pianta.
La campagna dominava nelle grande conca chiusa dai monti ed è sorprendente scoprire cone il rapporto tra il verde e l'area urbanizzata risulti oggi stravolto.
Le foto degli inizi degli anni Trenta sono state scattate quasi con un sentimento di timida riverenza nei confronti della natura.
Tale spirito si coglie nel misurato contrapporsiin quadrature di alberi e case, in animali tranquilli al pascolo, nell'edilizia che non vuole apparire invadente, nel mare ancora protagonista e nei disegni urbanistici che tentano una simbiosi con la natura".

L'antico stabilimento dei bagni: oggi, quella palma che allora era giovana, è scomparsa a causa del punteruolo rossoSi tratta di immagini rare e particolari, tante realizzate al prezzo di lunghe sfacchinate portando sulle spalle la pesante attrezzatura fotografica del tempo (e Dante Cappellani in questo coniugò felicemente la sua passione fotografica fu con quella per l'escursionismo in montagna di cui fu un antesignano).
Dante Cappellani con le sue immagini trasmette la bellezza di una città che - al passaggio tra l'Ottocento e il Novecento e nei primi decenni del nuovo secolo- vide un grande fulgore e che, come molti affermano, ebbe le doti per diventare una città "europea" di grandissima levatura, come f confermato dall'esplosione del Liberty nell'architettura ad altissimo livello.
Persino il Kaiser vi arrivava, facendo ormeggiare la sua nave da crociera proprio davanti alla splendida Villa Igeia.
Palermo venne definita città "felicissima" e Dante Cappellani con quelle foto oggi un po' seppiate e a tratti sbiadite riesce a rievocarne la magia.
L'esposizione fotografica, dotata anche di alcuni pannelli esplicativi, meriterebbe di essere maggiormente valorizzata.
 

 

Note biografiche su Dante Cappellani (Fonte: Archivio biografico comunale di Palermo)
Fotografo palermitano, nato il 9 agosto 1890 e morto il 18 aprile 1969, Dante Cappellani, dai primi anni Venti e fino a tutti gli anni Sessanta scoprì la fotografia, prima come fotoamatore, in seguito come vero professionista, e fu un profondo conoscitore e indagatore delle potenzialità della nuova arte.
Quinto di undici figli di una famiglia borghese. Il padre, Giuseppe, era un noto avvocato, esponente socialista di spicco a cavallo dei due secoli; la madre era una De Nicola.
Cappellani iniziò la sua attivita' calcando il palcoscenico come attore, impersonando il ruolo di caratterista in alcune scuole di recitazione e filodrammatiche e, tra di esse, quelle di Flavio And? di Andrea Maggi e di Tommaso Salvini.
Iniziò l'attivita' di fotografo alla fine degli anni '10, lavorando presso il negozio di Angelo Randazzo in via Candelai.
Nel 1925 aprì il suo primo studio nel palazzo Salinas, in via Emerico Amari 130 e da quell'anno fu un succedersi di consensi e di successi.
Vinse diplomi, medaglie, premi in numerosi concorsi e mostre fotografiche nazionali.
Nel 1927 ottenne il primo premio di 2.000 lire nel concorso fotografico indetto dall'Associazione per lo sviluppo del turismo in Sicilia.
Intanto trasferiva il suo studio in via Mariano Stabile 132 e poi al civico 233, di fronte allo Sport Club. Alla sua ditta diede il nome di Fiat (Fotografia italiana artistica turistica). Le foto di paesaggi e di monumenti divennero la sua specialità.
Scoprì la fotografia aerea, quella subacquea, la fotografia all'infrarosso. Per la sua alta professionalita' a lui si rivolsero quasi tutti gli enti pubblici: Genio civile, Lavori pubblici, Provincia, Istituto case popolari, Ente provinciale per il turismo, Soprintendenza alle gallerie, Societa' generale elettrica e altri.
Lavorò anche per la Milizia nazionale forestale, da cui venne riconosciuto prezioso collaboratore in qualita' di documentatore dell'opera di rimboschimento.
Socio entusiasta del Club Alpino Siciliano, scalò le montagne dell'isola amando fotografare la Sicilia dall'alto.
Nel 1941 divenne corrispondente fotografico dell'Istituto nazionale Luce, ma poco tempo dopo si vide ritirare la licenza perch? sprovvisto della tessera di iscrizione al partito fascista (che non prese mai, per mantenere intatta la sua fede di uomo libero e indipendente).
Nel 1943 la sede di via Stabile venne distrutta dalle bombe ed egli fu costretto a rifugiarsi a Firenze. Vi rimase tre anni e, nel 1946, torn? a Palermo per ricominciare tra mille difficolta'
Apri un nuovo studio, in via Valerio Villareale, incoraggiato, anche economicamente, dai fratelli Agostino e Francesco Randazzo.
La sua eredità è stata raccolta dal figlio Giuseppe, che conserva i preziosi archivi con le vecchie lastre salvate dai bombardamenti, i negativi del dopoguerra, le storiche attrezzature.
All'opera di Dante Cappellani sono state dedicate varie esposizioni fotografiche ed un bel catalogo che illustra la mostra dal titolo "Dalla memoria al progetto", tenuta presso l'Istituto salesiano Don Bosco, nel dicembre 1988.

 

 

Uno dei pannelli esplicativi della Mostra

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Come sono arrivato qui

DSC04695.jpegQuesta pagina è la nuova casa di due blog che alimentavo separatamente. E che erano rispettivamente: Frammenti. Appunti e pensieri sparsi da un diario di bordo e Pensieri sparsi. Riflessioni su temi vari, racconti e piccoli testi senza pretese.

Era diventato davvero troppo dispendioso in termini di tempi richiesti alimentarli entrambi, anche perchè nati per caso, mentre armeggiavo - ancora alle prime armi - per creare un blog, me li ero ritrovati ambedue, benchè la mia idea originaria fosse stata quella di averne uno solo. Infatti, non a caso, le loro intestazioni erano abbastanza simili: creatone uno - non ricordo quale dei due per primo - lo ho "perso" (per quanto strano ciò possa sembrare) e mi diedi alacremente da fare per ricrearne uno nuovo. Qualche tempo - nel frattempo ero divenuto più bravino - il blog perso me lo ritrovai).

Ohibò! - dissi a me stesso - E ora cosa ne faccio?

La risposta più logica sarebbe stata: Disattiviamolo!. E invece...

Mi dissi: li tengo tutti e due. E così feci. E' stato bello finchè è durato...

Ma giocare su due tavoli - e sempre con la stessa effcienza - è molto complicato, ancora di più quando i tavoli diventano tre e poi quattro e via discorrendo....

Con overblog ho trovato una "casa" che mi sembra sicuramente più soddisfacente e così, dopo molte esitazioni, mi sono deciso a fare il grande passo del trasloco, non senza un certo dispiacere, perchè il cambiamento induce sempre un po' di malinconia e qualche nostalgia.

E quindi ora eccomi qua.

E quello che ho fatto - ciò mi consola molto - rimane là e chiunque se ha la curiosità può andare a dargli un'occhiata.

 

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