Mi sono addormentato di un sonno profondo, quasi catatonico: a tratti, avevo la sensazione di essere non dormiente, ma prigioniero dentro un corpo di pietra, impossibilitato dal compiere qualsiasi azione e dal proferire verbo.
Ma, ad un certo punto, sono scivolato in un sogno vero che aveva le qualità della realtà vissuta.
Ero nella vecchia casa di Viale Regina Margherita e mi ero ritirato in bagno a urinare.
E mentre pisciavo indolentemente, immerso nei miei pensieri - così come si fa usualmente nel cuore della notte -, sono stato preso da una sensazione strana, come se l'edificio intero si fosse trasformato in nave le cui vele, una volta sciolti gli ormeggi, prendono il vento e che entra in uno stato di solerte vibrazione, come se il lanche egno delle opere morte divenisse vivo e pieno di energia vitale.
La sensazione di straniamento derivante dalla percezione di questa lunga vibrazione mi ha messo ansia.
Sono uscito a precipizio, affacciandomi sul disimpegno del vecchio appartamento: e qui trovavo mio fratello e la mamma.
Le pareti erano divenute irriconoscibili, percorse com'erano da mille crepe preannuncianti un loro rapido sgretolamento e la catastrofe imminente.
Capivo che non era l'edificio a veleggiare e a vibrare, quasi impaziente di sciogliere gli ormeggi che l'incatenavano, ma un l'inizio di un terremoto violento che poneva la necessità di decisioni rapide ed incisive.
Il grande quesito: mettersi in salvo oppure ristare?
Un dilemma atroce... e sapevo che, in tal caso, avrei dovuto caricarmi sulle spalle mio fratello e mia madre, unica garanzia per realizzare uno spostamento in tempi ragionevoli e la nostra messa in sicurezza. Come fece Enea con il padre Anchise, insomma.
E, dunque, già mi prefiguravo in fuga, in una rappresentazione dolente della fine di Troia e di Enea che porta in salvo il padre l'anziano Anchise caricandoselo sulle spalle.
Avevo la sensazione che la casa si fosse animata e che si stesse traslando in avanti: e ciò mi dava un ulteriore senso di vertigine.
E, a questo punto, mi sono risvegliato trafelato.
Subito, ho consultato l'orologio (erano le 19.41), ripromettendomi di chiedere a mio fratello se a quell'orario fosse accaduto qualcosa di particolare.
Cerco sempre delle corrispondenze tra ciò che sogno ed eventi della realtà.
Credo profondamente al fatto che i sogni possano contenere elementi premonitori e metterti sull'avviso di cose che stanno accadendo in un altrove e che, di lì a poco, accadranno...
scrivi un commento …