(Maurizio Crispi) Il romanzo Cinquanta sfumature di Grigio, con il suo doppio seguito costituito da Cinquanta sfumature di Nero e da Cinquanta sfumature di Rosso, è stato il capostite di una trilogia che presto ha trovato numerosi imitatori oltre che vigorose e divertenti parodie.
Ha rappresentato un vero e proprio tormentone "lettorio" degli ultimi anni: in tanti lo hanno letto, ma molti ne sono stati annoiati.
Con questo romanzo, scritto da Erika Leonard, inizialmente conosciuta con il nom de plume di E. L. James, la pornografia è entrata per la porta principale nelle case degli Italiani ed è diventata fenomeno di moda.
Libro-cult - da prestarsi e da regalarsi vicendevolmente -ha finalmente consentito a tutti di accedere liberamente alla pornografia (e specialmente alle sue declinazioni Bondage e SM) senza vergogna e senza dover praticare segrete acrobazie. Tutti ne hanno preso a parlare: tra l'altro, si è trattato di una pornografia declinata al femminile, cioè di una rappresentazione pornografica inserita all'interno di una storia di passione e di emozioni.
Nulla di diverso rispetto ai romanzetti della collana Harmony che per anni aveva fatto questa operazione, regalando alle donne (ma anche agli uomini) il romance in salsa porno. A titolo di pura curiosità ho letto un romanzo Harmony, trovato per caso in un catalogo remainders (Suzanne Forster, Il Lato Piccante della Seduzione, Harlequin Mondadori, 2009). Sono arrivato sino alla fine per puro dovere conoscitivo, ma mi risparmierò la lettura della trilogia (che ho in ogni caso acquistato per collocarla accanto ad altre opere dell'Eros).
La diffferenza tra i romanzi Harmony e le Cinquanta sfumature è che il lettore (o meglio la lettrice) era ancora un fruitore "sommerso", poco disposto ad apparire e a dichararsi, mentre invece quelli di Cinquanta sfumature non esitano a rivelarsi, facendosi vedere con il volume sotto il braccio, ed anche - eventualmente - a dire che fanno - o hanno fatto - le stesse cose.
Dicono che in Italia le vendite dei gadget erotici sono aumentate a dsmisura in questi ultimi mesi, con il crescere esponenziale della vendita dei volumi della trilogia.
Potremmo dire che l'idea di base non è nuova ed ha a che vedere con una sorta di iniziazione all'Eros, attraverso una relazione amorosa: idea non dissimile da altri classici della Letteratura erotica, come il "classico" Histoire d'O oppure, spostandosi nell'ambito della cinematografia, l'altrettanto "classico" Nove settimane e mezzo (solo per citare due esempi). Matrice non dissimile, peraltro,è quella che si ritrova nei romanzi Harmony, come quello che ho letto, in cui una giovane manager di un'importante ditta pubblicitaria di moda entra in un percorso di iniziazione a forme di Eros prima sconosciute e si trova costretta a fronteggiare, in questo percorso, le sue remore educative e le sue precedenti esperienze, potendole mettere da parte alla fine, approdando ad una forma di sessualità gioiosa e senza limiti. Il Romance è ciò che piace alle fruitrici del porno: cioè la rappresentazione senza veli del sesso che sia però calata all'interno di una storia romantica, di intrighi e di passioni. La pura e sempice rappresentazione del sesso meccanico - come accede nella pronografia "gozo", inaugurata dallo statunitense John Stagliano e poi ripresa con grande successo dal nostro Rocco Siffredi - non ha i numeri per piaceread un pubblico femminile. Ed è questo un il motivo per cui di recente, un gruppo di 12 cineaste italiane ("Le ragazze del porno") di cui fa parte la regista Roberta Torre, seguendo le orme della cineasta Erika Lust ha prodotto un suo manifesto e va alla ricerca di volti nuovi per produrre del porno al femminile, tarato cioè sulla sensibilità e sull'immaginario femminile.
