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13 maggio 2022 5 13 /05 /maggio /2022 17:28
Lo yin e lo Yang (foto tratta dal web)

L'altro giorno, qualcuno mi ha chiesto
se io sia mai stato veramente felice

Sono di quelle cose che, di tanto in tanto,
si usa chiedere

E' una domanda banale, eppure profonda
Tuttavia, il quesito mi ha lasciato interdetto
e spiazzato, basito quasi;
e, lì per lì, non ho saputo rispondere

In effetti, è vero, sono rimasto quasi senza parole
di fronte ad una domanda che, forse, non mi sono mai posto

Ma si tratta d'una domanda
che, nello stesso tempo, ha un peso
e il porla può avere lo stesso effetto d'un sasso
lanciato su uno specchio d'acqua tranquillo
Il sasso scompare nella liquida profondità,
anzi vi scivola dentro,
ma il suo impatto genera una serie di perturbazioni concentriche
che turbano quella liquida superficie,
altrimenti immobile

Un modo per rispondere, forse, è girarci attorno
Penso, tuttavia, che la Felicità la si possa definire
soltanto per differenza rispetto all'infelicità e al dolore
Ci si deve fare una ragione di ciò,
poiché non esiste un valore assoluto della felicità
ma si tratta di un'entità del tutto relativa,
vaga ed indefinibile
che, comunque, non pertiene
ad una dimensione straordinaria della vita,
ma è bensì intimamente intrecciata con il quotidiano
Quel quotidiano fatto di dolori e sofferenza,
di bisogni che non sempre possono essere soddisfatti
e di desideri che rimarrano inesauditi
La felicità come condizione permanente dell'animo non esiste,
a meno che non si entri nella dimensione estatica della mente,
quella propria di un Santo o di futuro tale che contempla
la trascendenza del divino
Noi Umani che viviamo nella realtà abbiamo
una base di "manque", di bisogni,
e su questa s'innestano dei momenti "felici",
quelli in cui il bisogno è placato,
il desiderio è parzialmente esaudito
il dolore è lenito e così via
Se così non fosse, ci troveremmo a vivere
nella condizione del primigenio stato edenico
che è quella del bambino che, accudito in tutto e per tutto,
ha un seno nutriente e ricco di latte a disposizione
Invece, anche la storia biblica ce lo dice:
noi fummo cacciati dall'Eden
e condannati a sentire il freddo e la fame
a provare dolore
a lottare per sopravvivere
a faticare per trovare il nostro cibo quotidiano
La base è quella:
solo per differenza possiamo cogliere, nell'ordinarietà,
alcuni istantanei passaggi di felicità
oppure trovandoci a sperimentare,
per dirla con Kundera,
una condizione di "insostenibile leggerezza dell'essere"
ma soltanto per momenti veloci e transitori,
Poi, dentro questa cornice,
in una vita di diseqilibri continui
che danno come risultante una condizione di accettabile equilibrio
(come è nel caso della dinamica che sottende l'andare in bici)
ognuno saprà individuare,
e trovandoci continamente impegnati in na lotta per l'omeostasi
i suoi personali momenti di felicità,
ma sempre e solo per differenza
Insomma, dobbiamo tenere conto del fatto che,
in una condizione di "normalizzazione" dell'infelicità quotidiana,
vi possano essere momenti fulgidi e straordinario
nei quali possiamo avere la sensazione
di toccare il cielo con un dito
o di levitare a tre metri o a 15 metri da terra
Abbiamo sempre a che fare con forze contrapposte
che, dentro di noi, si integrano ed interagiscono di continuo,
come lo Yin e lo Yang della tradizione orientale
ambedue le forze fondamentali e necessarie
nell'equilibrio dell'intero universo
e del singolo individuo

Non è detto che la felicità significhi una vita senza problemi.
La vita felice viene dal superamento dei problemi, dalla lotta contro i problemi, dal risolvere le difficoltà, le sfide.

Bisogna affrontare le sfide, fare del proprio meglio, sforzarsi.

Si raggiunge la felicità quando ci si rende conto di riuscire a controllare le sfide poste dal fato.

Zygumnt Baumann (Il Cenacolo Intellettuale)

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Come sono arrivato qui

DSC04695.jpegQuesta pagina è la nuova casa di due blog che alimentavo separatamente. E che erano rispettivamente: Frammenti. Appunti e pensieri sparsi da un diario di bordo e Pensieri sparsi. Riflessioni su temi vari, racconti e piccoli testi senza pretese.

Era diventato davvero troppo dispendioso in termini di tempi richiesti alimentarli entrambi, anche perchè nati per caso, mentre armeggiavo - ancora alle prime armi - per creare un blog, me li ero ritrovati ambedue, benchè la mia idea originaria fosse stata quella di averne uno solo. Infatti, non a caso, le loro intestazioni erano abbastanza simili: creatone uno - non ricordo quale dei due per primo - lo ho "perso" (per quanto strano ciò possa sembrare) e mi diedi alacremente da fare per ricrearne uno nuovo. Qualche tempo - nel frattempo ero divenuto più bravino - il blog perso me lo ritrovai).

Ohibò! - dissi a me stesso - E ora cosa ne faccio?

La risposta più logica sarebbe stata: Disattiviamolo!. E invece...

Mi dissi: li tengo tutti e due. E così feci. E' stato bello finchè è durato...

Ma giocare su due tavoli - e sempre con la stessa effcienza - è molto complicato, ancora di più quando i tavoli diventano tre e poi quattro e via discorrendo....

Con overblog ho trovato una "casa" che mi sembra sicuramente più soddisfacente e così, dopo molte esitazioni, mi sono deciso a fare il grande passo del trasloco, non senza un certo dispiacere, perchè il cambiamento induce sempre un po' di malinconia e qualche nostalgia.

E quindi ora eccomi qua.

E quello che ho fatto - ciò mi consola molto - rimane là e chiunque se ha la curiosità può andare a dargli un'occhiata.

 

Seguendo il link potete leggere il mio curriculum.

 

 


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