In Street Cop (nella traduzione di Norman Gobetti), pubblicato da Einaudi (Stile Libero Extra), nel 2023, la scrittura post-moderna di Robert Coover incontra il genio grafico di Art Spiegelman.
Di Spiegelman ben conosciamo - e conosco - le doti. Personalmente ne ho apprezzato la graphic novel a partire dal celeberrimo Maus.
Di Robert Coover ancora non avevo letto nulla e, quindi, Street Cop per me ha rappresentato solo un primo assaggio della sua opera.
Si tratta di un piccolo pastiche letterario, ambientato in un'anonima città USA e in un ipotetico futuro distopico in cui accadono le cose più grottesche ed impensabili.
Immaginiamo un ex tossico e homeless che diventa poliziotto, uno dei pochi poliziotti in carne ed ossa in una città che si trasforma in continuazione, le cui vie cambiano continuamente aspetto, in cui lo scenario è occupato da droni teleguidati che applicano la Legge (spesso compiendo madornali errori, motivo, per cui i fallaci cop in carne ed ossa risultano alla lunga sempre più efficaci), da poliziotti robot, da commercianti di zombie.
Tutto si confonde, in questo scenario e non vi è più alcuna certezza.
Il nostro protagonista si trova impegnato a dover condurre un’indagine pressoché impossibile, continuamente distolto da eventi grotteschi e quasi rocambolesche avventure, il nostro poliziotto in carne ed ossa, così riflette:
“Non sa più per certo cosa abbia senso e cosa no. Essere vivo, ad esempio, ha senso? Forse no. Però è l’unica cosa che c’è, senza non hai niente. Non sei niente. È qualcosa in lui non vuole che questo succeda. Non sa se quel qualcosa sia buono o cattivo, ma è il motivo per cui ha portato in salvo il suo grosso culo.” (Ib., p. 101)
Il piccolo volume è magnificamente illustrato - come già detto - sia da tavole a piena o a doppia pagina, sia da piccole miniatura del grande Spiegelman.
(Quarta di copertina) «La gente veniva fucilata e moriva come in passato, ma non necessariamente in quest’ordine».
(Risguardo) La penna di un grande scrittore – Robert Coover, uno dei maestri della letteratura americana – incontra il genio di Art Spiegelman in un gioiello di satira e trasgressione.
In un futuro molto prossimo un poliziotto lotta per conservare la propria umanità tra robot-fattorini, spacciatore di droghe sintetiche e droni assassini.
Gli autori. Robert Coover, nato nel 1932, a Charles City (Iowa), è uno scrittore statunitense. Si è presto affermato come uno dei più vigorosi narratori di orientamento postmoderno per l’energia di una scrittura che distrugge il confine tra probabile e improbabile, imponendo al lettore nuovi modi di percezione del divenire. Nei suoi primi tre romanzi C. ha analizzato fenomeni tipici della società americana: il sorgere di nuove confessioni religiose di natura esoterica in L’origine dei Brunisti (The origin of the Brunists, 1966, nt); lo sport come interesse totalizzante in Il gioco di Henry (The Universal Baseball Association Inc., 1968); la politica come spettacolo di massa in Il rogo (The public burning, 1977, nt). Nei testi narrativi di Contrappunti e controcanti (Pricksongs and descants, 1969, nt) − tra i quali notissimo è La babysitter (The babysitter) − sono invece contrapposte alle favole del passato le altrettanto grottesche e terrificanti storie del nostro tempo. Tra i suoi libri si ricordano inoltre Sculacciando la cameriera (Spanking the maid, 1981), Una serata al cinema (A night at the movies, 1987) e Un campione in tutte le arti (Whatever happened to Glommy Gus of the Chicago Bears?, 1987), Pinocchio a Venezia (Pinocchio in Venice, 1991, nt), Bambino di nuovo (A child again, 2005, nt).
Art Spiegelman è nato a Stoccolma nel 1948, ma già nel 1951 la sua famiglia, di origine polacca, si è trasferita a New York.
Nel 1962 ha venduto al «Long Island Post» il suo primo disegno, l'anno dopo ha creato fumetti come Garbage Pal Kids e Wacky Packages.
Nel 1980, sulla rivista «Raw» da lui stesso fondata, è uscito il primo capitolo del suo capolavoro, Maus: la storia (autobiografica) di una famiglia ebrea internata in un lager, raccolta in volume nel 1986, gli è valsa nel 1991 il premio Pulitzer. Suoi disegni e fumetti sono apparsi su numerosi quotidiani e riviste, dal «New York Times» al «Village Voice» e al «New Yorker», e sono stati esposti in musei e gallerie negli Stati Uniti e all'estero.
Vive a New York con la moglie, Françoise Mouly, e i loro due figli, Nadja e Dashiell.
Di Spiegelman Einaudi ha pubblicato The Wild Party di Joseph Mancure March, da lui illustrato, Maus, L'Ombra delle Torri e BE A NOSE! («Stile libero»).
Sotto: Art Spiegelman al lavoro, nel suo studio, alla scrivania e un autoritratto come personaggio di Maus.
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