Una mia nota diaristica di 10 e più anni addietro tuttora attualissima. Anzi, le cose vanno persino peggio.
(19 dicembre 2010) Vorrei vivere in una città normale
In una città dove gli automobilisti non ti suonino inferociti con il clacson, alle tue spalle, appena il semaforo cambia dal rosso al verde
In una città dove automobilisti e moto si fermino, se stai attraversando sulle strisce pedonali.
In una città dove i marciapiedi siano una parte della strada dove i pedoni possano comodamente camminare, conversando amabilmente - se lo desiderano - e non delle strisce calpestabili larghe meno di 50 centimetri (sulle quali è proibitivo procedere affiancati, come si desiderebbe), perchè la sede stradale è stata ampliata per consentire il parcheggio delle auto.
In una città dove camminare in bici non debba significare giocarsi la vita e la salute a causa degli automobilisti distratti e prepotenti.
In una città dove i marciapiedi non si trasformino in piste su cui le motociclette e i motorini sfrecciano a tutto gas per by-passare gli ingorghi e i pedoni devono scansarsi, quasi non fosse loro diritto camminare con traquillità sui percorsi a loro riservati.
In una città dove abbondino isole pedonali e strade vietate alle auto.
Vorrei vivere in una città in cui i marciapiedi e i piazzali non diventino delle discariche a cielo aperto.
In una città dove i taxi non parcheggino nelle zone di sosta riservate alle auto dei disabili.
In una città dove gli scivoli dei marciapiedi per consentire l'attraversamento a disabili in carrozzina, a mamme con passeggino e ad anziani dal passo incerto non siano occupati sistematicamente da auto parcheggiate in modi corsari.
Vorrei vivere in una città in cui prevalgano le regole della gentilezza e della convivialità, a scapito della giungla della prevaricazione e dell'asserzione spudorata del proprio sé.
In una città dove non si debbano sentire gli altri urlare le proprie conversazioni private nel telefonino, mentre sono in mezzo alla gente, e dove non ci siano automobilisti distratti sempre alle prese con il proprio cellulare, messaggerie, conversazioni e altro.
In una città con meno maxi-schermi HD in bar pub e ristoranti vari per offrire l'immancabile calcio in anticipi e posticipi, dirette e differite, solo di calcio, calcio, calcio...
In una città dove auto blu e mezzi di polizia non approfittino del loro status per prevaricare altri cittadini, laddove non ce ne sia bisogno.
In una città in cui anche l'auto della Polizia si fermi ad attendere al semaforo, se non ci sono urgenze di servizio.
In una città in cui non si debba sentire di continuo l'urlo lacerante delle sirene e degli antifurto con sensori regolati al minimo, sicchè scattano per un nonnulla, e i loro responsabili se ne fregano, se i loro dispositivi assordano il resto del mondo.
Vorrei vivere in una città in cui tutti non chiedano solo ed esclusivamente il rispetto dei propri diritti, ma assolvano anche ai propri doveri e rispettino le norme, in modo spontaneo e non perchè debbano temere sanzioni e punizioni.
In una città che sia ridente, gentile e armonica.
In una città in cui, anche nelle più banali, manifestazioni sia coltivato il gusto del bello.
In un città in cui molti, se non tutti, si sentano responsabili.
In una città dove alcuni cittadini, incrociandosi e guardandosi con occhi mesti, nella tempesta di nubi di gas di scarico e colpi di clacson, di ingiurie e grida partoriti da animi sovraeccitati non debbano dirsi con un'alzata di spalle rassegnata: "Palermo è una città che fa schifo!"
Voglio poter sperare, sempre, che un altro mondo è possibile.
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