Dove stanno le ragioni del successo della Trilogia della Leonard, allora?
Probabilmente che nel mondo occidentale ed in Italia, i frutti sono maturi per coglierli.
Le abitudini sessuali sono profondamente mutate e il porno si è "normalizzato", entrando a far parte delle comuni esperienze di vita.
Sono sempre di più coloro che frequentano i privé alla ricerca di esperienze alternative/trasgressive, oppure quelli che si rivolgono ad altre forme di sessualità promiscua come il "car sex".
E, nello stesso tempo, sono tanti i giovani rampanti che hanno voglia di fare esibendosi, davanti ad una videocamera, per poi essere guardati da un pubblico vasto, mettendoci il proprio volto e il proprio nome: le generazioni precedenti hanno espresso, ad esempio, una Michelle Ferrarri (al secolo Cristina Ricci) che ha lanciato con successo iniziative di porno-casting per trovare volti maschili nuovi (e giovani) disponibili a farsi filmare in perfomance sessuali con la stessa Michelle e l'amica porno.attrice Giada Da Vinci o anche l'iniziativa "Il Camper dell'amore" (per filmare coppie di fare sesso esibizionistico davanti ad una telecamera) oppure, più di recente una Valentina Nappi, napoletana "porno-emigrante", scoperta da Rocco Siffredi e approdata in America, la quale nel corso di una cooversazione con la giornalista Latella su Micromega ha dichiarato senza peli sulla lingua: La masturbazione é il gesto sessuale più universale e dovrebbe essere quello più diffusoperché permette di dare piacere senza la necessità di preservativi, anticoncezionali e altre misure di protezione. Il bello della masturbazioneé che puoi masturbare chiunque senza porti alcun problema. la masturbazione reciproca dovrebbe diventare normale, come il prendere un caffé assieme. Ovviamente io non posso offrire un caffé a chiunque, non posso spendere le mie giornate offrendo caffé, però se capita lo faccio volentieri. Detto questo, è innegabile che fra uomini e donne ci sia un’asimmetria evidente, perché per le donne il sessoha uno status speciale, non è considerato un’attività come qualunque altra come dovrebbe essere.. Da questo status speciale, le donne ricavano un “potere” che é il presupposto della mercificazione. …[da una conversazione con la giornalista Maria Latella sul tema “Sesso, merce e libertà”, MicroMega, 5, 2014, p. 28].
E che i tempi sinao mutati si vede soprattutto nel rapporto con i media di Valentina Nappi delle cui comparsate in programmi televisi di successo dove viene briosamente intervistata si perde il conto (per non parlare della sua presenza nelle pagine del numero monografico di Micromega dedicato alla sessualità e della lettera aperta a Carlo Roveli, sempre pubblicata su MicroMega.
E pensiamo alla differenza di reazioni violente che suscitò una provocatoria comparsa della compianta Moana Pozzi in un palisesto televiso dei primi anni Novanta, il cui direttore fu violentemente censurato per il suo ardire.
Insomma, Cinquanta sfumature (grigio, nero e rosso) incarna perfettamente l'evoluzione culturale nel rapporto con la sessualità e i sogni sempre meno proibiti sulla sessualità trasgressiva, ma nello stesso tempo intende normarla all'interno della coppia, con un operazione analoga a quella compiuta da Stephenie Meyer con con la sua Twilights Tetralogy, in cui il Vampiro, da sempre icona del Perturbante, diventa paradossolmente icona del buono, del bello e del fascinoso e, con queste qualità, viene impiantato a forza nelle menti degli adolescenti, nascondendo o edulcorando la verità delle cose.
Il vero cambiamento epocale starebbe, invece, nel tramonto dell'amore romantico (un costrutto) e nell'esaltazione della trasgressione sessuale in cui il manifestarsi della sessualità è svincolato dal sentimento ed è solo - ed esclusivamente - performance. O al massimo - come afferma Valentina Nappi - è né piùné meno che andare al bar e bere un caffé assieme.
