Mentre ci accingiamo a superare il giro di boa di metà dicembre, arrivano notizie confortanti dal Pianeta Covid.
Ieri, Gino Strada, intervistato da Lucia Annunziata, ha detto: «Sono preoccupato per quello che potrà succedere a gennaio o febbraio quando si vedranno le conseguenze degli atteggiamenti avuti durante il periodo di Natale. Vedo un Paese superficiale perché si dimentica che ogni giorno abbiamo centinaia di morti. Questo non viene considerato con il dovuto rispetto e la dovuta attenzione». E poi ha aggiunto: «Non ne usciremo prima di 2-3 anni, la responsabilità di ognuno è fondamentale». Entrando nel tema della vaccinazione anti-Covid che inizierà per fine dicembre in tutti i paesi UE simultaneamente, Strada ha anche precisato - dietro specifica di Lucia Annunziata - che, in un primo tempo, il vaccino ridurrà soltanto il numero delle morti e che, nel frattempo, il virus continuerà a circolare.
In sostanza, non c'è da attendersi risultati miracolosi dal vaccino, mentre il mantenimento dei contagi al di sotto della soglia critica dipenderà esclusivamente dalla capacità dei singoli di assumersi le proprie responsabilità, attuando le misure-base, cioè il corretto uso della mascherina, evitando in qualsiasi modo le situazioni di sovraffollamento.
L'avvio delle operazioni vaccinali, addirittura pria dell'inizio del nuovo anno, a dispetto di ciò che alcuni superficialmente ritengono, non potrà essere dunque il segnale per un indiscriminato "Liberi tutti" e un invito a fare ciò che si vuole come si vuole.
L'altra notizia di cui ho sentito nei notiziari, ma in stretta correlazione con il discorso della responsabilità individuale, è che a livelli governativi si parla di nuovo di rendere l'Italia tutta zona rossa, a causa del fatto che in questa anticipazione del periodo festivo che ci attende si sono verificate situazione di sovraffollamento e di troppo gente in giro e nei negozi per lo shopping natalizio senza riguardo delle misure anti contagio.
Io mi chiedo se per un anno non sia possibile rinunciare al natale consumistico che a volte finisce con il diventare una corsa coatta all'acquisto di doni.
Proviamo per una volta a starcene a casa, provando a sperimentare in modo inedito il Natale nel nostro cuore, piuttosto che attraverso il potlach dei doni.
Alcuni media, scherzando sui colori con i quali vengono indicati gradi crescenti di diffusione del virus e, quindi, di restrizioni, hanno scritto che ci aspetta un "Natale Rosso" e ci sono quelli che storcono il muso in attesa del prossimo DPCM che dovrà limitare la mobilità dei cittadini in corrispondenza del prossimo e ormai imminente periodo delle festività.
E dire qualsiasi cosa, opporsi, brontolare o protestare vivacemente sino alla bagarre più accesa è indubbiamente un segno di scarso rispetto nei confronti delle centinaia di morti giornalieri che vengono registrati giornalmente e che continueranno ad esserci nei prossimi giorni, ed anche verso gli oltre 250 medici (oltre a tutti agli altri operatori sanitari) sinora morti di contagio per avere adempiuto il loro dovere.
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