Quando avviene, oggi, il vero cambio di stagione?
Non certo nelle date stabilite dal calendario come abbiamo imparato a scuola, quando ancora esistevano quattro stagioni che si avvicendavano, con una successione di cambiamenti ben definiti e riconoscibili.
Oggi, tutto questo appartiene al passato, come al passato appartiene quasi del tutto il cambio stagionale degli armadi che, in ogni casa, si usava fare (bagaglio indimenticabile dei ricordi di infanzia di molti di noi, quando si rimettevano fuori per farle arieggiare indumenti ed effetti letterecci odorosi di naftalina).
Quando si ha la certezza, invece, che è cambiata la stagione e che l’inverno si avvicina inesorabile?
Io credo che questo avvenga, quando si spostano le lancette di un’ora indietro, in corrispondenza dell’ultimo fine settimana di ottobre (che quest’anno è caduto nella notte tra il 26 e il 27).
Tutti i dibattiti che si accendono in questa circostanza (come nel caso della transizione "primaverile" dall'ora solare allora legale) sull’ora in più di sonno o in meno (argomento che viene sfoderato puntualmente sfoderato con imbarazzante monotonia nei notiziari pubblici sui media) sono cazzate, in realtà: quelli che dibattono su questo aspetto così superficiale, sono ciechi di fronte ad un aspetto ben più profondo che plasma le nostre vite.
Il cambio di ora sì che fa la differenza, soprattutto per quanto riguarda ricadute psicologiche ben più ampie e consistenti: come dice il Donald Duck della vignetta, per avere il magro vantaggio di un po’ più di luce più, presto la mattina c’è lo svantaggio di giornate che molto presto affondano nell’oscurità e nel buio della notte.
Con tutto il carico di tristezza e a volte di depressione che ciò comporta.
E’ qui che, a prescindere dalle temperature e dagli eventi climatici comincia il lungo inverno, anche se ancora a sera l’aria è pervasa - dalle nostre parti - del profumo irrefrenabile e dolce dei gelsomini: non un lungo inverno climatico, ma il lungo inverno dell’anima.
E si piomba nella tristezza (almeno, a me capita, senza alcun dubbio), sapendo che per avere di nuovo delle giornate lunghe e piene di luce occorrerà attendere il giro dell’anno e il ritorno dell’ora legale, quando tutti saremo di un anno più vecchi.
E’ così che l’ora legale, assieme al cambiamento climatico, ha preso a scandire le nostre vite non più con una circolarità a quattro fasi, ma con una morfologia fondamentalmente bifasica, tutta giocata con l’eterno conflitto tra luce e tenebre.
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