Come sempre la città è deserta,
quando la attraverso al primo mattino
Dopo il caldo violento di ieri
e gli incendi appiccati dovunque da mani ignobili
mi sembra di sentire l'odore dei fuochi
un vago sentore di legno resinoso bruciato,
il lezzo greve della monnezza parzialmente combusta
Il cielo è dominato da una cappa di nubi biancastre
che non danno sollievo
A tratti, si attivano refoli di vento
che smuovono le foglie accartocciate
cadute per via della calura abnorme
Ma questi soffi sono illusori
Non rinfrescano
Sembrano aliti caldi, surriscaldati
ma non più come ieri
quando si aveva l'impressione di entrare
dentro una fornace,
non appena si usciva all'aperto
e non c'era refrigerio possibile
La città è desolatamente vuota,
abbandonata
le vie sono del pari deserte
Guardando le vetrine svuotate
di negozi andati falliti nel corso degli ultimi mesi
e quelle di altri chiusi per ferie
(momentaneamente o, ci si chiede, non sarà per sempre?)
si potrebbe pensare di camminare
in una città il giorno dopo una catastrofe
Gli unici abitanti sono soltanto
pochi gatti sparuti
e le moltitudini di manichini che affollano i negozi
di abbigliamento e intimo,
corpi immobili, nudi o seminudi,
alcuni decollati,
in catatonica immobilità
Chissà perché, ma questo sguardo circolare
potrebbe portare il visitatore ingenuo a pensare
che le uniche attività commerciali ancora fiorenti
siano state quelle di abbigliamento ed intimo
In realtà non è così,
gatti sparuti e manichini
sono soltanto le sentinelle del nulla
di questa città desolata,
le retroguardie rimaste di scolta,
come i pochi umani ancora prsenti
perchè non hanno un luogo dove rifugiarsi
Sopravviveremo agli assalti furiosi
della desolazione e del nulla incalzante?
Sopravviveremo alla fornace?
Sopravivverò?
Non so... Vedremo!
Intanto, continuo a camminare, noncurante in aparenza
ma con il cuore greve di tristezza,
lungo le vie presidiate dai manichini,
e dai gatti del nulla
Entrambi li sento amici e colleghi, in qualche modo
L'ultima mia visione di questo vuoto
è un'aerea bici fantasma sospesa
sotto un balcone e subito sopra l'insegna d'una polleria
(chiusa per l'ora, si spera, e non per ferie)
e, poco più in là, un manichino di donna, avvenente,
avvolta in un giubbino di pellicciotto
rinchiusa lei, tutta sola,
dentro la vetrina di un negozio sprangato causa vacanze
Ho pensato stizzito che i suoi padroni
avrebbero potuta condurla con loro,
anziché abbandonarla così da sola
e, per giunta, con addosso un abbigliamento
così poco consono alla stagione
Che crudeltà, ho pensato,
così sola e starà pure morendo di caldo
Ho lanciato un ultimo sguardo al manichino
che mi ha ricambiato dalla immobile postazione
con uno sfingeo sorriso etrusco
Ho tirato dritto, corrucciato
E ho pensato che ci sono cose ben peggiori
che accadono dovunque
Ci sono pure quelli che abbandonano gli animali domestici,
cani e gatti che si sono affidati
o che sono cresciuti come persone di famiglia
oppure ci sono quelli che lasciano i propri bambini di pochi mesi,
a casa da soli, a morire di fame di sete,
oppure a disidratarsi sotto il sole per ore,
in auto arroventate dalla canicola
E' questo il vero cuore doloroso
della catastrofe che stiamo attraversando,
la perdita della humanitas,
l'inaridirsi del sentire,
il divenire mostri a forza di sentire di mostri,
di dimenticanze fatali,
di morti annunciate
Se la nostra evoluzione procede in questa direzione,
verso un progressivo e letale imbarbarimento,
è colpa di tutti noi
e non meritiamo più di vivere
E' giusto che ci attenda la catastrofe prossima ventura,
quale che sia,
seguendo il paradigma di quella che ebbero in sorte le due città bibliche
che vennero rase al suolo dagli angeli vendicatori
Forse, è proprio quello che sta avvenendo a noi
E ancora non lo abbiamo capito
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