Avvistato pacchione...
In Siciliano (in palermitano, in particolare) "pacchiuni" sta per persona grossa e grassa a dismisura.
Anche se non è comprovato, la parola ha una diretta connessione con l'etimo greco pachùs che significa grosso e grasso e mastodontico, da cui il termine di "pachiderma" con cui si indica un insieme di animali non direttamente apparentati nell'albero linneano che sono grossi e con la pelle spessa (come ad esempio, l'elefante e il rinoceronte).
"Pacchiuni" è parola denotativa, ma anche "connotativa", mai usata in senso spregiativo, semmai con una certa valenza affettuosa.
"Pacchiuni" può anche diventare l'anciuria (nomignolo) con cui una certa persona viene identificata e nominata e che, a volte, può finire con l'assumere un'importanza maggiore del cognome anagrafico
Molti anni addietro, nella casa accanto a quella dove passavamo l'estate, s'era stabilita una famiglia molto numerosa (e chiassosa) dedita, soprattutto la sera, a grandi grigliate di pesce. A quanto ci avevano detto altri vicini, di lavoro costoro erano pescivendoli.
Un giorno ci fu una retata di polizia e arrestarono il Capo di casa di questa stirpe di "pescivendoli".
A quanto pare, così ci dissero, il tipo era indagato per una faccenda di traffico di droga.
Il giorno dopo, leggemmo il resoconto dell'arresto nelle pagine di cronaca del Giornale di Sicilia e apprendemmo che il soggetto in questione - di cui non ricordo il cognome - era chiamato "u pacchiuni" ed era così che veniva identificato dai suoi conoscenti e, evidentemente, anche dai suoi loschi contatti.
Ma, tornando alla foto che ha ispirato questo testo, cosa avrò mai mangiato io per avere un ventre così cospicuo?
Provate ad indovinare...
In ogni caso, non è la prima volta che indulgo a farmi simili foto, che mi hanno divertito sempre molto: e, quando le scatto, non posso non pensare alle storie di Gargantua e Pantagruel e alle descrizioni dei loro sontuosi pasti: e io stesso finisco con il sentirmi un po' come un personaggio rabelesiano...
Aggiungo per dovere di completezza questa postilla che mi è stata suggerita da una mia cara amica. Nella zona di Catania e Messina "pacchiona" al femminile può essere un appellativo (non spregiativo) indirizzato alle donne e alle ragazze, un po' equivalente forse al più comune "bona" della parlata italiana, tenendo presente che "pppacchiu" è parola dialettale che sta ad indicare i genitali femminili, equivalente di "fica".