1. Un sogno davvero grandioso e mi ci sono immerso
Ero al mare
Riconoscevo il luogo ed era quasi certamente la sede nautica del Club Canottieri Roggero di Lauria, ma c’era qualcosa di diverso
La discesa al mare era diventata molto più scoscesa ed erosa e quindi lo scivolo per le imbarcazioni era estremamente disagevole
Io andavo lì con l’idea di uscire in barca e di fare un bell’allenamento di voga come un tempo
Osservavo il mare dall’alto e vedevo la baia di Mondello tutta grigia e tempestosa
Era uno splendido spettacolo, orrido, per alcuni versi, ma anche maestoso, ma non c’erano certo le condizioni ideali per vogare con il canoino o con il K1
Me ne stavo lì a guardare le grandi ondulazioni delle onde, pieno di desiderio
Arrivava Paolo, antico mio compagno di allenamento, e gli chiedevo se fosse già uscito (a vogare si intende)
Lui mi diceva di sì, poiché al mattino presto le condizioni del mare erano più che accettabili
Io gli dico che, dal lato del paese, ancora adesso c’è calma piatta, perché da quel lato la baia è solitamente più riparata dal vento
Intanto, ho modo di osservare che lo scivolo per le barche s'è fatto ancora più ripido e scosceso, con una pendenza che si avvicina al 90% e che, in pratica, è divenuto inutilizzabile: per poterlo percorrere da su verso la superficie del mare occorre ora avere la perizia di un rocciatore
Nel sogno accadevano molte altre cose di cui non ho più memoria
16 giugno 2024
2. Ero in viaggio ancora una volta e dovevo prepararmi per un transfer in aereo
Controllavo accuratamente il mio bagaglio e ricordo anche che il mio intento era quello di viaggiare leggero
Quindi cercavo di sfrondare il più possibile il mio bagaglio delle cose inutili e superflue
Era un’operazione lunga e difficile
Mi rendevo conto di quanto ordinariamente siamo appesantiti da oggetti inutili che tuttavia ci portiamo appresso per abitudine o per motivi affettivi
Soprattutto dal mio zaino - quello con cui vado sempre in giro - tiravo fuori ogni sorta di cose
C’erano - ad esempio - un piccolo coltello serramanico multiuso ed anche un paio di cesoie da giardinaggio
Inizialmente entrambi gli oggetti li riponevo dentro lo zaino poiché - mi dicevo - avrebbero potuto tornarmi utili, ma poi mi ricordavo che avremmo dovuto viaggiare in aereo e, di conseguenza, con molte complicazioni ritiravo fuori entrambi gli oggetti e li lasciavo, molto a malincuore
Non ricordo se poi, in effetti, partivamo con l’aereo
Ci ritrovavamo comunque a camminare lungo una spiaggia molto bella, di sabbia fine, davanti ad un paesaggio marino mozzafiato
Camminando ci imbattevano in una grande comitiva di turisti e loro, quando ci fermavamo a scambiare quattro parole, ci dicevano che la strada era bloccata e che non avevano potuto proseguire nel loro viaggio e che si trovavano lì per una sosta in attesa di trovare un percorso alternativo
Io dicevo loro che sarebbero potuti venire con me e che avrei indicato loro una strada
Ci incamminavamo, procedendo con un certo impaccio per via del peso dei bagagli, ma anche del fatto che la sabbia molle non si prestava ad una andatura più svelta
Arrivavamo così ad una costruzione di legno e muratura proprio sul mare, costruita a ridosso d'una caletta e con un piccolo molo di pietra per facilitare l’approdo di piccole barche
C’era anche una struttura per il rimessaggio delle imbarcazioni di piccola stazza
Entravamo e davamo un’occhiata in giro
Il resto della comitiva mia e del gruppo di turisti privi di direzione era adesso scomparso
Ero solo con altre due o tre persone tra cui un bambino con sindrome di Down che nel suo comportamento era molto agitato, inquieto e continuamente bisognoso d'un arginamento di un’eccessiva esuberanza comportamentale
Entrava dentro l’hangar per l’imbarcazioni accompagnato da una donna forse (identità ignota, o forse - per come posso pensare - il suo nome era Damiana) ed io temevo che si potessero verificare dei problemi o degli incidenti