Nella prima accezione, l'evoluzione della declinazione della sessualità da parte di molti è indubbiamente un po' inquietante: ed è certamente ben più veritiera e non edulcorata la rappresentazione che ne da un Lars von Trier in Nimphomaniac (che però per la sua crudezza rimarrà un film di nicchia, a differenza di Fifty Shades of Grey)
Detto questo non credo che andò a vedere Fifty Shades of Grey, come non leggerò i tre romanzi della serie. Del resto si potrebbe anche argomentare che il film -come i romanzi - contrabbanda come sessualità e romance qualcosa che non è nemmeno iscritto nel codice del "porno" in senso stretto così come è stato definato dallo psichiatra americano Stoller non dovrebbe ammettere nella rappresentazione degli atti sessuali nessuna foma di deviazione,mentre qui viene dato largo spazio alBondage e al Sadomaso, creando le implicite premesse - attraverso l'enfasi sui sentimenti e sulla relazione amorosa che tutto può essere ammissibile se c'è l'amore, ma invece portando ad una sort di sdoganamento della violenza all'interno della coppia, come commenta l'articolo della pischiatra britannica Miriam Grossman, dal titolo, A Psychiatrist's Letter to Young People About 50 Shades of Grey , di impornta cattolica, ma perfettamente accettabile nell'insieme dei suoi punti di vista.
E qui do spazio al pensiero - al riguardo - del mio amico Andrea Furlanetto.
[Andrea Furlanetto] Premessa. Dopo una lunga attesa e un paio di rinvii, è uscito il film “Cinquanta sfumature di grigio”, tratto dall’omonimo romanzo. Vietato ai minori di 18 anni negli Stati Uniti e nel Regno Unito, visibile solo a chi ha compiuto 14 anni in Italia, esso ha suscitato grande attesa, generando un numero di prevendite mai toccato prima: quasi tre milioni di biglietti nel mondo e ben 180.000 nel nostro Paese. E’ lecito attendersi un grande successo di pubblico.
Prima di proseguire, chiarisco che non credo di andare a vedere il film, per motivi che appariranno chiari più avanti, anche se sono convinto che sia stato fatto con grande cura e sia immune da molti dei difetti e delle tare di tipo generale di cui tratterò. L’uscita del film è un semplice pretesto per toccare due temi generali che mi sono molto cari e che considero intimamente correlati tra loro: il primo è di natura tecnica ed è per me di più semplice trattazione, il secondo verte su un tema più sociologico e lo affronterò in modo del tutto empirico, scusandomi fin d’ora per la soggettività di certe considerazioni.
La confusione tra cultura e tecniche. Gli ultimi tre decenni sono stati dominati dalla confusione tra cultura e tecniche. Spesso si crede di non avere il tempo di impadronirsi della profonda natura concettuale dei fenomeni e si ripiega sull’esteriorità, sulla parte visibile dell’iceberg: simboli, oggetti, procedure. In ambito professionale, questo approccio può portare al fallimento di importanti progetti volti a ottenere un cambiamento, pure se si impiegano negli stessi ingenti capitali e numerose valide persone. Ogni processo evolutivo si fonda – infatti – non solo e non tanto sull’adozione di una serie di tecniche, ma sulla comprensione della cultura che le sostiene. Ho parlato con decine, forse centinaia, di professionisti che lamentavano la difficoltà di cambiare senza rendersi conto che non erano partiti dalla mentalità delle persone, bensì da una serie di strumenti. Qualcosa di simile accade quando si inseriscono attrezzature nuove in un parco pubblico. Se non si agisce a monte, sulla cultura dei fruitori dei servizi, panchine, giochi e fontanelle saranno presto oggetto di degrado. Allo stesso modo, far circolare un report colorato e pieno di indicatori, senza averlo prima condiviso e spiegato, porterà le persone a pensare che sia un esercizio fine a sé stesso, rendendolo presto inutilizzato e portando al suo abbandono. Contrariamente a quanto talvolta si pensa, quasi tutte le persone apprezzano di sentirsi coinvolte: un progetto ragionevole accuratamente spiegato e condiviso ha probabilità di successo estremamente alte.
