Oggi ha soffiato il vento
a raffiche
I teloni delle botteghe
si gonfiavano come vele
Tutta la città ha preso vento,
sempre più impaziente di mollare gli ormeggi
Poi, è scesa la notte
e il vento a continuato a soffiare
Spesso,
il vento porta con sè
la solitudine delle steppe artiche
e dei deserti infuocati
Quando soffia il vento,
la notte è sempre inquieta,
arruffata,
nell'aria si avverte un fremito vibrante
una pulsazione
che fa da tavolozza cromatica
al buio che assorbe ogni differenza
La risacca incessante
nelle fronde scapigliate degli alberi
il fruscio delle cartacce e delle foglie secche,
di fogli di giornale gualciti
Il miagolio di un gatto
che avverte l'inquietudine,
mentre le creature dell'aria
tacciono al riparo
(oppure sono volate via,
anche loro aprendo le ali al vento,
come fossero vele)
Il picchiettio lieve di sottili gocce
di una pioggia che non vuole decidersi a cadere
per abbeverare di sè l'universo mondo
e la terra riarsa
Una scarpa abbandonata sull'asfalto
sotto il ciglio del marciapiede di pietra,
proprio dove scorre il flusso veicolare
e ben lontana dai cassonetti,
suggerisce alla fantasia
un evento cruento,
apre scenari,
qualcuno è stato ucciso
e il suo cadavere è stato portato via
La città notturna sembra abbandonata,
non un auto in transito,
mentre il vento sussurra al mio orecchio
ominosi presagi, dicendomi
che gli uomini hanno migrato altrove,
ma ci sono i frettolosi scalpiccii
di sopravvissuti che s'ascondono nell'ombra
Un altro inverno è passato
la primavera s'è bruciata
in un'effimera fioritura
e un nuovo inverno è tornato
repentino
a stabilire il suo imperio
fuori stagione
L'inverno da cui veniamo,
L'inverno verso cui andiamo