Con Skellig ho scoperto di recente la narrativa di David Almond: mi è piaciuto davvero tanto e ora sto cercando di leggere tutti i suoi romanzi e racconti.
Il bambino che si arrampicò sino alla luna (titolo originale: The Boy Who Climbed To The Moon, nella traduzione di Giulia Risari), e edito Salani (2012) corredato con le belle illustrazioni di Federico Appel, non ha di certo deluso le mie aspettative: è ancora una volta un racconto surreale e fantastico, basato sulla deliziosa trasposizione fantastica del tema sul viaggio sino alla Luna e ritorno; una affabulazione che si muove nel pieno rispetto dell'assioma secondo cui nella narrazione favolistica tutto deve essere possibile e di tutto può accadere, se soltanto si sospendono - come è giusto che sia - le leggi della razionalità e della logica.
Anche, in questo racconto, quello che passa (e che può essere molto importante per molti piccoli lettori o per lettori adulti che continuano ad alimentare il proprio sé bambino) è il messaggio che, se si vuole si può andare "oltre" e raggiungere luoghi che sono invisibili e dall'esistenza insospettabile, quando si è sprofondati a vivere nel seminterrato di un altissimo condominio.Un garbata, seppur potente, metafora sul tema dell'evasione attraverso una visione del mondo che, pur ludica, è anche tremendamente seria..
E' la stessa prigione a cui sembra di essere condannati a tramutarsi, se si ha abbastanza spirito d'iniziativa,in trampolino di lancio verso altri mondi: insomma, il vincolo che diventa possibilità visionaria.
(incipit) "Qualche tempo fa c'era un ragazzo piuttosto solitario di nome Paul che abitava in una città del Nord dell'Inghilterra. Viveva sottoterra in un appartamento nel seminterrato di un grande condominio. Sopra la sua testa c'erano piani su piani e famiglie su famiglie.
Questo faceva sembrare il mondo molto pesante e il cielo molto lontano" (p.7).
(Risguardo di copertina) Il piccolo Paul trascorre malinconicamente la sua esistenza in città, tra le quattro mura dell'appartamento in cui vive con i genitori. Un bel giorno gli viene un'idea: salire all'ultimo piano del palazzo per toccare il cielo. L'ascesa verso l'ultimo piano gli porterà anche nuove conoscenze e nuovi stimoli. Soprattutto incontrerà l'artistica Molly e il suo bizzarro fratello Benjamin. I due aiuteranno Paul a verificare un'altra sua idea: che la luna non sia un pianeta ma un buco nel cielo, da cui filtra una gran luce. Paul si arrampicherà fino all'astro e scoprirà che la sua intuizione era giusta. La luna è effettivamente un buco che porta in un altro mondo tutto bianco dove vive tutto ciò che è sparito in cielo nei tempi passati: palloni aerostatici, pterodattili, elicotteri, aviatori, astronauti...
Età di lettura: da 10 anni.
Hanno detto:
"Non c'è davvero nessuno che sappia scrivere come Almond nellanarrativa per ragazzi o per adulti di oggi" (The Times)
"Una fiaba adatta a tutte le età. Un libro che unisce la profondità di visionee comprensione con una straordinaria delicatezza di tocco. Un classico moderno" (Philip Ardagh, The Guardian)
"Una storiasurreale e solo apparentemente semplice sulla libertà, l'immaginazione e l'amicizia" (The Sunday Times)
L'Autore. David Almond è uno scrittore inglese specializzato nella narrativa per ragazzi, i suoi libri sono tradotti in più di quaranta lingue. In Italia ha pubblicato numerosi libri tra cui Skellig (Salani 2009), Argilla (Salani 2010), La storia di Mina (Salani 2011), Il bambino che si arrampicò fino alla luna (Salani 2012), Il grande gioco (Salani 2013), La vera storia del mostro Billy Dean (Salani 2014), Topo, uccello, serpente, lupo (Edizioni BD 2014), Mio papà sa volare (Salani 2017), Il sogno del Nautilus (Orecchio Acerbo 2017), La canzone di Orfeo (Salani 2018), Il ragazzo che nuotava con i piranha (Salani 2019).
Di premi ha fatto incetta, ma il più prestigioso è senza dubbio quello del 2010, l’Hans Christian Andersen.