Qualche giorno fa (era il 19 febbraio 2015), mi sono incamminato, spingendo il baby jogger per un running esplorativo, deciso a uscire dai soliti confini delle mie corsette. Ho deciso di proseguire sintantoché non fossi arrivato a Greenwich, antica città reale e sede di importanti istituzioni come un osservatorio astronomico e di un Museo della Marina (ma anche luogo in cui, convenzionalmente, venne fatto il primo Meridiano).
Ho corso sul lato sud del Tamigi e poi, quando fossi arrivato a Greenwich avrei dovuto compiere l'attraversamento seguendo l'unico public path disponibile che il è appunto il Greenwich Foot Tunnel. Dopo il Tower Bridge non ci sono altri ponti, perchè il fiume si fa troppo largo. E qua e là ci sono dei servizi di Ferry.
Il Tunnel sotto il Tamigi fu il risultato di un'avveniristica impresa ingeneristica realizzata in epoca tardo-vittoriana (fu una delle ultime grandi imprese a vedere la luce nel lungo regno della regina Vittoria, realizzata a cavallo di due secoli): basti pensare che a pochissima distanza c' il luogo della costruzione e del varo del Great Eastern, il più grande bastimento a vapore mai costruito sino a quel momento.
La sua costruzione fu dettata dalla motivazione di creare una via di transito agevole per i numerosi lavoratori che si spostavano dalla sponda sud a quella nord del Tamigi ogni giorno (o viceversa) e che non erano ben serviti dal servizio ferry preesistente.
Ma, naturalmente, la sua concezione e realizzazione servirono anche all'ambizione di vincere una sfida, spingendosi un po' aldilà dei limiti del possibile, sia avvalendosi delle forze dell'ingegno umano sia utilizzando le più avanzate tecniche costruttive.
Percorrere il tunnel in direzione di Greenwich mi ha dato una strana emozione: per quanto l'opera sia stata totalmente restaurata in anni recenti (lavori completati nel 2014), ne è stato mantenuto l'aspetto originario: pavimentazione con grandi lastre di pietra e pareti piastrellate di bianco. Il tunnel si raggiunge mediante un grande ascensore o delle scale a spirale: dopodichè procede in lieve discesa sino al punto di massima profondità, per poi risalire.
I passi risuonano amplificati e riverberati dalla sezione perfettamente circolare delle pareti: sembra di stare dentro la canna di un cannone.
L'emozione è intensa, soprattutto, al pensiero delle tonnellate d'acqua che corrono sopra la tua testa e il cui spessore si incrementa di vari metri con il sopraggiungere dell'alta marea.
E se qualcosa si rompesse all'improvviso? - viene naturale chiedersi. Ma poi rifletti, rincuorandoti, che il tunnel deve essere stato costruito davvero bene per avere resisistito per oltre cent'anni dalla sua prima inaugurazione.
Eppure, malgrado questo pensiero rassicurante, durante tutto il percorso non ti puoi esimere dal guardare di sottecchi, sicuramente con una lieve apprensione, le commissure tra le piastrelle, alla ricerca di eventuali infiltrazioni.
Il passaggio è rubricato come "public pathway", ciò significa che è aperto 24 ore al giorno, ogni giorno, pr non essendovi segni di presidio da parte di personale addetto alla sicurezza (anche se c'è da supporre che qualche controllore a distanza ci sia): e, in effettti, è una via molto trafficata, percorsa perfino da ciclisti, molti dei quali spingono la propria bici, camminando, se sono ligi ai numerosi divieti che è possibile leggere alle due estremità del tunnel (altri invece se ne fregano, inforcano il prorpio velocipede e percorrono il tunnel pedalando. Altri addirittura non smontano nemmeno quando sono in ascensare (ampio peraltro come una piccola piazza d'armi).
I due ingressi sono contrassegnati da due torrette con delle cupole di vetro e metallo (North and South Shaft): e, da entrambi i lati del fiume, la vista è interessante: sul lato nord oltre al profilo elegante del Cutty Sark, si intravede la skyline severa dell'antica reggia, e più a valle il profilo di una Power Station non più in uso, molto simile a quella di Battersea, celebrata dalla copertina del noto album dei Pink Floyd.
Insomma, il passaggio nel tunnel pedonale di Greenwich è una di quelle cose che, trovandosi a Londra, si deve proprio fare.
(da Wikipedia) The Greenwich Foot Tunnel crosses beneath the River Thames in East London, linking Greenwich (Royal Borough of Greenwich) in the south with the Isle of Dogs (London Borough of Tower Hamlets) to the north.
The 'Friends of Greenwich and Woolwich foot tunnels' (FOGWOFT) was established in September 2013.
The tunnel was designed by civil engineer Sir Alexander Binnie for London County Council and was constructed by contractor John Cochrane & Co. The project started in June 1899, and the tunnel was opened on 4 August 1902. The tunnel replaced an expensive and sometimes unreliable ferry service and was intended to allow workers living on the south side of the Thames to reach their workplaces in the London docks and shipyards then situated in or near the Isle of Dogs.
Its creation owed much to the efforts of working-class politician Will Crooks who had worked in the docks and, after chairing the LCC's Bridges Committee responsible for the tunnel, would later serve as Labour MP for nearby Woolwich.
The entrance shafts at both ends lie beneath glazed domes, with lifts (installed in 1904, upgraded in 1992 and again in 2012) and helical staircases allowing pedestrians to reach the sloping, tile-lined tunnel at the bottom. The cast-iron tunnel itself is 1,215 feet (370.2 m) long and 50 feet (15.2 m) deep[4] and has an internal diameter of about 9 feet (2.74 m). Its cast-iron rings are lined with concrete which has been surfaced with some 200,000 white glazed tiles. The northern end was damaged by bombs during the Second World War and the repairs included a thick steel and concrete inner lining that reduces the diameter substantially for a short distance.
The tunnel is classed as a public highway and therefore by law is kept open 24 hours a day. The tunnels are accessible by spiral staircases and large lifts (refurbished in the 2010-2012 renovations).
The tunnel is also part of the UK's National Cycle Route 1 linking Inverness and Dover. Cyclists are required to dismount and push their bikes through the tunnel itself.
The National Trail Thames Path also uses the tunnel to rejoin the southbound part of the path.