Tornando al film, sono ragionevolmente certo che la regia, la sceneggiatura e la fotografia indugino molto sulla componente psicologica ed emotiva della relazione tra il Signor Gray e la sua amante/schiava la Signora Steele. Insomma, mi aspetto che ci sia molto di più che i codici di abbigliamento, le tecniche, le posture, gli strumenti, ma temo che il 90% degli spettatori porterà con sé solo questo, in un misto di imbarazzo e curiosità. La ricca collezione di oggetti posti in vendita con la medesima immagine e lo stesso nome del libro dimostra che dal pubblico ci si aspetta questo.
La resistenza della nicchia al mainstream. Quanto sopra introduce il secondo tema. Ogni nicchia in quanto tale è gelosa della propria esclusività e combatte per mantenerla. Certo, il reclutamento di nuovi adepti è qualcosa di desiderabile, ma c’è sempre un sottile equilibrio tra l’ambizione di crescere numericamente acquistando forza per effetto di ciò, e il timore di essere fagocitati dalla banalizzazione della propria speciale maniera di vedere la vita.
La cultura BDSM è – necessariamente – una cultura di nicchia, anzi di nicchie dal momento che essa si disperde in numerosi rivoli che corrono paralleli o che si intersecano. La sua relativa inconfessabilità è un elemento che la caratterizza da sempre. Chi abbia un interesse di natura sociologica, culturale o sessuale ha agio di trovare la strada, ma storicamente si è trattato di una strada un po’ tortuosa, in alcuni tratti aspra, non certo di una bella statale con quattro carreggiate su cui ci si immette direttamente all’uscita dall’A4. Per chi ha frequentato per decenni la scena BDSM, fosse anche solo metaforicamente, l’uscita di questo film genera un certo fastidio, perché è un tentativo di presentare al grande pubblico una serie di suggestioni in forma necessariamente edulcorata, patinata, esteticamente accettabile, anzi decisamente desiderabile.
Molti, dall’interno di quella nicchia, scrolleranno le spalle e aspetteranno con pazienza che l’ondata emotiva passi. Del resto, la pazienza è una componente fondamentale del mondo BDSM. Altri proveranno a rendere esplicito il loro fastidio in modi più o meno articolati. Il fatto è che, per quanto possa sembrare strano ai più, ogni casa è piena zeppa di sex toys la cui attivabilità dipende solo ed esclusivamente dal cervello di chi li vede. Aggiungo anche che, se trent’anni fa reperire materiale esplicitamente riferito al BDSM era relativamente complesso, oggi tutto è a portata di tastiera. Tutto, letteralmente, pure cose che possono offendere persone molto libere e serene, e le sfumature sono almeno cinquecento. Anzi, ora che ci penso, marchionne potrebbe proprio pensare a una 500 bdsm con interni in latex e catene di sicurezza...
Appendice: dieci cose simili a sentirsi devianti dopo avere visto un film. Io faccio - oppure ho fatto - alcune di queste cose, traendone a volte gratificazione.
- Credersi intelligenti compilando liste di dieci punti
- Fare i critici d’arte dopo avere seguito con attenzione una televendita di quadri
- Definirsi atleti dopo aver comprato un paio di scarpe da ginnastica
- Professarsi cattolici praticanti andando a messa a natale e pasqua
- Evadere le tasse per protestare contro l’eccessiva pressione fiscale
- Credersi tolleranti perché si fa l’elemosina al semaforo
- Pagare una donna per discutere con lei del problema rappresentato dalla prostituzione
- Sentirsi dei guerrieri dopo essersi fatti un tatuaggio tribale
- Credersi alternativi perché non si guarda la televisione
- Sentirsi di sinistra per aver votato renzi alle elezioni europee del 2014
Il trailer
Secondo Trailer ufficiale