Diwali, la Festa "della luce", é - secondo alcuni - l'equivalente induista del nostro Capodanno e forse anche della Pasqua: si tratta, in ogni caso, della più importante festa dell'intero mondo induista.
Diwali, chiamata anche Dipavali o Deepawali (in sanscrito: दीपावली, in telugu:దీపావళి, in tamil: தீபாவளி in kannada:ದೀಪಾವಳಿ in sinhala:ද්ර්පවාලි) è una delle più importanti feste indiane e si festeggia nel mese di ottobre o novembre.
Simboleggia la vittoria del bene sul male ed è chiamata "festa delle luci", durante la festa si usa infatti accendere delle luci (candele o lampade tradizionali chiamate diya).
In molte aree dell'India i festeggiamenti prevedono spettacoli pirotecnici.
La più popolare leggenda associata alla festa è quella che tratta del ritorno del re Rama della città di Ayodhya dopo 14 anni di esilio in una foresta. Il popolo della città al ritorno del re accese file (avali) di lampade (dipa) in suo onore, da qui il nome Dipawali o più semplicemente Diwali.
I festeggiamenti per Diwali si protraggono per cinque giorni nel mese indù di ashwayuja che solitamente cade tra ottobre e novembre, per induisti, giainisti e sikh è la celebrazione della vita e l'occasione per rinsaldare i legami con familiari e amici.
Per i giainisti, in particolare, rappresenta l'inizio dell'anno.
Quest'anno si celebrava in India e negli altri paesi induisti il 15 novembre, ma in Europa (quindi, anche in Italia) per motivi lavorativi è stata scelta la data tra il 16 e il 17 novembre.
A Palermo, i festeggiamenti hanno avuto luogo all'interno dell’Oratorio salesiano di Santa Chiara: nel chiostro interno erano stati allestiti dei tavoli per la distribuzione di cibi tradizionale, speziati e gustosi, ma anche tanti dolci, il tutto preparato nella cucina dello stesso oratorio, messa a disposizione.
Suggestivo l’allestimento di tantissime luci elettriche colorate e di fiammelle tremolanti, queste ultime in piena armonia con la tradizione della “Festa delle Luci”.
Nella sala adiacente che si apriva sotto il porticato seicentesco dell'Oratorio, invece, hanno avuto luogo delle spettacolazioni che hanno sposato il rispetto della tradizione con il gusto dellla modernità.
Sono stati distribuiti dei premi e dei riconoscimenti ai ragazzi che si erano distinti in tornei di giochi di vario genere che avevano avuto luogo nei giorni precedenti.
Tra le personalità invitate, è stato presente il sindaco di Palermo Leoluca Orlando che, dal piccolo palco, ha parlato brevemente, illustrando l’importanza dell’integrazione tra comunità diverse e precisando che i Mauriziani - così come i rappresentanti di altre nazionalità - costituiscono per il tessuto sociale della città un arricchimento prezioso per concludere che egli è anche il loro Sindaco, pronto ad ascoltarli per qualsiasi esigenza e suggerimento.
Tra gli altri, presente il Presidente di ACLI Sicilia, mentre altre personalità, trai i quali Giovanni Caramazza, presidente del CONI Sicilia e l’Assessore comunale all’Integrazione non si sono presentati, benché invitati, perché distolti da altri e più pressanti impegni.
L’organizzazione della festa è stata curata dal Associazione Centro culturale mauriziano di Palermo, così come è stato per altre manifestazioni religiose e conviviali che si sono succedute nel corso degli ultimi mesi, con un lodevole sforzo per mantenere ed accrescere tra i Mauriziani residenti a Palermo il senso dell’appartenenza alla propria comunità, inclusa tuttavia nel contesto più ampio della nostra città.
Analoghi festeggiamenti hanno avuto pure luogo a Catania, dove il gruppo dei residenti mauriziani è piuttosto numeroso e culturalmente molto attivo.
Indicativo a tal riguardo - e preciso segnale di una profonda (e sentita) volontà di integrazione - il fatto che, prima di dare il via alla festa, sono state fatte risuonare le note dell’Inno di Mameli e poi, soltanto dopo, quelle dell’inno nazionale mauriziano.
(da Wikipedia) Ogni anno, nel periodo stabilito, si aprono le celebrazioni di Diwali (दीवाली): in India ma anche in Italia. Diwali (da dipawali, “filare di luci”) è la Festa delle Luci, una delle più popolari festività indiane: secondo il calendario lunare hindu cade nella luna nuova del mese di Kartik, fra ottobre e novembre, e quest’anno cadrà il 5 novembre. Già ora però si inizia a celebrare e anche in Italia si organizzano varie iniziative.
Gli indiani usano scambiarsi regali e augurarsi buona fortuna per il nuovo anno, perché Diwali segna appunto l’inizio dell’anno per gli hindu, per i sikh e per i giainisti.
In India vengono accese ovunque piccole lampade a olio – sui davanzali delle case, nelle strade, nei templi – per illuminare la notte. Per gli hindu si tratta di una festa in onore di Lakshmi, dea della fortuna e della ricchezza e sposa di Vishnu: secondo la tradizione infatti Lakshmi viene a visitare le case davanti alle quali sono accese le piccole lampade, portando prosperità alla famiglia che la abita. Ma gli hindu onorano anche Ganesh, il dio-elefante che aiuta a superare gli ostacoli, e il dio Rama, che tornato dall’esilio dopo avere sconfitto il demone Ravana eliberato la sua amata Sita trovò la strada di casa illuminata dalle lampade (come racconta il grande poema epico Ramayana).
Foto di Maurizio Crispi
Dal Giornale di Sicilia del 19 Novembre 2012
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