Ecco una vecchia nota relativa ad un sogno singolare (già pubblicata su Facebook) di cui avevo perso la memoria
C'è un gruppo di persone, uomini e donne che giocano con una palla
Ed io li guardo
Chi sono? Forse si tratta di un gruppo di degenti in una Casa di Cura per disturbi psichici (o una Comunità Terapeutica per pazienti psichiatrici)
Improvvisamente, la palla scompare, smarrita.
La situazione di armonia del gioco si interrompe bruscamente: chi si lamenta, chi piange, chi diventa aggressivo e accusa qualcuno di aver rubato la palla o di averla distrutta
Da una situazione collettiva in cui i diversi individui formavano un'unità attraverso il gioco si passa ad una di frammentazione e di frattura
Intervengono gli addetti: vorrebbero attivare delle pesanti misure repressive, in altri termini curando il sintomo, invece che cercare di rimuovere la causa o di trasformarla in qualche modo, facendola divenirte un elemento propulsivo verso un possibile cambiamento
Io mi sento obbligato ad intervenire
Quello che faccio suona come un intervento pedagogico, ex-cathedra
Lo scenario dunque cambia: adesso è come se fossi in una sala per conferenze
Sono seduto in una delle file di poltrone, peraltro vuote, in una grande sala deserta
Accanto a me, una donna che rimane senza volto, ma da cui mi sento ispirato
Più in alto su di una specie di proscenio sta il relatore che parla a nome di quelli che volevano attivare le misure repressive nei confronti dei giocatori frustrati
Ma, in un rovesciamento della situazione, sono io a parlare, io che sto in basso espongo il mio pensiero al relatore che sta in alto
Espongo le mie teorie con fervore e dico che, nella situazione appena accaduta, si sarebbero potute adottare diverse strategie non repressive, bensì creative
Una avrebbe potuto essere quella di mettersi tutti a discutere della scomparsa della palla, invitando ciascuno dei partecipanti alla discussione a costruire una storia sulla scomparsa della palla e fare in modo che i diversi racconti sulla palla svanita nel nulla rimbalzino dall'uno all'altro: come a dire, continuiamo a giocare a palla, anche se la palla - fisicamente - non c'è più. Lasciamo che la palla diventi un oggetto intangibile che, ciò nondimeno, si muove all'interno del campo di energie psichiche sprigionate da ciascuno.
L'altra, invece, avrebbe potuto essere una soluzione "magica", con un intervento degno di un deus-ex-machina
Mentre i giocatori privati del loro trastullo sono in preda alla frustrazione e alle loro variegate emozioni, facciamo in modo che qualcuno del personale prenda una palla e, da un luogo nascosto, la faccia ripiombare nel bel mezzo del gruppo dei giocatori che immediatamente sarebbero presi da un senso di meraviglia di fronte alla palla caduta dal cieli e, grati di un simile portento, riprenderebbero a giocare come se niente fosse accaduto, ciò nondimeno segnati dall'esperienza di un contatto improvviso con un'entità trascendente che, come ha levato, così restituisce.
A questo punto, il relatore sul podio cerca di frenarmi, ma il flusso del mio eloquio è veramente irrefrenabile.
Ecco: si è affacciato il mio brutto vizio di assumere nel momento meno opportuno un piglio troppo professorale
Eurinome, Dea di tutte le cose, sorse nuda dal Caos, ma non trovò nulla su cui poggiare i piedi, così divise il mare dal cielo e incominciò a danzare sulle onde.
Presa dalla sua danza si diresse verso Sud e per la prima volta sentì il vento turbinare alle sue spalle: decise quindi di iniziare la creazione proprio con il vento.
Si girò all'improvviso e afferrò fra le mani quel Vento del Nord, lo modellò finchè prese la forma di un serpente, il gran serpente Ofione. A quel punto continuò la sua danza frenetica per scaldarsi danzando ad un ritmo sempre più incalzante finchè Ofione, ebbro di desiderio, si accoppiò a lei. E così come fecondatore Vento del Nord, Borea, che solo sfiorando con il suo leggiadro tocco ingravida le giumente, Ofione fecondò Eurinome.
E subito ella si mutò in bianca colomba e danzando sulle acque depose l'Uovo universale.
Poi comandò ad Ofione di avvolgere 7 volte l'uovo con le sue spire ed allora l'Uovo si dischiuse e tutto ciò che esiste uscì da esso: il caldo sole, la candida luna, le stelle brillante ed i pianeti e la terra tutta con i monti incantati, i fiumi sinuosi e le erbe e gli alberi maestosi e i teneri fiori e con essi tutte le creature viventi. Eurinome prese residenza con Ofione sul monte Olimpo, ma Ofione cominciò a vantarsi di essere lui il Creatore di tutte le cose, così Eurinome si vide costretta a punirlo: gli sferrò un gran calcio in viso che gli fece perdere tutti i denti e venne relegato nelle buie caverne sotto la Terra.
Poi Eurinome creò i sette pianeti e i Titani e le Titanesse che governano le loro potenze: al Sole, Tia e Iperione; alla Luna Febe e Atlante; a Marte Dione e Crio; a Mercurio Meti e Ceo; a Giove Temi e Eurimedonte; a Venere Teti e Oceano; a Saturno Rea e Crono. Creò poi Pelasgo, il primo uomo.
Egli emerse dal suolo dell'Arcadia seguito da una schiera di suoi simili a cui insegnò a fabbricare capanne, a nutrirsi di ghiande e a cucirsi tuniche di pelli di maiali.
Eurinome, rappresenta un aspetto della Grande Madre delle origini (dalla Mitologia Greca - Mito Pelasgico ed in questo senso vedasi anche Robert Graves - storico - I miti greci, Longanesi)..
I MAYA, GLI ULTRA' DELLA PELOTA
rubrica a cura di Silvana Narducci - Stadi, palla, squadre, folla, tifosi, non sono una prerogativa dei nostri giorni. Nell'antichità, infatti, il gioco già infiammava le folle. Per i Maya, civiltà
https://www.appiapolis.it/2020/01/02/i-maya-gli-ultra-della-pelota/
Il Mito Pelasgico della Creazione - StorieParallele.it
All'inizio Eurinome, Dea di Tutte le Cose, emerse nuda dal Caos e non trovò nulla di solido per posarvi i piedi: divise allora il mare dal cielo e intrecciò sola una danza sulle onde. Sempre ...
https://www.storieparallele.it/il-mito-pelasgico-della-creazione/
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