Invece no: poco dopo sentivo l’eco di un animata e gioviale conversazione, molto amichevole, e venivano fuori nuovamente accompagnati da un signore anziano il quale sembrava molto apprezzare la compagnia del ragazzino con sindrome di Down, come se fosse aduso da lungo tempo ad avere a che fare con soggetti portatori di questa problematica
Mi sentivo di molto sollevato e respiravo liberamente, mentre sino ad un attimo prima avevo ottenuto il fiato sospeso
E di nuovo ci camminavamo questa volta camminando nella direzione da cui eravamo giunti e quindi nuovamente verso quella spiaggia
L’altra persona che era con me, oltre alla donna e al ragazzino di cui ho detto, era un bodybuilder
con muscoli mostruosamente sviluppati, una specie di Schwarzenegger, e camminava davanti a me e esibendo i muscoli che ad ogni banale movimento serpeggiavano sotto la pelle
A poca distanza c’era un altro bodybuilder il quale indossava sopra i muscoli ipersviluppati e scintillanti per via di oli ed unguenti abbondantemente spalmati sulla pelle, una leziosa vestaglietta di plastica trasparente
Questo bodybuilder, in particolare, si muoveva leziosamente e con movimenti effemminati che conferivano alle enorme massa dei suoi muscoli un aspetto grottesco
E quindi adesso c’era questa sorta di piccolo circo fatto da questi due bodybuilder che sembravano essere quasi in competizione l’uno con l’altro, dalla donna dall’identità incerta (Damiana) e dal ragazzino mongolo
Mi sentivo un po’ confuso come se mi fossi imbarcato in una sorta di corte dei miracoli
Temevo anche che altri, osservando le movenze di questo strano quintetto potessero pensare di me che io fossi gay ed ero quindi alquanto incerto nei miei movimenti, cercando di evitare qualsiasi gesto che potesse dare adito a dei dubbi o a far pensare che vi fosse tra me e i due body builder una qualche forma di intimità
Ci addentriamo di nuovo lungo la spiaggia che ora avevo un aspetto lievemente diverso
Infatti, pur essendo di base larga e piatta presentava sparse qua e là delle formazioni granitiche sviluppate in senso verticale che sembravano enormi sculture a volte dritte come obelischi e talaltra aggettanti come immensi archi o formanti delle curvature che sfidavano la forza di gravità
Cercavamo un posto dove fermarci e dove delineare i confini di un improvvisato campo da gioco per una partita di beach-volley
Era difficile trovare una spianata di spiaggia sufficientemente libera sia perché vi erano tanti distesi al sole sopra le loro tovaglie da mare oppure intenti in giochi balneari, sia perché vi erano queste enormi e ardite sculture di pietra che uno le guardava e rimaneva a bocca aperta per la meraviglia
A questo punto si univa alla comitiva un mio paziente attuale il quale pareva molto contento di essere lì con noi
(Dissolvenza)
30 maggio 2024
3. Ho sognato, tanto per cambiare
Dov’ero questa volta?
Mi trovavo in un grande stabilimento balneare
Quello che vedevo era insolito
C’era un’enorme quantità di cabine e piccoli bungalow ben allineati in lunghe file attorno a grandi spazi pieni d’acqua
Sembrava uno stabilimento balneare lacustre costruito su di un labirinto di specchi e vie d’acqua comunicanti
Tutto l’insieme aveva un aspetto bellissimo, indubbiamente
Vedevo dispiegarsi in lontananza canali e superfici liquide che si ramificavano e si connettevano tra loro
Ogni bacino d’acqua immobile e scintillante era contornata da cabine di legno dipinte con vivaci colori che sulla liquida superficie si riflettevano
Vedevo anche dei tipi, cioè delle persone, muoversi pigramente in lontananza su piccoli natanti che potevano essere tavole da stand surfpaddling oppure oppure canoe o anche semplici sandolini
O forse era soltanto una mia falsa percezione per colmare un’intollerabile desertitudine
Ero in esplorazione, ma non c’era nessuno in giro, a parte quelle figurette lontane e irraggiungibili come in un dipinto di Guardi e di altri paesaggisti veneziani
