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30 ottobre 2024 3 30 /10 /ottobre /2024 15:50
Onda monumentale (dal web)

Mi ritrovo a fare un viaggio in terre lontane e inospitali con mezzi di fortuna (una semplice bicicletta) e un’essenziale attrezzatura da giramondo globetrotter 
Ho con me lo zaino con le cose fondamentali: e, cioè, libri, ovviamente, un’agenda per le mie annotazioni giornaliere (una sorta di diario di bordo), l’occorrente per scrivere e le macchine fotografiche (di cui una digitale compatta e l’altra digitale reflex)
Sono in una città nei pressi del mare, anzi dell’oceano che appare vasto e tempestoso con la superficie in continuo movimento e che, di continuo, si rigonfia a formare onde gigantesche e orride, un subbuglio di onde, tutte ammantate di candida spuma
Di onde non ce n’è solo una alla volta, ma ce ne sono cento, mille, che di continuo si fanno e si disfanno: è come se il mare oceano fosse abitato da un’idra con migliaia di teste o da giganti e titani che si agitano per venire alla luce con furia distruttiva
È uno spettacolo terribile, spaventoso, perturbante che dà la misura della forza incontrollabile della natura
Sarebbe di certo cosa prudente starsene alla larga, poiché la sensazione vivida che avverto é che queste enormi onde sulla superficie ribollente del mare potrebbero riunificarsi in una sola gigantesca ondata di Tsunami, pronta ad abbattersi sulla terra emersa e tutto spazzare via, noi uomini, cose, case e animali come fuscelli
Eppure mi pare di notare che sono soltanto io a gettare sguardi verso l’oceano, sentendomi da un lato attratto dall’orrido spettacolo e dall’altro impaurito e timoroso 
É sempre così quando guardiamo l’Abisso: ci fa paura e, nello stesso tempo, ci attrae
Gli altri che affollano questo luogo, attorno a me, sono tutti intenti  nelle loro quotidiane attività e non c’è nessuno di loro che sogguardi verso il mare in tempesta, come se non gli importasse, come se tutti costoro fossero insensibili o anestetizzati oppure come se quel mare in ebollizione orrido e minaccioso non esistesse proprio
Qualcuno, addirittura, buttato per terra, é dormiente, a poca distanza dal frangersi impetuoso di quei cavalloni 
Il vento soffia di continuo e il ribollire dell’acqua, il formarsi delle onde, il loro rombo quando si spezzano nelle acque basse sulla linea della risacca, il gioco continuo delle esplosioni e delle implosioni di quelle enormi masse d’acqua alte come palazzi, producono una cacofonia di suoni violenti e di rumori laceranti che ottundono i sensi e riempiono le orecchie e la testa di sonorità insostenibili
Lascio la mia bicicletta, poggiata sul cavalletto laterale, per andare a fotografare lo spettacolo portentoso e orribile, affascinante e pauroso
Poi torno indietro di corsa, perché mi ricordo all’improvviso che, assieme al velocipede, ho lasciato il mio zaino con tutti i miei averi 
Tutto a posto! E tiro un sospiro di sollievo
Lo zaino è sempre lì, incastrato nel telaio della bici e nessuno lo ha toccato 
Sospiro di sollievo ancora una volta e ritorno indietro per poter scattare altre foto, cercando il punto di ripresa migliore
Mi avvicino molto alla linea della battigia, sempre alla ricerca dello scatto perfetto 
E quasi ci sono: devo guadagnare ancora solo pochi metri per poter avere l’inquadratura ottimale
Nel mentre mi volgo indietro e mi accorgo che quelle onde gigantesche si stanno formando anche dietro di me: un vero e proprio aggiramento!
All’improvviso, mi sento in pericolo e cerco di ritornare indietro, guadagnando una posizione un po’ più sicura
Ma non so se riuscirò in questo mio intento 
L’acqua ormai mi circonda ribollente da tutte le parti

Sono preso da un senso di sconforto e di mancanza di speranza e forse anche cedo ad una fatalistica presa di coscienza dell'irrevocabilità del mio destino

Mi ci vorrebbe un deus ex machina per salvarmi, o un Capitano Nemo che emerga dagli abissi con il suo inaffondabile Nautilus per portarmi al sicuro

Il mare in tempesta con questo spettacolo   fascinoso ed orrido sembra essere il prodromo della fine del mondo 
Quando la fine del mondo arriverà, nessuno se ne accorgerà 
Solo io potrò guardare e sentire, mentre verro ghermito dall’abisso

 

Dissolvenza

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Come sono arrivato qui

DSC04695.jpegQuesta pagina è la nuova casa di due blog che alimentavo separatamente. E che erano rispettivamente: Frammenti. Appunti e pensieri sparsi da un diario di bordo e Pensieri sparsi. Riflessioni su temi vari, racconti e piccoli testi senza pretese.

Era diventato davvero troppo dispendioso in termini di tempi richiesti alimentarli entrambi, anche perchè nati per caso, mentre armeggiavo - ancora alle prime armi - per creare un blog, me li ero ritrovati ambedue, benchè la mia idea originaria fosse stata quella di averne uno solo. Infatti, non a caso, le loro intestazioni erano abbastanza simili: creatone uno - non ricordo quale dei due per primo - lo ho "perso" (per quanto strano ciò possa sembrare) e mi diedi alacremente da fare per ricrearne uno nuovo. Qualche tempo - nel frattempo ero divenuto più bravino - il blog perso me lo ritrovai).

Ohibò! - dissi a me stesso - E ora cosa ne faccio?

La risposta più logica sarebbe stata: Disattiviamolo!. E invece...

Mi dissi: li tengo tutti e due. E così feci. E' stato bello finchè è durato...

Ma giocare su due tavoli - e sempre con la stessa effcienza - è molto complicato, ancora di più quando i tavoli diventano tre e poi quattro e via discorrendo....

Con overblog ho trovato una "casa" che mi sembra sicuramente più soddisfacente e così, dopo molte esitazioni, mi sono deciso a fare il grande passo del trasloco, non senza un certo dispiacere, perchè il cambiamento induce sempre un po' di malinconia e qualche nostalgia.

E quindi ora eccomi qua.

E quello che ho fatto - ciò mi consola molto - rimane là e chiunque se ha la curiosità può andare a dargli un'occhiata.

 

Seguendo il link potete leggere il mio curriculum.

 

 


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