Scrissi questo pezzo come "nota Facebook" il 27 agosto 2009 ed è rimasto sepolto lì, man mano che i contenuti della bacheca scorrevano in avanti, proiettati lungo un vettore di tempo lineare.
Riemerge oggi e avendo controllato che di questo scritto non v'è traccia nei miei blog, lo lancio qui.
parla di un momento quasi antidiluviano, prima ancora che esordisse un decennio di lutti, ma anche di grandi cambiamenti ed è, per questo motivo una traccia che vale la pena conservare.
Sulla riva del mare, il frinire delle cicale
si mescola al fruscio della brezza
ed anche al suono attutito della risacca,
a voci indistinte,
al gracchiare d'una radio lontana,
triste,
agli schiocchi di bicchieri di plastica
trascinati qua e là da raffiche
che si formano all'improvviso
Tutto è indistinto e fuso assieme
nella scala policroma dell'azzurro marino,
di vele all'orizzonte,
di scafi alla fonda e giochi di gabbiani
Solo pochi elementi fluttuanti
attraversano le dighe che ho edificato
Fuggo dal mondo
e precipito
in un maelstrom
d'assenza di parola
Pensavo di aver conquistato un ormeggio sicuro
Invece,
sono alla deriva,
in viaggio ancora una volta
verso la fine del mondo
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