Una nota di diario pubblicata solo su Facebook nel novembre 2010 e mai riportata nei miei blog
La spiaggia è deserta
l'aria fredda e asciutta
vibrante d'un chiarore diffuso
ma la luna - pur al suo massimo - non si vede ancora,
nascosta com’è dietro grandi nuvole
Due randagi vagano
lungo la spiaggia
e poi prendono a rincorrersi tra loro
in modi buffi, gioiosi,
con scarti, repentini cambi di direzione,
moine e rotolamenti e mugolii
vivendo così
momenti di felicità assoluta,
fuori dal tempo
Poco lontano
ombre si stagliano tra le ombre,
voci sommesse ed indistinte
fanno intuire che d'umani si tratta
e non di piante
Le luci dei lampioni tremolano
e il respiro profondo del mare,
carico di iodio e di aria pulita
giunge frizzante,
mescolandosi all’odore resinoso dei pini,
e, sullo sfondo, il fruscio della risacca,
continuo e rotondo
S'avverte nell'aria
un tenue sentore di legna bruciata
E poi soltanto strade vuote
Nelle rade case abitate
le finestre sono serrate
e solo qualche lama di luce
tra le fessure di scuri e serrande
lascia intuire
calore ed intimità domestica, forse
Al culmine del piccolo viaggio notturno
c'è un lungo tunnel buio,
dove i lampioni sono rotti,
e al fondo di questo pozzo insondabile,
i due occhietti rossi baluginanti
d'un auto in fuga,
distanti anni luce,
sembrano ricordare che il mistero della notte
è sempre grande,
e che navigarci dentro
talvolta può essere rigenerante
e condurre ad una nuova nascita
È la ciclicità eterna
del transito dal buio alla luce
(Palermo, il 19 novembre 2010)
scrivi un commento …