Pareva che tutto il mondo fosse andato in rovina o che tutto quanto fosse stato all’improvviso abbandonato e svuotato, lasciando però ogni cosa intatta a futura memoria
Ero lì con altri di cui avevo consapevolezza, ma che rimanevano sempre fuori dal mio campo visivo, e con loro, come in esplorazione, andavamo passando da uno specchio d’acqua all’altro a guado, provocando nell’acqua fredda e immobile, come unico rumore, un debole sciaguattio
L’acqua, peraltro, era trasparente ed era popolata dall’affaccendamento di piccoli animali marini dai colori vividi che non mi parevano appartenere a specie viventi conosciute
Andando avanti e avanti, stesso identico panorama, ma il fondale adesso non era più sabbioso
Ora si trattava di vere e proprie vasche, costruite con pietre e grandi lastroni perfettamente combacianti o, in alternativa, decorate con altre pietre rocciose, disposte ad arte per simulare una costa scogliosa
Dentro le grandi vasche si scorgevano delle cavità più piccole, alcune delle quali apparivano parzialmente riempite di macerie
Sguazzavo con gioia e con curiosità dentro queste vasche e, intanto, mi guardavo attorno ammirato e meravigliato dalla magnificenza di ciò che vedevo, da quelle vestigia, tracce di un’antica civiltà ormai del tutto estinta
In particolare, mi sorprendevo ad ammirare un’enorme vasca di pietra, collocata davanti alla facciata di un magnifico palazzo nobiliare il cui ingresso monumentale, contornato da grandi colonne intarsiate e scolpite, era dotata di una grande scalinata - come un Ghat sulla riva del Gange - che consentiva un tempo agli abitanti della magione di entrare direttamente nell’acqua per compiere abluzioni rituali
Dominava dentro di me, durante tutto il sogno, il senso di una grande meraviglia
(5 aprile 2024)
4. Sono in un posto diverso dall'ordinario
Forse è Malta,
ma nello stesso tempo non lo é
Ci sono edifici grandiosi
che rievocano antichi fasti,
baroccheggianti
e gigantesche mura di difesa, ciclopiche
Soffia un vento eterno,
dal quale non c’è riparo
Sono estasiato,
pieno di meraviglia per ciò che vedo,
curioso anche
di conoscere questa nuova realtà,
di mangiarla con gli occhi
sino alla sua essenza più profonda
Lungo le strade affollate corrono
come in un giorno di festa
degli autobus coloratissimi
che vanno su e giù per le strade ripide,
carichi di gente ed alcuni anche sul tetto
Non sono da solo,
ma appartengo ad una comitiva di viaggiatori
(che non conosco)
Poi siamo in un albergo enorme
e ci aggiriamo lungo un’infinita serie
di stanze comuni
alla ricerca di quella dove si fa il breakfast
Sono affamato (tutti lo sono)
Non sappiamo dove andare
perché la responsabile del nostro gruppo
s’é dileguata
senza darci spiegazioni
e siamo abbandonati a noi stessi
Finiamo in una stanza
dove è allestito un buffet
che é in realtà riservato
alla comitiva dell’agenzia Kiwi Tour
(così recita un cartello scritto a grossi caratteri)
Siamo fuori posto, degli estranei,
dei clandestini,
ma l’addetta al servizio, gentilissima,
ci offre comunque da mangiare
e a me tocca uno squisito sandwich
con ripieno di prosciutto e formaggio,
ben farcito e arricchito di maionese
Mangio di gusto
(avevo proprio fame)
Poi ci avviciniamo all’uscita
poiché dovremmo partire
per un tour di visita alle bellezze dell’isola
Non sappiamo dove andare,
perché la nostra responsabile
se n’è andata chissà dove
e ci ha abbandonati
Vedo che altri gruppi
seguono disciplinati le istruzioni
dei rispettivi capi cordata
(ognuno di loro dotato
d’un bastone di comando)
e che, a poco a poco,
s’imbarcano sui torpedoni in attesa
Dove andremo?
Cosa faremo?
Mi ritrovo ad armeggiare con un I-Phone
Scatta una suoneria
(o forse è un brano musicale)
che parte a tutto volume
Cerco di manovrare i diversi comandi
per smorzare il suono insistente
Niente da fare!
Non ci riesco
Aiutooo!
