(foto e testo di Maurizio Crispi) Le Giuggiole è un nuovo circolo Arci di Palermo (nel centro storico a due passi dal Teatro Massimo: Via San Basilio n. 37) che "...accoglie idee e persone con la volontà di allargare gli orizzonti dei più piccoli e delle loro famiglie attraverso l'arte, la cultura e la condivisione".
L'idea-guida è stata quella di creare uno spazio di condivisione per adulti e bambini (dalla più tenera età), tale da consentire ai primi di fruire di un proprio momento sociale e nello stesso tempo tale da vedere i propri piccoli, anziché semplicemente al seguito - come accade nei locali ordinari, privi di questa specifica mission - impegnati in attività libere o in spazi appositamente strutturati e pensati per loro per attività più complesse ed eventualmente guidate da piccoli progetti didattici e dall'intento di introdurre alla lettura, come - ad esempio - la lettura ad alta voce per i piccini, oppure la messa a disposizione di una piccola biblioteca varia, pensata appositamente per loro.
Nello stesso tempo la mission de "Le Giuggiole" è più impegnativa, in quanto si propone di dar vita ad una serie di iniziative culturali e ad attività psicomotorie e/o ludiche (anche queste indirizzate ad adulti, a coppie, a mamme o a bambini delle diverse fasce di età).
Le Giuggiole, di fatto, almeno qui a Palermo, città che - come possono notare i cittadini provenienti da altri Stati dell'Unione europea più a Nord - è scarsamente "children friendly" (se non per quanto riguarda sporadiche iniziative scaturenti dalla buona volontà di pochi), colma sicuramente un vuoto e si propone con delle mire decisamente ambiziose e pregevoli per la loro ricaduta nel sociale.
La multiformità dei progetti de Le Giuggiole è facilitata, d'altronde, dall'ampiezza dello spazio a disposizione tale da consentire di differenziare le attività in corso tra quelle semplicemente leisure a quelle più strutturate.
Per questi motivi, quindi, il nome che denomina il circolo - scelto da Laura Brancato, Petra Trombini e Simona D'Alessandro, le tre intraprendenti socie che con questo progetto hanno dato vita ad una loro idea - è quanto mai significativo, poiché fa riferimento sia alla bellezza ornamentale del giuggiolo, sia alla particolare prelibatezza dei suoi frutti. Un luogo sicuramente da far andare i suoi fruitori in "brodo di giuggiole", cioè di consentir loro di sperimentare situazioni e contesto estremamente piacevoli!
La inaugurazione ha avuto luogo il 7 febbraio 2019 e le attività del circolo sono partite con un programma denso e attraente che verrà rinnovato di mese in mese con nuove proposte. Trattandosi di un circolo Arci, tutti gli adulti al loro primo accesso dovranno fare il tesseramento Arci, con validità annuale.
Se si dà una veloce occhiata alla pagina Facebook dedicata si potrà constatare che sia l'inaugurazione che i primi giorni di attività hanno riscosso un successo davvero significativo e molti lusinghieri giudizi.
Per chi non lo sapesse, la "giuggiola" è il frutto prodotto dalla pianta del giuggiolo, il cui nome scientifico è Ziziphus jujuba. Si tratta di un piccolo arbusto di provenienza asiatica, che nel corso dei secoli si è diffuso nei paesi mediterranei e in Italia. Coltivato per i suoi prelibati frutti, ma adatto ad essere coltivato anche come pianta ornamentale, il giuggiolo produce delle drupe ovoidali, con buccia sottile e liscia di color rosso scuro, la cui polpa ha una consistenza compatta e farinosa, dal sapore dolce leggermente acidulo, che ricorda quello della mela.
Le giuggiole si possono consumare fresche subito dopo la raccolta oppure si possono conservare per lungo tempo essiccandole o mettendole sotto spirito; si prestano inoltre per preparare confetture e sciroppi, o come ingrediente per farcire dolci secchi e biscotti. Il frutto del giuggiolo è inoltre l’ingrediente principale della ricetta di un particolare liquore, conosciuto come “brodo di giuggiole", assieme ad altri frutti come il melograno, ad esempio.
La fama e l’apprezzamento di questa bevanda si diffuse e perdurò nel tempo, tanto che il ‘brodo di giuggiole’ diede origine ad un’espressione metaforica giunta fino a noi. Il detto popolare “andare in brodo di giuggiole” venne pubblicato per la prima volta nel 1612, nel primo vocabolario di lingua italiana scritto dall’Accademia della Crusca, famosa istituzione culturale fondata a Firenze alla fine del Cinquecento. L’intento dell’opera era quello di affermare la lingua fiorentina come lingua superiore a tutti i dialetti presenti nella penisola italiana, codificandone i vocaboli e presentandola come modello per definire un linguaggio comune. Il dizionario fin dalla sua prima edizione, riportava l’espressione proverbiale “andare in brodo di giuggiole”, indicando come significato una situazione estremamente piacevole, in cui è possibile “godere di molto di chichessia” o uno stato d'animo decisamente positivo ed ottimista.
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