In Giudici (Einaudi, 2011), divertente e leggera antologia formata da tre racconti "tematici" di Andrea Camilleri, Carlo Lucarelli e Giancarlo De Cataldo, non nuovi a collaborazioni antologiche, è racchiusa - molto in sintesi - la storia della Giustizia italiana dall'Unità ad oggi, attraverso tre sue "fotografie", scattate in periodi diversi.
Il piccolo volume si legge velocemente ed è l'ideale da portare con sé in una gita al mare. I tre racconti danno l'idea dei percorsi dalla Giustizia italiana dall'Unità ad oggi.
E' divertente ed ironico il racconto di Camilleri, in cui il giudice Efisio Surra, appena giunto a dirigere un Tribunale in un paesino del Sud della Sicilia subito dopo il Plebiscito, si trova alle prese con la "Fratellanza", prima ancora che si cominciasse a parlare di "Maf(f)ia"; quello di Lucarelli racconta la storia di una giudice "ragazzina" che, incaricata di un'indagine apparentemente banale, "inciampa" per puro caso in trame di fondi deviati per loschi fini e diventa oggetto di ripetuti attentati (e con questo racconto siamo alle soglie degni anni Settanta). Infine, quello di De Cataldo, ambientato ai nostri giorni, intesse la storia di un Procuratore della Repubblica dei nostri tempi, idealista ed integgerrimo, nel suo confronto con il malaffare gestito dal livello politico che si incarna nel suo rivale/deuteragonista di sempre, sin dai tempi della scuola, e alle prese con il confronto interiore con il suo peggiore incubo.
I tre racconti sono di qualità diversa: solo quello di Camilleri possiede quel tanto di inconfondibile ironia e di divertissement che lo fa schizzare in alto nella classifica della piacevolezza. Più seriosi gli altri due, senza tuttavia impennate verso l'alto, ma egualmente significativi nel dare ciascuno un quadro sintetico - attraverso il proprio intreccio - del periodo storico preso in esame.
Sintesi del volume (dal risguardo di copertina). Il giudice Efisio Surra è catapultato da Torino a Montelusa, e con il suo candore e la sua tenacia vince la prima battaglia dell'Italia unita contro la Fratellanza, non ancora "Maffia". Un giudice ragazzina si trova di colpo ridotta in clandestinità, nel bel mezzo di una guerra senza esclusione di colpi, alla fine degli anni Settanta. Un procuratore duella da una vita con il molto spregiudicato sindaco di Novere, e da una vita perde: fino a quando non capisce che il duello non era ad armi pari. Tre grandi scrittori di oggi mettono al centro della loro osservazione la figura, carica di conflitti e tensioni, di chi ha scelto nella vita di amministrare la giustizia, per conto di tutti noi. E si collegano a una tradizione che va da Manzoni a Sciascia, da Dostoevskij a Kafka.