Dov’ero?
Non so
Forse in viaggio, forse in qualche città del Nord
Maybe
Che facevo?
Ero in compagnia di una donna, mia amica
Passeggiavamo e poi, adocchiato un ristorante,
decidevamo di entrare per rifocillarci
Eravamo affamati, dopo tanto camminare
Ci accomodavamo,
davamo un’occhiata al menu,
facevamo i nostri ordini,
ci portavano delle pietanze,
tutto secondo le regole,
nulla fuori dall'ordinario,
eppure ogni piccola cosa, ogni dettaglio,
era straordinaria
Nel localo (o dovrei dire "locale"?)
c’era già una comitiva, abbastanza rumorosa,
e quei tipi la facevano da padroni,
incuranti degli altri avventori
I tizi si raccontavano storie, l'un l'altro,
e poi ridevano rumorosamente,
qualcuno ruttava senza alcun ritegno
Uscivo sul davanti per tirare delle foto
Dall’esterno continuavo a sentire
discorsi avvinazzati e risate sguaiate
Insomma, non avevo scampo
Mentre ero lì, incerto sul da farsi,
vedo la mia compagna di viaggio
venire fuori dalla locanda
e avviarsi a passo deciso lungo la strada
Ma che fa? Dove va?
Prendo a seguirla,
carico di tutta la mia attrezzatura fotografica
La supero anche
La mia idea è quella di farle
un agguato benevolo e gioioso
Mi sembra di aver trovato il posto più idoneo
È il pianale di un autocarro,
vuoto, se non fosse per due grandi cavalli
impastoiati corti ad un paio di ganci
Mi nascondo dietro alcune casse
e mi metto in paziente attesa,
anche vigile, dovrei dire
Aspetto e aspetto,
ma la mia amica tarda ad arrivare
Un lieve torpore annebbia la mia mente,
mi sento assonnato, ma poi mi riscuoto
Che abbia cambiato strada?
Che si sia smarrita?
Che le sia successo qualcosa?
Sono in angustie
Decido di provare a farle una telefonata
e metto mano al mio device
Premo il tasto di chiamata
e, dopo una serie di squilli a vuoto,
sento il click della risposta
Pronto! Pronto!
Sono concitato
All’altro capo della linea sento una voce sepolcrale
che farfuglia qualcosa
Non comprendo, sono basito
Pronto! Pronto!
Cerca di parlare più chiaro!,
faccio al mio inconcludente interlocutore
Per caso, guardo il display del telefono
e vedo, per quanto confuso nei suoi tratti,
Il volto della mamma, dai tratti evanescenti,
quasi stesse per sparire o dissolversi
Sembra molto sofferente
Mamma! Mamma!
Niente! Nessuna risposta...
Finalmente subentra una voce diversa, più decisa
Chiedo notizie sulla mamma
Come sta? Ci sono problemi?
Sta peggiorando?
Ottengo soltanto risposte vaghe, ed imprecise
Decido che devo subito interrompere
il mio viaggio e andare da lei
Forse sono ancora in tempo
per tributarle un ultimo saluto
Ma intanto non ho risolto il problema
della scomparsa della mia amica
e compagna di viaggio
Mi sveglio, ma sto ancora dormendo,
e sono nel mio letto
Mi accorgo di non essere solo
Accanto a me c’è allungato
un corpo immerso in un sonno profondo
caldo e confortevole al tatto
E dico a me stesso
Allora era tutto un sogno!
E riprendo a dormire
e sognavo che di notte
mi affacciavo alla finestrella
della casa di campagna
per accorgermi
che avevano rubato
il grande tavolo di pietra
Ma come avranno fatto?
Dissolvenza
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