Le mie dita sono intorpidite, impacciate
come fossero diventate rigide salsicce
Il suono continua insistente
Temo che gli altri dormienti
possano esserne risvegliati
e che poi vengano a lamentarsi con me
Mi sveglio di colpo
Allora era solo un sogno!
Respiro di sollievo
E il vento continua ad ululare,
feroce
(C’era molto altro
che però mi è sfuggito)
(7 gennaio 2024)
5. Sono in un grande resort vacanziero
e faccio parte di una comitiva
composta da intere famiglie con bambini
Riconosco anche alcuni genitori
della scuola di mio figlio
Siamo tutti in questo posto, enorme,
pieno di attrazioni marine e non,
un’ammucchiata,
una confusione inaudita
con pasti abbondanti, al buffet,
garantiti ad intervalli regolari,
ma bisogna rispettare gli orari,
perché se si arriva fuori tempo
si rimane senza
(a bocca asciutta)
É un resort misto,
perché c’è anche una cittadella proibita,
un’area interdetta ai bambini,
al cui interno è possibile partecipare
ad intrattenimenti erotici e a partouze
Per accedervi bisogna pagare
un pedaggio, più cospicuo
se ad entrare sono uomini soli,
di minore entità per le coppie,
mentre le donne single non accompagnate
usufruiscono della gratuità
Fuori ai due lati del botteghino,
dove si paga per l’accesso
e dove occorre dar prova della propria età,
sono disposte delle bacheche
nelle quali sono esposte foto esplicite
che mostrano al visitatore novizio
ciò che accade all’interno
Vedo due ragazze
che indugiano davanti
alle bacheche
e che, conversando tra loro,
si chiedono dove si possano acquistare
le foto che le ritraggono
Io sono nella comitiva
e vengo risucchiato oltre
(stacco)
Siamo di ritorno
da un qualche divertimento collettivo
e siamo bene in ritardo
rispetto all’orario della mangiatoia
Siamo costretti ad accelerare il passo
ma siamo come una mandria imbufalita
che è difficile tenere assieme e compatta
Poi, i bambini creano
continui diversivi e rallentamenti
Occorre imbarcarsi
su una specie di cestello funicolare
per arrivare alla mensa
che si trova molto più in basso
e così facciamo
stipati all’inverosimile
Il cestello così carico
oscilla nel vuoto
e pare che qualcuno possa volare giù
Io scongiuro il pericolo,
tenendomi convulsamente aggrappato
ad una sbarra,
le nocche sbiancate per lo sforzo
Uno accanto a me
mi sussurra all’orecchio:
Grazie! Il suo coraggio
mi è d’ispirazione!
Quando al termine della discesa
il cestello affollato
Oscilla pericolosamente
senza toccare terra
e siamo ancora troppo alti
per potere saltare giù
Il manovratore è una bestia!
Tutti gridano impauriti!
Alla fine con molte scosse atterriamo
e tutti si riversano fuori,
starnazzando
Ma la porta che immette nella sala mensa
è chiusa
(a quanto pare dovremo aspettare
che i primi giunti concludano il loro pasto)
Alla fine, il portale viene spalancato
e tutti sciamano dentro spintonandosi
Quando io arrivo al tavolo del buffet,
il cameriere addetto alla distribuzione
mi dice che è quasi tutto finito
e mi porge un bicchiere
pieno di una bevanda nerastra
che pare ciofeca
Si accontenti di questa bevanda, mi dice,
É ottima e corroborante!
Ho dei forti sospetti al riguardo
Intanto, con la coda dell’occhio
vedo che ad un bambinello,
alto quanto un soldo di cacio,
viene consegnata un’enorme guantiera
carica di pezzi di rosticceria mignon
Il bambino se ne va subito
con il suo carico prelibato
in equilibrio alquanto precario
e con andatura malferma
Lo seguo con intenti rapaci,
perché il mio stomaco gorgoglia
e reclama la sua parte
Ci inerpichiamo lunghi ampi scaloni
sino ad arrivare quasi alla cima d'un ampio edificio
Intravedo il bimbetto che incede
sempre con la sua guantiera
carica di prelibatezze
sulla più alta delle terrazze,
per poi infilarsi in una porta
Quando arrivo ai piedi di quella terrazza
constato che non vi è alcuna via d’accesso
e che occorre compiere un’azione di free climbing
pencolando nel vuoto
prima di potere raggiungere con uno slancio il parapetto di quella terrazza
Lo faccio o non lo faccio?
Mi butto o non mi butto?
In queste cose sono in genere
piuttosto timoroso e pusillanime
Preferirei non cimentarmi
anche in questa circostanza
Ma poi decido per il sì
Mi aggrappo
Mi sollevo di braccia
Compio un rapido volteggio
con gli arti inferiori
E ce l’ho fatta!
Mi complimento con me stesso
per l’ardire ed anche per l’agilità
messa in campo
Ci manca soltanto una salva di applausi
da parte di una platea virtuale,
come nelle sitcom
E ora andiamo alla ricerca del cibo
che mi spetta!
(dissolvenza)
(29 dicembre 2023)
6. Sono in un posto,
un’area portuale,
dove stanno stivando in una nave,
con l’ausilio di possenti macchinari,
delle carrube
Ma qualcosa non mi quadra,
perché sono bianche
(o forse sono sbiancate)?
Di ciò - di quest’anomalia -
non riesco a darmi pace
Chiedo, interrogo,
faccio domande,
ma nessuno sembra darmi risposte convincenti
Alcuni mi dicono di leggere le etichette che corredano le balle di fave
ma lì ci sono solo dati tecnici
che riguardano le procedure d’impacchettamento e non altro
Io insisto, diventando molesto
I lavoratori portuali mi guardano
con sospetto e forse anche
con commiserazione,
come se fossi un pazzo,
un esaltato o un molestatore,
uno che Interferisce con il loro lavoro
Non riesco a cavare un ragno dal buco
Eppure qualche verità nascosta,
da qualche parte deve pur esserci
Non è naturale che le carrube siamo bianche
Forse vengono trattate con la calce,
rimugino, ma con simile procedura
perderebbero tutte le loro proprietà
organolettiche e nutrienti
E dunque?
Cerco di coinvolgere altri
nell’attenzionare una simile anomalia
ma tutti rimangono indifferenti,
anche i giornalisti che interpello
per indurlo a scrivere sull’argomento
e mobilitare l’opinione pubblica
È così che vanno le cose, del resto
Oggi nessuno si incuriosisce più per nulla
Non c’è nessuno che si sorprenda
nemmeno per un po’
Nessuno che si ponga delle domande
e che voglia andare alla ricerca della verità
Io sí, invece,
io mi pongo interrogativi, sì,
come per questa cosa per adesso
Io voglio vederci chiaro
e continuo instancabile nella mia lotta
Pare che la mia missione nel mondo
sia diventata quella di svelare
in modo definitivo
il mistero delle bianche carrube
(dissolvenza)
(da Wikipedia) I frutti del carrubo, chiamati popolarmente carrube, vajane o sciuscelle, sono dei lomenti: grandi baccelli indeiscenti lunghi 10–20 cm, spessi e cuoiosi, dapprima di colore verde pallido, in seguito quando sono maturati, nel periodo compreso tra agosto e ottobre, marrone scuro. Presentano una superficie esterna molto dura, con polpa carnosa, pastosa e zuccherina che indurisce col disseccamento. I frutti permangono per parecchio tempo sull'albero e hanno maturazione molto scalare per cui possono essere presenti, allo stesso tempo, frutti secchi di colore marrone, e frutti immaturi di colore più chiaro. A causa dell'elevato contenuto in tannino, la polpa dei frutti può avere effetto irritante, se assunta in grande quantità.
I frutti del carrubo contengono semi scuri, tondeggiati e appiattiti, assai duri, molto omogenei in peso, detti "carati" poiché venivano utilizzati in passato come misura dell'oro.
ORIGINE DEL NOME CARATO - Il nome carato deriva dall’arabo Quirat (ventiquattresima parte), a sua volta derivante dal greco keration, indicante un tipo di frutto i cui semi erano ritenuti avere una massa eccezionalmente costante.
In realtà questo mito è stato sfatato: uno studio dell’Università di Zurigo ha dimostrato che la massa di questi semi varia da seme a seme, esattamente come succede per gli altri tipi di frutti. Probabilmente, gli antichi avevano scelto di usare questo frutto come metodo di paragone perché è relativamente facile constatare la differenza dimensionale ad occhio nudo.
(26 dicembre 2023)
scrivi un commento …